INVALIDARE i "Quiz Invalsi, una schedatura illegale". Gli studenti:"Così boicotteremo i test ministeriali". Le prove verranno consegnate in bianco. E molti genitori terranno i figli a casa

INVALSI: OBBEDIRE E TACERE!!! COME SPEZZARE DEFINITIVAMENTE LA SCHIENA DRITTA A PROFESSORI E A STUDENTI. Notizie da Roma e da Firenze - a c. di Federico La Sala

La Scuola torna sulle barricate, e questa volta tocca al test Invalsi, la prova scritta di matematica e italiano, più un Questionario dello studente (con domande sulla sua famiglia e le sue condizioni di vita)
lunedì 16 maggio 2011.
 


-  "Quiz Invalsi, una schedatura illegale"
-  Le scuole della capitale guidano la protesta

-  Gli studenti:"Così boicotteremo i test ministeriali"
-  Le prove verranno consegnate in bianco. E molti genitori terranno i figli a casa

di Sara Grattoggi (la Repubblica-Roma, 10.05.2011)

I test Invalsi dividono il mondo della scuola che si accinge a somministrare agli studenti le prove dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema d’istruzione. I primi ad affrontare i quiz, oggi, saranno gli alunni di seconda superiore, seguiti da quelli di medie e elementari, ma in molte scuole romane è scattato il boicottaggio da parte di alcuni studenti, docenti e genitori.

«In più di cento scuole d’Italia, di cui il 40 per cento a Roma, i collegi docenti hanno deliberato di non aderire allo svolgimento dei quiz - riferiscono i Cobas - Ma da quanto ci risulta molti presidi hanno diramato ordini di servizio» per spingere gli insegnanti a collaborare. Alla base del rifiuto, secondo il sindacato, «c’è la contrarietà alla logica di attribuire finanziamenti alle scuole e di valutare i professori in base ai risultati delle prove».

Mentre il portavoce dell’Idv Leoluca Orlando parla di «violazione della privacy» perché con i test «che non sono anonimi, dato che sono riconducibili attraverso un codice ai nominativi dei singoli alunni, verranno chieste a minorenni informazioni personali, dati sensibili, senza l’autorizzazione dei genitori».

«Le scuole dove si segnalano iniziative contro le prove Invalsi sono Giulio Cesare, Socrate, Virgilio, Cavour, Albertelli, Orazio, Giordano Bruno, Aristotele, Visconti, Ripetta, Pinturicchio, Margherita di Savoia, Aristofane Augusto, Russell, Kant, Lombardo Radice, Pasteur» informa il collettivo Senza Tregua, che ribadisce «l’invito agli insegnanti a non discriminare gli studenti che sceglieranno di rifiutare i test».

Al liceo Cavour, ad esempio, i ragazzi hanno deciso di «consegnare in bianco i quiz - spiega Valerio Carocci, rappresentante d’istituto - Mentre per le classi campione c’è l’alternativa dell’assenza di massa». Anche la maggioranza dei docenti, in un documento, aveva espresso la propria contrarietà ai test a crocette standardizzati, ma la preside assicura che la loro somministrazione si svolgerà regolarmente.

Simile il caso del Mamiani, dove la maggior parte degli insegnanti si era dichiarata contraria alle prove, che però si terranno comunque perché, informa il preside, «sono obbligatorie per l’istituto». Per questo, alcuni genitori hanno deciso di tenere i propri figli a casa: «La cultura non si misura con i quiz - spiega una mamma, Alessandra Carnicella - Scriverò sulla giustificazione di mio figlio che sono contraria ai test Invalsi».

Alla scuola elementare Maffi, invece, il collegio docenti si è spaccato: la maggioranza aveva deliberato «la non adesione» alle prove «anche nei termini della collaborazione attiva», ma una minoranza ha invece chiesto di poterle somministrare. La preside, Renata Puleo (che aveva espresso il proprio «dissenso di natura epistemologica, educativa, professionale sull’operazione Invalsi»), ha dunque lasciato libertà individuale agli insegnanti, ma spiega: «Alcuni genitori mi hanno diffidata dal somministrare le prove ai loro figli e in quei casi li farò uscire dalle classi».


