Ho sempre “odiato” il calcio; sono infatti convinto che serve quasi esclusivamente come controllo sociale: gli stadi moderni come gli anfiteatri romani, i calciatori come i gladiatori, il pubblico...è sempre lo stesso! Panem et circenses, diceva Giovenale: pane e spettacoli al circo per tenere buona la plebe dei suburbi; il calcio e tutto quello gli ruota intorno per tenere buoni precari, disoccupati, sottopagati, frustrati, stressati, depressi, scontenti delle tante “periferie” reali e sociali. Eppure, da qualche anno sono presidente di una squadra dilettantistica di calcio, la “S. S. C. Sant’Angelo a Scala”, che gioca in II categoria. In un paese piccolo come quello dove sono stato parroco e dove vivo, il calcio è l’unico momento di aggregazione e di crescita per i ragazzi. In questi giorni il calcio è al centro del dibattito nazionale e non solo per i prossimi mondiali, ma soprattutto per “calciopoli”, lo scandalo delle partite truccate e vendute, lo squallore di dirigenti disonesti e scrocconi, i fiumi di danaro sperperato. Di calcio si parla, si discute, si accusa, si lanciano allarmi: qualcuno dice che il calcio è tutto un imbroglio, è sull’orlo del fallimento, del crollo finanziario inevitabile; qualche altro lo difende a spada tratta. Chi crede nei valori fondamentali dello sport - passione, abnegazione, spirito di sacrificio, sana competizione - si rallegra, si illude e dice: forse è arrivato il nostro momento. Il momento, ad esempio, dei tantissimi volontari che con tanta forza e dignità impiegano il proprio tempo, gratuitamente, sui numerosi e polverosi campi del calcio dilettantistico italiano. Il calcio, e più in generale lo sport, dilettantistico rappresenta la forza di base del movimento sportivo del nostro Paese, caratterizzato da una profonda partecipazione democratica e autogestione che rendono il nostro modello unico a livello mondiale. Dopo “calciopoli” questi “malati” del calcio, che fanno sacrifici enormi per permettere a dei ragazzi di sognare ancora correndo dietro ad un pallone, cominciano a pensare che d’ora in avanti sarà più facile occuparsi del calcio cosiddetto “minore”. Io sono pessimista! Penso che ben presto l’ottimismo, l’entusiasmo, le speranze che le cose possano finalmente cambiare nel calcio, lasceranno il posto all’amarezza, allo sconforto, alla sconfitta. E saremo alle solite: hanno allarmato il Paese, ci hanno fatto lezioncine su come “moralizzare chi governa il calcio”, hanno messo sotto inchiesta qualcuno che, sono pronto a scommettere, ne uscirà immacolato, e richiamato i Presidenti delle società di calcio a tener d’occhio i bilanci, invece, si continuerà con il solito andazzo e si continueranno a buttar via fior di milioni di euro per comprare calciatori famosi. Tutto questo alla faccia della “moralizzazione del calcio”! E con tanto di faccia tosta si continueranno a chiedere lucrosi finanziamenti al governo per non far morire lo sport più seguito in Italia. I dirigenti nazionali e i giornalisti al loro servizio, riprenderanno a raccontarci che il calcio professionistico, è quello che conta, è quotato in borsa, è una società per azioni dai contratti milionari, è quello delle TV a pagamento, insomma è un’altra cosa; un calcio, secondo me, lontano dal calcio vero, quello che si gioca arrangiandosi per strada o, per i più fortunati, sugli sgangherati campi comunali e parrocchiali, il calcio delle autotassazioni per pagare l’iscrizione, delle collette per saldare il conto della lavanderia. In questi giorni, insieme ai dirigenti della squadra di cui sono presidente abbiamo chiuso i risicati conti del campionato appena concluso e stiamo cominciando a pensare al prossimo. Dovremo racimolare i soldi per l’esosissima iscrizione al campionato: una colletta tra i simpatizzanti, forse un aiutino dalla parrocchia, il Comune che, a malincuore, mette gratuitamente a disposizione le strutture sportive. E poi si dovranno organizzare le trasferte, si dovrà reperire una divisa nuova, e pensare a come pagare le altre spese per il prossimo anno. Qualcuno ci consiglierà di ricorrere a qualche sponsor; ma chi può sponsorizzarci in un paese di 700 abitanti con due salumerie e un bar come uniche attività “imprenditoriali”? Il pessimismo aumenta ogni anno, e ti viene da pensare che non si può permettere che i ragazzi non abbiano nemmeno più la possibilità di sognare: dopo il calcio a pagamento in TV, dopo gli aumenti dei biglietti della partita allo stadio, tolgono loro anche la partita la domenica nel piccolo e polveroso campetto di calcio, un campo sportivo di merda, ma pur sempre il nostro campo sportivo! In un paese privo di