Dimessi dall’ospedale gli sposi scozzesi tornati dalla luna di miele in Messico
L’epidemia non rallenta. Primo caso in Svizzera, salgono a 8 in Gran Bretagna, altri tre in Spagna
L’Ue: ’’Tutti hanno alle spalle un viaggio in Messico, tranne un caso spagnolo in cui la trasmissione è avvenuta in famiglia". Madrid parla di 13 persone colpite dal virus A/H1N1. Oltre 100 casi accertati negli Stati Uniti. Il Nicaragua dichiara lo stato di allerta sanitaria. Innalzamento del livello dopo i 114 casi confermati e gli 8 morti
ultimo aggiornamento: 30 aprile, ore 17:57
Roma, 30 apr. (Adnkronos/Ign) - Aumentano di ora in ora in tutto il mondo i casi accertati di febbre suina. L’allarme resta alto anche in Europa. Il bilancio si aggrava ulteriormente in Spagna dove il ministero della Salute di Madrid parla di 13 persone colpite dal virus A/H1N1. Altre 84 persone, considerate casi sospetti, sono sotto osservazione in varie zone del Paese. Il ministero segnala che due dei nuovi casi confermati sono stati segnalati all’ospedale Carlos III di Madrid, dove altre 14 persone sono sotto osservazione, e uno a Murcia, dove ci sono anche due casi sospetti.
Con due ammalati a Londra e uno a Newcastle, è salito invece a 8 il numero di casi di febbre suina confermati in Gran Bretagna. Lo ha reso noto il dipartimento britannico della sanità. La persona ammalata a Newcastle, appena tornata dal Messico, condivide l’appartamento con due studenti della locale università che non hanno sviluppato sintomi della malattia ma sono stati sottoposti a trattamento antivirale in via preventiva. I cinque ammalati individuati nei giorni scorsi, fra cui una ragazzina di 12 anni, rispondono bene al trattamento medico, riferisce la Bbc. I due primi casi, una coppia di sposi scozzesi tornati dalla luna di miele in Messico, sono stati dimessi oggi dall’ospedale.
Anche in Svizzera vi è un primo caso accertato di nuova influenza suina: lo ha confermato nella notte l’ospedale cantonale di Baden. Ad essere colpito è un giovane paziente, da poco rientrato dal Messico, dove è scoppiata la nuova influenza. Il suo stato di salute è stabile, e gli è stato somministrato un farmaco antivirale. Tutte le persone che hanno avuto contatto con il giovane sono state avvertite, esortate a restare a casa e informate sulle precauzioni da prendere. Nel frattempo in sette cantoni sono emersi altri 24 casi sospetti. Secondo il direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica, Thomas Zeltner, in Svizzera i test non sono ancora molto affidabili. Per questo motivo tutte le diagnosi devono essere confermate.
L’ultimo aggiornamento fornito dalla Commissione europea , diffuso prima dell’annuncio sugli ultimi casi accertati, riferisce di 10 casi in Spagna, 5 in Gran Bretagna, 3 in Germania e 1 in Austria. "Tutti questi casi hanno alle spalle un viaggio in Messico, tranne un caso spagnolo in cui la trasmissione è avvenuta all’interno della famiglia" si legge in una nota. Il Centro europeo di controllo e monitoraggio "continua a monitorare da vicino la situazione", spiega ancora Bruxelles ricordando che l’Organizzazione mondiale della Sanità ieri ha elevato il livello di allerta portandolo da 4 a 5.
Fuori dall’Europa il virus continua a diffondersi soprattutto in America. Sono 109 i casi di febbre suina confermati negli Stati Uniti, dove si è registrato un decesso, l’unico al momento fuori dal Messico. Sono gli ultimi dati diffusi dai Centers for Disease Control di Atlanta, negli Usa. Il maggior numero di casi si è verificato a New York (50). Seguono 26 casi in Texas, 14 in California, 10 in Carolina del Sud, 2 in Kansas e altrettanti in Massachusetts, 1 caso rispettivamente in Arizona, Indiana, Michigan, Nevada, Ohio.
Il presidente del Nicaragua Daniel Ortega ha proclamato oggi lo stato di "allerta sanitaria" in tutto il Paese per 60 giorni. In un discorso alla radio e la televisione, Ortega ha affermato che l’arrivo del virus in Nicaragua "è praticamente inevitabile". Lo stato di emergenza sanitaria servirà ad avviare azioni preventive. Ortega ha tuttavia ammesso che il Paese dispone solo di 3.300 dosi di farmaci anti virali, per una popolazione di 6 milioni di abitanti. Il Nicaragua non confina con il Messico e finora non vi sono stati casi di febbre suina in questo Paese centroamericano.
Febbre suina, l’allarme dell’Oms: ’’Prepariamoci a possibile pandemia’’
Il vicedirettore generale ad interim per la Sicurezza sanitaria e l’ambiente: ’’L’ipotesi non è inevitabile, ma dobbiamo essere pronti’’. E avverte: ’’L’influenza ha un’evoluzione assolutamente imprevedibile’’. Al momento non cambia il livello d’allerta, innalzato ieri sera a 4. Commissione Ue: ’’Nessun motivo per bloccare import maiale’’
ultimo aggiornamento: 28 aprile, ore 18:36
Ginevra, 28 apr. (Adnkronos/Ign) - "Non guardiamo con positività il modo in cui la situazione si sta evolvendo. L’ipotesi di una pandemia non è inevitabile, ma dobbiamo prepararci a questa evenienza". Ad affermarlo è stato Keiji Fukuda, vicedirettore generale ad interim per la Sicurezza sanitaria e l’ambiente dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in una conferenza stampa oggi a Ginevra. Fukuda ha spiegato che al momento non cambia il livello d’allerta, innalzato ieri sera a 4.
Da ieri 79 casi sono stati confermati da analisi di laboratorio e 7 morti, ha detto Fukuda durante la conferenza stampa. "Da ieri 40 casi sono stati registrati negli Stati Uniti - ha aggiunto - 26 in Messico, sei in Canada, due in Spagna, due in Gran Bretagna e tre in Nuova Zelanda, gli ultimi due Paesi a riportare dei casi. Le sette morti si sono invece verificate in Messico. La situazione è in continua evoluzione ed è bene specificare - ha spiegato - che i casi registrati in pazienti di rientro da viaggi nelle zone più colpite non significano che il Paese di arrivo è stato raggiunto dal virus, almeno a livello epidemiologico. Stiamo lavorando a stretto contatto con tutte le autorità dei Paesi coinvolti e per il momento abbiamo deciso di non innalzare l’allerta da 4 a 5".
Non è ancora possibile definire quale sarà l’entità dell’eventuale pandemia influenzale provocata dalla febbre suina, ha precisato Fukuda. "Le ipotesi che sono state fatte e che parlano di entità media non possono essere confermate - ha sottolineato -: l’influenza ha un’evoluzione assolutamente imprevedibile". "La storia - ha evidenziato Fukuda - ci ricorda che le precedenti pandemie sono iniziate tutte con un livello medio, per poi rivelarsi molto gravi. L’ipotesi di una media intensità è la migliore che ci possiamo augurare. Manteniamo un alto stato di allerta e lavoriamo di continuo per monitorare la situazione".
Per Fukuda, "il passaggio da 3 a 4 effettuato ieri mostra gia’ la serieta’ della situazione, che continuiamo a monitorare. Dobbiamo comunque essere preparati all’eventualita’ di una pandemia, che se si verificasse andrebbe a colpire soprattutto i Paesi poveri. Si passera’ all’allerta 5 solo quando il virus sara’ trasmesso da uomo a uomo in maniera stabile in piu’ Stati".
Per il momento la febbre o influenza suina non cambierà nome, come ipotizzato dall’Unione europea per evitare il crollo di vendite di carni di maiale. Lo ha reso noto lo stesso Fukuda. La motivazione per cui l’influenza suina continueràà a chiamarsi cosi’ e’ che "non vogliamo creare confusione", ha detto Fukuda.
Per il portavoce dell’Oms, Gregory Hartl, l’allerta al livello 5 rappresenta una decisione molto importante, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) prenderà solo quando avrà certezza di trovarsi di fronte a una pandemia.
L’importanza di una decisione del genere - ha spiegato il portavoce dell’Oms - è motivata anche dal fatto che ciò significa sospendere la produzione dei vaccini per l’influenza stagionale per concentrarsi solo su quello pandemico. Hartl ha inoltre confermato che al momento sono quattro le aziende farmaceutiche che stanno lavorando alla produzione di un vaccino, ribadendo però che ciò richiede diversi mesi.
