Le maggiori agenzie internazionali e i principali siti dei media esteri hanno seguito, fin dai primi exit poll, i risultati delle elezioni politiche italiane. In un suo primo commento, il New York Time online, citando la Reuters scrive che «si delinea al Senato una vittoria più netta del Pdl di Silvio Berlusconi sul Pd di Walter Veltroni», rispetto ai dati inizialmente annunciati. Analoga osservazione viene fatta dal Washington Post:«Berlusconi sembra avviato al terzo mandato», scrive il britannico Times, «dopo che le prime proiezioni danno alla coalizione di centro destra da lui guidata un chiaro vantaggio al Senato, necessario a qualsiasi premier per poter governare».
«Il Pdl di Berlusconi insieme alla Lega avrebbero al Senato il 43,7 per cento rispetto al 39,1 per cento per il Pd di Walter Veltroni». Pur con dati non sempre uguali, indicazioni che confermano l’affermazione del centro destra sono date da altri media online.
Benché nel complesso gli osservatori siano ancora cauti, lo spagnolo El Mundo, per esempio, afferma che «comincia a prendere forma il Berlusconi III, nonostante l’incredibile rimonta del centro sinistra di Veltroni». «Berlusconi - scrive El Pais- si appresta a essere per la terza volta il presidente del Consiglio dei ministri italiano, sulla base delle proiezioni relative al Senato».
Il francese Le Figaro scrive del «ritorno in pista di un animale politico, che né le disfatte, né gli scandali hanno abbattuto».
Il tedesco Bild ipotizza «il ritorno al governo italiano del miliardario Berlusconi, dopo il 1994 e il 2001».
E anche l’americana Cnn e la britannica Bbc parlano di un vantaggio per il candidato premier del Pdl e altrettanto hanno indicato l’agenzia francese Afp e i quotidiani britannici Times e Daily Telegraph nelle edizioni online.
L’emittente araba Al Jazeera, nella sua edizione online in inglese, scrive con grande evidenza del «probabile ritorno di Berlusconi al governo, sulla base degli exit poll».
Nei giorni scorsi, e in particolare domenica e lunedì a seggi ancora aperti, la quasi totalità dei mezzi d’informazione stranieri avevano sottolineato che in quello che una volta era indicato, senza l’ironia di oggi, Il Bel Paese, la gente è andata alle urne in una atmosfera generale di tristezza e disillusione, che riflette lo stato d’animo di chi non crede più nella politica e vede il proprio paese nel pieno di una crisi che ne fa il "malato grave" tra le grandi nazioni.
L’International Herald Tribune aveva pubblicato un articolo della agenzia americana Ap, ripreso anche da altri media, tra cui il Los Angeles Times, riferendo di «un sentimento diffuso di declino nazionale e di paura che nessun candidato sarà in grado di rimettere l’Italia sul giusto binario».
«Gli italiani nuovamente alle urne disillusi» era stato il titolo del britannico Indipendent mentre il Daily Telegraph, aveva descritto «gli italiani al voto mentre il disastro economico incombe sul loro paese».
Secondo l’Economist «a causa della confusionaria legge elettorale attualmente in vigore» dopo il voto di oggi c’è «il pericolo del caos seguito da uno scomodo compromesso».
Il New York Times riferendo dei pronostici secondo cui Berlusconi sarà di nuovo premier, aveva parlato di "disincanto", "apatia" e "scetticismo"dell’elettorato. Il francese Le Figaro aveva messo l’accento sui «geronti italiani che si aggrappano al potere», dicendo che «l’Italia è la nazione con la classe politica più vecchia del mondo». E a proposito di età «Die Zeit» osserva come «una vittoria di Berlusconi non sarebbe una sorpresa: da settimane i sondaggi profetizzavano un suo vantaggio di 8-9 punti. Tuttavia Veltroni, che è più giovane di quasi vent’anni e che, in quanto sindaco di Roma per lungo tempo, gode di grande favore, pensava di avere fino all’ultimo delle chance di vittoria».