qualsiasi altra struttura sportiva, il campo di calcio rappresenta il punto riferimento per tanti giovani e meno giovani, che li porta via dalle tentazioni della strada e della noia, che offre uno “sfogo” e uno “svago” sani. E pensare che alle assemblee dei comitati sportivi nazionali e regionali e delle federazioni, ci raccontano ancora la barzelletta del dilettantismo, della solidarietà, dell’associazionismo “onlus”, dell’importante funzione sociale da noi svolta. E non solo, poi vieni a sapere anche che il presidente della Lega Nazionale Dilettanti ed i presidenti dei Comitati Regionali della Federazione Italiana Gioco Calcio si sono attribuiti uno stipendio dell’ordine di circa 100 mila euro annui per il primo e 25 mila euro per i secondi; così, alla faccia del dilettantismo, arrotondano stipendio e/o pensioni. Allora lo scetticismo diventa vera e propria “incazzatura”. E ci si domanda: come devono sopravvivere le società minori? Con quali soldi si deve concretizzare un dignitoso settore giovanile? Come coprire le enormi spese? E perché continuare a finanziare la struttura elefantiaca della Lega Nazionale Dilettanti che sembra interessata solo al numero di società iscritte ai vari campionati e alle loro quote di iscrizione, senza darti nessun servizi in cambio? Durante i prossimi 25 giorni moltissimi italiani saranno incollati agli schermi televisivi per seguire i mondiali di calcio, ma non potranno fare a meno di pensare a “calciopoli”; i tifosi degli azzurri spero non dimentichino il campionato italiano falsato, le partite truccate, gli scudetti decisi a tavolino a inizio campionato, il mercato degli arbitri comprati e venduti, i contratti milionari dei calciatori; i fan del calcio non dovranno dimenticarsi dello schifo nel quale sguazza il circo calcistico italiano, spesso con la complicità e la copertura di tanti. E chi ci dice che i mondiali di calcio non navighino nello stesso squallore? Basti solo pensare ai miliardi che ruotano attorno a questo evento e ricordare alcuni arbitraggi, almeno discutibili, degli scorsi mondiali in Corea-Giappone. Chi ama lo sport non può restarsene indifferente pensando che spesso questo viene gestito da veri delinquenti e da affaristi disonesti che nulla hanno a che fare con l’agonismo sportivo, non può non indignarsi vedendo la gioia per il bel gioco delle squadre offuscata dagli interrogatori ai quali Borrelli sta sottoponendo dirigenti sportivi e calciatori. Sarà per questo e perché io rifiuto di omologarmi alla maggioranza, ma più ancora perché non tollero di essere preso per fesso da chi propone un moderno Panem et circenses per tenerci buoni...io comincerò a seguire i mondiali di calcio tifando per la squadra del Ghana, sperando che qualcuno ancora sogni e giochi un calcio corretto e genuino.
Sant’Angelo a Scala (Av), 12 giugno 2006
don Vitaliano Della Sala (347 3679191)
presidente della “S. S. C. SANT’ANGELO A SCALA”
MILANELLO - Alla vigilia del derby di domani alle 15, Carlo Ancelotti si è presentato nella sala conferenze di Milanello per la presentazione della sfida. Le sue prime parole: "Non credo che dopo i risultati europei ci siano ripercussioni sul derby. Questa è una partita che non cambia a seconda dei fattori esterni. E’ una partita molto sentita, aperta a qualsiasi pronostico. Non sempre vince la squadra favorita. Non credo che ci sarà una particolare tensione per quello che è successo in settimana. L’Inter vorrà vincere perchè si sta avvicinando alla vittoria in campionato e un successo su di noi accorcerebbe la strada. La nostra è una situazione più complicata rispetto all’Inter, noi siamo in lotta per il quarto posto. Ronaldo? Sta bene, è in buona condizione, è sereno e non ha particolari preoccupazioni, vive questa partita in maniera molto tranquilla. Non ci preoccupa sapere se è al 50, 60 o 70 per cento. Sappiamo che Ronaldo quando è sollecitato e chiamato in causa è molto pericoloso. Ci interessa rifornirlo nella maniera giusta e che possa esprimere le sue grandi qualità, come ha fatto nelle partite che ha giocato con noi. Sarà una partita agonisticamente molto tirata ma senza eccessi. Un gol di Ronaldo? Non so cosa potrebbe succedere, ma so che ha le qualità per fare gol contro qualsiasi squadra. Ronaldo ha le qualità per poter dire la stessa cosa che mi diceva Van Basten quando mi vedeva teso prima delle partite. Mi diceva non ti preoccupare, tu dammi la palla e corri ad abbracciarmi. Il tifoso dell’Inter può manifestare come meglio crede ma questo non influirà, Ronaldo ha grande esperienza. Ha lasciato tanti ricordi nei tifosi dell’Inter, ma non sarà condizionato da queste cose".
