L’indagine sul presidente del Consiglio regionale della Campania dopo alcune intercettazioni
Rapporti sospetti con il direttore generale dell’ospedale di Caserta
Domiciliari alla moglie di Mastella
L’accusa è tentata concussione
— "Apprendo dalla tv la notizia. Sono serena e pronta a fornire qualsiasi chiarimento"
NAPOLI - Arresti domiciliari per Sandra Lonardo Mastella, presidente del Consiglio regionale della Campania, moglie del ministro della Giustizia. Il provvedimento è stato disposto dalla procura di Santa Maria Capua Vetere. L’ipotesi di reato è tentata concussione nei confronti del direttore generale dell’ospedale di Caserta. A quanto si è appreso, l’inchiesta riguarderebbe uno scambio di favori. Le indagini sarebbero partite da intercettazioni a carico di un consuocero della signora Mastella.
Sandra Lonardo Mastella è nella casa di Ceppaloni, paese natale suo e del marito. Raggiunta al telefono dai cronisti, ha detto di non avere alcuna notizia di un provvedimento di arresti domiciliari nei suoi confronti: "Apprendo dalla televisione la notizia. Sono serena e pronta a fornire qualsiasi chiarimento. Credo che anche questo è l’amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo".
Il marito-ministro si trincera per ora nel silenzio. Ha annullato tutti gli impegni odierni, a partire dalla presenza alla cerimonia del giuramento degli allievi della scuola di polizia penitenziaria a cui avrebbe dovuto partecipare questa mattina a via Arenula. Il solo impegno confermato è la relazione annuale del Guardasigilli alla Camera sullo stato della Giustizia in programma poco prima delle undici. Uscendo dal suo ufficio per raggiungere la Camera, Mastella ha detto: "Ero venuto qui perchè doveva venire il presidente Cossiga, ma non viene più. Ora parlerò alla Camera".
Il presidente Francesco Cossiga avrebbe dovuto incontrare il ministro Mastella per esprimergli la sua solidarietà alla notizia di stamani degli arresti domiciliari della moglie del ministro.
* la Repubblica, 16 gennaio 2008.
L’arresto della moglie per tentata concussione. Poi la notizia che lui stesso è indagato
Il ministro: "Fra l’amore della mia famiglia e il potere scelgo il primo"
Mastella: ’Caccia all’uomo, mi dimetto’
Prodi lo invita a restare al suo posto
"Colpito da frange estremiste dei giudici che mi vedono come un nemico da abbattere"
La replica del procuratore: "Polemica digustosa, ne risponderà in tribunale"
ROMA - "Mi dimetto, getto la spugna", così con tono commosso e attaccando il giudice che ha arrestato la moglie, definita "un ostaggio", il ministro Mastella (che nel pomeriggio ha appreso di essere lui stesso indagato per concussione) ha concluso il discorso alla Camera dove parlava dopo l’arresto di Sandra Lonardo per tentata concussione. Prima, nel corso dell’intervento, aveva usato espressioni ancora più gravi: "E’ la prima volta, confesso, che in vita mia ho paura", aveva detto. Dimissioni che però il presidente del Consiglio Romano Prodi sembra orientato a respingere. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento infatti dice: "Il Parlamento gli ha chiesto di restare, spero che questo convinca il ministro. Questo lo ha chiesto il Parlamento ed è anche il pensiero di Prodi". Infatti il premier, incontrando il guardasigilli, ha respinto le dimissioni.
"Ringrazio il presidente Prodi per avermi confermato la fiducia, ma adesso è più importante che stia accanto a mia moglie. Ogni decisione verrà dopo", ha commentato Mastella.
La lunga giornata del leader dell’Udeur si è presentato alla Camera alle 10,45 dove era previsto il tradizionale discorso sullo stato della Giustizia. Ma il normale corso degli impegni istituzionali è stato deviato dalla notizia giunta dalla Campania. "Avrei fatto un discorso diverso, avrei parlato di riforma della giustizia - ha detto - notizie annunciate dalla stampa, e perfino da un editoriale. Un discorso certamente diverso da quello che avrei fatto. Vi parlo con il dolore nel cuore di chi sa e di chi è stato colpito negli affetti più profondi".
