Caro direttore,
la differenza tra ricchi e poveri nella nostra società, in qualche modo si rispecchia anche nelle librerie. Tranne qualche rara eccezione, così come accade per il figlio del povero, anche se più intelligente e meritevole di tanti figli di ricchi, il libro della piccola e quindi povera casa editrice, anche se più importante di tanti libri di grosse case editrici, è destinato a nascere nell’ombra e a morire nell’ombra. La direttrice della libreria Feltrinelli di Piazza Duomo a Milano, forse impietosita per il destino dei libri poveri meritevoli, ha avuto il coraggio di porre accanto al libro ultimo di Papa Ratzinger, un libro "povero", con su scritto "novità". Il primo parla di Gesù, l’altro di San Francesco, di Santa Caterina da Siena, d’altri santi, del diavolo e degli esorcisti. Me ne sono tornato a Genova con entrambi. Li ho letti. Il libro del Papa è interessante, ma nihil sub sole novum, il secondo (che non cito, giacché tv e carta stampata di norma seguono la regola dei librai) dice cose nuove, forse discutibilissime, ma nuove, che nessuno osa dire. Del primo si stanno vendendo e di venderanno milioni di copie, ma se non l’avesse scritto il Papa e non l’avesse pubblicato la Rizzoli, seguirebbe il destino dei "poveri figli di poveri"; del secondo si venderà qualche copia in più nella libreria della direttrice pietosa e coraggiosa (o solo intelligente?), che nelle altre librerie, ma il suo destino è segnato.
Attilio Doni
Già su Il Tempo, 25 giugno 2007;
il Manifesto, 26 giugno;
Il Riformista 28 giugno, con i rispettivi titoli:
Piccole case editrici. Vetrina negata
Libri ricchi e libri poveri
Il libro del Papa