FEBBRE SUINA: ALLARME OMS, A QUOTA 5 ....

PESTE SUINA: PER L’OMS, POSSIBILE PANDEMIA. Secondo l’OIE, l’organizzazione mondiale della salute animale, gli allevamenti di maiali non sono responsabili.

Le fasi di allerta dell’Oms. I sei gradi di allerta corrispondenti alle fasi di sviluppo di una pandemia (scheda).
martedì 28 aprile 2009.
 


Dimessi dall’ospedale gli sposi scozzesi tornati dalla luna di miele in Messico

L’epidemia non rallenta. Primo caso in Svizzera, salgono a 8 in Gran Bretagna, altri tre in Spagna

L’Ue: ’’Tutti hanno alle spalle un viaggio in Messico, tranne un caso spagnolo in cui la trasmissione è avvenuta in famiglia". Madrid parla di 13 persone colpite dal virus A/H1N1. Oltre 100 casi accertati negli Stati Uniti. Il Nicaragua dichiara lo stato di allerta sanitaria. Innalzamento del livello dopo i 114 casi confermati e gli 8 morti

ultimo aggiornamento: 30 aprile, ore 17:57

Roma, 30 apr. (Adnkronos/Ign) - Aumentano di ora in ora in tutto il mondo i casi accertati di febbre suina. L’allarme resta alto anche in Europa. Il bilancio si aggrava ulteriormente in Spagna dove il ministero della Salute di Madrid parla di 13 persone colpite dal virus A/H1N1. Altre 84 persone, considerate casi sospetti, sono sotto osservazione in varie zone del Paese. Il ministero segnala che due dei nuovi casi confermati sono stati segnalati all’ospedale Carlos III di Madrid, dove altre 14 persone sono sotto osservazione, e uno a Murcia, dove ci sono anche due casi sospetti.

Con due ammalati a Londra e uno a Newcastle, è salito invece a 8 il numero di casi di febbre suina confermati in Gran Bretagna. Lo ha reso noto il dipartimento britannico della sanità. La persona ammalata a Newcastle, appena tornata dal Messico, condivide l’appartamento con due studenti della locale università che non hanno sviluppato sintomi della malattia ma sono stati sottoposti a trattamento antivirale in via preventiva. I cinque ammalati individuati nei giorni scorsi, fra cui una ragazzina di 12 anni, rispondono bene al trattamento medico, riferisce la Bbc. I due primi casi, una coppia di sposi scozzesi tornati dalla luna di miele in Messico, sono stati dimessi oggi dall’ospedale.

Anche in Svizzera vi è un primo caso accertato di nuova influenza suina: lo ha confermato nella notte l’ospedale cantonale di Baden. Ad essere colpito è un giovane paziente, da poco rientrato dal Messico, dove è scoppiata la nuova influenza. Il suo stato di salute è stabile, e gli è stato somministrato un farmaco antivirale. Tutte le persone che hanno avuto contatto con il giovane sono state avvertite, esortate a restare a casa e informate sulle precauzioni da prendere. Nel frattempo in sette cantoni sono emersi altri 24 casi sospetti. Secondo il direttore dell’Ufficio federale della sanità pubblica, Thomas Zeltner, in Svizzera i test non sono ancora molto affidabili. Per questo motivo tutte le diagnosi devono essere confermate.

L’ultimo aggiornamento fornito dalla Commissione europea , diffuso prima dell’annuncio sugli ultimi casi accertati, riferisce di 10 casi in Spagna, 5 in Gran Bretagna, 3 in Germania e 1 in Austria. "Tutti questi casi hanno alle spalle un viaggio in Messico, tranne un caso spagnolo in cui la trasmissione è avvenuta all’interno della famiglia" si legge in una nota. Il Centro europeo di controllo e monitoraggio "continua a monitorare da vicino la situazione", spiega ancora Bruxelles ricordando che l’Organizzazione mondiale della Sanità ieri ha elevato il livello di allerta portandolo da 4 a 5.

