La Suprema corte conferma la decisione della Corte d’appello di Milano
L’avvocato dell’ex premier critica chi "per 20 anni sostenne accuse infondate"
Sme, la Cassazione assolve Berlusconi
"E adesso chiedetegli scusa"
ROMA - La sesta sezione penale della Cassazione ha confermato l’assoluzione di Silvio Berlusconi per la vicenda Sme. Come aveva già detto lo scorso 27 aprile la Corte di Appello di Milano e stamane ha chiesto il procuratore generale, Berlusconi, nella corruzione ai giudici romani, non c’entra niente.
L’assoluzione dell’ex premier nel processo Sme diventa quindi definitiva. Sono state sufficienti due ore di camera di consiglio alla Suprema corte per respingere il ricorso. L’accusa in secondo grado sosteneva che Berlusconi fosse stato "il motore primo nel contrastare De Benedetti alla conquista della Sme", ma i sostenitori del Cavaliere hanno sempre parlato di "persecuzione giudiziaria".
"Ora, chi accusò Silvio Berlusconi, sarebbe giusto che gli chiedesse scusa", ha detto l’avvocato Gaetano Pecorella, storico difensore dell’ex premier. "Sono stati 20 anni di sofferenza che hanno segnato la storia politica di questo Paese sulla base di accuse che non avevano fondamento".
La vicenda giudiziaria risale al 1985, quando una cordata di industriali formata tra gli altri da Silvio Berlusconi, Michele Ferrero e Pietro Barilla, scese in campo su sollecitazione dell’allora premier Bettino Craxi per contrastare la vendita della Sme (il colosso pubblico del settore alimentare), già firmata dal presidente dell’Iri Romano Prodi, a favore della Cir di Carlo De Benedetti.
Ma l’Iri rifiutò di dare corso alla cessione della Sme, e venne citata davanti ai giudici dallo stesso De Benedetti. Il ricorso fu respinto con una sentenza del 23 giugno 1986, firmata dal giudice Filippo Verde. Sentenza che secondo l’accusa sarebbe stata "comprata" per conto della Fininvest attraverso gli avvocati Cesare Previti e Attilio Pacifico.
In primo grado, il 10 dicembre 2004, il leader di Forza Italia era stato assolto da una delle imputazioni, mentre per l’altra i giudici avevano dichiarato prescritto, grazie alla concessione delle attenuanti generiche, il reato di corruzione inerente il cosiddetto bonifico ’Orologio’, cioè i 434 mila dollari che, secondo l’accusa, erano passati da un conto riconducibile alla Fininvest all’ex capo dei Gip di Roma Renato Squillante, grazie alla mediazione di Cesare Previti.
* la Repubblica, 26 ottobre 2007.
Sul tema, nel sito, si cfr.:
L’affondo del presidente di Confindustria oggi a Caserta In questa situazione "è impossibile prendere decisioni di fondo"
Montezemolo: "Da 12 anni
il Paese non è governato"
"No alle elezioni senza una nuova legge elettorale" *
CASERTA - "Questo governo non è in grado neanche di tagliare le cravatte di due centimetri. Non è in grado di tagliare nulla. Non c’è coesione. Ma abbiamo bisogno che il governo governi, che prenda delle decisioni, qualsiasi esse siano". L’allarme di Luca Cordero di Montezemolo viene lanciato da Caserta dal palco del Forum della ’Piccola industria’. Il Paese, dice il presidente di Confindustria, "non è governato. Da 12 anni è impossibile prendere decisioni di fondo". E ribadisce il suo no alle elezioni senza prima mettere a punto una nuova legge elettorale. "Non si può tornare al voto lasciando il Paese così com’è". La priorità, ribadisce, è quella di cambiare la legge elettorale, senza però "fare una riforma all’amatriciana".
"Non è un bello spettacolo quello che la politica italiana sta dando in questi giorni - dice - e non sarebbe una bella prospettiva quella di tornare al voto condannando il Paese ad un altro periodo incerto e confuso, chiunque fosse il vincitore. Dobbiamo uscire dall’idea che ogni volta sia meglio andare a nuove elezioni senza affrontare i veri problemi invece che attuare le grandi riforme di cui abbiamo bisogno".
"Non sono contento di un paese che vede il proprio futuro politico con la Brambilla e con Grillo, non mi sta bene, non ci sta bene", scandisce Montezemolo. "Abbiamo il diritto di chiedere - prosegue - una politica forte, autorevole, una classe dirigente che sia in grado di pensare al futuro del paese e non solo alle elezioni del prossimo mese, come se fosse il modo di risolvere i problemi".
Proprio la "continua campagna elettorale" con cui si confronta il paese dal 2004 è stata bocciata da Montezemolo. Che non ha esitato a chiamare in causa l’opposizione. "Io vorrei chiedere, con rispetto, all’opposizione di questo paese, dopo che è stato al governo 5 anni, cosa intende fare per il futuro - ha affermato il leader degli industriali - Perché bisogna ricordare che a Bari nel 2004 ci fu detto che entro il 2006 l’Irap sarebbe stata azzerata e a Caserta che ci sarebbe stato un intervento sulla pressione fiscale. Ora, dal centrodestra - ha proseguito - l’Irap non è stata neppure sfiorata, e attendiamo di sapere dal centrosinistra cosa si intende fare per alleviare il peso fiscale insopportabile per il paese".
* la Repubblica, 27 ottobre 2007.