Durissimo il pg Jannelli dopo le perquisizioni e gli avvisi a 8 magistrati Continuano le indagini in procura. Bloccate le inchieste Why Not e Poseidone

DE MAGISTRIS: APERTA PRATICA AL CSM

MANCINO: MIO COINVOLGIMENTO? STAREMO A VEDERE, MAI AVUTI RAPPORTI CON SALADINO
mercoledì 3 dicembre 2008.
 

(ANSA)

ROMA - Il Csm ha aperto una pratica sulla vicenda dei magistrati di Catanzaro indagati dalla Procura di Salerno per le avocazioni delle inchieste Why not e Poseidone al pm Luigi De Magistris. Lo ha reso noto il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, spiegando che il fascicolo è stato affidato alla prima commissione di Palazzo dei Marescialli. La pratica riguarda sia le notizie di stampa, ha spiegato Mancino, sia la lamentela avanzata dal procuratore generale di Catanzaro al Csm, Vincenzo Iannelli, sul sequestro compiuto ieri "di un intero fascicolo, relativo all’ inchiesta Why not". Un problema quest’ultimo sollevato da Iannelli in un colloquio telefonico ieri mattina con lo stesso vicepresidente del Csm. Dopo questa conversazione la Procura generale di Catanzaro ha inviato a Palazzo dei Marescialli "una documentazione, non ancora completa", ha detto ancora Mancino, spiegando che l’ufficio requirente aveva annunciato l’invio di altre carte "a giustificazione della lamentela del pg" che non sono giunte ancora al Csm. Carte che sono attese dalla Prima commissione per potere cominciare ad esaminare il caso. Mancino ha anche reso noto di aver chiamato ieri il procurate generale di Salerno per avere notizie sull’accaduto, notizie che il suo interlocutore però non sarebbe stato in grado in quel momento di dargli.

MANCINO: MIO COINVOLGIMENTO? STAREMO A VEDERE, MAI AVUTI RAPPORTI CON SALADINO

"Io non ne so nulla, staremo a vedere". Così il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano un commento circa le indiscrezioni di stampa su un nuovo possibile filone di indagine della Procura di Salerno che lo riguarderebbe anche per presunti legami con l’imprenditore Antonio Saladino. "Abbiamo fatto un altro ufficio istruttorio", ha aggiunto Mancino riferendosi ancora alle notizie di stampa.

’’Con Saladino non ho mai avuto rapporti di alcun genere’’. Il vice presidente del Csm Nicola Mancino smentisce l’ipotesi di presunti legami con l’ex presidente della Compagnia delle Opere. Di lui dice, ’’lo conosco solo di nome , come e’ inevitabile per chi come me anche per le sue attivita’, pregresse e recenti, legge i giornali’’.

SEQUESTRO BLOCCA INCHIESTE WHY NOT E POSEIDONE

Sono bloccate le inchieste Why Not e Poseidone dopo il sequestro degli atti delle due indagini disposto dalla Procura di Salerno. I fascicoli delle due inchieste, sequestrati in originale, sono stati conservati in una stanza al primo piano dove ha sede la Procura generale di Catanzaro ed alcuni carabinieri di Salerno, rimasti nel capoluogo calabrese, stanno provvedendo ad indicizzare tutte le carte.

Con il sequestro degli atti e’ praticamente bloccata l’attivita’ del pool di magistrati della Procura generale e della Procura ordinaria che avevano praticamente concluso l’inchiesta Why Not su presunti illeciti nell’utilizzo di finanziamenti nazionali e comunitari. I magistrati, infatti, avevano gia’ definito le posizioni dei singoli indagati ed erano attese, nei prossimi mesi, le richieste di rinvio a giudizio e di archiviazione. Anche l’inchiesta Poseidone, condotta dal pm Salvatore Curcio, e’ allo stato bloccata. Pure in questo caso, secondo quanto trapelato da fonti giudiziarie, il magistrato era sul punto di chiudere l’attivita’. (ANSA)

LA REPUBBLICA

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De Magistris, furioso pg di Catanzaro

"Il nostro ufficio è stato vilipeso" I giudici di Salerno vogliono far luce su un presunto tentativo di delegittimare l’ex pm Il Csm apre una pratica. Mancino: "Non so nulla di un mio presunto coinvolgimento"

CATANZARO - "Questo ufficio è stato vilipeso". Durissima reazione del procuratore generale di Catanzaro, Enzo Jannelli, alle perquisizione fatta ieri. Intanto proseguono anche stamani a Catanzaro, negli uffici della procura, le attività di polizia giudiziaria disposte dalla magistratura di Salerno nell’ambito dell’inchiesta su un presunto complotto ai danni dell’ex pm Luigi De Magistris. Bloccate le inchieste Why Not e Poseidone. Sulla vicenda è stato aperto un fascicolo al Csm.