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di Maria Cristina Carratù (la Repubblica-Firenze, 10.05.2011)

Al via da oggi il test Invalsi, la prova scritta di matematica e italiano, più un questionario dello studente (con domande sulla sua famiglia e le sue condizioni di vita), per studenti di seconda e quinta elementare, di prima media, e del secondo anno di tutti gli istituti superiori, statali e paritari. E la scuola torna sulle barricate contro il ministero che la impone.

La Scuola torna sulle barricate, e questa volta tocca al test Invalsi, la prova scritta di matematica e italiano, più un Questionario dello studente (con domande sulla sua famiglia e le sue condizioni di vita), che da oggi vedrà impegnati, anche in Toscana, studenti di seconda e quinta elementare, di prima media, e del secondo anno di tutti gli istituti superiori, statali e paritari.

Scopo dell’iniziativa ministeriale (già da qualche anno «somministrata» in elementari e medie, ma all’esordio alle superiori) è di «fotografare» sia la capacità di apprendimento degli alunni (e la sua evoluzione nel tempo), sia - come spiega la lettera alle famiglie inviata dall’Invalsi, l’Istituto nazionale per le valutazione del sistema educativo, titolare della rilevazione - il «valore aggiunto» prodotto da ogni scuola, nonché «i risultati dell’apprendimento al netto dei fattori di contesto socio economico culturale».

Ma dopo mesi di battage sindacale - Cobas e Cgil lo contestano come «non scientifico», «fonte di valutazione surrettizia degli insegnanti» e di «discriminazione fra scuole», e «solo apparentemente anonimo», come invece garantito dal ministero - il test di oggi si preannuncia al calor bianco. Al classico Michelangelo gli insegnanti, alcuni dei quali volevano rifiutarsi di sottoporre i test alle quinte ginnasio, si sono visti «obbligati, pena un provvedimento disciplinare che potrebbe anche portare alla sospensione del servizio», da un ordine del giorno del preside Massimo Primerano.

A rischio anche gli studenti (ieri pomeriggio riuniti per decidere se lasciare la prova in bianco, o collaborare): «E’ come rifiutarsi di fare un compito in classe» dice Primerano, convinto che la protesta «sia solo ideologica: il test serve alle scuole per autovalutarsi, è una vergogna che qualcuno si sottragga, a meno di non voler confermare che la categoria degli insegnanti è ormai completamente autoreferenziale».

Sul piede di guerra è anche l’intero Iti Leonardo da Vinci: «Il collegio dei docenti ha deciso di non collaborare» annuncia il vicepreside Giuseppe Bagni. Gli insegnanti «somministreranno» i test ma non registreranno i risultati e «al ministero andranno i test allo stato grezzo», a meno di non trovare volontari disposti a lavorare gratis: «E’ un impegno in più che andava concordato con noi, non imposto dall’alto, oltretutto non pagato» ricorda Bagni, «e il ministero non può obbligarci a usare i nostri fondi già al lumicino».

E perfino alla Paolo Uccello, media ed elementare dove il test non è una novità, quest’anno si protesta: «I docenti non sono disposti a trascrivere i test» dice il preside Carlo Testi, «l’anno scorso l’hanno fatto gratis, non possiamo più obbligarli». «Mi chiedo se sia il modo più corretto per valutare» osserva il preside di Scuola Città Carlo Dogliani, «ed è difficile ottenere collaborazione in una scuola dove il clima non è dei migliori».

Al Castelnuovo il preside Giuseppe Di Lorenzo ha riunito ieri il collegio dei docenti, per decidere come affrontare eventuali contestazioni, mentre la Cgil sosterrà gli insegnanti che si rifiuteranno di trascrivere le prove: «Uno svilimento della professione» secondo il segretario Alessandro Rapezzi, «che le scuole devono rifiutarsi di pagare. Il quadro di tagli in cui si colloca la prova Invalsi ne fa lo strumento per valutare i docenti in vista di una ristrutturazione alla Brunetta, con premi solo alle scuole migliori».


SUL TEMA, NEL SITO, SI CFR.:

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