Poi le domande sulle scelte tecniche e tattiche del mister Ancelotti. Le risposte: "Credo che ogni stagione venga vissuta in maniera diversa. Quest’anno è molto difficile per il Milan. Di conseguenza l’allenatore deve avere la capacità di adattarsi alle situazioni e in questo momento è così. E’ importante essere compatti e concedere poco agli altri perchè così facendo con le qualità che abbiamo qualcosa riusciamo sempre a combinare là davanti. Il derby di andata? E’ stato il trampolino di lancio per l’Inter che dopo quella partita ha preso coraggio e fiducia. Per noi invece è stato l’inizio di un momento davvero molto difficile, un momento da quale siamo usciti. Credo che la nostra partita di domani sia completamente diversa. Io credo che abbiamo fatto dei passi in avanti rispetto a quella partita lì sicuramente dal punto di vista fisico e della convinzione, sappiamo che il periodo difficile è alle spalle e che la vittoria di mercoledì ci dà fiducia. Abbiamo anche il piacere di misurarci con la squadra che in Italia quest’anno ha fatto meglio di tutti e che ha grandissime qualità. L’arbitro? Penso che Rizzoli sia molto bravo, è giovane, di personalità, arbitra con tanto buon senso, ha arbitrato il Milan sempre con grande serenità. Per me è un’ottima designazione. Gli indisponibili? Nesta, Kaladze, Serginho, i soliti. Nesta sta bene solo che ha la piena disponibilità, da parte del chirurgo che l’ha operato, solo la prossima settimana. Nesta potrebbe andare in panchina contro l’Atalanta. Sergio non ha problemi ma è ancora un po’ indietro con la condizione".
Gli altri temi, ancora Carlo Ancelotti: "Il mio rapporto con la società prosegue all’insegna di una grande sintonia e senza problemi. Una o due punte? Due. Maldini? Cento per cento. Chi è la favorita? Sulla carta l’Inter ha fatto una serie di risultati che per forza di cose la indicano come tale. Io pensavo che l’Inter andasse avanti in Champions League ma è una competizione fatta così. Questo è il calcio. Esci e non te ne accorgi neanche. Io credo che l’Inter meritasse di andare avanti per quanto fatto vedere nelle ultime due partite. Per quanto ci riguarda, io penso che la qualificazione ai quarti non sia un punto d’arrivo, penso che nelle prossime settimane possiamo fare ancora meglio rispetto a quanto fatto fin qui. Credo che alla fine l’Inter vincerà il campionato indipendentemente dal risultato di domani e festeggerà come è giusto che sia, per noi invece i tre punti sono fondamentali. Comunque il Palermo è rientrato nella bagarre e ci sono due posti a disposizione per cinque squadre. Se potessi all’Inter toglierei Ibrahimovic. E’ un giocatore di grande talento, è il giocatore più determinante che ha l’Inter in questo momento. Quest’anno gioca di più per la squadra, è più finalizzatore, è molto maturato, negli anni scorsi era meno concreto. Kakà? E’ il giocatore più determinante che ha il Milan. In Italia Kakà trova meno spazi che in Europa dove le partite sono più aperte con meno tatticismi. Il derby alle 15? E’ una penalizzazione per lo spettacolo e per i tifosi. Sarebbe stato molto più suggestivo giocarlo alle 20.30. Nei derby di Milano sul piano dell’ordine pubblico non è mai successo niente. Personalmente ho sempre preferito, anche da giocatore, scendere in campo di sera".
dal sito: acmilan.com