C’è un collegamento netto fra Silvio Berlusconi e Domenico Scilipoti, l’agopuntore di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), ex deputato IdV, di cui si è parlato come stella della televisione.
L’omino, vispo e tracagnotto, ha la figura del comico: nei tratti, nell’accento, nel viso, nell’eloquio; iperbolico, grottesco, irrefrenabile.
Fa il cretino davanti alle telecamere, gli riesce bene: ha capito che deve esagerare, condire, mescolare, uscire dalle regole. Infatti, l’unico principio su cui si fonda il successo via etere è apparire il più possibile stupidi, di là dall’estetica personale. Soprattutto la tv italiana ha bisogno di riempire i palinsesti con idiozia, indecenza, vuotezza. Serve all’oligopolio dell’editoria per camuffare la realtà d’ogni giorno, carica di problemi, dolore, disparità.
La rivoluzione culturale è stata avviata e compiuta dal primo ministro, padrone della televisione e dei giornali. Anzi, Berlusconi deve tutto, perfino l’aver perso completamente il senno, ai suoi potentissimi mezzi di persuasione. E’ un prodotto di se stesso, insomma. Causa sui.
Con le sue "gag", Berlusconi è diventato simpatico, umano, paradigmatico; costruendo un sistema che premia l’esatto contrario dell’intelligenza, dell’autonomia, della moralità, dell’altruismo. Così, ha potuto ripararsi dal giudizio pubblico sulle sue frequentazioni e operazioni, di mafia e corruzione indipendentemente dalle responsabilità accertate in giudizio.
Scilipoti, invece, è apparso come meteora all’improvviso, conquistando l’attenzione dei media per aver tradito elettori e cause dell’Italia dei Valori, e per le curiosità legate al personaggio, amplificate da satira e stampa.
Ci sono due fatti, fra di loro legati, che meritano attenzione, seguendo il mio ragionamento.
Il 14 dicembre scorso, prima che Scilipoti votasse la fiducia al governo, dei poveri extracomunitari hanno sfilato nel centro di Roma con gli striscioni d’una associazione in suo favore.
Non conoscevano il soggetto, non ne avevano neppure sentito parlare. L’ho verificato personalmente, con interviste e riprese. Erano stati messi lì per scena, magari con la previsione che l’informazione, come poi avvenuto, ne avrebbe reso conto.
Forse nel furbo Scilipoti (nella foto satirica con la spilla del Pdl sulla giacca) erano ancora vive le immagini della caccia agli africani di Rosarno. Per certo, la "sua" associazione s’è detta contro l’affarismo delle banche e contro tutte le mafie; in particolare, riporto la dichiarazione d’una responsabile bresciana, "la ’ndrangheta".
Ieri, alcuni quotidiani, a partire da "Il Fatto", hanno lanciato la notizia, autentica, di rapporti di Scilipoti con esponenti del clan di ’ndrangheta Stelitano-Zavattieri. E, stranamente, l’omino tracagnotto ha dato spettacolo alla trasmissione radiofonica "Un giorno da pecora" (Radio 2), rivolgendosi da ubriaco a Gian Antonio Stella e sfidando i suoi contestatori politici e Michele Santoro.
Nel suo monologo da invasato, ligio seguendo un copione prescritto, ha inserito, frenandosi a cadenza, le buone azioni da parlamentare: denunce, atti ispettivi, posizioni.
La tv lo celebra, la stampa lo guarda, Internet lo sbeffeggia. Ma nessuno, fin qui, va a fondo circa i suoi rapporti con la ’ndrangheta.
Domenico Scilipoti è un soggetto da cui mi guarderei bene. Come dal suo maestro di comunicazione, Silvio Berlusconi.
Carmine Gazzanni
Scilicopia e Scilincolla
di Massimo Gramellini (La Stampa, 07.04.2011)
Il programma dei Responsabili è copiato di sana pianta dal manifesto degli intellettuali fascisti del 1925. Incredibile. Non tanto per il riferimento ai fascisti, ma agli intellettuali. Uno non fatica a immaginarsi la scena: Scilipoti alla scrivania con la matita in bocca e gli occhi al soffitto.