Il pg Jannelli ha definito "scandaloso ed eversivo" il decreto di perquisizione e sequestro. "Ho scritto alle istituzioni - ha aggiunto il procuratore generale, prima di prendere parte alla consueta riunione del mercoledì del Consiglio giudiziario - ed attendo una risposta. Fino ad allora non farò nessuna dichiarazione".

Ieri un centinaio fra carabinieri e poliziotti avevano eseguito perquisizioni e sequestri nella procura generale e nella procura della Repubblica di Catanzaro, sia negli uffici che nelle abitazioni di diversi indagati, tra cui sette magistrati. I titolari dell’inchiesta vogliono far luce su un presunto tentativo di delegittimare l’ex pm Luigi De Magistris.

I magistrati di Salerno hanno anche emesso avvisi di garanzia verso altri otto loro colleghi per accuse che, a vario titolo, vanno dal falso ideologico all’abuso d’ufficio, alla corruzione in atti giudiziari. Tra gli indagati ci sono lo stesso procuratore generale, il procuratore della Repubblica aggiunto ed il titolare dell’inchiesta Poseidone.

Nell’inchiesta salernitana è coinvolto anche il deputato del Pdl Giancarlo Pittelli ed il giudice del Tribunale Bruno Arcuri, nella sua qualità di componente del Consiglio giudiziario di Catanzaro. Perquisite anche le abitazioni di un commercialista e di un imprenditore di Cosenza che però non sarebbero indagati.

L’inchiesta, partita dalle denunce di De Magistris (trasferito a Napoli dal Csm), ruota intorno all’avocazione dell’inchiesta Why not e della revoca di quella Poseidone sull’utilizzo di fondi comunitari e nazionali. Provvedimenti che, insieme alla successiva gestione delle inchieste, secondo i magistrati salernitani sarebbero serviti a "fermare De Magistris, danneggiare lui, consulenti tecnici e persone informate sui fatti, ostacolare le inchieste, smembrarle, disintegrarle e favorire taluni indagati".

Per la Procura di Salerno l’iscrizione nel registro degli indagati dell’allora ministro Clemente Mastella, che poco prima aveva chiesto il trasferimento di De Magistris, era "corretta e doverosa" e la richiesta di archiviazione fatta dalla Procura generale, e accolta dal gip, "illecita". Così come sarebbero stati illegali le archiviazioni disposte da Curcio in Poseidone per alcuni indagati tra i quali Pittelli, il generale della guardia di finanza Walter Cretella Lombardo, l’ex presidente della Regione Giuseppe Chiaravalloti, e il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa. Secondo i magistrati campani, in sostanza, c’era una "patologica attività di interferenza in un disegno corruttivo teso a favorire, tra gli altri, Antonio Saladino, Giancarlo Pittelli, e Mastella".

Alle operazioni, che ieri si sono concluse dopo la mezzanotte, avevano preso parte anche il procuratore capo di Salerno Luigi Apicella ed i sostituti Dionigio Verasani e Gabriella Nuzzi. Stamane l’attività è ripresa, ma senza la presenza dei magistrati inquirenti.

Intanto, dopo il sequestro degli atti delle due indagini disposto dalla procura di Salerno, sono bloccate le inchieste Why Not e Poseidone. I fascicoli delle due inchieste, sequestrati in originale, sono stati conservati in una stanza al primo piano dove ha sede la procura generale di Catanzaro ed alcuni carabinieri di Salerno, rimasti nel capoluogo calabrese, stanno provvedendo ad indicizzare tutte le carte.

Il Csm ha aperto una pratica sulla vicenda dei magistrati di Catanzaro. Lo ha reso noto il vicepresidente dell’organo di autogoverno dei magistrati, Nicola Mancino, spiegando che il fascicolo è stato affidato alla prima commissione di Palazzo dei Marescialli. La pratica riguarda sia le notizie di stampa, ha spiegato Mancino, sia la lamentela avanzata dal procuratore generale di Catanzaro al Csm. Mancino ha anche reso noto di aver chiamato ieri il procurate generale di Salerno per avere notizie sull’accaduto. "Io comunque non ne so nulla", ha aggiunto Mancino sul suo presunto coinvolgimento in uno dei filoni dell’inchiesta condotta dalla Procura di Salerno.

La Repubblica

(3 dicembre 2008)


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