Approfondimento

San Giovanni in Fiore, differenziata: "Città pulita" diffida il sindaco. Belcastro: "Attività Controlli una pagliacciata"

sabato 25 febbraio 2017.
 

C’è uno strano odore. Non lo sente chi vuole negare i fatti e gli atti sulla raccolta differenziata nel comune di San Giovanni in Fiore. Il punto è che ai 21 lavoratori della cooperativa "Città pulita”, che finora ha gestito sul posto il servizio rifiuti, viene imposto di accettare un contratto di 4 ore col vincitore della gara per la differenziata, l’associazione temporanea di imprese tra “Presila cosentina” e “Locride Ambiente”, entrambe partecipate dal privato “Ecologia oggi”.

Il contratto nazionale di categoria, come ci ha ribadito un noto esperto, Raphael Rossi, è nella fattispecie di 6 ore. Il sindaco Giuseppe Belcastro continua a dire che i lavoratori avranno una busta paga più carica, ma ciò non elimina il problema: le ore di lavoro devono essere 6, non 4. I diritti non li stabilisce, è ovvio, il Comune di San Giovanni in Fiore o Belcastro. La firma del contratto da parte dei lavoratori è prevista per martedì 28 febbraio.

La gara in questione è stata caratterizzata da una serie di anomalie, che abbiamo riassunto molte volte, peraltro rilevate dai deputati Dalila Nesci e Paolo Parentela e dal consigliere comunale Antonio Lopez, presidente della commissione consiliare “Controlli”.

Intanto il Comune di San Giovanni in Fiore ha ritenuto lettera morta due deliberazioni dell’Autorità nazionale Anticorruzione (Anac): 1) la numero 92/2012, che obbliga alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea dell’avviso di proroga dei termini per la presentazione delle offerte, il che nello specifico non è stato; 2) la numero n. 32/2015, che non consentiva l’avvenuto affidamento alla consortile Asmel dei servizi di committenza ausiliari, in quanto il 2 dicembre 2015 il Tar del Lazio, prima della conclusione della procedura in argomento, ha confermato in pieno il contenuto della deliberazione in parola, nella quale si legge, tra l’altro, che «la società consortile Asmel a r.l. non può essere inclusa tra i soggetti aggregatori di cui all’art. 9 del d. l. n. 66/2014, né può considerarsi legittimata ad espletare attività di intermediazione negli acquisiti pubblici, peraltro senza alcun limite territoriale definito».

Gli aggiornamenti del caso sono tre. Primo, negli atti di gara si legge che, alla firma del contratto con il Comune, il vincitore doveva pagare ad Asmel consortile l’1,5% del totale, per i servizi di committenza ausiliari resi. Il ricordato pagamento, sappiamo, non è ancora avvenuto, benché il suddetto contratto sia già stato firmato. Secondo, negli atti di gara si legge, ancora, che il vincitore avrebbe dovuto indicare, alla firma del contratto, la sede del proprio centro servizi e dimostrarne il titolo. Questo non è ancora avvenuto. Terzo, non risultano inserite nel contratto firmato le 3 unità aggiuntive presentate dal vincitore nel proprio progetto. Ora, il punto è semplice: quando si firma un contratto, per cui il segretario comunale fa da notaio, vanno controllate tutte le carte. Nel caso specifico, non risulta che ciò sia stato fatto.

Il sindaco di San Giovanni in Fiore intende provvedere per la parte che gli compete o vuol continuare a dire che va tutto bene e che le attività della commissione consiliare “Controlli” sono, per come raccontato da testimoni, «una pagliacciata»? Gli uffici municipali di competenza vogliono fornire qualche spiegazione? Nel merito pensano di agire o preferiscono aspettare ancora?

Nel frattempo, con una Pec dello scorso 24 febbraio, chiedendo la sussistenza dei requisiti previsti, “Città pulita” ha diffidato il sindaco, tramite l’avvocato Marcello Guarnieri di Cosenza, a non dare esecuzione al contratto.

Emiliano Morrone

emilianomorrone(at)gmail.com

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