Intanto, la Commissione europea ha precisato di non aver alcun motivo di raccomandare agli Stati membri Ue di vietare le importazioni dei prodotti a base di carne di maiale provenienti dai Paesi colpiti dalla febbre suina, perché non si tratta di una malattia trasmessa dagli alimenti.
"Il virus non è trasmesso dagli alimenti. Non c’è ragione di bloccare le importazioni di maiale, perché non si tratta di una malattia animale. Non sarebbe giustificato", ha spiegato a Bruxelles Nina Papadoulaki, portavoce del commissario europeo alla Salute, Androulla Vassiliou.
Secondo l’organizzazione mondiale della salute animale (Oie), gli allevamenti di maiali non sono responsabili di questa nuova epidemia influenzale
Scheda: le fasi di allerta dell’Oms *
Come si sviluppa una pandemia
Ecco, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, i sei gradi di allerta corrispondenti alle fasi di sviluppo di una pandemia.
Fase 1. Periodo intrapandemico. Non vengono scoperti nuovi sottotipi di virus influenzali. Un sottotipo di virus di influenza che provoca l’ infezione nell’uomo potrebbe essere presente anche negli animali. Il rischio è basso. Contromisure: Rafforzare il livello di preparazione e risposta all’influenza pandemica a tutti i livelli (mondiale, continentale, nazionale e regionale).
Fase 2. Non vengono scoperti nuovi sottotipi di virus influenzali. C’è però il rischio sostanziale che un virus influenzale diffuso negli animali si trasmetta all’uomo. Contromisure: Ridurre al minimo il rischio di trasmissione all’uomo. In caso di passaggio dell’infezione all’uomo, rilevare e documentare il più rapidamente possibile la trasmissione
Fase 3. Periodo di allerta pandemica. Infezioni nell’uomo da parte di un nuovo sottotipo di virus, ma non c’è ancora trasmissione diretta della malattia da persona a persona (al massimo solo sporadici casi provocati da un contatto molto ravvicinato). Contromisure: Assicurare una rapida tipizzazione del nuovo virus e garantire immediate capacità di rilevamento, notifica e risposta già a partire dai primi casi registrati.
Fase 4. Piccoli cluster epidemici, con una limitata trasmissione del virus da uomo a uomo. La diffusione è localizzata perchè il virus non si è ancora adattato bene alla specie umana. Contromisure: contenere i focolai epidemici e rallentare il più possibile la diffusione della malattia per guadagnare tempo e implementare così le contromisure, compreso lo sviluppo di un vaccino.
Fase 5. Grandi cluster epidemici, ma la trasmissione da persona a persona è ancora localizzata: il virus inizia ad adattarsi meglio alla specie umana (rischio pandemico sostanziale). Contromisure: aumentare al massimo gli sforzi per contenere e rallentare la diffusione della malattia con l’obiettivo di scongiurare una pandemia e guadagnare tempo per attuare tutte le possibili contromisure.
Fase 6. Periodo Pandemico: il virus si trasmette in tutta la popolazione. Contromisure: minimizzare l’impatto della pandemia.
(da www. Epicentro.iss.it, Centro nazionale di epidemiologia dell’Istituto superiore di Sanità).
* La Stampa, 27/4/2009 (19:59)
Contro la psicosi in Lombardia vademecum per identificare il virus
L’assalto nelle Asl e Guardie mediche: in ambulatorio visite in crescita del 20 per cento
I medici di base scendono in trincea
"Visite alle stelle, è l’effetto pandemia"
di MARIA NOVELLA DE LUCA *
ROMA - Starnuti. Tosse. Occhi rossi. Decine di bambini coperti all’inverosimile. Chi ha la febbre. Chi la mascherina che copre il naso e la bocca. I genitori hanno l’ansia disegnata in faccia e i gel igienizzanti nella borsa. Ognuno cataloga ossessivamente i sintomi dei figli. Pomeriggio nell’ambulatorio pediatrico di una popolosissima Asl romana. I riscaldamenti sono al massimo, i ragazzini sudano e la minuscola sala d’aspetto si trasforma in breve in una "serra" ad alto tasso di virus e contagi. Le domande girano, la paura è palpabile. "Il vaccino è sicuro? Può creare danni neurologici? E se un bambino è allergico? Possiamo mandarli a nuoto?".
L’ambulatorio è un concerto di colpi di tosse e soffiate di naso. Così finisce che le mamme spalancano le porte e i bambini si disperdono, ben contenti, tra scale e pianerottoli in attesa del loro turno. Dalle tasche escono macchinette, pupazzi, giochi. Saltano sciarpe e cappelli. Avanti il prossimo. Alle nove di sera, disfatta, la pediatra, Annalisa Felici, 25 anni di esperienza alle spalle, fa il bilancio: "Dalle 10 del mattino ho visitato trenta bambini, di cui 4 neonati. In almeno tre casi, quelli con la temperatura più alta, credo che i sintomi fossero quelli dell’influenza A. Ma senza alcuna complicazione. Per gli altri semplici febbri e raffreddamenti. Soltanto per una bambina di 4 anni, con una lieve malformazione cardiaca, ho chiesto che venissero fatti subito maggiori accertamenti in ospedale. I genitori mi hanno chiamato poco fa dicendomi che la piccola è stata ricoverata e che sarà vaccinata in tempi brevi... ".
Cronaca dei primi giorni di pandemia annunciata, con la paura che sale e le famiglie che si sentono smarrite, mentre gli studi dei medici di famiglia e dei pediatri si trasformano in fortini assediati, e a nulla valgono le raccomandazioni, "telefonate, prendete appuntamento, non vi affollate...". Ai primi sintomi di febbre la corsa è qui, nei presidi di quartiere, "dottore mi senta i polmoni", "ho mal di gola, devo fare il tampone?", "me lo farà lei il vaccino", "mio figlio respira male, ha l’influenza A?". Da tutti la richiesta pressante: "Vogliamo il vaccino", anche se proprio ieri Pasquale Di Pietro, presidente della Società Italiana di Pediatria, ha ribadito che "non c’è alcuna esigenza perché i bambini sani vengano vaccinati, ma è urgente invece che vengano rapidamente vaccinati i bambini e gli adolescenti che rientrano nelle categorie a rischio".
Una tensione che cresce, che rasenta la psicosi collettiva, soprattutto dopo le prime notizie dei bimbi che non ce l’hanno fatta, mentre l’influenza stagionale confonde i sintomi e le idee. "Abbiamo avuto un aumento del carico di lavoro in ambulatorio di oltre il 20% e di quello telefonico del 40% - spiega Fiorenzo Corti, portavoce della Federazione italiana medici di famiglia - nel giro di due settimane il numero dei pazienti dei nostri studi in tutta Italia è passato dai due milioni dei "giorni normali", ai tre milioni di queste settimane. E il nostro ruolo è davvero delicato, ormai alla prima comparsa della febbre i pazienti telefonano o si precipitano nello studio, tutti vogliono sapere se sono categorie a rischio". E il panico cresce ancor di più se è sabato, se l’ambulatorio del medico di famiglia è chiuso, e magari è notte.
Così la nuova trincea diventa quella della Guardia Medica, come racconta Tommasa Maio, segretario del settore Continuità Assistenziale della Lombardia. "Da tre settimane siamo sotto assedio, riceviamo centinaia di chiamate ogni notte, la gente ha veramente paura, è confusa. Tanto che proprio per poter offrire un servizio migliore abbiamo preparato un manuale, un vademecum da distribuire in tutti i presidi di Guardia Medica, in continuità appunto con il lavoro che fanno i medici di famiglia. Un manuale che contiene la precisa descrizione dei sintomi dell’influenza A, dei criteri di ospedalizzazione, per poter fin da subito fare uno screening dei casi. Perché il nostro lavoro è quello di individuare e di garantire le priorità, le situazioni più urgenti, quelle più a rischio, soprattutto in questi giorni in cui la gente è disorientata, ha paura". Con calma e pazienza, i medici dei centri vaccinazioni delle aziende sanitarie locali rassicurano gli anziani, che alla spicciolata si affacciano e chiedono notizie. Cercando, anche, di stemperare l’angoscia. "Il vaccino arriva, ce ne sarà per tutti. Ma per adesso tocca a chi ha più malanni. Lei ha 70 anni e sta bene? E non è contento? Aspetti che verrà il suo turno, per adesso si riguardi... ".
