Emiliano Morrone ed Alex Cimino alla Manifestazione Agenda Rossa; Roma, 26 Settembre 2009
RESISTENZA
Questo stato è originato dalle stragi nello Stato.
Un signore ha comperato il silenzio e generato
un’Italia senza testa ed un sistema trapiantato
che ha disfatto la memoria e la giustizia sotterrato.
Questo stato è originato dalle stragi nello Stato.
Quel ministro ha dichiarato: "Non ricordo cosa è stato,
Borsellino, un magistrato, mi onorava da insediato".
Tanto Stato lì c’è stato, riveriva il nominato.
Un boato e dilaniato quello Stato dello Stato
che ha lottato per lo Stato, investigato,
lacerato il suo corpo, dissipato,
funestato dall’eccidio anticipato.
Per anni in propaganda la sua agenda hanno occultato,
ma non hanno spezzato la sua voce e il suo coraggio,
che s’alza nelle piazze, per le strade, contro il patto
tra pezzi dello Stato ed Antistato all’arrembaggio.
Questo Stato alimentato dall’inganno e dal reato,
dal castello sul sagrato quell’ordigno hanno azionato,
nel segreto scellerato di un agente sconsacrato,
traditore dello Stato, servitore d’apparato.
Spatuzza, Ciancimino e poi finanche il sommo capo
han detto che lo Stato ha negoziato; è verbo sciapo?
Nasceva in quel frangente, è cosa vera, un nuovo corso:
misteri, uno stalliere, un condannato, no al rimorso.
Questo Stato s’è formato col ricatto amplificato,
un signore ha comperato il silenzio e generato
un’Italia senza testa ed un sistema trapiantato
che ha disfatto la memoria e la giustizia sotterrato.
E se parli, scavi o gridi ti distrugge con i fidi,
che si prestano per loggia mentre lui si gonfia e sfoggia
prestazioni e risultati, sei nel baratro e ci ridi,
non importa, sei contento: mentre crepi, canta in règia.
Per anni in propaganda la sua agenda hanno occultato,
ma non hanno spezzato la sua voce e il suo coraggio,
che s’alza nelle piazze, per le strade, contro il patto
tra pezzi dello Stato ed Antistato all’arrembaggio.
Altri video della Manifestazione Agenda Rossa; Roma, 26 Settembre 2009
Se Borsellino in musica
è "strage di Stato"
di ALBERTO MATTIOLI (La Stampa, 28/9/2009)
Il titolo è forte. Tradotto, suona così: «19 di luglio o come instaurare una seconda Repubblica fondata sul sangue di una strage di Stato». L’originale è in inglese, a sua volta tratto da Lampi nel buio, un brano di Salvatore Borsellino dedicato all’assassinio di suo fratello Paolo, appunto il 19 luglio del 1992, e a tutti i relativi misteri.
Un giovane compositore, Giovanni Mancuso, l’ha musicato («Perché in inglese? Perché vorrei che queste cose si sapessero anche all’estero e poi perché l’inglese è più adatto alla mia musica») e ieri l’ha eseguito in prima assoluta alla Biennale Musica di Venezia.
Però non è stato distribuito il testo, né in inglese né in italiano, mentre sul programma il titolo diventava un anodino July 19th. Finita l’esecuzione, Borsellino è salito commosso sul palco per ringraziare, ma ha anche aggiunto che «sarebbe stato bene se fossero stati dati al pubblico tutti i mezzi per capire».
Mancuso, lei si sente censurato? «L’atmosfera era tesa, ma diciamo che alla fine sono stato contento di aver potuto suonare la mia musica». Sarà. Certo che di questi giorni, con indagini, ferite e polemiche riaperte, parlare di «strage di Stato» è esplosivo. E la musica, si sa, è il detonatore più potente che esista.