Fuori dall’Europa il virus continua a diffondersi soprattutto in America. Sono 109 i casi di febbre suina confermati negli Stati Uniti, dove si è registrato un decesso, l’unico al momento fuori dal Messico. Sono gli ultimi dati diffusi dai Centers for Disease Control di Atlanta, negli Usa. Il maggior numero di casi si è verificato a New York (50). Seguono 26 casi in Texas, 14 in California, 10 in Carolina del Sud, 2 in Kansas e altrettanti in Massachusetts, 1 caso rispettivamente in Arizona, Indiana, Michigan, Nevada, Ohio.

Il presidente del Nicaragua Daniel Ortega ha proclamato oggi lo stato di "allerta sanitaria" in tutto il Paese per 60 giorni. In un discorso alla radio e la televisione, Ortega ha affermato che l’arrivo del virus in Nicaragua "è praticamente inevitabile". Lo stato di emergenza sanitaria servirà ad avviare azioni preventive. Ortega ha tuttavia ammesso che il Paese dispone solo di 3.300 dosi di farmaci anti virali, per una popolazione di 6 milioni di abitanti. Il Nicaragua non confina con il Messico e finora non vi sono stati casi di febbre suina in questo Paese centroamericano.


Non guardiamo con positività il modo in cui la situazione si sta evolvendo’’

Febbre suina, l’allarme dell’Oms: ’’Prepariamoci a possibile pandemia’’

Il vicedirettore generale ad interim per la Sicurezza sanitaria e l’ambiente: ’’L’ipotesi non è inevitabile, ma dobbiamo essere pronti’’. E avverte: ’’L’influenza ha un’evoluzione assolutamente imprevedibile’’. Al momento non cambia il livello d’allerta, innalzato ieri sera a 4. Commissione Ue: ’’Nessun motivo per bloccare import maiale’’

ultimo aggiornamento: 28 aprile, ore 18:36

Ginevra, 28 apr. (Adnkronos/Ign) - "Non guardiamo con positività il modo in cui la situazione si sta evolvendo. L’ipotesi di una pandemia non è inevitabile, ma dobbiamo prepararci a questa evenienza". Ad affermarlo è stato Keiji Fukuda, vicedirettore generale ad interim per la Sicurezza sanitaria e l’ambiente dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in una conferenza stampa oggi a Ginevra. Fukuda ha spiegato che al momento non cambia il livello d’allerta, innalzato ieri sera a 4.

Da ieri 79 casi sono stati confermati da analisi di laboratorio e 7 morti, ha detto Fukuda durante la conferenza stampa. "Da ieri 40 casi sono stati registrati negli Stati Uniti - ha aggiunto - 26 in Messico, sei in Canada, due in Spagna, due in Gran Bretagna e tre in Nuova Zelanda, gli ultimi due Paesi a riportare dei casi. Le sette morti si sono invece verificate in Messico. La situazione è in continua evoluzione ed è bene specificare - ha spiegato - che i casi registrati in pazienti di rientro da viaggi nelle zone più colpite non significano che il Paese di arrivo è stato raggiunto dal virus, almeno a livello epidemiologico. Stiamo lavorando a stretto contatto con tutte le autorità dei Paesi coinvolti e per il momento abbiamo deciso di non innalzare l’allerta da 4 a 5".

Non è ancora possibile definire quale sarà l’entità dell’eventuale pandemia influenzale provocata dalla febbre suina, ha precisato Fukuda. "Le ipotesi che sono state fatte e che parlano di entità media non possono essere confermate - ha sottolineato -: l’influenza ha un’evoluzione assolutamente imprevedibile". "La storia - ha evidenziato Fukuda - ci ricorda che le precedenti pandemie sono iniziate tutte con un livello medio, per poi rivelarsi molto gravi. L’ipotesi di una media intensità è la migliore che ci possiamo augurare. Manteniamo un alto stato di allerta e lavoriamo di continuo per monitorare la situazione".

Per Fukuda, "il passaggio da 3 a 4 effettuato ieri mostra gia’ la serieta’ della situazione, che continuiamo a monitorare. Dobbiamo comunque essere preparati all’eventualita’ di una pandemia, che se si verificasse andrebbe a colpire soprattutto i Paesi poveri. Si passera’ all’allerta 5 solo quando il virus sara’ trasmesso da uomo a uomo in maniera stabile in piu’ Stati".