Ed è l’incertezza il sentimento che accomuna Giulia, Caterina, Afef e Sara, giovani donne tra i 30 e i 35 anni e tutte tra il sesto e il settimo mese di gravidanza, mentre escono dal Consultorio sotto una pioggia battente. Il loro incontro informativo, già previsto, sul parto e sulla preparazione al parto con la ginecologa e l’ostetrica che le seguono, si è trasformato in un dibattito sul vaccino e sulla paura dell’influenza A. "Ci dicono che siamo una categoria a rischio, e che abbiamo 4 volte più degli altri le probabilità di sviluppare sintomi gravi. Ma se invece ci fossero conseguenze sul bambino? Questi farmaci sono nuovi, chissà se sono sicuri - ragiona Giulia - ho letto su Internet di bambini rovinati, con gravi sindromi neurologiche proprio causate dai vaccini. Certo, non è la stessa cosa, ma io non mi fido. A costo di restare chiusa in casa fino alla fine della gravidanza".
Ancor più dubbiosa Caterina, una ragazza esile e bionda. "Ho fatto di tutto per avere questa figlia, sono stata a letto tre mesi, adesso davvero non so che cosa fare. Mio marito insiste per il vaccino, dice che non ci sono rischi, ma noi siamo le prime a testarlo. E se si fossero sbagliati?". La paura, in quel delicato e complesso momento che è la gravidanza, è spesso irrazionale, atavica, più forte di ogni statistica ed evidenza scientifica. Sara e Afef sono, invece, meno spaventate. Al secondo figlio Sara e al terzo Afef, marocchina di Casablanca in Italia da 10 anni, nei prossimi giorni si presenteranno al centro vaccinazioni. Sara: "Non ho paura. Sarebbero pazzi a dirci di fare il vaccino se fosse dannoso. E se invece fossero le conseguenze del virus a far male ai bimbi che abbiamo in pancia? No, io seguo le indicazioni e a gennaio appena sarà disponibile farò vaccinare anche la mia prima figlia. Non possiamo rischiare. Avete sentito che stanno morendo i bambini? Proprio loro, i più piccoli, i più fragili...".
© la Repubblica, 3 novembre 2009
ANCHE IO LA PENSO COSI’ E PER QUESTO MOTIVO LA DIFFONDO!!!
2000 persone contraggono l’influenza suina e ci si mette la mascherina.
25 milioni di persone con AIDS e non ci si mette il preservativo.
PANDEMIA DI LUCRO
Che interessi economici si muovono dietro l’influenza suina?
Nel mondo, ogni anno, muoiono milioni di persone, vittime della malaria, i notiziari di questo non parlano.
Nel mondo, ogni anno muoiono due milioni di bambini per diarrea che si potrebbe evitare con un semplice rimedio che costa 25 centesimi..
I notiziari di questo non parlano.
Polmonite e molte altre malattie curabili con vaccini economici, provocano la morte di 10 milioni di persone ogni anno.
I notiziari di questo non parlano.
Ma quando comparve la famosa influenza dei polli. i notiziari mondiali si inondarono di notizie. un’epidemia e più pericolosa di tutte, una pandemia!
Non si parlava d’altro, nonostante questa influenza causò la morte di 250 persone in 10 anni.
25 morti l’anno!!
L’influenza comune, uccide ogni anno mezzo milione di persone nel mondo.
.Mezzo milione contro 25.
E quindi perché un così grande scandalo con l’influenza dei polli?
Perché dietro questi polli c’era un "grande gallo".
La casa farmaceutica internazionale Roche con il suo famoso Tamiflu, vendette milioni di dosi ai paesi asiatici.
Nonostante il vaccino fosse di dubbia efficacia, il governo britannico comprò 14 milioni di dosi a scopo preventivo per la sua popolazione.
Con questa influenza, Roche e Relenza, ottennero milioni di dollari di lucro.
Prima con i polli, adesso con i suini: e così adesso è iniziata la psicosi dell’inflluenza suina. E tutti i notiziari del mondo parlano di questo.
E allora viene da chiedersi: se dietro l’influenza dei polli c’era un grande gallo, non sarà che dietro l’influenza suina ci sia un "grande porco?".
L’impresa nord americana Gilead Sciences ha il brevetto del Tamiflu.
Il principale azionista di questa impresa è niente meno che un personaggio sinistro, Donald Rumsfeld, segretario della difesa di Gorge Bush, artefice della guerra contro l’Iraq.
Gli azionisti di Roche e Relenza si stanno fregando le mani. felici per la nuova vendita milionaria.
La vera pandemia è il guadagno, gli enormi guadagni di questi mercenari della salute.
Se l’influenza suina è così terribile come dicono i mezzi di informazione, se la Organizzazione Mondiale della Salute (diretta dalla cinese Margaret Chan) è tanto preoccupata, perché non dichiara un problema di salute pubblica mondiale e autorizza la produzione farmaci generici per combatterla?
DIFFONDI QUESTO MESSAGGIO COME SE SI TRATTASSE DI UN VACCINO, PERCHE’ TUTTI CONOSCANO LA REALTA’ DI QUESTA "PANDEMIA".
Dr. Carlos Alberto Morales Paità
Ansa» 2009-09-04 20:37
INFLUENZA A: A NAPOLI PRIMO DECESSO E ALTRI DUE CASI
NAPOLI - Gaetano D., 51 anni, napoletano, e’ la prima vittima in Italia del virus H1N1. Lui che ha sempre vissuto nei pochi metri quadrati di una casa popolare di Napoli è stato stroncato da un virus temuto in molti Paesi e la cui diffusione viene spesso legata ai viaggi all’estero, dove lui invece non è mai andato.
L’influenza A, però, secondo quanto tengono a sottolineare con forza i medici dell’ospedale Cotugno di Napoli dove è morto la scorsa notte, non ha avuto un ruolo determinante: a uccidere l’uomo, residente con la madre oggi inebetita dal dolore in uno stabile tra i quartieri di Secondigliano e Miano, sarebbero state soprattutto le malattie di cui soffriva, a cominciare da una grave cardiomiopatia dilatativa complicata da insufficienza renale acuta in un paziente che era già diabetico e oligofrenico, cioé con problemi mentali. Gaetano D. è morto a mezzanotte in punto dopo che nelle ore precedenti le sue condizioni erano bruscamente peggiorate.
I medici hanno tentato l’impossibile dopo un improvviso rallentamento del battito cardiaco ma non c’é stato niente da fare. "Sepsi da stafilococco aureo e broncopolmonite", le cause che hanno portato al decesso. "Non c’é stata - sottolinea il direttore sanitario del Cotugno, Cosimo Maiorino - una virulentazione del virus. La morte è stata provocata dallo stato di debilitazione preesistente legata alle importanti patologie di cui era affetto". E il virus avrebbe avuto, a suo parere, un ruolo "concomitante ma non determinante nella morte". Insomma, le condizioni di Gaetano D. erano tali che anche una banale influenza avrebbe potuto stroncarlo da un momento all’altro.
La salma dell’uomo è stata trasferita nell’obitorio dell’ospedale dove attende che si completino le procedure burocratiche prima che si possano effettuare i funerali. Non ci sarà, fanno sapere dalla direzione sanitaria, alcuna autopsia: c’é assoluta chiarezza sulle cause pregresse che hanno portato alla malattia e successivamente all’insorgere del virus. Al Cotugno, diventato l’epicentro della vicenda virus A, continuano i test sui casi sospetti: due i nuovi contagiati, tra cui uno studente greco. In totale sono quindi cinque, ma i medici sono particolarmente ottimisti sul decorso della malattia e ritengono che non vi sia alcun problema per chi lo ha contratto.
C’é comunque preoccupazione tra chi si presenta al pronto soccorso e chiede di essere sottoposto ai test per scongiurare un’eventuale positività al virus. Basta fermarsi un’oretta per accorgersi dell’afflusso di diverse persone che cercano una smentita ai timori. Tra chi si presenta c’é una donna appena ritornata da una vacanza a Santo Domingo; poi un anziano signore con una sospetta febbre alta da quattro giorni, e una giovane mamma che accusa forti dolori alla testa. Ci vogliono alcune ore per conoscere i risultati degli esami con il tampone faringeo nasale. Sono invece stabili e danno speranze le condizioni di Fabio F., il giovane di 24 anni di Parma ricoverato all’ospedale San Gerardo di Monza per una polmonite causata dall’influenza A. Il bollettino sanitario parla di "lievi segni di miglioramento della funzione respiratoria". Le analisi dimostrerebbero che i farmaci hanno eliminato il virus dal sangue, ma andranno ripetute per avere la conferma definitiva della vittoria.