Responsabilità nazionale è... è... è... Ah, saperlo. All’improvviso, la luce: perché non inserire una parola-chiave su Internet, come uno studente in cerca di ispirazione? «Manifesto», per esempio. Orrore! Sullo schermo è comparso il barbone di Marx. Un momento... più in basso affiora il filosofo Gentile col manifesto degli intellettuali fascisti da lui ispirato.
Leggiamo un po’... «Il fascismo è il movimento recente e antico dello spirito italiano, intimamente connesso alla storia della nazione». Scilipoti ha un sussulto: parla di me! Chi è più recente e antico della nostra simpatica combriccola di voltagabbana? Chi più intimamente connesso alla storia della nazione? Il leader recente e antico pigia il tasto «copia e incolla» e il più è fatto. Giusto un paio di ritocchi. «Responsabilità Nazionale» al posto di «Fascismo», che come soggetto è un po’ datato. Anche «intimamente» va sostituito perché fa venire in mente il bunga bunga. Meglio «internamente»: orribile e casto.
Tra una scopiazzata e un’incollata si approda al gran finale. Gentile aveva scritto: «La patria è concezione austera della vita». Scilipoti lo personalizza con la sua griffe inimitabile: «Responsabilità è concezione austera della vita». Ci piace sperare che a quel punto gli sia almeno venuto da ridere.
I DUE BRANI A CONFRONTO
Scilipoti copia il manifesto fascista
Nel "programma"
dei responsabili
intere frasi riprese dal testo redatto
da Giovanni Gentile nel 1925 *
«Interi brani del testo programmatico dei Responsabili sono copiati di sana pianta da quello redatto nel 1925 per il partito di Mussolini. Leggere per credere»: così «l’Espresso» rivela di aver scoperto che il movimento di Scilipoti ha effettuato un vero e proprio «copia e incolla». «Quello che ha fatto il parlamentare Domenico Scilipoti, l’ex dipietrista diventato l’instancabile anima dei Responsabili, supera però ogni aspettativa», aggiunge il settimanale che poi mette a confronto i due testi.
Ecco alcuni passi del testo del movimento dei responsabili: «Responsabilità Nazionale è il movimento recente ed antico dello spirito italiano, internamente connesso alla storia della Nazione Italiana. Responsabilità è politica morale. Una politica che sappia coinvolgere l’individuo a un’idea in cui esso possa trovare la sua ragione di vita, la sua libertà, il suo futuro e ogni suo diritto. Responsabilità di Patria è la riconsacrazione delle tradizioni e degli istituti che sono la costanza della civiltà. Responsabilità è concezione austera della vita, non incline al compromesso, ma duro sforzo per esprimere i propri convincimenti facendo sì che alle parole seguano le azioni».
Le frasi sono identiche a quelle del manifesto redatto da Giovanni Gentile: «Il Fascismo è un movimento recente ed antico dello spirito italiano, intimamente connesso alla storia della Nazione italiana, ma non privo di significato e interesse per tutte le altre. (....) un’idea in cui l’individuo possa trovare la sua ragione di vita, la sua libertà e ogni suo diritto Codesta Patria è pure riconsacrazione delle tradizioni e degli istituti che sono la costanza della civiltà, nel flusso e nella perennità delle tradizioni. È concezione austera della vita, è serietà religiosa (...) ma è duro sforzo di idealizzare la vita ed esprimere i propri convincimenti nella stessa azione o con parole che siano esse stesse azioni».
I due testi sono chiaramente "gemelli". E l’Espresso chiosa: «Un caso? Piuttosto improbabile. Resta solo da chiedersi come sia saltato in mente a Scilipoti di prendere un manifesto fascista e di farlo diventare, con un po’ di correzioni, il testo base del manifesto dei Responsabili».
* La Stampa, 06/04/2011
RICORSI STORICI
I Responsabili di Scilipoti
"pescano" dal manifesto fascista
Intere frasi del manifesto redatto dal deputato ex dipietrista passato con Berlusconi sono ricopiate integralmente dal "Manifesto degli intellettuali fascisti" di Giovanni Gentile (1925)
di MATTEO PUCCIARELLI *
ROMA - Il copia e incolla ideologico miete vittime, e non solo in ambito universitario. Sarà stato per mancanza di fantasia, o magari per mancanza di tempo. Fatto sta che, carta canta, il manifesto del Movimento Responsabilità Nazionale, di cui è segretario Domenico Scilipoti - deputato prima dipietrista e poi passato nelle file della maggioranza il 14 settembre, giorno della fiducia a Silvio Berlusconi - risulta identico in diverse sue parti al "Manifesto degli intellettuali fascisti", redatto nel marzo 1925 durante il convegno per la cultura fascista di Bologna. Un testo scritto sotto le indicazioni di Giovanni Gentile.
