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Ospedale di San Giovanni in Fiore (Cs): il sindaco di Benarivez scrive al governatore Scopelliti

lunedì 24 dicembre 2012.
 

Caro presidente Scopelliti,

le scrivo da Benarivez (nella foto il fiume Torquato in secca, che attraversa la città), di cui sono sindaco. Il mio lontano predecessore fu il fantasioso autore di Altre inquisizioni. Qui lo Stato coincide con il Comune, per cui è agevole e diretto gestire i servizi pubblici. Comprendo bene le difficoltà di altri sistemi: un parlamento, un governo centrale, Regioni, Province, catasti e catastrofi.

Benarivez è da tempo gemellata con San Giovanni in Fiore (Cosenza), dove mi dicono che il collega Antonio Barile, primo cittadino, è pronto a protestare insieme al popolo, sotto la sede dell’Azienda sanitaria e la presidenza della Calabria. Infatti, l’ospedale civile starebbe per chiudere, mentre quello di Acri (Cosenza), grazie all’azione politica dell’assessore Michele Trematerra, si salverà con un potenziamento sottoposto alla sua firma, presidente.

Il mio vice, Luis Gerocarne Garçia Galvani, la cui nonna vive alle porte di Acri in una vecchia fattoria, mi riferisce che San Giovanni in Fiore è più disagiata per la posizione geografica e le strade insidiose che la collegano a Cosenza, dove esiste un ospedale meglio attrezzato per l’emergenza. Garçia Galvani ha sposato Carmela Olivia Curia Mendoza, originaria proprio di San Giovanni in Fiore, ragione per la quale esiste il riferito gemellaggio. Il punto, allora, è che noi di Benarivez sentiamo il dovere di collaborare, affinché non vi siano contrapposizioni tra Acri e San Giovanni in Fiore, Galvani e sua moglie, la nonna e i parenti della signora.

Anche intorno a Benarivez, benché rari, sopravvivono fenomeni di campanilismo. Quando la mia giunta inaugurò lo stadio dell’ABC, che sta per Atletico Banarivez Calcio, lo intitolò a Pepito Gioviale Cobalto Gutierrez, eroe nazionale e gelataio di straordinaria bravura. Appresa la notizia, a Rararivez, distante ventitré chilometri e settecentouno dal centro geometrico della nostra città, cambiarono immediatamente il nome del loro stadio, dedicandolo a Salato Melanconico Blanco Maldonado, il cittadino più illustre della storia di Benarivez, il re dei pasticcieri d’ogni tempo. Noi lo considerammo un affronto insopportabile, poi decidemmo di copiare la mossa di Rararivez e di ricorrere alla Corte dei nomi, visto che Blanco Maldonado era nato a Benarivez ed era figlio di un benariviano.

Avremmo rinunciato senza troppe esitazioni alla memoria di Cobalto Gutierrez, pur di assicurarci l’uso esclusivo del nome di Blanco Maldonado. Benarivez, infatti, detiene il record mondiale di pasticcieri: ce ne sono 15.204,5 su 445.200,5 abitanti, tanto è vero che la categoria esprime 29 consiglieri comunali virgola uno su cinquantatré. Purtroppo, la Corte dei nomi ci diede torto: sentenziò che la madre del padre di Blanco Maldonado era senz’altro di Rararivez e, perduti in un incendio doloso i dati del marito della donna, presunse con effetto di legge l’origine rarariviana della famiglia. Ne capimmo presto le influenze; nel dubbio obiettivo, i giudici preferirono la via rarariviana per le famose coltivazioni di tabacco in quel territorio: cinquantasette i fumatori tra i sessantatré membri della Corte.

I numeri contano, hanno un’importanza capitale, caro presidente Scopelliti. Lei lo sa più di me, che amministro un quarto di popolazione rispetto a quella che lei governa. I numeri, però, a volte sono impietosi, nel senso che all’improvviso si ritorcono contro qualcuno, benché non si comprenda per quale recondito incantesimo. Lei potrà dirmi che non le importa più di tanto la faccenda, apparentemente matematica. Obietterà, forse, che è in procinto di partire, avendo già una strada spianata per Roma, dove saprà meglio occuparsi dei bisogni dei concittadini proponendo leggi speciali per la sanità calabrese.

Secondo quanto mi riporta Ester Circe Policastro Pereyra, nota sondaggista della Pampa, il suo partito potrà essere fortemente ridimensionato alle elezioni del febbraio prossimo. È quindi opportuno che lei la contatti al più presto, per capire se riuscirà nel suo proposito di sedere tra i banchi del parlamento italiano, dove il mio amico Valerio Massimo D’Alema Palanca sta preparandole un posto in commissione Sanità.

Nel mentre le consiglio di adoperarsi per sanare la diatriba fra Acri e San Giovanni in Fiore, perché in Calabria trema la terra, anche quando il barile è pieno.

Molto cordialmente,

Emiliano Morrone, sindaco di Benarivez

Traduzione dallo spagnolo di Sebastiano Fondelli


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