Politica

Gianni Vattimo, comunista, candidato sindaco a Messina

mercoledì 30 aprile 2008.
 

Posso ufficializzarlo. Quasi. Ho appena sentito al telefono il prof Gianni Vattimo, con cui ho parlato della sua nuova candidatura a sindaco di Messina, propostagli da un gruppo di comunisti non dilibertiani né bertinottiani.

Il nostro prof mi ha detto che molto probabilmente accetterà, coerentemente con il suo impegno politico, condotto in modo esemplare con posizioni - sui diritti civili, sul Tibet, sulle compatibilità atlantiche e contro il cesaropapismo al contrario di casa nostra - che nessun intellettuale d’Italia avrebbe mai assunto. Si legga Cacciari, Eco e Severino, tanto per esempio.

Qualcuno in Calabria ha pubblicato la notizia con tanto gaudio e ironia, anche, ad avviso di chi scrive, per screditare e delegittimare il movimento fondato a San Giovanni in Fiore (Cs) assieme al filosofo, che porta proprio il suo nome, "Vattimo per la città". Perfino lasciando intendere che Vattimo stia puntanto alla poltrona di sindaco a Messina: come dire, almeno un posto ci vuole.

Vattimo è un uomo libero, che ha idee e princìpi. Soprattutto è un pensatore. Pensa, al contrario di tanti che scrivono per servire e spesso non riportano comunicati stampa che scomodano un potere che nega la legge.

Certamente i rapporti politici e culturali tra il gruppo del giornale e Vattimo continuano e non si interrompono per decisioni, come la sua candidatura a Messina, che, anzi, condividiamo in pieno.

Io sono di casa in quella città e conosco bene i problemi del posto. Oggi Messina è commissariata, e la mafia ci vive bene.

Ma ci sono anche dei giovani attivi e coraggiosi che si spendono per la legalità, la giustizia e lo sviluppo vero, i ragazzi di Energia Messinese.

Auguri di cuore, Gianni, e grazie per le tue splendide conferme: la tua candidatura è segno che sei ancora attivo e hai voglia di lottare per il nostro Sud.

I comunisti sono scomparsi dal parlamento. Ma, forse, Gianni, questo tuo gesto insegnerà tanto anche a loro. Vorrà dire.

Emiliano Morrone


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