Oggi s’apprende che a Franco Battiato non è stata concessa la laurea in lettere a titolo d’onore dall’Università di Catania. Si doveva arrivare alla procedura formale, per lasciare intendere all’esterno che Battiato non andava bene, viste le sue dichiarazioni politiche, legittime e sacrosante, sulla vicenda elettorale catanese. Contro Umberto Scapagnini e per Enzo Bianco, con l’ipotesi di lasciare la città in caso di vittoria del primo. Bisognava ritrovarsi ufficialmente, come è stato, professori e dottori di Catania, per dar voce a un ragazzo ventiduenne, ben diverso dal discreto cubista di Vattimo - di cui, cioè, non si sa nome né giudizio -, che ha fatto valere, come da copione, le ragioni d’appartenenza a un sistema di conservazione e veto. Lo stesso che ha tagliato Biagi e spinto Santoro alla politica istituzionale. Si badi, nulla da riferire esclusivamente al cantautore Berlusconi. La faccenda è più di trasversalismo, apparentamento, accettazione, perdita d’identità, sconfinamento nell’indistinto. Il giovinotto che ha bocciato il grande Battiato si chiama Giacomo Bellavia, nel partito di An. Evidentemente, sta procedendo sulla strada bella il ragazzo, che, nella teologia di von Balthasar, è quella buona. Io, però, non lo colpevolizzerei più di tanto. Né per la scelta né per l’essersi sottoposto, assai probabilmente, al volere di qualcuno più grosso, politicamente più rappresentativo. Mi dispiace per il rettore dell’Università di Catania, Ferdinando Latteri, ex forzista e oggi presidente regionale della Federazione dell’Ulivo. Se c’è qualcuno a cui attribuire delle responsabilità per l’increscioso episodio, veramente brutto, è proprio lui, il primo dirigente dell’ateneo. C’è poco da dire, non si arriva a una così magra figura, sulle prime dei giornali nazionali. Preliminarmente si compongono eventuali divergenze interne, visto che, secondo regolamento, per la concessione della laurea honoris causa, ci deve essere l’unanimità. Il rettore doveva vedersela cogli altri membri del Senato accademico e, all’occorrenza, spostare in avanti la votazione, come ha sostenuto, con la solita eleganza e signorilità, il filosofo Manlio Sgalambro, fidato collaboratore di Battiato. La figuraccia la fa tutta Catania, assieme all’Università. Non si può scrivere quanto Battiato sia stato e rimanga emblematico per la città siciliana, per l’isola dei giardini, il Mezzogiorno e il Sud del mondo. Forse, non ci sono artisti così poliedrici e profondi, nel contempo, della sua portata. Fra ricerca, sperimentazione, musica, pensiero, poesia, pittura, cinema e spiritualità, accostamenti linguistici e culturali indovinatissimi, sonorità diversissime e mescolate, modi e tempi musicali anche diametrali, Battiato si è sempre mosso in agiatezza, producendo capolavori sublimi. Io non vedo tanto la preminenza del politico sul culturale nella scelta di Bellavia. Vedo l’imbarazzo, per la chiara dipendenza politica, del rettore Latteri, il quale dovbrebbe anzitutto salvaguardare la cultura, giusto per il suo ruolo. E magari pensare un po’ meno ai passaggi di stato o di Stato, di natura politica. Ovviamente non è il solo intellettuale istituzionale, in Italia, a lasciarsi prendere dal fascino del potere, a farsi sedurre dai capoccia. Rifacendo Battiato e tenendo comunque la mia stima per Latteri, canterei: «Povera patria, schiacciata dagli ottusi del potere».
Emiliano Morrone
Premetto che ciò che ciascuno dice o scrive, è soggettivo; non è verità in generale , è verità per chi, appunto, lo pensa.
Ho appreso con ritardo la notizia del prorogato riconoscimento a Franco Battiato della laurea honoris causa in lettere e la motivazione sottostante.
Non condivido la decisione, nè della negazione , nè dello slittamento dei tempi.
Penso che una laurea ( honoris causa o meno) si attribuisca per qualità di materia, conoscenze sostanziali, come dire : titolo in corrispondenza di specifici e indubbi meriti ( in tal caso c’è "l’aggravante" che nei comunicatori pubblici ( si passi il termine) i meriti sono giudicabili pubblicamente, appunto.E i meriti di Battiato sono indubbi.
Avrei capito se in una dichiarazione (realmente resa da Battiato, comprovabile oggettivamente ; che so, una intervista in tv) Battiato avesse dichiarato che il frammento in greco di "Di passaggio" fosse stato ripreso da un frammento di Eraclito , anziche di Callimaco, o che Sarcofagìa fosse stata tratta dal "De esu carnium" di Sofocle .
La sospensione di una laurea sarebbe stata scontata.
La dichiarazione rilasciata ( se rilasciata) rientra nella libertà di manifestazione di pensiero , compresa la libertà di esprimere opinioni politiche. ( Questo è legislativamente previsto persino per i dipendenti degli enti pubblici , università comprese.). "Lasciare una terra" : forse una estremizzazione istintiva di un dubbio, una preoccupazione umana , una incertezza soggettivissima e personalissima su una situazione politico, sociale ed economica, oltrechè culturale, che credo rilevi paradossalmente ancor di più l’attaccamento ad un contesto , la sensibilità e la lealtà di un uomo. Di certo non credo significhi lasciare con la mente e con l’anima la gente di Catania , quella terra, quelle origini.Sarebbe rinnegare se stesso, sarebbe rinnegare una appartenenza ( consiglio il film "Perduto Amor").
Valutare il" complessivo "di un uomo-artista, non sarebbe così sbagliato, no? Mi piacerebbe che non ci fossero strumentalizzazioni partitiche , che con la politica hanno poco ,forse nulla a che vedere e che le metonimie fossero utilizzate più correttamente, non stralciando all’occorrenza "pezzettini" ( come una frase)per arrivare a generalizzare e a "penalizzare" il niente che c’è da penalizzare.
Sono perplessa rispetto all’iter bloccante posto in essere e alla motivazione.Questo suscita più scalpore che non la frase rilasciata da Battiato.
Credo ( opinione soggettivissima) che "La Cura " sia una vera poesia d’amore , che L’invito al viaggio sia un magnifico "quadretto" baudelaireiano , che "L’ode all’inviolato" sia un ognuno di noi alle difficili prese con se stessi , con l’ esistenza, "Lontananze d’Azzurro" , un ottimistico pessimismo talora incompreso.
La notizia che ho letto spero sia uno scherzo:Vogliono un concerto gratuito
Grazie.
Paola.