* l’Unità, Pubblicato il: 14.04.08, Modificato il: 14.04.08 alle ore 20.35
Caos sui dati elettorali: proiezioni contraddicono gli instant poll
Roma, 25 feb. 2013 - (Adnkronos) - E’ caos sui dati elettorali. I primi instant poll che parlavano di un vantaggio della coalizione del centrosinistra sono stati contraddetti dalle prime proiezioni di Piepoli-Rai che danno avanti il centrodestra sul centrosinistra.
Secondo la I proiezione Istituto Piepoli per Rai (riproduzione riservata), con copertura del campione 13,855%, al Senato la coalizione del centrodestra e’ in testa con il 31%, la coalizione di centrosinistra e’ al 29,5%, il Centro con Monti per l’Italia e’ al 9,6%, il Movimento 5 stelle e’ al 25,1%, Rivoluzione civile e’ al 1,8%, altre liste al 2,8%.
Ecco, invece, gli instant poll di Sky-Tecné. Per il SENATO: 37% Centrosinistra; 31% Centrodestra; 16,5% M5S; 9% Monti. Per la CAMERA: 34,5% Centrosinistra; 29% Centrodestra; 19% M5S; 9,5% Monti, 3,5% Ingroia.
Instant poll Piepoli per Rai: alla CAMERA la coalizione del centrosinistra e’ al 35-37%, quella del centrodestra e’ al 29-31%, quella del centro con Monti 8-10%, il Movimento Cinque Stelle e’ al 19-21%. Sempre alla Camera Pd primo partito 31-33% Pdl 21-23%, M5S 19-21%. Al SENATO la coalizione di centrosinistra è tra il 36 e il 38 %, quella di centrodestra e’ tra il 30 e il 32%.
Elezioni 2013
Proiezioni Rai Senato:
Pdl-Lega al 31%,
Pd-Sel al 29,5%
Secondo la prima proiezione dell’istituto Piepoli per Rai, la coalizione di centrodestra Pdl-Lega è in testa al Senato con il 31%. Il centrosinistra è al 29,5%, M5S al 25,1%, la Lista Monti al 9,6%, Rc all’1,8%, gli altri partiti al 2,8%.
Secondo la prima proiezione dell’Istituto Piepoli per la Rai il Movimento 5 Stelle è il primo partito al 25,1% mentre il Pd si attesta al 25%, seguito dal Pdl (22,7%), la lista Monti (9,6%), Lega Nord al 3,9%, Sel al 3,0%, Fratelli d’Italia 2,0% e Rivoluzione Civile all’1,8%. La proiezione si basa su una copertura del campione del 13,8%.
Bersani vince con circa il 35%, la maggioranza di centrosinistra c’è alla Camera e anche al Senato. Pdl e Lega sono attestati attorno al 29%. Il Movimento 5 Stelle di Grillo si afferma come terzo partito, con il 19% circa. La Lista Monti è poco sopra il 9% e Rivoluzione civile raggiunge il 3% circa. E’ questo il quadro che emerge dagli instant poll forniti da Sky, attraverso l’istituto Tecné, e dalla Rai, con l’istituto Piepoli. Per la Camera la coalizione di centrosinistra (Pd-Sel-altri) si afferma al primo posto con il 35% circa, seguita da Pdl-Lega (29%), Lista Monti (9,5%), Movimento 5 Stelle (19%) e Rivoluzione civile (3,5%). Sulla base di questi dati il centrosinistra alla Camera si aggiudicherebbe 340 seggi, mentre a Pdl-Lega ne andrebbero 140. Seguono il Movimento 5 Stelle con 91 seggi e le liste Monti con 46. Resterebbe fuori Rivoluzione Civile.
