Caro Roberto,
sai che ho sempre apprezzato il tuo eccellente lavoro: Gomorra, gli articoli, le coraggiose dichiarazioni, i modi e i nobili fini della tua letteratura.
E sai che ammiro la tua voglia di confrontarti, il tuo interesse per la ricerca sulla ’ndrangheta. Ne abbiamo parlato.
In alcuni casi, del tuo romanzo si sta facendo in Italia un uso strumentale.
Io, che non sono un politico, posso informarti di alcune cose. In piena libertà e con chiarezza.
Il prossimo 3 novembre, si leggeranno brani di Gomorra a San Giovanni in Fiore (Cosenza), che ormai conosci bene. Proprio nella sala convegni d’un albergo in cui Francesco Saverio Alessio e io dovevamo nel 2007 presentare "La società sparente"; stranamente indisponibile, all’ultimo momento, per danni provocati da ragazzini a una precedente festa in maschera.
Roberto Galullo dedicò una puntata di Un abuso al giorno, toglie il codice d’intorno (Radio 24) all’episodio e ai no ricevuti, anche dalle istituzioni, rispetto alla discussione di "La società sparente" nella nostra città d’origine, San Giovanni in Fiore.
Come sai, il testo ci ha portato tanta denigrazione dalla politica, cause civili e penali, intimidazioni, minacce. Ora viviamo fuori della Calabria. A casa nostra ci è impedito di vigilare e costruire. Siamo soli. E questo è un grosso pericolo. Non temo tanto ripercussioni fisiche. Mi preoccupo di altro. Ci isoleranno, ci faranno passare per pazzi esaltati, in mancanza d’un sostegno.
La lettura del tuo libro a San Giovanni in Fiore è organizzata dal deputato Franco Laratta, che è una brava persona ma che probabilmente, in questo periodo, non si rende conto del pericolo che in Calabria possa nascere confusione riguardo alle parti in gioco. Laratta ha proposto al presidente della Camera di invitari a parlare, raccogliendo le firme di tanti suoi colleghi.
Ritengo, come te, che si debbano distinguere l’antimafia che lotta per il recupero morale e civile del nostro Sud da quella politica di partito che prova a mescolarsi, facendo credere d’aver combattuto talune logiche; in realtà mai avversate, seppure al potere.
Come esempio pratico, te ne cito uno riguardante l’onorevole Mario Oliverio, presidente della Provincia di Cosenza, contro il quale non ho nulla di particolare, considerandolo solo un tipico politico calabrese, conservatore, contraddittorio, espressione del vecchio.
Mi chiedo solo perché, potendo, Oliverio non abbia ancora imposto le dimissioni del consigliere provinciale Luigi Garofalo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta Omnia, in cui finirono il suo referente politico Franco La Rupa (ex Udeur), consigliere regionale, e membri della famiglia Forastefano, che per la magistratura sarebbe un potente clan della ’ndrangheta nel cosentino.
Alessio e io, silenziosissima una parte della stampa calabrese, abbiamo espressamente chiesto ad Oliverio di pretendere l’uscita di Garofalo dal Consiglio provinciale di Cosenza, in attesa che la giustizia ne stabilisca, ce lo auguriamo, l’estraneità ai fatti.
Mario Oliverio, che è ufficialmente candidato presidente per la seconda volta (le elezioni saranno nella primavera del 2009), fu eletto alle provinciali del 2004 anche coi voti di Garofalo. Questi avrebbe fatto da tramite, per la pubblica accusa, tra La Rupa e i Forastefano. Nello specifico, si sarebbe adoperato per procurargli consensi elettorali, tramite costoro, alle regionali del 2005. La Rupa diventò consigliere regionale e fu anche arrestato per altri motivi.
Se Oliverio, su invito di Laratta, presenziasse alla lettura di Gomorra, sarebbe un fatto contraddittorio, non privo di conseguenze etico-politiche. Se lo stesso, si attivasse come richiesto, dimostrando saggezza politica - la Calabria ha urgente bisogno di segnali concreti -, non proverei alcun fastidio per la sua partecipazione.
