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CAMPANIA. Arresti domiciliari per Sandra Lonardo Mastella, presidente del Consiglio regionale, moglie del ministro della Giustizia. E per altri ventitré esponenti dell’Udeur. Mastella ("Mi dimetto per senso dello Stato") indagato.

mercoledì 16 gennaio 2008.
 
[...] Terremoto nell’Udeur. Ordinati gli arresti domiciliari per Sandra Lonardo Mastella, presidente del Consiglio regionale della Campania e moglie del ministro della Giustizia. Provvedimenti restrittivi anche per gli assessori regionali campani dell’Udeur Luigi Nocera all’ambiente, ed Andrea Abbamonte al personale; il sindaco di Benevento Fausto Pepe, ed i consiglieri regionali Fernando Errico, capogruppo dell’Udeur, e Nicola Ferraro. In totale i provvedimenti restrittivi contro esponenti della giunta regionale campana, consiglieri regionali e amministratori dell’Udeur sarebbero 23; 4 da scontare in carcere. [...]

-  L’indagine sul presidente del Consiglio regionale della Campania dopo alcune intercettazioni
-  Rapporti sospetti con il direttore generale dell’ospedale di Caserta

-  Domiciliari alla moglie di Mastella

-  L’accusa è tentata concussione

— "Apprendo dalla tv la notizia. Sono serena e pronta a fornire qualsiasi chiarimento"

NAPOLI - Arresti domiciliari per Sandra Lonardo Mastella, presidente del Consiglio regionale della Campania, moglie del ministro della Giustizia. Il provvedimento è stato disposto dalla procura di Santa Maria Capua Vetere. L’ipotesi di reato è tentata concussione nei confronti del direttore generale dell’ospedale di Caserta. A quanto si è appreso, l’inchiesta riguarderebbe uno scambio di favori. Le indagini sarebbero partite da intercettazioni a carico di un consuocero della signora Mastella.

Sandra Lonardo Mastella è nella casa di Ceppaloni, paese natale suo e del marito. Raggiunta al telefono dai cronisti, ha detto di non avere alcuna notizia di un provvedimento di arresti domiciliari nei suoi confronti: "Apprendo dalla televisione la notizia. Sono serena e pronta a fornire qualsiasi chiarimento. Credo che anche questo è l’amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo".

Il marito-ministro si trincera per ora nel silenzio. Ha annullato tutti gli impegni odierni, a partire dalla presenza alla cerimonia del giuramento degli allievi della scuola di polizia penitenziaria a cui avrebbe dovuto partecipare questa mattina a via Arenula. Il solo impegno confermato è la relazione annuale del Guardasigilli alla Camera sullo stato della Giustizia in programma poco prima delle undici. Uscendo dal suo ufficio per raggiungere la Camera, Mastella ha detto: "Ero venuto qui perchè doveva venire il presidente Cossiga, ma non viene più. Ora parlerò alla Camera".

Il presidente Francesco Cossiga avrebbe dovuto incontrare il ministro Mastella per esprimergli la sua solidarietà alla notizia di stamani degli arresti domiciliari della moglie del ministro.

* la Repubblica, 16 gennaio 2008.



-  L’arresto della moglie per tentata concussione. Poi la notizia che lui stesso è indagato
-  Il ministro: "Fra l’amore della mia famiglia e il potere scelgo il primo"

-  Mastella: ’Caccia all’uomo, mi dimetto’
-  Prodi lo invita a restare al suo posto

-  "Colpito da frange estremiste dei giudici che mi vedono come un nemico da abbattere"
-  La replica del procuratore: "Polemica digustosa, ne risponderà in tribunale"

ROMA - "Mi dimetto, getto la spugna", così con tono commosso e attaccando il giudice che ha arrestato la moglie, definita "un ostaggio", il ministro Mastella (che nel pomeriggio ha appreso di essere lui stesso indagato per concussione) ha concluso il discorso alla Camera dove parlava dopo l’arresto di Sandra Lonardo per tentata concussione. Prima, nel corso dell’intervento, aveva usato espressioni ancora più gravi: "E’ la prima volta, confesso, che in vita mia ho paura", aveva detto. Dimissioni che però il presidente del Consiglio Romano Prodi sembra orientato a respingere. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento infatti dice: "Il Parlamento gli ha chiesto di restare, spero che questo convinca il ministro. Questo lo ha chiesto il Parlamento ed è anche il pensiero di Prodi". Infatti il premier, incontrando il guardasigilli, ha respinto le dimissioni.