Per il Senato gli instant poll vedono ancora al primo posto la coalizione di centrosinistra, con il 37% (Pd 32,0%, Sel 3,5%, Altri 1,5%); il centrodestra è al 31% (Pdl 22,5%, Lega Nord 5,5%, Altri 3,0%); il Movimento a 5 Stelle di Beppe Grillo è al 16,5%, mentre la Lista Monti è al 9%. Rivoluzione Civile arriva a 3,0%, Fare per Fermare il declino è all’1,0%. Il margine di errore previsto è del 2,5%. Secondo i primi dati emersi dagli instant poll il centrosinistra si attesta al primo posto anche per il numero di seggi in Senato. In caso di vittoria della Lombardia alle elezioni regionali la coalizione di centrosinistra guadagnerebbe 169 seggi; in caso contrario i seggi cui avrebbe diritto sarebbero 158. Anche in questo caso, a Palazzo Madama entrerebbero solo quattro gruppi e resterebbero fuori Rivoluzione Civile e Fare.
AFFLUENZA ORE 15: TENDENZA SOPRA 75%,IN CALO SU 2008 - Va attestandosi sopra al 75%, in calo rispetto alle politiche del 2008, l’affluenza alle urne rilevata alle ore 15 (il dato si riferisce alla Camera dei Deputati). Secondo i dati finora disponibili, l’affluenza risulta del 75,41% quando sono noti i dati di 5.057 comuni su 8.092 complessivi. Nella precedente tornata elettorale, la percentuale omologa era stata dell’81,03%.
PROIEZIONI SENATO: 164 SEGGI A PDL, PD A 139 *
Prima proiezione CONSORTIUM per RAI,riguardante la Camera.
Copertura: 18%
%Max COALIZIONI
IL POPOLO DELLA LIBERTA’ 37,3
LEGA NORD 7,0
MOVIMENTO PER L’AUTONOMIA 0,9
PDL - LEGA NORD - MPA 45,2
PARTITO DEMOCRATICO 34,0
DI PIETRO ITALIA DEI VALORI 5,1
PD - IDV 39,1
ALTRI PARTITI 15,7
LA DESTRA FIAMMA TRICOLORE 2,8
LA SINISTRA L’ARCOBALENO 3,4
UNIONE DI CENTRO 5,3
PARTITO SOCIALISTA 0,8
SINISTRA CRITICA 0,0
ABORTO? NO, 0,0
UNIONE DEMOCRATICA CONSUMATORI 0,0
PARTITO COMUNISTA LAVORATORI 0,0
FORZA NUOVA 0,0
P. LIBERALE ITALIANO 0,0
PER IL BENE COMUNE 0,0
M.E.D.A. 0,0
LISTA DEI GRILLI PARLANTI 0,0
ALTRI 3,4
* Ansa» 2008-04-14 18:53 (ripresa parziale - cliccare sulla zona rossa).
Veltroni: «Ora riforme insieme». Telefona a Berlusconi e gli dà atto della vittoria *
Siamo pronti ad affrontare insieme le riforme costituzionali. La chiave per aprire tutte le porte, però, è in mano alla Lega. Walter Veltroni ha telefonato al leader del Pdl Silvio Berlusconi per dargli atto della vittoria. Un risultato chiaro, per il leader del Pd, nel quale il Pdl ha visto calare i propri consensi «rispetto alle forze che lo compongono», mentre c’è «un rafforzamento della Lega». Per Veltroni ora «il Pdl dovrà presto sciogliere il nodo se essere un partito o rimanere un semplice cartello elettorale».
Accolto da un lungo applauso Veltroni è arrivato in sala stampa attorniato dai dirigenti del Pd. Con lui Bettini, Franceschini, Finocchiaro, Fioroni, Fassino. «Come é buona prassi in tutte le democrazie occidentali- dice- ho telefonato al leader del Pdl per dargli atto della vittoria ed esprimere gli auguri di buon lavoro come credo in questo momento ogni italiano debba fare». Commentando la vittoria del Pd Veltroni ha detto che ora «spetta a loro governare e noi ci auguriamo che lo facciano nel rispetto dei valori fondamentali della lettera che ho inviato al leader del Pdl».
* Il Sole-24 ore, 14 aprile 2008
Berlusconi torna a reti unificate: «Anche nel 2006 avevo vinto io...»