Qualche esempio. La prima frase del manifesto scilipotiano è ricalcata pari pari da quello del 1925: "Responsabilità Nazionale è il movimento recente ed antico dello spirito italiano, internamente connesso alla storia della Nazione Italiana"; nell’altro si legge Il fascismo è un movimento recente ed antico dello spirito italiano, intimamente connesso alla storia della Nazione Italiana. Cambia una sola parola: "internamente" al posto di "intimamente".
Al quinto punto, poi, si parla di responsabilità come "politica morale. Una politica che sappia coinvolgere l’individuo a un’idea in cui esso possa trovare la sua ragione di vita, la sua libertà, il suo futuro e ogni suo diritto". Ottantacinque anni fa Gentile scriveva: un’idea in cui l’individuo possa trovare la sua ragione di vita, la sua libertà e ogni suo diritto. Solo la parola "futuro" è stato depennata, forse perché proprio in quelle settimane era stata scelta dai finiani del Fli.
La decima massima del movimento di Scilipoti spiega come responsabilità di patria sia "la riconsacrazione delle tradizioni e degli istituti che sono la costanza della civiltà". Nel manifesto fascista si diceva che codesta patria è pure riconsacrazione delle tradizioni e degli istituti che sono la costanza della civiltà, nel flusso e nella perennità delle tradizioni.
Infine l’ultimo punto. "Responsabilità è concezione austera della vita, non incline al compromesso, ma duro sforzo per esprimere i propri convincimenti facendo sì che alle parole seguano le azioni". Gli intellettuali del regime la pensavano allo stesso modo, anche se non si riferivano alla "responsabilità" ma alla patria: E’ concezione austera della vita (...) duro sforzo di idealizzare la vita ed esprimere i propri convincimenti nella stessa azione o con parole che siano esse stesse azioni.
* la Repubblica, 06 aprile 2011
Questione morale, De Magistris scuote l’Idv
Di Pietro risponde: "Vuole il mio posto"
Lettera firmata dall’eurodeputato, da Sonia Alfano e Giulio Cavalli dopo i casi Scilipoti-Razzi. I
l presidente del partito contrattacca. E su internet parte il sondaggio di MicroMega. Che accusa Di Pietro
di MATTEO PUCCIARELLI *
ROMA - E’ stato un Natale non proprio tranquillo per l’Italia dei valori. Dopo le improvvise "conversioni" dei deputati Domenico Scilipoti e Antonio Razzi, già antiberlusconiani di ferro che poi hanno votato la fiducia a Berlusconi lo scorso 14 dicembre, era inevitabile che sul banco degli imputati finisse nuovamente la gestione del padre-padrone del partito, quello cioè che aveva redatto le liste, Antonio Di Pietro. Un’occasione servita sul piatto d’argento per il maggior competitor interno dell’Idv, Luigi De Magistris. Che insieme a Sonia Alfano e Giulio Cavalli aveva scritto una lettera, durissima, all’ex pm. Lettera presa non bene da Di Pietro che ha risposto attraverso un video pubblicato su internet 1.
Le "ultime vergogne". La lettera a Di Pietro citava Enrico Berlinguer: "Nell’Idv oggi c’è una spinosa e scottante questione morale, che va affrontata con urgenza, prima che la stessa travolga questo partito. Senza rese dei conti e senza pubbliche faide, crediamo che mai come adesso il presidente debba reagire duramente e con fermezza alla deriva verso cui questo partito sta andando per colpa di alcuni". Poi De Magistris e compagni rilanciavano "la necessità di una brusca virata" chiedendo a Di Pietro "di rimanere indifferente al mal di mare che questa provocherà in chi un cambiamento non lo vuole. In chi spera che l’Idv torni un partito del 4% per poterlo amministrare come meglio crede. Gente che non ha più alcun contatto con la base e rimane chiusa nelle stanze del potere, cosciente che senza questa legge elettorale mai sarebbe arrivata in Parlamento e che se questa cambiasse mai più ci tornerebbe".