E’ provato il Guardasigilli mentre parla di fronte ad una Camera muta e pronta all’applauso nei passaggi in cui il politico Mastella attacca la magistratura, "frange estremiste" dice lui. Le "mie illusioni oggi sono frantumate di fronte a un muro di brutalità. Ho sperato che la frattura tra magistratura e politica potesse essere ricomposta, ma devo prendere atto - dice il guardasigilli - che nonostante abbia lavorato giorno e notte per essere un interlocutore affidabile sono stato percepito da frange estremiste come un avversario da contrastare, se non un nemico da abbattere".
Dunque la frattura fra giustizia e politica Mastella mette all’origine della vicenda. "Ho avuto l’illusione che tutto ciò che ho fatto in questi mesi potesse essere la prova della mia onestà intellettuale e dell’assenza di secondi fini". E invece, subito il "tiro al bersaglio nei miei confronti, quasi una caccia all’uomo, una autentica persecuzione".
"Tutta la mia famiglia - ha continuato - è stata intercettata, tutto il mio partito è stato seguito dalla procura di Potenza, un tiro al bersaglio, mia moglie è in ostaggio". "Mi dimetto - ha puntato il dito il leader dell’Udeur - sapendo che un’ingiustizia enorme è la fonte inquinata di un provvedimento perseguito con ostinazione da un procuratore che l’ordinamento giudiziario manda a casa per limiti di mandato e di questo mi addebita la colpa". "Colpa che invece - aggiunge Mastella - non ravvisa nell’esercizio domestico delle sue funzioni per altre vicende che lambiscono suoi stretti parenti e delle quali è bene che il Csm e altri si occupino".
Frasi, quest’ultime, alle quali il procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere, Mariano Maffei, ha voluto replicare prontamente, convocando una conferenza stampa nella quale ha annunciato azioni legali contro il ministro della Giustizia, colpevole, a suo dire, di "calunnie ed offese alla mia reputazione". Il magistrato ha definito quindi "disgustosa" la polemica sollevata dal Guardasigilli.
Ma nel suo intervento Mastella non ha attaccato solo l’ordine giudiziario, allargando il discorso anche al campo politico. "Mi dimetto - ha detto - riaprendo la questione delle intercettazioni a volte manipolate, a volte estrapolate ad arte assai spesso divulgate senza alcun riguardo per la riservatezza dei cittadini". "Mi dimetto - ha concluso con la voce rotta dall’emozione - per essere più libero politicamente e umanamente, perché tra l’amore per la mia famiglia e il potere scelgo il primo".
* la Repubblica, 16 gennaio 2008.
L’indagine sul presidente del Consiglio regionale della Campania dopo alcune intercettazioni
Ordinanze anche per altri esponenti del partito tra cui il sindaco di Benevento e due assessori
Domiciliari alla moglie di Mastella
Ventitré arresti eccellenti nell’Udeur
Rapporti sospetti tra Sandra Lonardo e il direttore generale dell’ospedale di Caserta
Sospeso il prefetto di Benevento e un giudice del tribunale amministrativo Campania *
NAPOLI - Terremoto nell’Udeur. Ordinati gli arresti domiciliari per Sandra Lonardo Mastella, presidente del Consiglio regionale della Campania e moglie del ministro della Giustizia. Provvedimenti restrittivi anche per gli assessori regionali campani dell’Udeur Luigi Nocera all’ambiente, ed Andrea Abbamonte al personale; il sindaco di Benevento Fausto Pepe, ed i consiglieri regionali Fernando Errico, capogruppo dell’Udeur, e Nicola Ferraro. In totale i provvedimenti restrittivi contro esponenti della giunta regionale campana, consiglieri regionali e amministratori dell’Udeur sarebbero 23; 4 da scontare in carcere.
