Stimatissimi redattori, sono una lettrice saltuaria di questo giornale. Risiedo in Liguria e non ho mai visto San Giovanni in Fiore. Sono stata molto attiva sul forum di Gianni Vattimo e, leggendo i messaggi di alcuni nativi di questo paese emigrati e non emigrati, ho finito col prendermi a cuore i problemi di questa terra. Dicono che è una zona così bella, che tutta la Sila lo è: perchè allora non si riesce a valorizzarla turisticamente? Non tutte le attività turistiche richiedono grande disponibilità di capitali. Ho davanti a me un articolo di Famiglia Cristiana che si trova a pg. 136 del n. 23 ( 4 giugno 2006 ). L’articolo è intitolato "Una stanza in più e hai un lavoro" . Vi si parla di "Bed and Breakfast" (letto e prima colazione ). Basta avere una casa accogliente, con almeno una stanza ed un bagno in più e si è pronti per iniziare un’attività lavorativa. Non è richiesta l’apertura di una partita Iva e quindi non è necessario rilasciare la ricevuta fiscale, anche se poi il reddito va denunciato a fine anno nel proprio modello 730/740. Per avere l’autorizzazione è sufficiente recarsi presso l’Ufficio turistico del comune di residenza ( o presso l’Apt o Iat locale ) e far denuncia di inizio di attività, comunicando i prezzi che si intendono praticare. Non si possono, comunque, praticare tariffe superiori alle massime ed inferiori alle minime decise dalla regione. I prezzi con il timbro del comune devono esere affisi dietro la porta della camera degli ospiti. L’articolo che vi ho citato dice che é una formula che sta avendo molto successo. Non dico più niente: se non ho scoperto soltanto l’acqua calda, penserete voi a completare le mie informazioni. Scusate se avessi soltanto disturbato. Saluto tutti, in particolare Emiliano Morrone, col quale ho avuto poche, brevissime conversazioni sul forum di Vattimo, intervenendo col nome di Marilena.
Fiorina Pistone
Caro Joseph, ma San Giovanni in Fiore non si trova negli U.S.A o nel Canada !! Nel nostro paesello, così caruccio e bello, la mentalità è sempre la stessa: tira a campà, tira a campà e nun ce pensà !
Non abbiamo mai avuto una mentalità imprenditoriale, posseduto un’ amore per il rischio; ci siamo sempre affidati al posto fisso, alla raccomandazione, alle conoscenze, ai favori da ricambiare (magari attraverso il voto nelle prossime elezioni).
Se poi si presentassero veramente delle grandi occasioni per cambiare la situazione di degrado in cui ci si trova (vedi progetto Europaradiso), allora interviene la politica ad ostacolare il progresso e il benessere di una regione, come la nostra, che ha urgentemente bisogno di grandi investimenti proprio nel turismo, unica risorsa a nostra disposizione.
Io penso che il vero cancro della nostra calabria sia la politica e gli uomini che la rappresentano: professionisti della chiacchiera, inetti, incompetenti, incapaci di offrire una speranza e un futuro a noi tutti. Con questi politici, al di là degli slogans perfezionati da Oliviero Toscani, resteremo SEMPRE ULTIMI !!
Cari saluti.
Biagio Allevato
Cara Fiorina,
ricambio con sincerità. Vedi, la ragione per cui a San Giovanni in Fiore non nascono attività che portano reddito risiede principalmente nella precisa volontà politica di impedire ogni forma di sviluppo. Ciò si concretizza con limitazioni amministrative e ostacoli burocratici d’ogni sorta per chiunque, lontano dalle logiche partitiche, voglia avviare un’impresa. Anni addietro, solo un assessore si opposte a questo sistema. Fu isolato e non considerato. Il punto è questo: se i cittadini diventano economicamente indipendenti, i soliti noti della politica non possono più essere confermati. C’è una paura terribile, da quelle parti, per la cultura in ogni sua forma. Per la politica sangiovannese, l’emancipazione non deve esistere, è da scongiurare e combattere. Sai, a riguardo, qual è stato il trattamento riservato a Gianni Vattimo. Grazie per il tuo contributo e continua a scriverci.
Cordialissimi saluti,
Emiliano Morrone