"Ringrazio il presidente Prodi per avermi confermato la fiducia, ma adesso è più importante che stia accanto a mia moglie. Ogni decisione verrà dopo", ha commentato Mastella.

La lunga giornata del leader dell’Udeur si è presentato alla Camera alle 10,45 dove era previsto il tradizionale discorso sullo stato della Giustizia. Ma il normale corso degli impegni istituzionali è stato deviato dalla notizia giunta dalla Campania. "Avrei fatto un discorso diverso, avrei parlato di riforma della giustizia - ha detto - notizie annunciate dalla stampa, e perfino da un editoriale. Un discorso certamente diverso da quello che avrei fatto. Vi parlo con il dolore nel cuore di chi sa e di chi è stato colpito negli affetti più profondi".

E’ provato il Guardasigilli mentre parla di fronte ad una Camera muta e pronta all’applauso nei passaggi in cui il politico Mastella attacca la magistratura, "frange estremiste" dice lui. Le "mie illusioni oggi sono frantumate di fronte a un muro di brutalità. Ho sperato che la frattura tra magistratura e politica potesse essere ricomposta, ma devo prendere atto - dice il guardasigilli - che nonostante abbia lavorato giorno e notte per essere un interlocutore affidabile sono stato percepito da frange estremiste come un avversario da contrastare, se non un nemico da abbattere".

Dunque la frattura fra giustizia e politica Mastella mette all’origine della vicenda. "Ho avuto l’illusione che tutto ciò che ho fatto in questi mesi potesse essere la prova della mia onestà intellettuale e dell’assenza di secondi fini". E invece, subito il "tiro al bersaglio nei miei confronti, quasi una caccia all’uomo, una autentica persecuzione".

"Tutta la mia famiglia - ha continuato - è stata intercettata, tutto il mio partito è stato seguito dalla procura di Potenza, un tiro al bersaglio, mia moglie è in ostaggio". "Mi dimetto - ha puntato il dito il leader dell’Udeur - sapendo che un’ingiustizia enorme è la fonte inquinata di un provvedimento perseguito con ostinazione da un procuratore che l’ordinamento giudiziario manda a casa per limiti di mandato e di questo mi addebita la colpa". "Colpa che invece - aggiunge Mastella - non ravvisa nell’esercizio domestico delle sue funzioni per altre vicende che lambiscono suoi stretti parenti e delle quali è bene che il Csm e altri si occupino".

Frasi, quest’ultime, alle quali il procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere, Mariano Maffei, ha voluto replicare prontamente, convocando una conferenza stampa nella quale ha annunciato azioni legali contro il ministro della Giustizia, colpevole, a suo dire, di "calunnie ed offese alla mia reputazione". Il magistrato ha definito quindi "disgustosa" la polemica sollevata dal Guardasigilli.

Ma nel suo intervento Mastella non ha attaccato solo l’ordine giudiziario, allargando il discorso anche al campo politico. "Mi dimetto - ha detto - riaprendo la questione delle intercettazioni a volte manipolate, a volte estrapolate ad arte assai spesso divulgate senza alcun riguardo per la riservatezza dei cittadini". "Mi dimetto - ha concluso con la voce rotta dall’emozione - per essere più libero politicamente e umanamente, perché tra l’amore per la mia famiglia e il potere scelgo il primo".

* la Repubblica, 16 gennaio 2008.


-  L’indagine sul presidente del Consiglio regionale della Campania dopo alcune intercettazioni
-  Ordinanze anche per altri esponenti del partito tra cui il sindaco di Benevento e due assessori

-  Domiciliari alla moglie di Mastella
-  Ventitré arresti eccellenti nell’Udeur

-  Rapporti sospetti tra Sandra Lonardo e il direttore generale dell’ospedale di Caserta
-  Sospeso il prefetto di Benevento e un giudice del tribunale amministrativo Campania
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NAPOLI - Terremoto nell’Udeur. Ordinati gli arresti domiciliari per Sandra Lonardo Mastella, presidente del Consiglio regionale della Campania e moglie del ministro della Giustizia. Provvedimenti restrittivi anche per gli assessori regionali campani dell’Udeur Luigi Nocera all’ambiente, ed Andrea Abbamonte al personale; il sindaco di Benevento Fausto Pepe, ed i consiglieri regionali Fernando Errico, capogruppo dell’Udeur, e Nicola Ferraro. In totale i provvedimenti restrittivi contro esponenti della giunta regionale campana, consiglieri regionali e amministratori dell’Udeur sarebbero 23; 4 da scontare in carcere.