Berlusconi è già a reti unificate. Prima a "Porta a Porta" da un Bruno Vespa raggiante che spinge perché il Cavaliere rimbarchi anche l’Udc di Casini. Poi da Mentana a "Matrix" dopo lo show sulla scheda di venerdì.
I complimenti di sprecano ma Berlusconi preferisce (almeno all’inizio) leggere un messaggio agli italiani. «Sento una grande responsabilità perchè quelli che abbiamo davanti saranno mesi e anni difficili che richiederanno una prova di governo di straordinaria forza e capacità riformatrice. Lavorerò con grande impegno mettendo a frutto la mia esperienza per i prossimi 5 anni, che saranno decisivi per l’ammodernamento del paese».
Ma poi velocemente il messaggio lascia spazio alla demagogia più populista e tornano d’attualità pure i brogli del 2006. «Non posso negare ciò che penso e cioè che le elezioni del 2006 non sono state regolari. Lo prova anche il risultato che abbiamo ottenuto oggi».
Anche la telefonata che il segretario del Pd, Walter Veltroni, sconfitto nelle elezioni, gli ha fatto viene derubricata e da novità politica e formale. «È stata breve e si è conclusa con auguri di buon lavoro nei miei confronti».
Con Casini i segnali sono chiari. «Collaborerò con chiunque vorrà bene del Paese».
Arriva poi l’altra stoccata sul "Porcellum": «La legge elettorale - ha sottolineato - non era così cattiva e in Parlamento avremo pochissimi partiti il chè renderà più veloce l’approvazione di tutte le leggi e questo è un grande risultato per il nostro Paese».
Torna da "unto del Signore": «È accaduto ciò che io da sempre avevo annunciato, tutto ciò che io sono venuto dicendo da oppositore in campagna elettorale si è verificato come sempre...».
E si ritrova, forse inaspettatamente, di nuovo statista a 71 anni. «Ho ricevuto telefonate da capi di Stato e di governo che mi hanno fatto le congratulazioni e abbiamo già fissato appuntamenti per vederci presto e per riprendere quei contatti interrotti con la sinistra al governo», ha concluso.
Berlusconi però lascia aperta la porta alle riforme. «Siamo e restiamo aperti verso l’opposizione - ha detto in diretta telefonica - e ad accettare il loro voto laddove ci sia un provvedimento per l’interesse del Paese. Noi non cambieremo questo atteggiamento che resta aperto, dialogante e assolutamente poco dialettico».
La prima visita da premier per Silvio Berlusconi sarà in Israele. «Olmert mi ha invitato, sarò lietissimo di andare in Israele e dare il mio supporto all’unica democrazia mediorientale», ha spiegato il Cavaliere a "Matrix". * l’Unità, Pubblicato il: 14.04.08, Modificato il: 14.04.08 alle ore 22.19
Batosta
Per la razza e il portafoglio
di Ida Dominijanni (Il manifesto, 15 aprile 2008)
Non è il ’94, è peggio. Allora, l’illusionista venuto da Arcore aveva dalla sua una mossa e tre trucchi. La mossa era il bipolarismo, creatura partorita in quattro e quattr’otto in un improvvisato menage a tre con Gianfranco Fini e Umberto Bossi. I tre trucchi erano la sua figura da alieno che conquistava il Palazzo con le armate della società antipolitica, il suo contrabbando di sogni e miracoli, la sua bandiera di un nuovo senza passato e senza radici.