Le reazioni. Prima il capogruppo alla Camera Massimo Donadi aveva parlato di "pugnalata alle spalle". Dopo la risposta dell’ex pm di Mani Pulite, che ha sì fatto mea culpa, ma poi ha contrattaccato: "Chi critica non ha sempre ragione. A volte chi critica è interessato a prendere lui stesso il posto di chi viene criticato". Un modo insomma per ribadire la leadership e allontanare le pretese dell’eurodeputato: "Voglio rassicurare tutti sul fatto che c’è un impegno preciso del partito per una militanza trasparente del quale parleremo in un esecutivo nazionale a gennaio".
Il sondaggio di MicroMega. La rivista diretta da Paolo Flores d’Arcais, sempre attenta ai temi e alle vicende dipietriste, è tornata a parlare della gestione dell’Idv e ha lanciato un sondaggio 2 sul proprio sito. Risultato: l’80% dei lettori opta per due delle quattro opzioni possibili che più o meno puntano il dito contro Di Pietro.
I precedenti. Che i cavalli su cui di volta in volta ha puntato Di Pietro si siano spesso rivelati inaffidabili non è una novità. In passato ci fu Valerio Carrara: venne eletto con l’Idv al Senato e, veloce come un lampo, il primo giorno di legislatura passò col centrodestra. Poi Sergio De Gregorio, uno di quelli che fece cadere il secondo governo Prodi. Poi Pino Arlacchi. Poi Americo Porfidia. Tutti ri-finiti a vario titolo con Berlusconi. Infine Scilipoti e Razzi. Senza dimenticare che dei 29 eletti alla Camera nel 2008 con l’Idv ben sette se ne sono andati, direzione gruppo misto (a parte uno, Touadi, finito nel Pd). Per un movimento che fa della durissima opposizione al premier la propria ragion d’essere, non è il massimo.
Terza gamba del centrosinistra. In mezzo a questo marasma ci sono i sondaggi che arrivano sul tavolo dell’ex pm. E non fanno presagire nulla di buono. Praticamente tutti gli istituti dicono che Sinistra Ecologia e Libertà è diventato il secondo partito di un ipotetico Nuovo Ulivo, con picchi dell’8%. La flessione dell’Idv è evidente e le ultime vicende non hanno certamente fatto bene: il partito viaggia tra il 4,5 e il 7%. Segno che secondo l’opinione pubblica l’alternativa a sinistra del Pd, in questo momento, non è più quella rappresentata da di Di Pietro.
* la Repubblica, 25 dicembre 2010)
COMUNICATO STAMPA
Roma 17 Dicembre 2010 ore 10:51
Prendo atto di quanto scritto ed affermato in queste ultime ore dalla stampa, da Annozero nella puntata del 16 Dicembre 2010, dalle affermazioni rivoltemi da Sonia Alfano sul sito www.giornalettismo.com.
Ritengo False e tendenziose le notizie divulgate, che mi vedrebbero coinvolto in fatti del 2002 ritenuti di affilazione malavitosa di cui ne sono completamente estraneo.
Non ho mai avuto rapporti di nessun genere con affiliati alla malavita e non sono stato mai raggiunto da nessun avviso di garanzia.
Nelle prossime ore, i miei legali faranno prevalere le ragioni del buon diritto.
On Domenico Scilipoti
Ps. rimuovi immediatamente quel simbolo sulla foto che hai modificato altrimenti ti denuncio.
Faccia pure, on.le Scilipoti. Denunci. E’ evidente che si tratta di satira, e qui lo metto per iscritto, a disposizione della magistratura. Lei ha tante cose da spiegare, e non mi pare che con la minaccia di denuncia esca bene da questa storia. Prendo atto di questa sua uscita, che troverà in rete la massima divulgazione. Buon Natale,
Emiliano Morrone
Se sei così sicuro, perchè non lo dimostri che si è venduto? è come se dicessi che tua moglie ti ha tradito senza neppure conoscerla, solo perchè è una donna.