La Stampa, 31/8/2009 (13:7)
"Influenza A, no al rinvio delle scuole"
I pedriatri: «Solo chiusure mirate». Domani tavolo tecnico al Ministero
ROMA A pochi giorni dall’avvio dell’anno scolastico sembra tramontare l’ipotesi di un’eventuale chiusura degli istituti a causa della pandemia dell’Influenza A.
I pediatri frenano sulla richiesta di un rinvio generalizzato dell’inizio delle lezioni. Meglio - precisa il presidente la Federazione italiana dei medici pediatri Giuseppe Mele - prevedere l’eventuale chiusura di uno o più istituti, come peraltro invita a fare l’Organizzazione mondiale della sanità, nel momento in cui si debba intervenire in comunità di tipo "chiuso", come appunto una scuola, per circoscrivere un’eventuale diffusione infettiva. «La Fimp - dichiara Mele - ha semplicemente affermato di condividere questa come le altre raccomandazioni dell’Oms, ma non ha mai chiesto che l’apertura dell’anno scolastico nel nostro Paese venga posticipata».
L’ipotesi di slittamento dell’inizio della scuola era stata respinta ieri anche dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini: «Al momento non è previsto nessun rinvio dell’apertura dell’anno scolastico - spiega - in quanto in Italia attualmente non ci sono le condizioni perchè si renda necessario un provvedimento di questo tipo». Per Gelmini, comunque, «è importante non sottovalutare la situazione e proseguire nel continuo confronto anche con gli altri Paesi Europei». Una posizione che era stata ribadita anche dal viceministro alla Salute, Ferruccio Fazio, secondo cui la chiusura «è una ipotesi alla studio e rientrano nel piano pandemico nazionale, però al momento non riteniamo di doverle mettere in atto». Per Gianni Rezza, virologo dell’Istituto superiore di sanità, «si dovrà valutare caso per caso e se necessario chiudere una singola scuola» perchè un provvedimento generalizzato non è necessario.
La decisione sul da farsi verrà poresa domani nella riunione del Tavolo permanente presso il Ministero del Welfare. Non è la prima volta che in Italia si apre un dibattito su questo tema. Il 22 maggio scorso, a Roma, fuori chiusi due istituti superiori su disposizione dal ministero della Salute. La decisione fu presa dopo che otto studenti, rientrati da un viaggio Usa, erano risultati positivi al test per l’A/H1N1. In quel caso si trattò di una iniziativa, spiegò il ministro Gelmini, «presa a scopo precauzionale per evitare possibili rischi per i ragazzi».
Negli ultimi giorni tre nuove vittime in Europa, 250 mila i contagi nel mondo
In Italia 1.517 le pesone colpite. Maglia nera alla Germania con 14.325 casi
La Casa Bianca: "Nuova influenza
grave minaccia per la nazione"
In Cile, primo caso di trasmissione uomo-uccello. Timori per
una possibile commistione tra il virus H1N1 e quello dell’aviaria
WASHINGTON - "Il virus H1N1 rappresenta una grave minaccia per gli Stati Uniti", così la Casa Bianca commenta l’andamento dell’influenza A. Più di 250 mila contagi nel mondo, 1.517 casi in Italia. In Cile confermato il primo caso di trasmissione uomo-uccello. Timori sulla possibile combinazione del virus dell’aviaria con quello dell’influenza A.
La Casa Bianca. A preoccupare Washington non è tanto la potenza letale del virus quanto la sua diffusione. "Il problema - ha rilevato il Consiglio presidenziale della Scienza e Tecnologia - non è la mortalità del virus, non più letale di altri, ma il fatto che in pochi ne sono immuni essendo un ceppo nuovo contro cui la gente non ha difese immunitarie".
I contagi. La nuova influenza continua a uccidere in Europa. Tra ieri e oggi si contano infatti tre nuove vittime, di cui una in Spagna e due in Francia, cui si aggiungono altri sette morti nelle colonie francesi (Nuova Caledonia e Polinesia francese). Secondo quanto riportato dal bollettino quotidiano del Centro europeo di controllo delle malattie (Ecdc) salgono così a 43.152 i casi confermati di infezione da virus H1N1 in Europa (1.048 nuovi casi ieri) con 92 morti. Il paese più colpito è la Germania con 14.325 casi (585 solo ieri) mentre la Gran Bretagna, ferma a poco più di 12.000 casi, detiene il triste primato europeo delle vittime, 59. Il contagio cresce lentamente anche in Italia: in tutto sono 1.517 le persone colpite (erano poco più di 1.200 fino alla settimana scorsa), quasi tutte per fortuna in forma estremamente benigna. Rallenta invece l’epidemia nel resto del mondo: 720 nuovi casi ieri, con 17 decessi. Globalmente, l’influenza "A" ha colpito nel mondo 253.169 persone, con 2.572 morti.
Trasmissione uomo-uccello. Intanto nuovi timori si affacciano all’orizzonte. E’ stato confermato in Cile il primo caso di trasmissione dell’influenza A da uomini a uccelli. I casi di contagio riguardano due allevamenti di tacchini a Valparaiso. "E’ la prima volta che si dimostra che è avvenuta la trasmissione di un nuovo virus dagli uomini ai volatili", commenta la Società internazionale sulle malattie infettive. "C’è ora la preoccupazione che la stessa cosa possa accadere in Asia o in Africa, in condizioni di co-infezione con il virus dell’influenza aviaria H5N1". In pratica, si teme che nei continenti in cui è più diffuso il virus H5N1 un volatile portatore di questo virus possa essere anche contagiato dal virus pandemico A, diventando un serbatoio nel quale i due virus possono combinarsi tra loro e dare vita a un virus più aggressivo capace di trasmettersi all’uomo.
* la Repubblica, 24 agosto 2009
La Stampa, 24/7/2009
FEBBRE SUINA
Influenza, l’allarme dell’Oms: "Presto nel 100% del pianeta"
Un portavoce di Ginevra: «Il virus ha raggiunto 160 dei 193 paesi membri»
GINEVRA Il virus dell’influenza «A» è ormai arrivato praticamente ovunque (in 163 Paesi su 193), ha ucciso circa 800 persone e il suo comportamento al momento non è cambiato, ma occorre vigilare nel caso mutasse o diventasse più aggressivo. È la fotografia sull’andamento della prima pandemia del secolo, quella da febbre suina, scattata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). «Al momento, non abbiamo notato alcun mutamento nel comportamento del virus», ha detto il portavoce, Gregory Hartl, nel consueto briefing da Gimevra, e il principale problema rimane la rapida propagazione e, in certi Paesi, la sua concentrazione in gruppi specifici. «Quel che vediamo è un’espansione geografica», ha detto ancora Hartl. «L’avanzata del virus continua e si avvicina al 100 per cento dei Paesi». Proprio alla luce delle proporzioni raggiunte dalla pandemia, l’organizzazione ha raccomandato ai Paesi membri di non sottoporre più ai test di laboratorio coloro che si sospettata abbiano contratto il virus, di concentrare gli sforzi nel contenere il contagio e nella cura dei malati con sintomi gravi. I Paesi devono invece continuare a informare su ogni decesso causato dal virus AHN1 e confermato dal laboratorio.
Il nuovo virus continua a propagarsi così rapidamente -ha detto ancora Hartl, spiegando la trasmissione sostenuta del virus nell’emisfero settentrionale dove è estate- perchè nessuno è immune di fronte a un virus che è nuovo; e come tutti i virus dell’influenza, circola più facilmente nei climi freddi (di qui, la velocità di propagazione che si registra nell’emisfero meridionale dove è inverno). «Dobbiamo essere però consapevoli che il virus potrebbe cambiare e dobbiamo essere pronti per questo». Le prime dosi di vaccino dovrebbero essere pronte in pochi mesi («All’inizio di autunno nell’emisfero settentrionale»), ma non è ancora chiaro se ci sarà bisogno di un’unica iniezione o doppia, perchè i trials clinici sono appena iniziati ((in Australia e presto anche negli Usa).
Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università di Milano, la diffusione quasi nel 100 per cento dei Paesi «era comunque attesa, perchè l’A/H1N1 è un virus che si diffonde rapidamente». «È importante, però, che malgrado la diffusione galoppante il virus rimanga uguale a se stesso, e quindi rimanga piuttosto blando e facilmente guaribile». Rimane l’allarme per i Paesi in via di sviluppo, dove le strutture sanitarie sono meno accessibili e con minori mezzi. In Italia, secondo il virologo, la preoccupazione maggiore è per i costi sociali della pandemia, i cosiddetti costi indiretti dovuti alle giornate di lavoro perse o alle attività economiche ferme«. Quanto alle scuole, il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha confermato che riapriranno regolarmente e, nonostante il diffondersi del virus, non ci sarà nessuno slittamento.
Ansa» 2009-06-11 16:11
NUOVA INFLUENZA, L’OMS DICHIARA PANDEMIA
STOCCOLMA - L’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms) ha innalzato il grado di allerta sulla nuova influenza (A/H1N1) al massimo livello di 6, cio’ significa ’pandemia’. Lo ha annunciato oggi il governo svedese in un comunicato.
Ansa» 2009-07-15 09:24
NUOVA INFLUENZA, POSSIBILI 4 MILIONI DI CASI ENTRO MARZO
ROMA - Entro il mese di marzo, secondo le proiezioni del ministero del Welfare, si potrebbero verificare in Italia 3-4 milioni di casi da contagio di nuova influenza. Lo ha detto il viceministro della Salute. Ferruccio Fazio ha aggiunto che gli italiani che verranno vaccinati contro il virus della nuova influenza entro la fine dell’anno saranno 8,6 milioni. Si tratta di lavoratori dei servizi essenziali (sanità, polizia, vigili del fuoco) e di soggetti sotto i 65 anni con malattie croniche ed a rischio. Poi, ha spiegato il viceministro della Salute, da febbraio si dovrebbe quindi procedere ad una seconda fase di vaccinazioni che riguarderà i giovani dai 2 ai 20 anni e presumibilmente anche le donne incinte.
Nel corso di una conferenza stampa convocata al ministero del Welfare, Fazio ha citato i dati relativi a proiezioni messi a punto dall’Istituto Superiore di Sanità circa il possibile andamento dell’epidemia di nuova influenza in Italia. In assenza di misure di contenimento, come il ricorso ai farmaci anti virali, ha detto Fazio, "a tutto marzo si potrebbero verificare circa 13 milioni di contagi e l’epidemia continuerebbe per l’anno successivo; attraverso il contenimento con farmaci anti virali - è il secondo scenario illustrato da Fazio - si arriverebbe a 9 milioni di contagi". Vaccinando invece, ha precisato il viceministro, le categorie dei lavoratori essenziali e della popolazione a rischio "entro metà novembre-fine anno, alla fine del mese di marzo si verificherebbero secondo le proiezioni 4 milioni di contagi e l’ epidemia proseguirebbe per l’anno successivo".
Vi è però un ulteriore scenario illustrato da Fazio: "Se vacciniamo entro fine anno categorie a rischio e lavoratori essenziali, e procediamo a febbraio con la vaccinazione anche di 12 milioni di giovani che rappresentano la popolazione scolastica, allora i contagi si attesterebbero a 3-4 milioni entro marzo ma, fatto importante, l’epidemia si arresterebbe". Quanto alle proiezioni relative ai possibili decessi, Fazio ha ricordato che l’incidenza di mortalità per la nuova influenza è pari allo 0,4 per mille ed è dunque più bassa anche rispetto all’incidenza di mortalità della normale influenza stagionale che raggiunge l’1 per mille. Nonostante questo, ha precisato Fazio, i morti secondo le proiezioni potrebbero essere "migliaia".
Fazio ha quindi sottolineato come la strategia e l’orientamento del governo sia quello di procedere ad una prima fase di vaccinazioni (entro metà novembre-fine anno) per le categorie di popolazione maggiormente a rischio (per un totale di 8,6 milioni di persone) per poi procedere ad una seconda fase di vaccinazioni a partire da febbraio che riguarderà la popolazione studentesca ed i giovani dai 2 ai 20 anni (circa 12 milioni), ed anche le donne in stato interessante. "Questa - ha detto il viceministro - è una ipotesi di strategia vaccinale che ci allinea agli scenari di altri paesi come Germania e Spagna, che si stanno orientando verso la vaccinazione del 35-40 per cento della popolazione". Fazio ha quindi confermato che i vaccini contro la nuova influenza, ai quali si sta lavorando, potranno essere disponibili per ottobre: "Ad oggi però - ha rilevato - i vaccini non sono stati testati per i giovani sotto i 18 anni e per le donne in gravidanza, e questo aspetto va affrontato. Dunque - ha concluso Fazio - è presumibile che la certificazione completa per tali vaccini si avrà entro gennaio, appunto dopo le verifiche per la sicurezza dei vaccini sulle categorie dei giovani e delle donne in gravidanza".
SUPERATI 100 MILA CASI NEL MONDO,580 I MORTI
Sono 116.943 i casi di persone infette dal virus della nuova influenza A/H1N1 nel mondo. Secondo quanto riportato sul sito del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), 580 persone sono morte finora a causa della malattia.
In Europa il numero totale di casi è salito a 14.041 con 18 morti, due registrati in Spagna e 16 in Gran Bretagna. Il Paese più colpito resta il Regno Unito con 9.718 casi confermati, seguito dalla Spagna con 1.034. In Europa, l’Italia, secondo i dati degli Ecdc, è al settimo posto con 180 infettati. Nel resto del mondo sono 102.902 i casi confermati. Gli Stati Uniti risultano, finora, il Paese più colpito con 37246 persone infettate e 211 morti. Il numero dei casi americani, però, secondo quanto riportato sul sito della Ecdc, comprenderebbe sia il numero di casi confermati da analisi di laboratorio che quelli sospetti.
La decisione del viceministro per la Salute Fazio dopo che quattro studenti
sono risultati positivi al virus H1N1 di ritorno da un viaggio di studio a New York
Nuova influenza, 4 casi a Roma
due scuole chiuse per una settimana *
ROMA - Due scuole romane chiuse per sette giorni in via precauzionale dopo che quattro studenti sono risultati positivi all’influenza A. La decisione è stata presa dal viceministro per la Salute Ferruccio Fazio.
Gli istituti interessati al provvedimento sono il Convitto nazionale Vittorio Emanuele II e il liceo scientifico Dante Alighieri. I quattro ragazzi erano tornati il 19 maggio da un viaggio di studio a New York.
E’ la prima volta che in Italia si chiudono in via precauzionale delle scuole per limitare al minimo il rischio di contagio, come previsto dalle misure preventive di sicurezza messe a punto dal Ministero della Salute. Per fornire ai cittadini informazioni ed aggiornamenti è attivo il numero 1500 del Ministero della Salute (dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 18.00).
A livello internazionale i casi confermati di nuova influenza secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (OMS) e il Center of Desease Control (CDC) di Atlanta sono complessivamente 11.034 e i decessi 85. In particolare, in Messico si sono registrati 3.892 casi confermati e 75 decessi; negli Stati Uniti 5.710 casi confermati e 8 decessi; in Canada 719 casi confermati e 1 decesso. Nessun decesso, invece negli altri paesi colpiti: Spagna (111 casi confermati); Austria (1); Germania (14); Regno Unito (109); Danimarca (1); Francia (16); Israele (7); Irlanda (1); Italia (14); India (1); Portogallo (1); Nuova Zelanda ( 9); Norvegia (3); Olanda (3); Svizzera (1); Repubblica Coreana (3); Cina (8); Cuba (4); Costa Rica (20); El Salvador (6); Guatemala (4); Svezia (3); Colombia (12); Argentina (1); Brasile (8); Giappone (259); Panama (69); Peru’ (3); Polonia (2); Australia (3); Finlandia (2); Thailandia (2); Belgio (5); Ecuador (1); Malesia (2); Turchia (2); Grecia (1); Cile (5).
* la Repubblica, 22 maggio 2009
restiamo in fase 5
Febbre suina, allarme Oms per il mix di virus. Mondo più a rischio che nel 1968
Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità: ’’Abbiamo tutte le ragioni di essere preoccupati per le interazioni del nuovo H1N1 con altri virus che attualmente circolano nell’uomo’’. Ormai quasi 9.000 i casi in 40 Paesi con 74 mortI
ultimo aggiornamento: 18 maggio, ore 20:49
Ginevra, 18 mag. - (Adnkronos Salute/Ign) - Una pandemia influenzale "alle porte" e le conseguenze di possibili e imprevedibili mix di virus suini, aviari e umani tengono svegli gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità. Lo ha detto il direttore generale dell’Oms, Margaret Chan, intervenendo a Ginevra all’Assemblea generale. Insomma, non è il momento di abbassare la guardia, anche se la Chan ha deciso di non passare alla fase 6 di allerta pandemica, mantenendo l’attuale livello 5. "Abbiamo tutte le ragioni - ha detto - di essere preoccupati per le interazioni del nuovo H1N1 con altri virus che attualmente circolano nell’uomo".