Tutti i nomi degli indagati. Tra le persone sottoposte alla misura degli arresti domiciliari anche il sindaco del Comune di Cerreto Sannita, in provincia di Benevento, Antonio Barbieri, di Forza Italia. In carcere doveva andare Carlo Camilleri, presidente dell’Autorità di bacino del Sele e suocero di uno dei figli del ministro, da ieri però in ospedale per un malore. Gli altri esponenti politici Udeur coinvolti sjavascript:barre_raccourci(’’,’’,document.formulaire.texte) javascript:barre_raccourci(’’,’’,document.formulaire.texte)ono: Vincenzo Lucariello; Antonello Scocca; Domenico Pianese; Carlo Bianco; Erminia Florenzano; Francesco Cardone; Vincenzo Liguori; Nino Lombardi; Angelo Padovano; Domenico Pietrocola; Francesco Zaccaro; Letizio Napoletano; Paolo Budetta; Cristiana Fevola e Ugo Ferrara. Sono indagati a vario titolo per falso, corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e tentato abuso d’ufficio.
Sospeso prefetto e giudice del Tar. Nell’ambito dell’indagine è stato sospeso anche il prefetto di Benevento Giuseppe Urbano, da circa due anni nel Sannio dopo essere stato vicario a Caserta, indagato per falso; il giudice del Tar Campania Ugo De Maio, al quale viene contestata la rivelazione di segreto di ufficio, e il vigile urbano Luigi Treviso, in servizio ad Alvignano, indagato per falso.
L’inchiesta in ambito sanitario. I provvedimenti sono stati richiesti dalla procura di Santa Maria Capua Vetere e firmati dal gip Francesco Chiaromonte. L’ipotesi di reato per la moglie di Mastella è tentata concussione nei confronti del direttore generale dell’ospedale di Caserta. A quanto si è appreso, l’inchiesta riguarderebbe uno scambio di favori. Per il sindaco di Benevento, l’imputazione riguarda un filone di indagine che ha al centro una garadi appalto avvenuta a Matera.
"Saranno i cittadini a giudicare". Sandra Lonardo Mastella è nella casa di Ceppaloni, paese natale suo e del marito. Il provvedimento le è stato notificato intorno alle 14.30 ma le indiscrezioni sull’arresto erano comparse sulle agenzie di stampa già nel primo mattino. Raggiunta al telefono dai cronisti, prima che gli agenti di polizia giudiziaria le consegnassero l’ordine firmato dal giudice, Sandra Lonardo aveva annunciato che non si sarebbe dimessa: "Dimettermi? Assolutamente no. Non ci penso proprio. Saranno i cittadini a giudicare. Sono serena e pronta a fornire qualsiasi chiarimento. Credo che anche questo è l’amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo. Basta guardare alla vicenda del Papa di questi giorni per capire cosa avviene ai cattolici".
L’avvocato: "Nessuna bustarella". Bocche cucite in Procura. Il procutore capo di Santa Maria Capua Vetere Mariano Massei, ha detto: "Nessun provvedimento è stato notificato alla Mastella. Che esista o no, non posso dirlo". Parla invece l’avvocato Titta Madia, difensore della moglie del Guardasigilli: Al centro della vicenda giudiziaria ci sarebbe "una grande sfuriata telefonica che la donna avrebbe fatto al direttore di un ospedale in merito ad una nomina. Quindi solo un contrasto di carattere politico e nulla a che vedere con dazioni di danaro o vantaggi di altro tipo". Tesi ribadita dal portavoce della moglie di Mastella: ’’Da una lettura rapida degli atti - ha detto Alberto Borrelli - si parla di banali contrasti che attengono alla normale dialettica politica. Non si parla mai di soldi, né di appalti, né di gare. Si fa solo riferimento a diversità di giudizio su una nomina, peraltro non di sua competenza e, comunque, avvenuta e mai revocata’’.
IL CICLONE GIUDIZIARIO - DECAPITATO L’UDEUR
Interim per la Giustizia a Prodi
Mastella conferma le dimissioni
La decisione di lasciare confermata
in mattinata. Alle 14,30 il premier
parla alla Camera, alle 17 al Senato
ROMA Clemente Mastella avrebbe confermato le sue dimissioni da ministro della Giustizia e il presidente del Consiglio Romano Prodi sarebbe pronto ad assumere l’Interim della Giustizia.
È quanto avrebbe reso noto il capogruppo del Pd alla Camera, Antonello Soro, durante la conferenza dei capigruppo di maggioranza che si è tenuta a Montecitorio prima della riunione di tutti i capigruppo della Camera.
