Una riflessione sulla situazione romana

Centro e periferia. I due volti della capitale.

Sempre più nette le distinzioni tra centro e periferia. Il sindaco, intanto, organizza festival.
sabato 3 novembre 2007.
 

La notizia della donna morta in seguito alle violenze subite, sembra, da parte di un rumeno ha destato negli animi degli abitanti del Bel Paese rabbia e indignazione. Non solo, anche a livello politico sembra si stia muovendo qualcosa verso una più rigida legislazione in materia di immigrazioni ed espulsioni.

Il rischio, anche questa volta, è che tutto vada in "cavalleria", che tutto finisca in quell’orribile spirale che è il dimenticatoio. Terminata infatti l’onda emotiva che sta investendo il Paese, cosa si farà per dare concretezza a tutte queste belle parole che stiamo, per forza di cose, ascoltando dai "nostri" politici?

Si sta parlando di abbattere le baraccopoli, ovvero quella specie di agglomerati abitativi ed abusivi insiti dolentemente negli agglomerati urbani per restituire decoro a tutte quelle zone, come Tor di Quinto, quartiere semi-periferico nella zona a nord di Roma che, attualmente, sono dimenticate dai politici, specie quelli locali che più dovrebbero essere attenti alle problematiche del territorio.

Mi riferisco, ovviamente, al sindaco di Roma Walter Veltroni, futuro leader designato del neonato Partito Democratico (funzionera?) ed alla sua orda di consiglieri, assessori, consulenti. Dopo aver speso non so quanti milioni di euro per una cosa tanto stupida quanto inutile come il Festival del Cinema di Roma, non conveniva forse investire meno di un quarto per impiantare 8 o 10 lampioni in quel vialetto che collega la stazione di Tor di Quinto con l’arteria stradale principale?

Ci vuole tanto? Perchè i politici si fanno belli con quelle frivolezze (a che serve un altro festival del cinema se c’è già Venezia?) quando molte zone della città mostrano problematiche ben più impellenti che non vengono minimamente considerate?

Perchè, ancora oggi, ci sono distinzioni tra centro e periferia per quanto concerne, ad esempio, cose basilari come la pulizia ed il decoro delle strade? Nel centro di Roma gli addetti dell’AMA, l’azienda municipalizzata di nettezza urbana della capitale, puliscono almeno quattro volte al giorno. Perchè appena fuori le mura si vedono una volta alla settimana? Eppure tutti quanti pagano le tasse sui rifiuti solidi urbani, molto care tra l’altro, nella stessa egual misura: abitanti del centro e della periferia. Non c’è distinzione di localizzazione all’atto del pagamento, ma solo di metratura dell’appartamento.

Ancora oggi, abitando in quartieri semi-periferici di Roma, in uno di quelli in cui la famigerata "sopraelevata", la Tangenziale Est, entra dentro le case con i suoi rumori e i suoi fumi tossici, mi chiedo cosa spinga gli amministratori locali a far promesse da marinaio per raccimolare dei voti nel momento del bisogno. E ancora di più, mi chiedo come facciano i cittadini a sprecare il loro tempo andando a votare queste persone, di destra e di sinistra, per ungere ed ingrassare un sistema dal quale sono sistematicamente tagliati fuori.

Da dieci anni si vocifera, nel quartiere, che questo mostro urbano sarà abbattutto, ma puntualmente non avviene nulla. Ci sono progetti di recupero approvati ma, all’atto di concretizzare, come un refrain già ascoltato mille volte, mancano i fondi che, ovviamente, vanno spesi per organizzare il Festival del Cinema e altre frivolezze del genere.

Per questo, "caro" sindaco, prenda provvedimenti. Installi i lampioni, investa sulla sicurezza, spenda per il decoro urbano e non sprechi i risparmi di noi cittadini per organizzare rassegne dalle quali non attingiamo nulla, nè prestigio nè tantomeno denaro. Gettiamo la maschera?

Mauro Diana.


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