"E, ancor di più, non dobbiamo dimenticare che il virus dell’influenza aviaria", molto più letale della febbre suina, "è stabilmente presente nel pollame in diversi Paesi", ha ricordato la Chan. "Nessuno puo’ dire come questo virus aviario si comporterà, quando sarà messo sotto pressione" dalla presenza "di un largo numero di persone infettate dall’H1N1". Inutile illudersi. "Sulla porta di casa - ha sottolineato - abbiamo un contagio globale: la prospettiva della prima pandemia influenzale di questo secolo. Per cinque lunghi anni le epidemie di influenza aviaria H5N1 altamente patogena nel pollame, e sporadici casi nell’uomo spesso fatali, hanno condizionato il mondo, spingendolo ad aspettarsi una pandemia di influenza. Una altamente letale".
Il risultato di questi anni? "Oggi - ha detto l’esperta - il mondo è meglio preparato e molto spaventato. Come sappiamo, un nuovo virus influenzale con un grande potenziale pandemico e’ emerso da un’altra fonte e in un’altro lato del mondo". Si tratta dei suini, in Messico.
A differenza dell’aviaria, il nuovo virus H1N1 "si diffonde facilmente da persona a persona, dilaga rapidamente all’interno di un Paese e altrettanto rapidamente passa a nuovi Paesi. Ci aspettiamo che questo trend continui" ha detto la Chan. Ma a differenza dell’aviaria, "l’H1N1 attualmente causa una malattia di media gravità, con poche morti al di fuori dell’epidemia in Messico. E speriamo che continui così". Il virus "è ancora recente" e dunque gli esperti non l’hanno compreso appieno, "il suo comportamento è notoriamente imprevedibile - ha sottolineato la responsabile dell’Oms - e nessuno puo’ dire come evolverà la situazione".
L’emergenza legata alla nuova influenza "crea grande pressione sui Governi, sui ministri della Salute e l’Oms vuole prendere le decisioni giuste e stabilire le azioni giuste in un momento di grande incertezza scientifica. Il 24 aprile ho innalzato il livello di allerta pandemico dalla fase 4 alla 5, ma oggi - ha ribadito - restiamo in fase 5". Uno stop dell’escalation che non equivale a un cessato allarme. "Il virus puo’ averci concesso un periodo di grazia, ma non sappiamo quanto durerà. Nessuno puo’ dire se questa e’ solo la quiete prima della tempesta. La presenza del patogeno è stata confermata in diversi Paesi dell’emisfero meridionale, dove l’epidemia di influenza stagionale presto inizierà. Abbiamo tutte le ragioni di essere preoccupati per le interazioni tra virus".
Intanto sono ormai quasi 9.000 nel mondo i casi di nuova influenza A/H1N1. L’ultimo bollettino diffuso dall’Oms, parla infatti di 8.829 casi di infezione confermati in 40 Paesi, con 74 morti. Nel caso di una pandemia influenzale "non tutte le persone saranno infettate, ma tutte sono a rischio. Il mondo oggi è più vulnerabile di quanto lo era nel 1968, in occasione dell’ultima pandemia del Novecento", ha dichiarato Margaret Chan, direttrice generale dell’Organizzazione mondiale delle sanita’, nel corso dell’Assemblea generale a Ginevra. "Come vediamo con l’H1N1 - ha sottolineato - ogni citta’ con un aeroporto internazionale è a rischio di casi importati". Non solo. "L’interdipendenza economica globale rischi di amplificare i danni".
E proprio mentre si apre a Ginevra l’assemblea generale, l’Oms monitora attentamente la situazione del Giappone, dove in un solo giorno si sono registrati ben 118 casi in più di nuova influenza. Nel frattempo Gran Bretagna, Svizzera, Nuova Zelanda e lo stesso Giappone invitano l’Oms a modificare gli step richiesti per dichiarare lo stato di pandemia. L’agenzia infatti, ha detto il segretario di Stato britannico alla Salute, Alan Johnson, non dovrebbe ’precipitarsi’ a dichiarare una pandemia influenzale seguendo un ’piano meccanicistico’.
DIRETTA - ESTERI
H1N1, a Massa il primo caso
Fazio: "Virus si diffonderà"
Oms, 615 pazienti accertati *
L’Asl di Massa conferma che il paziente ricoverato nell’ospedale locale è affetto da nuova infuenza. "Adesso è guarito". E’ il primo caso in Italia. Il sottosegretario alla Salute avverte: "Progressiva diffusione fino all’estate ma nessuna preoccupazione in Italia". Percorsi differenziati per i passeggeri di ritorno dal Messico. L’organizzazione mondiale della Sanità (Oms) conferma che i casi finora accertati di influenza suina sono distribuiti in 15 diversi paesi. Secondo il nuovo bilancio le vittime sono 16. Esperti Usa: "Il virus non è particolarmente pericoloso". Trecento in quarantena a Hong Kong.
15:44 Fazio: "Nessuna preoccupazione in Italia" Il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio ha detto: "Non siamo preoccupati per la salute dei cittadini italiani. Si tratta di una sintomatologia molto leggera, meno aggressiva di una influenza stagionale. Non c’è un rischio di salute per i cittadini"
* la Repubblica, 02.05.2009 (ripresa parziale - per aggiornamenti, cliccare sul rosso)
Diretta - ESTERI *
Il virus arriva in Asia
Oms, 367 casi accertati
09:29 Oms, 367 casi in 13 paesi L’organizzazione mondiale della Sanità (Oms) conferma che i casi finora accertati di influenza suina sono 367, distribuiti in 13 diversi paesi. Secondo il nuovo bilancio le vittime sono dieci, nove in Messico e una negli Stati Uniti.
08:43 Usa, 430 scuole chiuse Cresce la paura per la febbre suina negli stati uniti. Più di 430 scuole sono state chiuse in 18 stati per prevenire il diffondersi dell’epidemia, mentre nelle ultime ore sono stati registrati una ventina di nuovi contagi nel paese.
08:15 Hong Kong, 300 in quarantena Dopo la conferma del caso di influenza suina su un turista messicano 25enne, le autorità di Hong Kong hanno deciso di mettere in quarantena sanitaria 300 persone nell’hotel in cui il turista è stato.
08:13 Gb, colpita cantante hip hop La febbre ’suina’ colpisce anche i vip. La cantante di un gruppo hip hop molto celebre fra i teenager del Regno Unito, gli ’n-dubz’, è stata ricoverata con i sintomi della nuova influenza Lo scrive il Sun di londra, che ha pubblicato le foto in ospedale della 20enne tulisa contostavlos, leader della band.
08:12 Corea del Sud, un caso di influenza Le autorità sanitarie della Corea del sud hanno confermato che un primo caso di influenza A/H1N1 è stato individuato nel paese asiatico.
08:10 Brasile, 7 casi sospetti I sono sette casi sospetti di influenza suina in brasile. E’ quanto ha fatto sapere il ministero della sanità di Brasilia. Oltre questi sette, altri 14 pazienti sono sotto la lente delle autorità sanitarie.
08:09 16 morti in Messico L’ultimo bilancio dell’influenza da suini in Messico è di 16 morti e 381 casi accertati. Lo ha annunciato il ministro della Sanità messicano, Josè Angel Cordova.
08:08 Due casi sospetti in India Due persone sono ricoverate in osservazione a New Delhi, in India, perchè presentano i sintomi della nuova influenza. Lo riferisce la televisione indiana IbnLive. Il primo in osservazione è un ragazzo di 25 anni di Ghaziabad, nello Stato settentrionale dell’Uttar Pradesh, non lontano da Delhi, ritornato dal Texas il 19 aprile. L’altro ricoverato è un cittadino britannico di 35 anni, che si è presentato al Ram Manohar Lohia Hospital di Delhi, dove è ricoverato anche il primo uomo, accusando i sintomi del virus A/H1N1.
* la Repubblica, 02.05.2009 (per aggiornamenti, cliccare sul rosso).