Tutti i nomi degli indagati. Tra le persone sottoposte alla misura degli arresti domiciliari anche il sindaco del Comune di Cerreto Sannita, in provincia di Benevento, Antonio Barbieri, di Forza Italia. In carcere doveva andare Carlo Camilleri, presidente dell’Autorità di bacino del Sele e suocero di uno dei figli del ministro, da ieri però in ospedale per un malore. Gli altri esponenti politici Udeur coinvolti sjavascript:barre_raccourci(’’,’’,document.formulaire.texte) javascript:barre_raccourci(’’,’’,document.formulaire.texte)ono: Vincenzo Lucariello; Antonello Scocca; Domenico Pianese; Carlo Bianco; Erminia Florenzano; Francesco Cardone; Vincenzo Liguori; Nino Lombardi; Angelo Padovano; Domenico Pietrocola; Francesco Zaccaro; Letizio Napoletano; Paolo Budetta; Cristiana Fevola e Ugo Ferrara. Sono indagati a vario titolo per falso, corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e tentato abuso d’ufficio.

Sospeso prefetto e giudice del Tar. Nell’ambito dell’indagine è stato sospeso anche il prefetto di Benevento Giuseppe Urbano, da circa due anni nel Sannio dopo essere stato vicario a Caserta, indagato per falso; il giudice del Tar Campania Ugo De Maio, al quale viene contestata la rivelazione di segreto di ufficio, e il vigile urbano Luigi Treviso, in servizio ad Alvignano, indagato per falso.

L’inchiesta in ambito sanitario. I provvedimenti sono stati richiesti dalla procura di Santa Maria Capua Vetere e firmati dal gip Francesco Chiaromonte. L’ipotesi di reato per la moglie di Mastella è tentata concussione nei confronti del direttore generale dell’ospedale di Caserta. A quanto si è appreso, l’inchiesta riguarderebbe uno scambio di favori. Per il sindaco di Benevento, l’imputazione riguarda un filone di indagine che ha al centro una garadi appalto avvenuta a Matera.

"Saranno i cittadini a giudicare". Sandra Lonardo Mastella è nella casa di Ceppaloni, paese natale suo e del marito. Il provvedimento le è stato notificato intorno alle 14.30 ma le indiscrezioni sull’arresto erano comparse sulle agenzie di stampa già nel primo mattino. Raggiunta al telefono dai cronisti, prima che gli agenti di polizia giudiziaria le consegnassero l’ordine firmato dal giudice, Sandra Lonardo aveva annunciato che non si sarebbe dimessa: "Dimettermi? Assolutamente no. Non ci penso proprio. Saranno i cittadini a giudicare. Sono serena e pronta a fornire qualsiasi chiarimento. Credo che anche questo è l’amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo. Basta guardare alla vicenda del Papa di questi giorni per capire cosa avviene ai cattolici".

L’avvocato: "Nessuna bustarella". Bocche cucite in Procura. Il procutore capo di Santa Maria Capua Vetere Mariano Massei, ha detto: "Nessun provvedimento è stato notificato alla Mastella. Che esista o no, non posso dirlo". Parla invece l’avvocato Titta Madia, difensore della moglie del Guardasigilli: Al centro della vicenda giudiziaria ci sarebbe "una grande sfuriata telefonica che la donna avrebbe fatto al direttore di un ospedale in merito ad una nomina. Quindi solo un contrasto di carattere politico e nulla a che vedere con dazioni di danaro o vantaggi di altro tipo". Tesi ribadita dal portavoce della moglie di Mastella: ’’Da una lettura rapida degli atti - ha detto Alberto Borrelli - si parla di banali contrasti che attengono alla normale dialettica politica. Non si parla mai di soldi, né di appalti, né di gare. Si fa solo riferimento a diversità di giudizio su una nomina, peraltro non di sua competenza e, comunque, avvenuta e mai revocata’’.

* la Repubblica, 16 gennaio 2008.


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