Quasi nessuno di quelli che pensavano di intendersene di politica avrebbe puntato una fiche su di lui, ma lui puntò su se stesso e sbancò il tavolo. Stavolta no. L’illusionista aveva perso lo smalto sotto il cerone, l’unica mossa - la proclamazione del Pdl il pomeriggio di una domenica qualunque - l’aveva copiata dal Pd, di alieno non aveva più nulla, invece di sogni e miracoli ha contrabbandato difficoltà e sacrifici con lo sconto del del bollo sul motorino. La novità incarnata tredici anni fa era ampiamente ammuffita, e lui neanche aveva l’aria di puntare tutto su se stesso. Eppure Silvio Berlusconi sbanca di nuovo il tavolo. Al di là di ogni ragionevole previsione e di ogni ponderato sondaggio. E quel ch’è peggio, con uno dei due antichi alleati, Fini, ingoiato nel Pdl, e l’altro, Bossi, redivivo e rinvigorito fuori. Non sarà solo il Popolo delle libertà a governare; sarà il popolo dei fucili e delle ampolle a conferire il colore giusto a quelle libertà. Non è vero che il colore verde della Padania fa a pugni col tricolore dell’Italia. L’una e l’altra possono sventolare assieme - il caso Alitalia l’ha dimostrato - su un localismo separatista dei ricchi che invoca protezionismo statale - altro che liberismo!- a difesa del portafogli e della razza, Berlusconi e Bossi officianti e Tremonti benedicente. E’ l’Italia bellezza, anno di grazia 2008.
L’anomalia del Belpaese persiste in questa forma mostruosa. Non basta l’alternanza dei paesi «normali» a spiegare questo ritorno rinforzato al centrodestra dopo le batoste fiscali del governo di centrosinistra. Nemmeno serve la favola bella del bipartitismo, la nuova creatura partorita da Veltroni e Berlusconi, a leggere la tabella dei risultati, se non parzialmente: non esiste al mondo sistema bipartitico corredato e condizionato da un partito territoriale dell’entità della Lega. Siamo in Italia, i figurini stranieri ci vengono sempre storpiati. Sicché sarà il caso di lasciarli perdere, e decidersi a formulare la domanda decisiva, questa. Che cosa vuole la società italiana dalla politica, da una maggioranza e da un governo? Che idea ha di sé nel presente, e che cosa sogna per sé per il futuro? Che idea ne ha, e che idea le dà, quell’arco di forze che fino a poco fa chiamavamo sinistra e centrosinistra, e che oggi come oggi non ha nome o s’è dato il nome di centro? Se la parte vincente di questa società predica e razzola ricchezza, xenofobia, sicurezza, privilegio, e su questi valori attrae perfino strati consistenti di quella che un tempo si chiamava classe operaia, che cosa le si offre in alternativa oltre che Calearo in lista? E se il rappresentante sommo di questa parte vincente della società santifica come proprio eroe lo stalliere Mangano, che cosa gli contrapponiamo oltre ai puntuali libri di Saviano e ai sacrosanti «vade retro» di Veltroni? E infine, questa società vincente andrà sempre blandita e rincorsa con la ricerca del consenso, o arriverà il momento di metterla alla prova della ruvidezza del conflitto?
Non è il ’94 ma è peggio, perché quello che allora era nuovo e insorgente e naive oggi è solidificato e attrezzato e scaltrito. E quello che allora era un voto in cerca di miracoli, oggi è un voto in cerca di stabilizzazione. E rischia di trovarla, perché anche nell’altra metà del campo ciò che allora era in forse, il destino della sinistra dopo l’89, adesso si va stabilizzando con la sua cancellazione.
Manca solo un tassello, l’archiviazione della Costituzione, il collante della destra tripartita del ’94, senza il quale il suo progetto non può dirsi compiuto, e che già una volta è stato tentato in parlamento e respinto da un referendum. Non chiamiamole, urbanamente, «riforme funzionali», e nessuno persista nel sogno di farle con un accordo civile e a costo zero. La posta in gioco non è un parlamento più snello e un governo più efficiente. E’ il disegno di un’altra Italia, con un’anomalia rovesciata rispetto a quella del secolo scorso,. e confinata in una trappola impermeabile a tutto il buono che c’è nella trasformazione globale di questo. Liberata - se così si può dire - dai vincoli istituzionali e dalle sigle improbabili, la sinistra che c’è, se ancora c’è, metta in moto l’intelligenza e l’inventiva. Sotto le macerie c’è un mondo da scoprire.