La situazione viene monitorata attentamente
La diffusione del virus non rallenta. L’Oms ha alzato l’allerta al livello 5
Lo ha annunciato il direttore generale dell’Organizzazione da Ginevra. Innalzamento del livello dopo i 114 casi confermati e gli 8 morti. A fornire le cifre il vicedirettore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, che rimarca: ’’Trasmissione da uomo a uomo, inutile uccidere i maiali’’. Obama: situazione seria, pronti a chiudere le scuole
ultimo aggiornamento: 29 aprile, ore 22:22
Roma, 29 apr. (Adnkronos Salute/Ign) - L’Organizzazione mondiale della sanità ha elevato da quattro a cinque, su una scala di sei, il livello di allerta sul rischio di pandemia per l’influenza da suini. Lo ha annunciato il direttore generale dell’Oms, Margaret Chan, in una conferenza stampa a Ginevra.
Nel pomeriggio, Keiji Fukuda, vicedirettore generale dell’Organizzazione, aveva affermato che "ci stiamo avvicinando alla fase di allerta 5" per l’epidemia. "Il virus si diffonde e non ci sono evidenze attuali che stia rallentando" ha detto Fukuda. "La priorità - ha aggiunto - è ora capire come si sta evolvendo la situazione e se il virus arriverà in zone finora non raggiunte. Soprattutto in Canada si sta lavorando a un possibile vaccino". L’Oms ha dunque deciso di alzare il livello d’allerta: misura attuata non appena stabilito che l’infezione ha attecchito in almeno due Paesi, ha spiegato Fukuda, sottolineando che si sta monitorando attentamente la situazione.
Sono 114, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, i casi di febbre suina confermati dalle analisi di laboratorio. Sessantaquattro sono stati registrati negli Stati Uniti, 13 in Canada, 26 in Messico, due in Israele, quattro in Spagna, due nel Regno Unito e tre in Nuova Zelanda. In totale il virus A/H1N1 ha provocato sette morti in Messico e uno negli Usa.
"Altri casi sospetti - ha evidenziato Fukuda - sono in fase di esame in diversi Stati. In Messico ci sono stati casi gravi, ma in altri Paesi l’intensità sembra essere in maggior parte media. Quello che sappiamo è dunque che il virus può provocare sintomi da banali, che non necessitano di ricovero, fino a una malattia letale. Ci dobbiamo chiedere in quale direzione questo virus andrà: se scomparirà per motivi sconosciuti, ma questo non sembra probabile; se infetterà le persone con sintomi blandi nella maggior parte dei Paesi o se si verificheranno nel futuro più casi gravi".
Fukuda ha poi rimarcato l’inutilità delle misure intraprese contro la febbre suina in Egitto, dove è stato ordinato l’abbattimento degli animali. "Abbiamo davanti un virus che si trasmette da uomo a uomo anche se ha avuto origine nei maiali, ed è per questo che ha raggiunto, attraverso i viaggiatori, un numero così alto di Paesi diversi. Non ci sono evidenze scientifiche - ha sottolineato - che dimostrino che le persone possono essere infettate dai maiali".
"Al contrario dell’influenza aviaria, dove le persone venivano infettate dai polli - ha aggiunto Fukuda - in questo caso i dati non mostrano alcuna infezione dovuta al contatto con maiali o al consumo di carne suina".
si era ammalato il 2 aprile a Perote, nello stato di Veracruz sulla costa del Golfo del Messico
’Ora mi sento bene’, parla il bimbo che si è ammalato per primo
Ha ancora una tosse insistente il piccolo di 5 anni al centro dell’attenzione internazionale dopo essere stato individuato come il primo caso accertato di febbre suina in Messico
ultimo aggiornamento: 29 aprile, ore 16:07
Citta’ del Messico, 28 apr. (Adnkronos) - Ha ancora una tosse insistente, ma non si sente più malato, sta bene. Il bimbo di cinque anni al centro dell’attenzione internazionale negli ultimi giorni dopo essere stato individuato come il primo caso accertato di febbre suina in Messico, ci tiene a far sapere di essere guarito. Malgrado la tosse, insiste, non si sente più malato. "Non più", conferma.
"Sono stato molto male", spiega ai giornalisti. "Ma ora mi sento bene". Il piccolo si era ammalato il 2 aprile a Perote, nello stato di Veracruz sulla costa del Golfo del Messico. Undici giorni dopo, il 13 aprile, si verificava la prima morte accertata per febbre suina.
Diretta - ESTERI ***
La nuova influenza colpisce l’Europa
"Una ventina i casi sospetti in Italia"
Un bimbo di 23 mesi, messicano ma morto in Texas, è la prima vittima accertata sul suolo statunitense. Obama preoccupato: "La situazione è seria". Vari casi, sospetti o accertati, in paesi Ue. In Italia a fornire un primo bilancio è il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio. Intanto in Messico chiusi tutti i siti archeologici. Le autorità sanitarie confermano sette morti per il virus ma fanno analisi su oltre 159 decessi
16:07 Due casi sospetti in Sudafrica, i primi del continente Le autorità sanitarie sudafricane stanno indagando su due casi sospetti di influenza suina, i primi segnalati in Africa. Si tratta di persone rientrate da poco dal Messico. Lo ha annunciato il ministero della Sanità.
16:05 Fazio: "Una ventina i casi sospetti" I casi segnalati di possibile influenza suina in Italia sono circa una ventina ma al momento nessuno è stato accertato. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio, incontrando i giornalisti nella sede del Ministero. Fazio ha poi spiegato che nei due casi segnalati dei ragazzi di Lodi ’’non si tratta di influenza H1N1 ma di una coda dell’influenza umana stagionale’’.
15:51 Ue, ministri Trasporti discutono di stop voli Messico I ministri dei Trasporti dell’Ue hanno aggiunto nell’agenda della loro riunione informale, cominciato oggi a Litomerice (Repubblica Ceca), un nuovo punto sulle misure di prevenzione contro l’influenza suina. Sul tavolo, in particolare, la richiesta della Francia di sospendere i voli verso il Messico. Ma il Consiglio dei ministri dei Trasporti si è limitato per il momento a consigliare agli europei di non andare nelle zone a rischio, in attesa del Consiglio dei ministri della Sanità di domani.
15:41 Dal Papa solidarietà e preghiere per i malati Benedetto XVI ha espresso "solidarietà al popolo messicano" e ha chiesto esplicitamente che "attraverso i mezzi d’informazione si faccia sapere che il Pontefice è vicino a tutti gli ammalati e sta pregando per le vittime e le loro famiglie". Lo ha reso noto la Radio Vaticana.
15:22 Zaia: "Evitiamo un’altra pandemia mediatica" "Non esiste l’influenza suina, ma quella messicana: il virus influenzale non va abbinato al nome dell’animale. Ai consumatori lancio un appello: continuiamo a consumare la carne di maiale, perchè non comporta alcun problema di sicurezza alimentare, ed evitiamo una nuova pandemia mediatica che rischierebbe di mettere in ginocchio il comparto". Lo ha detto oggi il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia.
15:06 Bimbo morto negli Usa era messicano Il bambino di 23 mesi morto per la febbre suina in Texas non è americano, come è stato detto finora, ma un bambino messicano che era stato portato a Houston per farsi curare. Lo rendono noto le autorità sanitarie della città texana.
14:42 Egitto ordina di macellare tutti i maiali L’Egitto ha ordinato la macellazione a partire da oggi di tutti i suini presenti sul territorio, a titolo precauzionale contro l’epidemia di influenza suina. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Hatem el-Gabali. Paese a maggioranza musulmana, l’Egitto ha una popolazione di circa 35.000 suini, la cui carne viene consumata dalla minoranza cristiana (il 10 per cento della popolazione).
14:19 Obama: "Scuole con casi di influenza andrebbero chiuse" "La situazione è seria, talmente seria da richiedere le massime precazioni", ha detto oggi il presidente americano Barack Obama. Aggiungendo cje l’amministrazione è pronta a "fare tutto il necessario" per fermare il contagio. Obama ha sollecitato le scuole statunitensi in cui si siano verificati casi sospetti a prendere "seriamente in considerazione" la possibilità di chiudere.
14:12 Bimbo americano morto era stato in Messico Il bimbo di 23 mesi morto in Texas era recentemente stato in Messico. Lo hanno reso noto fonti governative.
13:58 Caso sospetto in Calabria Sono in corso accertamenti in Calabria per un caso sospetto di nuova influenza. Una donna, rientrata nei giorni scorsi dal Messico, ha accusato sintomi influenzali ed è attualmente ricoverata a Reggio Calabria.
