di Vincenzo Tiano
Il 28 e 29 marzo 2010 i cittadini di San Giovanni in Fiore sono chiamati alle urne per l’elezione del Consiglio comunale e del Sindaco. Antonio Barile, dottore in economia e commercio, imprenditore, promotore ed analista finanziario, è il candidato sindaco del Pdl e consigliere d’opposizione uscente.
Dottor Barile, cosa la spinge a candidarsi nuovamente alla carica di Sindaco?
L’amore per la mia terra. Non è retorica. Non ho altro motivo che non sia una passione viscerale per la mia città. Subito dopo la laurea, pur avendo ricevuto interessanti proposte di lavoro dalla mia università, sono ritornato nella mia terra, dove lavoro e faccio politica da dieci anni. Sempre all’opposizione...
Le più grosse critiche che le vengono rivolte sono proprio queste: che è all’opposizione e non riesce a vincere...
Non riesco a vincere, credo, non per mio demerito, anzi... Il fatto è che combatto da solo contro un sistema. E spesso ho dovuto affrontare ostacoli interni.
I famosi dissidenti del Pdl?
Più che dissidenti, semplici simpatizzanti che hanno cercato di mettere in discussione la leadership. Il risultato è che non sono state avanzate altre proposte oltre alla mia candidatura. La base mi ha espresso e in democrazia quello che conta è il consenso, oltre alle idee che non mancano.
Appunto le idee, cosa vi distingue delle altre coalizioni?
Ciò che ci distingue è una cosa molto semplice ma cruciale in una prospettiva di vero cambiamento, e cioè avere idee e allo stesso tempo la libertà di attuarle. Anche gli altri candidati hanno idee, ma saranno davvero liberi di tradurle in realtà?
Questo è il suo slogan “la nostra forza: essere uomini liberi”!
Non è solo uno slogan, ma il riassunto di dieci anni di battaglie, spesso aspre, in consiglio comunale, a tutela di un sacrosanto diritto ad avere una buona amministrazione.
A volte però è mancato il rispetto delle istituzioni, le sembra normale?
No, non è normale, ma non è normale nemmeno l’abuso delle istituzioni cui ho assistito in questi dieci anni: irregolarità di ogni tipo da parte di una maggioranza convinta di poter fare ogni cosa solo perché aveva i numeri per decidere.
Secondo lei esiste ed opera la criminalità organizzata a San Giovanni in Fiore?
Credo non ci sia un sodalizio criminoso tradizionalmente inteso, cioè un gruppo di persone con dei capi che si avvale della forza di intimidazione e dell’omertà per commettere delitti. Ciò non toglie che bisogna essere vigili affinchè ciò non accada.
Però San Giovanni in Fiore è un comune calabrese...
Non importa, ci sono spazi neutri in cui le mafie non hanno interesse ad agire. In questi spazi la politica locale può fare molto. Il vero problema nel nostro comune è la malapolitica che genera cattiva amministrazione.
Quali sono secondo lei le peggiori scelte politiche della maggioranza uscente?
Scelte contrarie ad ogni logica di buon governo, economicità ed efficienza in ogni settore: dalla gestione dei rifiuti al servizio di riscossione dei tributi, dalle politiche del lavoro ai servizi sociali, dai conti pubblici all’ordinaria amministrazione. Per non parlare della vicenda dell’Abbazia Florense... Nulla di nulla. Se il comune non avesse avuto un’amministrazione, forse i cittadini, autogestendosi, avrebbero lavorato meglio.
Il progetto delle primarie aperte era uno strumento buono per selezionare i candidati sindaci, come è andata a finire?
Fatto fallire dal Pd il quale dopo aver firmato un protocollo d’intesa non lo ha rispettato per questioni interne al partito.
Come intende risollevare la città?
Dice bene, risollevare la città. San Giovanni in Fiore ha ormai i motori spenti ed è sulla via del declino. Intendiamo lavorare per rimetterla in moto agendo su due fronti: ordinaria amministrazione e straordinaria amministrazione. Da un lato la qualificazione della spesa e l’efficienza amministrativa e dall’altro obiettivi di più ampio respiro. Avere la capacità di ottimizzare i costi di gestione fornisce all’amministrazione delle risorse da poter investire nelle attività di sostegno dello sviluppo del territorio. In poche parole ottimizzare le spese in funzione degli obiettivi.
Quali sono i principali obiettivi?
Abbiamo un programma che riguarda ogni settore e che tutti cittadini sono invitati a leggere. In sintesi la nostra idea strategica di sviluppo passa per il settore turistico, il tessuto imprenditoriale e produttivo, il patrimonio ambientale e storico-culturale. I nostri principali impegni amministrativi sono: la qualificazione della spesa e l’efficienza amministrativa, come dicevo prima, la ricognizione patrimoniale dei beni del Comune, l’istituzione di un assessorato ai fondi ed alle politiche comunitarie, l’istituzione di una consulta degli emigrati e del difensore civico, la riqualificazione del sistema urbano ed ambientale.
Pare che la vostra lista sia appoggiata anche da uomini di sinistra, è vero?
Proprio così e penso sia la prova del fallimento di una sinistra poco sociale, democratica e solidale. Il nostro Programma amministrativo ha come valore principale le persone.
Si sente di fare dei pronostici?
Non sono un veggente, ma so soltanto di aver raggiunto ottimi risultati alle elezioni provinciali. Il buon lavoro alla fine ripaga.
E’ stato il più votato del comune di San Giovanni in Fiore...
Esattamente. Ed allora ero quasi solo. Oggi invece ho un gruppo affiatato di candidati consiglieri, giovani, leali tra di loro, sanamente competitivi, di varie estrazioni sociali e competenze lavorative, i quali non hanno come obiettivo principale quello di sedersi su una poltrona, ma di vedere rinascere la nostra città.
Che appello si sente di fare agli elettori?
Abbiate il coraggio di servirvi del vostro potere.
(Intervista del 12/03/2010)