Il premier in Aula Il presidente del Consiglio Romano Prodi sarà in Aula alla Camera alle 14.30 per riferire sulle dimissioni del ministro della Giustizia, Clemente Mastella. È quanto ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Precedentemente questa mattina si è svolta una capigruppo di maggioranza dove, a quanto si apprende, sono state confermate le dimissioni di Clemente Mastella e dunque il premier in Aula potrebbe già annunciare che assume l’interim sulla Giustizia.
La rabbia dell’Anm Intanto l’Associazione nazionale magistrati torna a denunciare il discorso con cui il Guardasigilli ha annunciato le sue dimissioni. I magistrati esprimono «rispetto» per le «doverose dimisssioni» del ministro della Giustizia, ma definiscono le sue parole e quelle di altri «esponenti politici di molti partiti», pronunciate ieri nell’aula di Montecitorio, sono una «aggressione» alla magistratura che «non si giustifica in alcun modo». I vertici del "sindacato delle toghe" ricordano che, proprio «le dichiarazioni rese davanti al Parlamento, e altre rese oggi da esponenti politici di molti partiti, ancora una volta portano fuori dalle aule di giustizia il dibattito sul merito dei provvedimenti giudiziari con modalità espressive e di aggressione alla magistratura che alterano gli equilibri tra i poteri dello Stato e non si giustificano in alcun modo, specie se provenienti dal Ministro della Giustizia: esistono già le sedi per contestare e impugnare i provvedimenti giudiziari, secondo procedure previste dalla legge in modo uguale per tutti».
«Dal ministro un’aggressione ingiustificata, recuperare il rispetto dei ruoli» «Non ci interessano difese corporative - sostengono i leader dell’Anm - ma rileviamo che ancora una volta la politica si accorge della giustizia quando degli amministratori pubblici sono interessati da accuse di reato: non si riscontra il medesimo interesse quando si tratta di coprire gli organici, dotare gli uffici giudiziari di personale amministrativo e di beni strumentali, incrementare le forze di polizia, rendere più celere ed efficiente la giustizia nell`interesse dei cittadini». L’Anm sottolinea anche «l`enorme gravità della diffusione pubblica della notizia del provvedimento con ore di anticipo rispetto alla sua esecuzione, con danno per l`efficacia della misura non meno che per la riservatezza delle persone coinvolte. Le responsabilità del fatto dovranno essere accertate e sanzionate con la massima celerità». Infine, i vertici dell’Anm assicurano che continueranno a «richiamarsi al monito del capo dello Stato al recupero del senso del limite e del rispetto dei ruoli tra le istituzioni e proseguirà il proprio impegno affinché responsabilità ed equilibrio siano assicurati da parte di tutti».
Perquisita la redazione dell’Apcom I carabinieri sono stati inviati nella notte nella sede di Apcom a Roma. I militari dell’Arma sono arrivati in redazione poco prima di mezzanotte per acquisire elementi utili all’indagine su mandato della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. L’indagine dei carabinieri nella sede di Roma è terminata alle 2. I militari dell’Arma hanno interrogato i giornalisti coinvolti nel servizio ed eseguito una perquisizione. Il giornalista autore del servizio è stato convocato per questa mattina negli uffici del procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
Il popolo dell’Udeur in piazza Il popolo dell’Udeur intanto scende in piazza per manifestare solidarietà al leader. «Tutti insieme per urlare il nostro sdegno»: è questo lo slogan che caratterizzerà il corteo di protesta del partito che si radunerà questa mattina alle ore 11 davanti la Prefettura di Benevento. La manifestazione di protesta precederà di un’ora la conferenza stampa del leader del partito Clemente Mastella, convocata presso l’Hotel President di Benevento.
* La Stampa, 17/1/2008 (8:41)
Solidarietà dal mondo politico. Berlusconi ne approfitta per fare la vittima *
Tutto il mondo politico esprime solidarietà al ministro dimissionario. E apprezzamenti per il gesto di responsabilità, cosa rara nel palazzo. Lo dice chiaro e tondo la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro che ha voluto sottolineare come le dimissioni di Mastella «non era un atto dovuto, né un atto che gli venisse richiesto da alcuno, nemmeno dall’opposizione. Questo - prosegue la Finocchiaro - ne sottolinea ancora di più il valore e ne traduce il senso civico e dello Stato, così raro nella storia politica italiana».
