’Ndrangheta: una nota sull’incontro e dibattito "Informazione e Controinformazione" tenutosi a Pesaro il 24 maggio 2009

LA CAPACITA’ DELL’INDIGNAZIONE - di Giulia Ronchi

"Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza."
venerdì 29 maggio 2009.
 

PESARO, 24 maggio 2009

Giornalisti, artisti, intellettuali, questa singolare coppia calabrese è stata al centro dell’incontro e dibattito "Informazione e Controinformazione" , svoltosi questa mattina in occasione dell’apertura dell’Alternativamente.

Personaggi contrastati, censurati e spesso pericolosamente osteggiati, Emiliano e Saverio non hanno smesso di condurre la loro battaglia a sostegno della Verità in Italia. La forza della causa da loro sostenuta si concretizza nell’ottobre 2004 con la fondazione del giornale "La Voce di Fiore", prendendo il nome dal loro paese di provenienza, terra d’origine, dalla quale sono stati costretti ad allontanarsi a causa delle numerose minacce spinte dalla ’Ndrangheta e dalla criminalità organizzata del luogo.

La lotta per la controinformazione continua, e nel 2007 viene pubblicato il saggio La Società Sparente, contestato e ostacolato fino ad arrivare alla censura totale subito dopo la prima edizione. "Abbiamo un concetto di informazione libera" ci spiega Emiliano, e così il libro è stato reso disponibile e gratuitamente scaricabile da Internet.

L’informazione e la politica entrano nelle nostre menti in modo impercepibile e insospettabile, conducendoci e condizionandoci fino a minare il concetto di Repubblica Democratica dietro al quale l’Italia cerca ancora di mascherarsi. Così il compito di reagire all’intero sistema appare arduo come cercare di ribellarsi alle proprie radici.

Come combattere e cosa combattere?

Parla così Saverio: "La mia ricerca parte dall’impulso che il mio occhio di artista e poeta ha colto guardandomi attorno...architettura folle, favoritismo e corruzione, tutto ciò macchia l’Italia e i suoi cittadini come un morbo difficile da estirpare...La voglia di riscatto parte dalla ricerca del Bello, come valore e condizione esistenziale, che dovrebbe rimpiazzare tutto ciò che adesso...è il brutto, appunto, molto semplicemente."

La nostra principale arma di difesa dovrebbe allora diventare l’indignazione, un occhio e una mente critica schierati in prima fila, che lottano finalmente per una società che non infanghi la verità scomoda con uno scadente spettacolo di seconda mano, la quale pessima qualità induce troppo spesso all’assuefazione.

Concludendo l’incontro, Emiliano sceglie il Canto della conoscenza (Inferno) come gran finale: "Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza."

Giulia Ronchi


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