Per il momento la febbre o influenza suina non cambierà nome, come ipotizzato dall’Unione europea per evitare il crollo di vendite di carni di maiale. Lo ha reso noto lo stesso Fukuda. La motivazione per cui l’influenza suina continueràà a chiamarsi cosi’ e’ che "non vogliamo creare confusione", ha detto Fukuda.

Per il portavoce dell’Oms, Gregory Hartl, l’allerta al livello 5 rappresenta una decisione molto importante, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) prenderà solo quando avrà certezza di trovarsi di fronte a una pandemia.

L’importanza di una decisione del genere - ha spiegato il portavoce dell’Oms - è motivata anche dal fatto che ciò significa sospendere la produzione dei vaccini per l’influenza stagionale per concentrarsi solo su quello pandemico. Hartl ha inoltre confermato che al momento sono quattro le aziende farmaceutiche che stanno lavorando alla produzione di un vaccino, ribadendo però che ciò richiede diversi mesi.

Intanto, la Commissione europea ha precisato di non aver alcun motivo di raccomandare agli Stati membri Ue di vietare le importazioni dei prodotti a base di carne di maiale provenienti dai Paesi colpiti dalla febbre suina, perché non si tratta di una malattia trasmessa dagli alimenti.

"Il virus non è trasmesso dagli alimenti. Non c’è ragione di bloccare le importazioni di maiale, perché non si tratta di una malattia animale. Non sarebbe giustificato", ha spiegato a Bruxelles Nina Papadoulaki, portavoce del commissario europeo alla Salute, Androulla Vassiliou.

Secondo l’organizzazione mondiale della salute animale (Oie), gli allevamenti di maiali non sono responsabili di questa nuova epidemia influenzale


L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SALUTE ANIMALE (Sito)

Scheda: le fasi di allerta dell’Oms *

Come si sviluppa una pandemia

Ecco, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, i sei gradi di allerta corrispondenti alle fasi di sviluppo di una pandemia.

-  Fase 1. Periodo intrapandemico. Non vengono scoperti nuovi sottotipi di virus influenzali. Un sottotipo di virus di influenza che provoca l’ infezione nell’uomo potrebbe essere presente anche negli animali. Il rischio è basso. Contromisure: Rafforzare il livello di preparazione e risposta all’influenza pandemica a tutti i livelli (mondiale, continentale, nazionale e regionale).

-  Fase 2. Non vengono scoperti nuovi sottotipi di virus influenzali. C’è però il rischio sostanziale che un virus influenzale diffuso negli animali si trasmetta all’uomo. Contromisure: Ridurre al minimo il rischio di trasmissione all’uomo. In caso di passaggio dell’infezione all’uomo, rilevare e documentare il più rapidamente possibile la trasmissione

-  Fase 3. Periodo di allerta pandemica. Infezioni nell’uomo da parte di un nuovo sottotipo di virus, ma non c’è ancora trasmissione diretta della malattia da persona a persona (al massimo solo sporadici casi provocati da un contatto molto ravvicinato). Contromisure: Assicurare una rapida tipizzazione del nuovo virus e garantire immediate capacità di rilevamento, notifica e risposta già a partire dai primi casi registrati.

-  Fase 4. Piccoli cluster epidemici, con una limitata trasmissione del virus da uomo a uomo. La diffusione è localizzata perchè il virus non si è ancora adattato bene alla specie umana. Contromisure: contenere i focolai epidemici e rallentare il più possibile la diffusione della malattia per guadagnare tempo e implementare così le contromisure, compreso lo sviluppo di un vaccino.

-  Fase 5. Grandi cluster epidemici, ma la trasmissione da persona a persona è ancora localizzata: il virus inizia ad adattarsi meglio alla specie umana (rischio pandemico sostanziale). Contromisure: aumentare al massimo gli sforzi per contenere e rallentare la diffusione della malattia con l’obiettivo di scongiurare una pandemia e guadagnare tempo per attuare tutte le possibili contromisure.

-  Fase 6. Periodo Pandemico: il virus si trasmette in tutta la popolazione. Contromisure: minimizzare l’impatto della pandemia.

-  (da www. Epicentro.iss.it, Centro nazionale di epidemiologia dell’Istituto superiore di Sanità).

* La Stampa, 27/4/2009 (19:59)


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