LA COSTITUZIONE, LE REGOLE DEL GIOCO, E IL "GIOCO" DEL PARADOSSO DEI MENTITORI ISTITUZIONALI ...

LA CRISI DELLA "BORSA" DEGLI ITALIANI E IL MONTE DI PIETA’. LA MISERIA DI TUTTI E LA RICCHEZZA DI UNO SOLO. E’ TUTTA INVIDIA: "FORZA ITALIA"!!! UNA SOCIAL CARD PER TUTTI - a cura di pfls

Crisi, da Milano a Palermo aumenta la fila al Monte di Pietà
venerdì 28 novembre 2008.
 

’’Ormai forniamo un servizio essenziale a molti per arrivare a fine mese, è triste’’

Crisi, da Milano a Palermo aumenta la fila al Monte di Pietà

In Lombardia dall’inizio dell’anno si riscontra un 8% in più di persone che impegnano oggetti di valore, mentre in Sicilia la crescita è del 10%. Il responsabile del servizio credito su pegno di Milano a Ign: ’’Abbiamo dovuto abbassare il tetto minimo della polizza a 100 euro per dare la possibilità anche a chi ha meno di ottenere un prestito’’

Roma, 8 ott. 2008 - (Ign) - Da Milano a Palermo sempre più persone si rivolgono al Monte di Pietà. In Lombardia ’’quest’anno è cresiuto dell’8% il numero di chi decide di impegnare oggetti di valore per avere un prestito immediato. - spiega a Ign, testata on line del gruppo Adnkronos, Ivano Caldera, responabile del servizio credito su pegno di Banca regionale europea, l’istituto che ha incorporato quello che una volta era il Monte di Pietà di Milano - Dai piccoli imprenditori ai pensionati e alle casalinghe sono sempre di più le persone si rivolgono a noi per avere liquidità. Tanto che - sottolinea Caldera - nell’ultimo anno abbiamo dovuto abbassare il tetto minimo della polizza dal valore di 250 euro a 100 euro per dare la possibilità anche a chi ha meno di ottenere un prestito’’.

Aumentano anche le persone che alla scadenza della polizza decidono di rinnovarla per un altro semestre. ’’I nostri tassi non sono alti e quindi spesso c’è chi preferisce allungare il periodo di deposito per avere qualche altro soldo in tasca’’.

E la situazione non migliora al Sud. ’’Noi siamo il termometro della situazione economica - dice a Ign il coordinatore del comparto prestiti su pegno del Banco di Sicilia - e dai dati che abbiamo è chiaro la situazione non è affatto rosea. Da gennaio di quest’anno - sottolinea - abbiamo registrato un aumento del 10% di persone che impegnano i loro oggetti di valore. Ma rispetto a qualche anno fa - spiega il responsabile - adesso ricorrono a noi anche persone della classe medio-borghese, e mi riferisco a impiegati, pensionati, giovani disoccupati, commercianti... per prestiti che vanno dai 30 ai 600 euro’’. Non solo, qui ’’dove la crisi si sente pesantemente’’ le polizze vengono ’’rinnovate anche 7-8 volte con cadenza semestrale. Insomma - sottolinea con amarezza il responsabile del banco dei pegni - ormai forniamo un servizio essenziale a molti per arrivare a fine mese. È triste’’.



Sul tema, in rete e nel sito, si cfr.:

MONTE DI PIETA’ (Wikipedia).

-  1994-2008: LA LUNGA E BRILLANTE CAMPAGNA DI GUERRA DEL CAVALIERE DI "FORZA ITALIA" CONTRO L’ITALIA.
-  Alcuni documenti per gli storici e i filosofi del presente e del futuro

-  L’AVVENTURA DEL CAVALIERE DELLA THAILANDIA E’ FINITA. L’EX-PREMIER THAKSIN SHINAWATRA HA CHIESTO ASILO POLITICO A LONDRA

LE BOLLE, LE BALLE E IL BALLISMO POLITICO E FINANZIARIO. IL CASO ALITALIA E IL PRIMATO DELL’ITALIA.

-  LE BOLLE DEI SIGNORI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA, IL RISCHIO REGIME, E LA DISCESA IN CAMPO DI MARINA BERLUSCONI. "WALL STREET MAIN STREET".
-  L’analisi di Barbara Spinelli

VELTRONI, D’ALEMA SVEGLIA!!! E’ ELEMENTARE!!! BERLUSCONI E’ GIA’ CON UN PIEDE SUL COLLE DAL ’94, CON LA FONDAZIONE DEL SUO PARTITO: "FORZA ITALIA"!!!