Respinge le strumentalizzazioni, il capogruppo dei Verdi alla Camera, Angelo Monelli, che invita anche «il ministro Mastella a continuare il suo lavoro». Ribadisce «piena fiducia e solidarietà» al Guardasigilli anche il capogruppo del Pd alla Camera Antonello Soro, secondo il quale «è tutto molto singolare». Solidale anche il ministro Di Pietro, che apprezza «il senso di responsabilità e la correttezza istituzionale che hanno portato il ministro della Giustizia ad annunciare in Parlamento le sue dimissioni». Ma a Di Pietro non piacciono «le parole pronunciate» da Mastella «nei passaggi in cui parla di giustizia ad orologeria, di giudici che cercano di abbattere i loro nemici politici, o di magistrati che fanno ostaggi». E aggiunge: «Quando si pensano queste cose della magistratura italiana, diventa veramente difficile svolgere con equilibrio un ruolo delicato come quello del Guardasigilli».
Qualche remora sull’accanimento mostrato da Mastella contro i magistrati arriva anche dalla sinistra dell’Unione: il capogruppo del Pdci alla Camera Pino Sgobio, pur riconoscendo che «Mastella ha dimostrato come un uomo di Stato deve comportarsi», chiede al ministro di evitare di «processare la magistratura». Mentre il segretario di Rifondazione Franco Giordano chiede a Mastella di restare, per «terminare il lavoro precedentemente avviato». E dice al centrodestra «che non sono accettabili giudizi tranchant su tutta la magistratura».
Già, perché il centrodestra ha approfittato del discorso di Mastella per ripetere la litania sullo strapotere della magistratura. In prima linea, ovviamente, Silvio Berlusconi: «Il ministro della Giustizia - ha spiegato Berlusconi nell’esprimere la sua solidarietà al Guardasigilli - ha detto oggi in Parlamento le stesse cose che dico io ormai da molti anni e che mi hanno fruttato gli attacchi non solo della magistratura, ma anche di tanta parte della maggioranza di governo». «Che faranno e che diranno adesso questi signori - va avanti il leader del Ppl - davanti alla drammatica denuncia del Ministro della giustizia? La condividono? E come mai in Parlamento tutti hanno dato a lui la solidarietà che non hanno mai dato a me?»
* l’Unità, Pubblicato il: 16.01.08, Modificato il: 16.01.08 alle ore 13.59
Ansa» 2008-01-16 15:35
Anm: "Respingiamo condanna del Parlamento"
CATANIA - L’Associazione Nazionale Magistrati "respinge la condanna unanime del parlamento alla magistratura" ma esprime anche "apprezzamento per il gesto del ministro". E’ la posizione della Anm espressa a Catania dal segretario generale della Giunta, Luca Palamara, che sottolinea "che è necessario riprendere il dialogo tra politica e magistratura".
"Come Anm - afferma Palamara - respingiamo la condanna unanime del Parlamento alla magistratura. Apprezziamo il gesto del ministro e ribadiamo, prendendo spunto dalle parole del Guardasigilli, che è necessario riprendere il dialogo tra politica e magistratura, richiamandoci anche alle parole del capo dello Stato su coesistenza e reciproco rispetto tra i poteri". Il segretario dell’Anm sottolinea che "molte delle affermazioni del ministro sono state fatte a titolo personale e sono frutto del diretto coinvolgimento emotivo nella vicenda". "Il processo - osserva Palamara - è il luogo dove tutte le doglianze devono essere riportate e anche questa vicenda deve definirsi nell’ambito processuale. I problemi della giustizia - rileva il segretario dell’Anm - sono quotidiani e devono essere separati dalle vicenda giudiziarie, altrimenti siamo lontani dalla soluzione del problema". Palamara ricorda anche che "la riforma della giustizia è legge" e che "i magistrati la rispetteranno ma segnalando anche quello che sarà l’impatto sull’ordinamento giudiziario".