La gara

San Giovanni in Fiore: differenziata, la salvaguardia costringe Belcastro alle capriole

Sempre tuttappostu?
martedì 22 novembre 2016.
 

Possiamo credere ai “Puffi”, agli “Snorky” e perfino all’allungabile “Carletto”, ma la matematica resta infallibile.

La gara per la raccolta differenziata quinquennale nel comune di San Giovanni in Fiore è stata aggiudicata con la determinazione n. 212 del 15 settembre 2016, del responsabile municipale del servizio Lavori pubblici, Nicola De Luca.

L’importo complessivo di aggiudicazione è pari a 4.833.298,50 euro, di cui 28.000 per la sicurezza. L’offerta tecnica del vincitore, la Ati “Presila cosentina” e “Locride Ambiente”, ha ottenuto 70,24 punti. Dunque non risponde al vero l’argomento del maggiore ribasso tirato fuori da una parte della politica locale e da qualche commerciante del posto. L’offerta economica è valsa, nella fattispecie, soltanto 14,48 punti.

Nel progetto scelto, dicono le carte, è prevista l’assunzione di ulteriori 3 unità lavorative, che si sommano alle 6 inserite in salvaguardia e alle 21 della cooperativa “Città pulita”, che ha finora gestito la raccolta indifferenziata per San Giovanni in Fiore.

Il costo del personale si aggira, in un anno, intorno ai 750.000 euro. L’incasso annuo è, invece, di 961.059,7 euro. Restano, perciò, secondo un calcolo approssimativo, circa 200mila euro da impiegare per carburante, manutenzione, strumenti operativi e imprevisti.

A chiunque verrebbe in mente, stando così le cose, quell’istituto caritatevole che va sotto il nome di «beneficienza». Ma ai cattivi pensatori bisogna rispondere che il vincitore avrà il suo guadagno con i contributi del Consorzio nazionale imballaggi (Conai), nella fattispecie legati alla concreta attività degli operatori di San Giovanni in Fiore assorbiti.

In un comunicato del 18 settembre scorso, l’amministrazione comunale precisava: «Se è un errore aver utilizzato la clausola di salvaguardia dei livelli occupazionali, nel bando di gara dei rifiuti, per evitare la perdita di posti di lavoro, rivendichiamo con orgoglio l’errore commesso». Scripta manent.

E il punto è proprio questo. Infatti il sindaco Giuseppe Belcastro non sa come uscire dalla rivendicazione sindacale in atto da parte dei lavoratori di “Città pulita”, cui sono state diminuite a 4 le 6 ore lavorative originarie, per far posto alle 6 unità aggiunte in salvaguardia benché non operanti nel servizio urbano dei rifiuti. Vi sono poi, a parte, le 3 unità ulteriori proposte dal vincitore nella propria offerta.

Servono oltre 150mila euro per soddisfare le legittime pretese del personale di “Città pulita”, che, rappresentato dalla Cisl, al Comune ha ricordato la mancanza di appositi (e dovuti) accordi sindacali a monte, in merito alla prevista riduzione delle ore e dello stipendio ai lavoratori che finora hanno operato nella nettezza urbana.

Sui (non pochi) punti di diritto dell’intera vicenda permane il silenzio del deserto, dell’alta montagna, della contemplazione monastica. Ma così è, se vi pare, in ogni democrazia avanzata.

Il problema pratico è che non ci sono i soldi per garantire al personale di “Città pulita” - che dovrà sciogliersi - le 6 ore del contratto di categoria.

Ieri Belcastro, sempre muto sulla vicenda Lacava e della successiva diffamazione nei miei riguardi nata nell’ambito della giovanile del Pd, doveva partecipare a una commissione consiliare di Vigilanza. Tuttavia, per quanto appreso in municipio, nella tarda mattinata si è allontanato senza preavviso. Si mormora che sia andato in un luogo segreto al fine di risolvere il problema delle risorse mancanti per il pagamento del personale. Restiamo in attesa di sapere da dove arriveranno, se arriveranno, i 150mila e passa euro necessari a pagare gli operai di “Città pulita”, una volta assorbiti dall’Ati vincitrice.

Siamo certi, in ogni caso, che è sempre "tuttappostu", anche perché soltanto tre consiglieri comunali su 6, Antonio Lopez, Angelo Gentile e Giuseppe Bitonti, hanno firmato in Vigilanza l’impegno a fermare la firma del contratto per il servizio, se prima non verrà risolta la questione dei lavoratori di "Città pulita".

Con ogni calma il Rup della gara, Antonio Cantisani, dovrà dire se "Locride Ambiente" può operare fuori del proprio ambito territoriale, benché non previsto dallo statuto della società. Cantisani non ha ancora risposto alla specifica richiesta di Antonio Lopez, consigliere di opposizione e presidente della commissione consiliare di Vigilanza. Speriamo che trovi il tempo (e il modo).

E non è da sottovalutare il fatto che in ogni caso i soldi a disposizione sono insufficienti per un servizio che dovrà essere svolto porta a porta in un comune montano di 17mila abitanti e che avrà, nella migliore delle ipotesi, 29-30 addetti a 6 ore giornaliere. Un po’ pochini, ma di questo non se ne parla.

Come non ricordare, in conclusione, un pensiero dell’amministrazione comunale in carica, all’indomani dell’aggiudicazione definitiva della raccolta differenziata?

«Per cambiare le cose - affermò l’esecutivo locale - non serve la denigrazione dell’operato altrui a tutti i costi, a volte bisognerebbe mettere da parte i contrasti e saper dare fiducia anche “all’avversario”».

Emiliano Morrone

emilianomorrone(at)gmail.com

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