Vigilanza

Appello internazionale a tutela dei giornalisti attaccati dalla mafia (da "Articolo 21")

giovedì 29 maggio 2008.
 

“Lanciamo un appello alle associazioni internazionali per la libertà di stampa perché vigilino sulla incolumità e sul lavoro dei colleghi che in Italia agiscono nei territori controllati dalle mafie. Sono nella stessa condizione degli inviati di guerra. La mafia è un fatto, una notizia, non si può pensare di censurarla, è uno dei problemi della democrazia italiana che va risolto”. Questo l’allarme lanciato dal presidente di ISF Stefano Marcelli nel corso dell’incontro con Frank Smyth coordinatore della sicurezza dei giornalisti per il CPJ (Committee to Protect Journalist) di New York, e con il presidente della FNSI Roberto Natale che si è svolto oggi presso la sala Stampa Estera di Roma coordinato dal vicedirettore di AKI Ahmad Rafat. “In un paese dove la sicurezza sembra essere il tema più urgente -ha dichiarato Roberto Natale- non riusciamo a far comprendere quanto sia grave l’attacco delle mafie ai cittadini e ai giornalisti in particolare. Perché i media non danno ai delitti e ai processi di mafia lo stesso spazio dei delitti privati? Chiediamo ai direttori e agli editori di alzare la soglia di attenzione su questi temi: è l’unico modo per difendere i colleghi in prima linea”. “I giornalisti delle diverse nazioni devono lavorare insieme per portare l’attenzione -ha dichiarato Frank Smyth- sugli attacchi contro i giornalisti, a prescindere da dove essi avvengano. In particolare l’impunità per gli omicidi dei giornalisti resta la più grande minaccia oggi per la libertà di stampa nel mondo”. Nel corso dell’incontro è stato presentato un dossier sugli attacchi di mafia ai giornalisti italiani.

Da Articolo 21


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