MILANO/ROMA (Reuters) - Dopo il deputato di Forza Italia Cesare Previti, anche l’avvocato Attilio Pacifico si è presentato oggi nel carcere romano di Rebibbia, per essere arrestato dopo che ieri la Cassazione ha emesso la sentenza definitiva sul caso Imi-Sir.
Lo riferiscono fonti giudiziarie, aggiungendo che i legali dell’ex giudice Vittorio Metta hanno detto che il loro assistito si recherà anch’egli a breve nel penitenziario.
Oggi Previti, ex ministro della Difesa nel 1994 e deputato di Forza Italia, rieletto nel voto del 9-10 aprile, ha annunciato le sue dimissioni da Montecitorio. Uno dei legali di Previti, raggiunto al telefono da Reuters, non ha voluto rilasciare alcun commento sulla notizia. Lo studio di Previti non ha diffuso comunicazioni.
La Cassazione ieri ha confermato la condanna per corruzione a sei anni a carico dell’ex ministro nell’ambito del processo milanese Imi-Sir - riducendo la pena di un anno - ed ha assolto invece l’ex giudice Renato Squillante perché il fatto non costituisce reato. Confermata la condanna anche per Pacifico e Metta.
I legali di Previti stamattina hanno presentato alla Procura generale di Milano un’istanza di sospensione della pena, il cui esito non è stato ancora comunicato.
In un comunicato diffuso questa mattina alla stampa, Previti ha annunciato le sue dimissioni da parlamentare dicendo di non volersi sottoporre ad "un’ultima umiliazione", ribadendo che i giudici mandano "in carcere un innocente".
PREVITI ACCUSA: "CARNEFICI"
"Ho già scritto la mia lettera di dimissioni da parlamentare, perché non permetterò a lor signori di infliggermi anche l’ultima umiliazione, quella di cacciarmi", scrive Previti.
"Dopo dieci anni di battaglie, dopo aver subito una persecuzione giudiziaria senza eguali, di fronte al plotone d’esecuzione che ieri ha concluso l’opera, con tanto di colpo di grazia alla nuca, Cesare Previti esce di scena. Sconfitto nella forma ma non piegato, umiliato da una giustizia esclusivamente politica ma mai ferito nel mio orgoglio, trattato come un criminale ma sereno perché mandano consapevolmente in carcere un innocente".
Tornando a denunciare un processo a suo avviso pieno di irregolarità, Previti definisce i suoi accusatori "carnefici che ne hanno fatto strame (della giustizia, ndr) solo per distruggere un uomo, un padre di famiglia, un professionista, che ha avuto l’unico torto di essere della parte avversa alla sinistra e di combatterla a viso aperto, non nascondendosi dietro il paravento di toghe compiacenti".
Al centro del caso Imi-Sir ci sono le tangenti pagate secondo la sentenza ai giudici romani per influenzare l’esito di un caso: l’assegnazione nella causa civile Imi-Sir alla famiglia Rovelli di un maxi rimborso di 1.000 miliardi lordi di lire.
Assolti anche la vedova e il figlio dell’industriale Nino Rovelli, Prima Rosa Battistelli e Felice Rovelli: la prima perché il fatto non sussiste, il secondo perché il reato è caduto in prescrizione.
Per tutti gli altri imputati sono state confermate le condanne con una riduzione della pena.
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