Gente riflettete su quello che scrivete e mi riferisco in particolar modo a tutti quelli che vedono male il fatto che Scilipoti abbia lasciato Di Pietro. Di Pietro non è migliore di Berlusconi, sono esattamente uguali nella gestione del partito, e credo che Scilipoti continuerà ad essere l’uomo che testardamente continuerà le sue battaglie ancora di più oggi e sempre nell’interesse dei cittadini. Ha posto quesiti seri all’interno del partito che non sono l’agopuntura o altro, ma proplemi quali le medicine per tutti gratis e controllate, incluse le medicine non convenzionali, ma se fate caso Di pietro l’ha bocciato e sapete perchè? guardate l’elenco dei deputati IDV vi sono altri due componenti molto vicini a Di Pietro della campania di cui uno è senatore e l’altro è deputato che guarda caso sono odontoiatra e l’altro ostetrico farmacita che d’estate ospitano Di Pietro sui loro yacth nella costiera sorrentina. A quanto pare uno di questi ha qualche cosa con la giustizia in campania ma Di Pietro non ne parla (per il momento). Poi Scilipoti ha aperto anche una discussione interna sul problema di usura bancaria, presentando una proposta di legge non firmata dai componenti di IDV, inoltre ha posto una questione interna sul finanziamento del partito e come si spendono i soldi pubblici, inoltre ha posto una questione interna sulle alleanze, ma gli è stato sempre risposto di stare zitto, quando invece si doveva votare bisognava osservare i comandamenti, qui ti ho portato io. Dovevano uscire in 6 dall’IDV erano tutti d’accordo, alla fine sono usciti solo due, ma sono convinto che a breve usciranno gli altri quattro. Pensate quello che volete su questa mia interpretazione è pura fantasia o GRANDE VERITà, il seguito ve lo racconterò tra qualche settimana, così come è stato azzeccato il film di Totò sul sito Scilipoti, TRE voti sono determinanti per far cadere un governo... sono stati esattamente TRE, tutti illazionavano prima poi hanno visto LA VERITà - UN saluto e BUON NATALE
Il punto è: c’è o no un rapporto di Scilipoti con il clan di ’ndrangheta? Non c’entra Di Pietro, non c’entrano le proposte dell’onorevole, ex IdV. Risponda Scilipoti, please. Attenendosi alla domanda.
Emiliano Morrone
Se "c’era da aspettarselo" a detta dell’on. Alfano; se tutto ciò che lasciate intendere è vero, allora perchè è stato candidato in Italia dei Valori? Le referenze a suo tempo richieste che fine hanno fatto?
Certe notizie, se vere, non sono certamente recenti!
I valori esistono solo quando si è nel partito?
La Costituzione la si difende solo quando fa comodo? E mi riferisco alla libertà di mandato...
Da cittadino elettore che ha sempre votato liberamente, valutando al momento, dico che meno rumore fate meglio è.
Si rischia di perdere la credibilità, che è la cosa fondamentale.
Da San Giovanni in Fiore
Pasquale Tiano
Le parole di Pasquale Tiano sono condivisibili...insomma quella pezzo da novanta, anzi da centottanta chili di Di Gregorio (o De Gregorio?) nulla ha insegnato?
d. barberio
SCILIPOTI - FACCIAMO PREVALERE LA TOTALE UNICA VERITA’ Roma, 18/12/2010. “Prendo atto di quanto scritto e affermato in questi ultimi giorni dalla stampa e, in particolare, da Anno Zero nella puntata del 16 dicembre 2010, e dalle affermazioni rivoltemi da Parlamentari dell’IdV. Ritengo false e tendenziose le notizie divulgate, che mi vedrebbero coinvolto in fatti del 2002 ritenuti di affiliazione a organizzazioni di stampo mafioso di cui ne sono completamente estraneo. Non ho mai avuto rapporti di nessun genere con affiliati alla malavita e non sono mai stato destinatario di nessuna comunicazione giudiziaria e di nessun avviso di garanzia. Mai nessuno, fino ad oggi, né organi di stampa, e neppure semplici cittadini dell’interland, si era mai sognato di associare il mio nome a fatti o accadimenti legati a organizzazioni di stampo mafioso. Nelle prossime ore i miei legali faranno prevalere le ragioni del buon diritto.”
Ufficio stampa e Segreteria On. Domenico Scilipoti
On.le Scilipoti, che vuol dire "le ragioni del buon diritto", in soldoni?
Grazie per la risposta che vorrà dare,
Emiliano Morrone