Proprio non ce la faccio a restare in silenzio, mentre i miei concittadini tacciono e colleghi giornalisti pensano ad altro, magari a rilanciare l’immagine politica di Enzo Sculco ("condannato in primo grado a 7 anni di reclusione per truffa, turbata libertà degli incanti, corruzione e concussione nell’ambito dell’inchiesta sulla Provincia di Crotone di cui era vicepresidente"), come ha scritto Roberto Galullo in un recente articolo pubblicato sul suo blog.
Il punto, e ce lo hai insegnato tu, caro Roberto, è che non è più possibile ignorare e lasciar correre.
Ti chiedo, pertanto, di intervenire, di pronunciarti. Perché è fondamentale. Ripeto, il rischio è che la società non distingua e metta tutto e tutti assieme. Può essere che, per questa via, la ’ndrangheta diventi un mero "fenomeno letterario", riprendendo una recente dichiarazione di Sculco relativa alla zona di Crotone. Non solo da quelle parti.
In attesa di tue, ti rinnovo la mia più sincera stima, il mio affetto, la mia amicizia.
Ho cercato di immaginare cosa pensa di voi due guastafeste, il Presidente della Provincia, ma non ci sono riuscito. Ho provato a pensare cosa può pregare ed ho trovato questo:
Sole che sali negli alti mattini Fai stare in alto anche questi calzini Io tiro su ma non vogliono stare Stupide calze somare . Blek
Non dimentichiamo inoltre che l’on. Laratta è stato nominato, da poco, membro della nuova Commissione bicamerale Antimafia ...
Penso che sarebbe stato auspicabile da parte del nostro onorevole invitare anche i suoi concittadini Morrone e Alessio a presenziare alla lettura del libro di Saviano.
Nella vita bisogna essere coerenti e se Saviano elogia il lavoro dei due autori de "La società sparente" per il loro coraggio e il loro impegno per la legalità, come possiamo pretendere d’essere credibili nel momento in cui, leggendo le parole dello scrittore napoletano, due nostri compaesani sono costretti a vivere lontani e isolati per gli stessi motivi denunciati nel libro bestseller ?
Spero che l’on. Laratta possa contribuire efficacemente alla sconfitta della mafia e di quel sistema mafioso che coinvolge anche la politica calabrese. Prenda esempio dal Direttore di questa testata che ha portato avanti sempre trasparentemente la sua lotta e agito con coerenza esemplare.
Mio caro Biagio,
ti ringrazio per le tue parole, che mi lusingano. Ma ribadisco: sono nulla; sono solo un cittadino che fa il proprio dovere, un emigrato che non tace, davanti alla sparizione della Calabria e dei calabresi. Riguardo alla lettura di "Gomorra" a San Giovanni in Fiore, prevista il prossimo 3 novembre, ricordo che Alessio e io non riuscimmo a presentare "La società sparente" nello stessa sala convegni. Eppure, i proprietari, colpiti da un doppio lutto provocato dalla ’ndrangheta, avevano segnato la nostra prenotazione. Undici giorni prima dell’appuntamento, ci informarono di problemi ai servizi igienici, provocati da ragazzini a una festa in maschera. Presentammo, dunque, altrove. A parte te, forse pochi si esprimeranno in proposito. Tu sei un emigrato. Molti nostri concittadini residenti tacciono. Parlare di "Gomorra" è sempre meglio, per quanto giusto, che affrontare i problemi del territorio riguardanti criminalità e malaffare in politica. L’iniziativa di Laratta è certo meritoria, ma a me non va giù che Mario Oliverio (presidente della Provincia di Cosenza), che sarà presente, non abbia mai risposto alla richiesta di Alessio e mia di far dimettere il consigliere provinciale cosentino Luigi Garofalo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Fiducioso, attendo, in proposito, un intervento di Roberto Saviano.
Ti abbraccio.
emiliano