Se FERRERO è FERRERO, VENDOLA è VENDOLA, GIORDANO è GIORDANO, BERTINOTTI è (ancora) BERTINOTTI, VELTRONI è (ancora) VELTRONI, e PRODI è (ancora) PRODI ... UNA MOBILITAZIONE CULTURALE GENERALE, SUBITO - ORA. Un appello

-  NELLE MANI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA LA BANDIERA E IL NOME DELL’ITALIA.
-  Napolitano scrive a "La Stampa" e risponde all’articolo di Michele Ainis: "Eserciterò con rigore le mie prerogative costituzionali"


LA PROSSIMA TRUFFA

di Galapagos (il manifesto, 07.10.2008)

«No cash for trash», era scritto su centinaia di cartelli che i manifestanti esponevano nei giorni scorsi a Wall Street per protestare contro il piano di salvataggio di Bush che elargisce contanti in cambio di titoli spazzatura. Il papa è tornato sull’argomento: «Vediamo adesso nel crollo delle grandi banche che i soldi scompaiono, sono niente e tutte queste cose che sembrano vere in realtà sono di secondo ordine». Ma il risultato è già scritto: il sistema finanziario sarà salvato, ma la vita della gente comune sarà rovinata. Perché la crisi dell’economia reale avanza: ne sono certe le borse che ieri sono nuovamente crollate.

Il papa ha idee chiare sulle cose «di secondo ordine», ma lo ha anche su quelle veramente importanti. Senza irriverenza, si può tralasciare come fondamentale la «parola di dio», per concentrarsi sull’uomo al quale Benedetto XVI più volte ha dedicato la sua attenzione. Ma non è il solo: in maniera un po’ più terrena e prosaica anche Emma Marcegaglia sabato a Capri se ne è occupata. La presidente di Confindustria, oltre a criticare la «droga monetaria», ha elogiato i salvataggi di stato (purché poi si torni rapidamente al mercato), ma soprattutto ha chiesto soldi per le imprese strangolate dalla crisi del sistema bancario.

La Marcegaglia si è dimenticata di ricordare che molti imprenditori hanno le mani in pasta con quote non irrilevanti delle banche, pronti ad approfittare della grande abbuffata che il sistema creditizio prometteva. Lucrando, tra l’altro, sulle stesse imprese che, lo abbiamo saputo un paio di mesi fa, sono fragili, esposte per cifre enormi (800 miliardi) con il sistema bancario. L’appello di Marcegaglia, quindi ha un senso. Soprattutto ora che le banche stanno stringendo i rubinetti del credito, chiedendo «ritorni» alle imprese e soprattutto tassi di interesse molto più alti. Marcegaglia può state tranquilla: anche se il sistema industriale con la crisi riceverà una bella botta, gli aiuti arriveranno.

Ieri è stato annunciato con grandi squilli di tromba che da dicembre per un anno, entrerà in vigore la social card: «80 euro al bimestre ai cittadini residenti con oltre 65 anni e reddito inferiore ai 6 mila euro (500 al mese) e alle famiglie, con lo stesso reddito, in cui ci sia un bambino sotto i tre anni». Alcuni ministri sostengono che si tratta di un allargamento dello «stato sociale». In realtà siamo di fronte a una elemosina che sicuramente non piace neppure al papa. «E’ un problema di risorse», si obietta. Falso: soldi per salvare il sistema finanziario ne sono stati trovati. E senza condizioni: a parte qualche penalizzazione per i manager truffaldini, nulla è previsto sul fronte della proprietà. E se fosse previsto, la Marcegaglia ha già messo le mani avanti.

Quello che manca (non solo in Italia) è un progetto di nuovo modello sviluppo, di redistribuzione dei redditi, di creazione di occupazione, di potenziamento dello stato sociale. Il monetarismo ha massacrato per decenni il keynesismo, ma il mercato ha fallito: inutile distinguere fra mercato buono ed eccessi speculativi. Su quegli eccessi si sono arricchiti - complici - in molti. Oggi chiedono di ricreare le condizioni per arricchirsi ancora


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