Ballard, scomparso in Inghilterra, dopo una lunga malattia

Cyberpunk. In principio, James Graham Ballard.

Era l’autore diventato popolare con Crash (1974), soprattutto dopo che nel 1996 David Cronemberg ne trasse l’omonimo film, e L’impero del sole(1984) ...
lunedì 20 aprile 2009.
 

[...] Il primo romanzo è Vento dal nulla, primo di una trilogia catastrofica, ma è nel 1970 che esce La mostra delle atrocità, per molti il suo capolavoro: sono 15 racconti uniti dal protagonista comune e dall’ossessione per la guerra del Vietnam, la pornografia, il potere dei media, la psicopatologia (tra l’altro profetizzando con 10 anni d’anticipo l’elezione alla presidenza Usa dell’attore Ronald Reagan). Quelle stesse ossessioni, che trasferite nel connubio mostruoso di incidenti stradali e di carne e lamiere d’auto, diedero poi vita a Crash.

Nel marzo 2008 è uscita la sua autobiografia intitolata Miracles of life (I miracoli della vita), scritta a Shepperton, in Inghilterra, dove viveva [...]


-  Scompare James G. Ballard, padre del Cyberpunk.
-  Scrisse ’Crash’ e ’L’impero del sole’

di Roberto Arduini *

«Ho sempre scritto sul cambiamento, questo a partire dagli anni Cinquanta, quando vennero introdotti tutti questi elementi della modernizzazione: la televisione, i media di massa, i supermercati, le tangenziali. Sentivo un irresistibile bisogno di scriverci sopra. Cambiamento: ecco la cosa che fonda la fantascienza», affermava James Graham Ballard, scomparso in Inghilterra, dopo una lunga malattia.

Era l’autore diventato popolare con Crash (1974), soprattutto dopo che nel 1996 David Cronemberg ne trasse l’omonimo film, e L’impero del sole (1984), sulla sua esperienza di internato da ragazzino con al sua famiglia nel campo di prigionia giapponese di Lunghua durante la seconda guerra mondiale.

Per anni e anni ha «perseverato», come diceva lui stesso, a scrivere senza successo e con difficoltà di pubblicazione, «Poi, naturalmente, è successo l’inevitabile e quello che ieri sembrava buttare giù il tempio è stato accettato». Lo scrittore, negli anni Settanta, mentre i critici affermavano che il suo lavoro «era un remake di roba degli anni Venti, che non era niente di nuovo», scrive Crash. «Ho mollato con la fantascienza vera e propria e ho scritto quel romanzo e tutti i libri che sono venuti dopo». Libri che presentano visioni apocalittiche della terra distrutta dalla tecnologia, dalla natura e dalla superbia.

Passando col tempo dal noir al giallo sociale, i suoi romanzi affrontano con una vena visionaria e grottesca le storture e la mancanza di valori del moderno mondo di massa e della globalizzazione, «novelle morali» che se la prendono col proliferare delle auto, con il vivere in palazzi giganteschi di cemento, con i villaggi vacanze.

L’immaginazione di Ballard raggiunge il suo vertice nel campo del racconto, che l’autore definisce «romanzo condensato»: riferimenti artistici, paesaggi desolati, deserti aridi o località balneari in inverno, hangar, aeroporti, autostrade, tutto viene da Ballard polverizzato e ricostruito in una narrativa fortemente simbolica che si fonde a riflessioni filosofiche e sociali.

«Il futuro è morto, e noi siamo sonnambuli in un incubo», diceva. E di solito aggiungeva: «Vedo periferie che si diffondono per il pianeta, la suburbanizzazione dell’anima, vite senza senso, noia assoluta. Una specie di mondo della tv pomeridiana, quando sei mezzo addormentato. E poi, di tanto in tanto, bum! Un evento di una violenza assoluta, del tutto imprevedibile: qualcosa come un pazzo che spara in un supermercato, una bomba che esplode. È pericoloso».

Tra i suoi tanti titoli, che spesso parlano da soli, ci sono Cocaine nights, Condominio, Il paradiso del diavolo, L’isola di cemento, Super Cannes. James Graham Ballard, era nato nel 1930 a Shanghai, dove suo padre lavorava, e dopo l’attacco di Pearl Harbor venne internato con la famiglia in un campo di prigionia giapponese. Solo nel 1946 riesce a tornare in Inghilterra con i suoi, dove inizia a studiare medicina senza mai terminare l’università e entrando invece nella Royal Air Force che lo trasferisce in Canada, dove avviene la sua scoperta della fantascienza. Così, quando torna in patria nei primi anni ’50, comincia a scrivere racconti, pubblicando nel 1956 Prima belladonna, cui ne seguono altri che oggi sono considerati l’origine del movimento “Cyberpunk”.

Il primo romanzo è Vento dal nulla, primo di una trilogia catastrofica, ma è nel 1970 che esce La mostra delle atrocità, per molti il suo capolavoro: sono 15 racconti uniti dal protagonista comune e dall’ossessione per la guerra del Vietnam, la pornografia, il potere dei media, la psicopatologia (tra l’altro profetizzando con 10 anni d’anticipo l’elezione alla presidenza Usa dell’attore Ronald Reagan). Quelle stesse ossessioni, che trasferite nel connubio mostruoso di incidenti stradali e di carne e lamiere d’auto, diedero poi vita a Crash.

Nel marzo 2008 è uscita la sua autobiografia intitolata Miracles of life (I miracoli della vita), scritta a Shepperton, in Inghilterra, dove viveva. Nel libro, lo scrittore rivela di essere affetto da una malattia terminale.

* l’Unità, 20 aprile 2009


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