Calabria felix

La parola chiave è: "nulla". San Giovanni in Fiore, capitale di emigrazione e disoccupazione, distrutta da una politica della trippa - di Marco Militerno

Il posto è la metafora del vuoto, grazie alla "Castina" che permane
lunedì 13 luglio 2009.
 

Quattro anni di immobilismo e insipienza amministrativa! Chi li risarcirà a San Giovanni? Questa amministrazione che volge al termine lascerà segni indelebili nella storia di San Giovanni: tutti negativi.

Nessun programma di rilancio economico del centro storico, anzi un’Abbazia sotto sequestro e cassonetti della spazzatura che deturpano scorci di indubbio valore archittettonico.

Nessuna programmazione seria per integrare la città col territorio dove insiste un parco nazionale, anzi una ferrovia dismessa i cui caselli sono stati riconvertiti in pubs e ristoranti per sparuti avventori.

Nessun piano di risanamento ambientale per un territorio, dove la tutela del paesaggio dovrebbe essere tra le priorità di un’amministrazione illuminata, anzi una discarica che adeguatamente potenziata servirà da sfogo alla monnezza della provincia.

Nessun coinvolgimento della società civile e delle forze di minoranza alle decisioni che riguardano la collettività.

Frotte di giovani, ormai disgustati di politica e antipolitica che girovagano per la città senza meta, alla disperata ricerca di un futuro che mai potrà esserci in questa San Giovanni in Fiore. Per loro la notte bianca! Occasione per redimere i politici del potere dalla futile attività di costruttori di futuro.

Per i pochi privilegiati Sant’Anas da Salerno-Reggio Calabria, unica santa a cui votarsi. A San Giovanni anche la posta non viene più consegnata perché qui, Eboli della Calabria del terzo millennio, anche la corrispondenza deve essere una conquista da sudarsi con i ricorsi.

Fra un po’ si darà forse un nuovo consiglio comunale dove si parlerà, si discuterà e ci si azzufferà pure, ma tutto rimarrà come prima per proseguire nel degrado di una realtà che sprofonda sempre più nelle paludi del sottosviluppo e con essa una regione che ormai è sempre più preda di politici criminalmente votati alla distruzione della Calabria e della loro: si perché l’aria, l’acqua e la terra che sono riusciti a contaminare è la stessa che vivono loro con i propri figli.

Non credo che le speranze di riscatto di questa terra possano ritrovarsi nella incensurata, ma clientelistica condotta dei notabili politici locali, ma occorre fare di tutto perchè si crei una nuova classe politica, giovane e capace di amare ancora la propria terra per uscire da un tunnel di oscurantismo che sembra interminabile, infinito come il mandato di alcuni bramini nostrani.

Marco Militerno, consigliere comunale del Movimento Vattimo per la Città


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