*** la Repubblica, 29.04.2009 (ripresa parziale - per aggiornamenti, clicca sul rosso).
DAL PRIMO CASO ALL’EMERGENZA MONDIALE
Come è nata l’infezione:
la cronologia degli avvenimenti
C’è stato davvero un ritardo nelle segnalazione? Ecco la ricostruzione dei fatti *
WASHINGTON - C’è stato un ritardo nel dare l’allarme sull’influenza suina? Difficile affermarlo con sicurezza, ma forse si è perso tempo prezioso. In particolare gli Stati Uniti - come ha riportato domenica il «Washington Post» - sostengono che le autorità messicane non avrebbero informato tempestivamente. E la Veratec, una società privata che ha sviluppato sistemi di intelligence sanitaria ipotizza una sottovalutazione. Certamente per l’opinione pubblica mondiale si è passati da zero a mille, come se l’epidemia fosse arrivata con un fulmine. Questa è la catena degli eventi in base a informazioni apparse sulla stampa e alle dichiarazioni delle autorità.
FEBBRAIO - Edgar Hernandez, 4 anni, di La Gloria (Municipalità di Perote, Veracruz), si ammala. Sembra una classica influenza. Viene curato, guarisce ma si ammalano altre persone del villaggio. Viene riportato il decesso di un neonato. Gli abitanti si lamentano della presenza di un gigantesco allevamento di maiali di proprietà di una compagnia Usa.
21 MARZO - A La Gloria muore un secondo neonato, sale il numero degli infettati. Il piccolo ambulatorio viene chiuso e le autorità mandano altri dottori. Ma ancora non si comprende che si tratta di qualcosa di eccezionale.
30 MARZO - Un cittadino canadese, tornato il 22 da un viaggio in Messico, viene ricoverato in gravi condizioni a Ottawa. I medici non identificano subito l’origine della malattia, i test danno esito negativo.
2 APRILE - Nella zona di Veracruz (Messico) la stampa locale segnala un aumento del 15% di un’influenza virulenta. I malati hanno problemi di respirazione, diarrea, vomito.
6 APRILE - Crescono i contagiati e il numero delle vittime. Gli abitanti di La Gloria rilanciano i sospetti sull’allevamento di maiali. Il Comune dispone la disinfestazione contro le mosche che popolano l’area, ma si comincia a indagare sulla situazione particolare di La Gloria. Su 3 mila abitanti del villaggio quasi 1.800 sono colpiti.
9 APRILE - All’ospedale di Oaxaca arriva una donna di 39 anni, Adele Maria Gutierrez Cruz. I familiari raccontano che sta male da una settimana. I medici riscontrano sintomi di una polmonite «atipica». Vengono prelevati dei campioni e spediti ad un laboratorio per i test.
10 APRILE - Nel sito della Veratect - questo è quanto afferma la società - compaiono le informazioni che riportano la situazione anomala. Chiunque può leggerle.
13 APRILE - Maria muore. Nuovo prelievo su fegato e polmone: i reperti sono inviati nella capitale ed al centro ricerche di Winnipeg (Canada), con il quale il Messico ha un accordo di collaborazione. 16 aprile - La malattia si diffonde a macchia di leopardo.
16 APRILE - Secondo una ricostruzione del Washington Post il Messico invia - il 16 o il 17, non si conosce la data precisa - un primo rapporto all’Organizzazione per la salute panamericana. Non è invece chiaro - aggiunge il quotidiano - quando e se l’Organizzazione mondiale (Oms) è stata avvertita. La Veratect sostiene di aver inviato email di allerta il centro ricerche CDC di Atlanta e al Dipartimento della salute in California. La stampa messicana aggiunge un particolare: è in questo momento che il CDC, dopo aver esaminato i tessuti di Maria, conferma che si tratta di influenza suina. Il quotidiano americano, invece, sposta questo evento al 23 aprile.
21 APRILE - Nuovi casi a Oaxaca mentre il Ministero della Salute registra l’esplosione dell’influenza in Bassa California, Chihuahua, Distretto federale (la capitale), Hidalgo, Veracruz, Tlaxcala.
22 APRILE - I rapporti messicani riferiscono di diversi decessi avvenuti tra il 17 e il 19 aprile. I canadesi mettono sull’avviso quanto si sono recati di recente in Messico ed hanno lamentato problemi respiratori.
23 APRILE - Si aggrava la situazione a Oaxaca e nel distretto federale. Gli ospedali sono affollati, aumentano i rischi di contagio.
24 APRILE - Diventa una crisi internazionale. Emergono casi negli Usa. L’Oms conferma i rischi.
26 APRILE - Per i messicani Adele Maria Gutierrez Cruz potrebbe essere la paziente zero: nella donna sarebbe avvenuta la mutazione del virus.
27 APRILE - Il governo brasiliano accusa i messicani di non aver dato adeguate informazioni. Le autorità sanitarie del Messico negano un legame tra l’epidemia e l’allevamento di maiali, confermano però che quello del piccolo Hernandez potrebbe essere stato uno dei primi casi. Poi sostengono che il virus non è nato in Messico ma forse è giunto dall’Asia.
Guido Olimpio
* Corriere della Sera, 28 aprile 2009
L’associazione ambientalista: "Nell’arco di due decenni per quattro volte
si è corso il rischio di pandemia. Bisogna intervenire prima che si scateni la malattia"
"Allevamenti intensivi incubatori di virus"
la denuncia di Legambiente e veterinari
di ANTONIO CIANCIULLO *
ROMA - "Eliminare le condizioni che trasformano gli allevamenti intensivi in bombe biologiche a orologeria". E’ secca la denuncia che viene da Legambiente e poggia su una casistica che comincia a diventare imbarazzante per chi ha la responsabilità di garantire la salute pubblica: nell’arco di un paio di decenni per ben quattro volte si è corso il rischio di una pandemia.
Prima la Bse, un morbo prodotto dalla decisione di abbattere i costi della produzione dei bovini rinunciando a regole di buon senso elementare come l’alimentazione vegetariana delle mucche e le alte temperature nei processi di macellazione.
Qualche anno dopo è arrivata la Sars, la polmonite atipica scoppiata in Cina e legata al contatto con gli animali destinati alla nostra tavola.
Poi è stato il turno dell’aviaria, prodotta dalla vicinanza con l’allevamento intensivo dei polli.
Ora tocca ai maiali: e questa volta le modalità di contagio sono molto più insidiose perché il virus si trasmette da uomo a uomo con una rapidità allarmante.
"La somministrazione forzata di cibo, la spaventosa concentrazione di nitrati difficilmente smaltibili, l’uso smodato di medicinali e antibiotici per permettere agli animali di sopravvivere ammassati in condizioni spaventose creano un ambiente ad altissimo rischio", spiega Francesco Ferrante, responsabile agricoltura di Legambiente. "Già negli anni ’90, la Comunità europea aveva tentato di porre rimedio a questo stato di cose ma la direttiva nitrati del 1991, come la successiva direttiva sul benessere animale e la messa la bando delle gabbie per le galline ovaiole, non hanno trovato applicazione effettiva: in Italia non si riesce neppure a far rispettare la regolamentazione sui nitrati che continuano a inquinare terreni e falde acquifere".
Secondo Enrico Moriconi, presidente dell’Asvep, l’associazione culturale veterinaria di salute pubblica, il virus attuale è parente stretto di quello dell’aviaria, che a sua volta ha un legame con la "spagnola", l’influenza che uccise cento milioni di persone dopo la prima guerra mondiale. Naturalmente bisogna tener conto del fatto che gli effetti di un’epidemia dipendono anche dallo stato immunitario e di salute della popolazione: nei Paesi ricchi le condizioni di base non sono confrontabili con quelle della popolazione che usciva dal conflitto del ’15 - ’18.
"I suini sono sensibili sia ai virus influenzali umani sia a quelli aviari: mettiamoli in allevamenti intensivi e otteniamo le condizioni ideali per permettere ai virus di allenarsi, evolvendosi fino ad arrivare, mutazione dopo mutazione, al salto di specie tra animale e uomo", afferma Moriconi. "Purtroppo la certificazione della catena alimentare, che permette di ridurre il rischio identificando gli stabilimenti di provenienza di ogni bistecca, finora è scattata solo per le carni bovini e avicole. Cioè solo dopo il rischio pandemia".
* la Repubblica, 28 aprile 2009