LIBANO: ORDIGNO CONTRO ONU, MORTI 5 SPAGNOLI
BEIRUT - L’esplosione di questo pomeriggio nel sud del Libano e costata la vita a cinque soldati spagnoli dell’Unifil è stata provocata da un ordigno piazzato ai bordi di una strada e non da una mina. Lo ha dichiarato un portavoce della forza Onu in Libano. L’agenzia ufficiale libanese Nna ha intanto affermato che l’ esplosione dell’ordigno al passaggio di una pattuglia del contingente spagnolo in una zona compresa tra le cittadine di di Qlayat e Khiam avrebbe provocato un elevato numero di vittime tra i ’caschi blu’ perché a bordo del loro mezzo blindato ’Fap’ si sarebbe trovata una cassa con materiale ’esplosivo, che sarebbe a sua volta detonato all’ interno del veicolo. Per la potenza dell’esplosione, due dei cinque soldati spagnoli rimasti uccisi sarebbero stati scagliati a decine di metri di distanza dal blindato e i loro corpi sarebbero stati orribilmente smembrati.
NESSUN SOLDATO ITALIANO COINVOLTO
Nessun soldato del contingente italiano dell’Unifil è rimasto coinvolto nell’esplosione di questo pomeriggio al passaggio di una pattuglia del contingente spagnolo della forza Onu schierata nel sud del Libano. Lo ha dichiarato all’ANSA il portavoce del contingente italiano, tenente colonnello Fabio Mattiassi.
* ANSA » 2007-06-24 18:33
Esplosi due blindati, forse un attacco suicida o un ordigno azionato a distanza
Due i feriti, nessun italiano coinvolto. Hezbollah condanna l’attacco
Libano, attentato a convoglio Unifil
uccisi sei caschi blu spagnoli *
BEIRUT - Sei morti, fra i quali due spagnoli e tre colombiani, e due feriti: questo il bilancio di un attentato compiuto contro un convoglio di caschi blu di stanza in Libano. Secondo fonti di polizia, si è trattato "molto probabilmente" di un attacco suicida compiuto con un’autobomba: sul luogo dell’esplosione è stata trovata un’auto distrutta con, all’interno, dei resti umani. La prima versione parlava di un ordigno azionato a distanza, esploso al passaggio delle auto dei soldati. La portavoce della forza Onu nel Paese ha detto che un team dell’Unifil è stato immediatamente inviato sul posto per avviare un’indagine sulle cause di quello che il ministro della Difesa spagnolo, Jose Antonio Alonso, ha definito "un attentato terroristico deliberato".
L’area dell’attentato. L’attentato è avvenuto in località Sahel el Derdara, nella valle di Khiam, la città più grande del settore est del teatro operativo dell’Unifil, sotto la guida della Spagna. Quello di oggi è il primo attacco contro la forza Onu in Libano meridionale dall’estate scorsa, quando i suoi effettivi sono stati rafforzati.
L’esplosione. Testimoni raccontano di aver udito un forte boato, seguìto da una colonna di fumo nero. Un veicolo blindato è stato distrutto, l’altro è gravemente danneggiato. Il numero così elevato di vittime sarebbe dovuto al fatto che a bordo del blindato c’era una cassa contenente munizioni, a loro volta esplose all’interno del veicolo.
La condanna di Hezbollah. L’attentato è stato condannato dal movimento sciita libanese Hezbollah: in un comunicato diffuso dall’emittente al-Manar, Hezbollah definisce l’attacco "sospetto", e sottolinea che esso "danneggia la gente del sud e tutto il Libano e alimenta l’insicurezza e l’instabilità".
La Spagna in missione. I militari appartenevano a una pattuglia della la Forza di interposizione in Libano. La Spagna mantiene nel sud del Paese un contingente di circa mille militari, la maggiorparte appartenente alla Brigata paracadutisti e alla Forza logistica di terra, concentrati nella base "Cervantes", sede della Brigata internazionale del settore est dell’Unifil. Nella regione sono numerose le mine, le bombe "cluster" e altri ordigni inesplosi, conseguenza del conflitto fra Israele e la guerriglia di Hezbollah combattuto lo scorso anno.
Nessun italiano. Nessun italiano è rimasto coinvolto, ha dichiarato il portavoce del contingente, tenente colonnello Fabio Mattiassi. Il contingente italiano, il cui comando è basato nella cittadina di Tibnin, ha la responsabilità del settore ovest del teatro operativo della forza Onu schierata nel sud del Libano. Tuttavia, soldati italiani sono intervenuti nei soccorsi alla pattuglia colpita dall’attacco.
La solidarietà di D’Alema. L’attentato è "un atto di ingiustificata violenza che colpisce forze di pace che operano sotto mandato ’Onu con spirito di servizio, encomiabile impegno e consapevolezza dell’importante missione loro affidata dalla comunità internazionale". Così il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, nel corso di una conversazione con il collega spagnolo, Miguel Angel Moratinos. Il titolare della Farnesina ha espresso profondo cordoglio ai familiari delle vittime.
L’Unifil. L’Unifil è stata creata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 1978 per confermare il ritiro israeliano dal Libano e assistere il governo libanese nel ripristinare la sua autorità nella regione. Dopo la guerra tra Israele ed Hezbollah, l’estate scorsa, il consiglio ha esteso il suo mandato e rafforzato il contingente che può contare ora su 13 mila uomini che pattugliano il sud del Paese e le acque costiere.
* la Repubblica, 24 giugno 2007