Memoria

LE FABBRICHE TEDESCHE E LE BRACCIA CALABRESI. STORIE TEUTONICHE - di Biagio Simonetta

All’indomani di Duisburg, un bellissimo fondo di uno dei più bravi giornalisti calabresi
domenica 2 settembre 2007.
 

di Biagio Simonetta, già pubblicato su il Quotidiano della Calabria, lo riproponiamo oggi, 20 agosto 2007, per gentile concessione dell’autore.

PARTIVANO con la valigia di cartone. Adesso hanno inventato la trolley, comoda e più chic. Ma il senso non cambia. Si parte ancora. Le storie d’emigrazione collegabili alla Calabria non hanno stagioni. Dal primo dopo guerra agli anni di piombo, dai mondiali di Pablito Rossi a quelli di Fabio Cannavaro. Dalla punta dello stivale italico al più sconosciuto degli stati: "i calabresi li trovi ovunque" non è solo un luogo comune. Questa terra ha perso negli anni le braccia più forti e le menti più lucide. Un prezzo altissimo che paga ogni giorno. Quella con la Germania, poi, è una storia nella storia. Meta ambita, quella teutonica. Nazione forte dai capitali pesanti. Il centro nevralgico del vecchio continente, dove costruiscono auto di lusso e fanno una buona birra. I calabresi hanno riempito le fabbriche tedesche dalla Baviera a Brema, in lungo e in largo. Le colonie più resistenti sono nella regione di Baden-Württemberg, ai confini con la Svizzera. Hanno sofferto e soffrono ancora i disagi di sentirsi immigrati, che avverti anche nel posto più civile ed emancipato del globo. Ora che a Duisburg è stata disegnata una pagina nera della Calabria all’estero, si parla di crimine d’esportazione. Ma i calabresi in germania non sono solo `ndrangheta e morti ammazzati. Dietro ci sono storie di sudore e sacrifici. Anni fatti di undici mesi e mezzo di lavoro e quindici giorni di gloria nel paese natale, al di qua del Pollino. Tornano con le macchine tirate a lucido che montano targhe difficili da confondere. Tornano e raccontano di giornate magiche che invece nascondono la saudade calabrese. Il proverbiale tedesco "Italiano: pizza-spaghetti" è servito. Sono tantissimi i calabresi che in "Doichlanda" hanno aperto pizzerie, ristoranti, gelaterie. Quasi tutti con buoni profitti. L’assistenzialismo che nutre i giorni di chi resta in Calabria cozza in modo violento con gli orari di lavoro dilatati degli emigrati. Due facce della stessa medaglia. I calabresi in Germania ci andavano molto prima che cadesse il muro. E ora ce ne sono a migliaia. Fra i più celebri c’è Oliver Neuville, professione calciatore. Attaccante di madre calabrese ormai al crepuscolo. Ha vestito per anni la maglia della nazionale tedesca, giocando pure contro l’Italia. Uno dei tanti, magari più fortunato. Stesso membro di un popolo che il Ferragosto di Duisburg lo cancellerebbe volentieri.

Biagio Simonetta


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