Vorrei sottolineare un’ importante notizia che ha fatto tanto onore alla nostra Calabria, un onore in tema di civiltà, amore per gli animali e spirito di riscatto e di esempio, una regione del Sud estremo che insegna al Nord ricco, come l’ amore per gli animali si possa tramutare anche in azioni calibrate e mirate a risolvere problemi senza nuocere a povere e indifese creature. Ovviamente con ciò non dimentichiamo i vari problemi, soprattutto legati al Calendario Venatorio regionale, ancora una volta da discutere e ancora una volta in contrasto con molti principi, ma almeno per una volta riportiamo una notizia bella, commovente e sincera!!!
L’appello per la sorte dei 600 caprioli condannati all’abbattimento in Piemonte, perchè questa famiglia di ungulati è troppo numerosa, è stato raccolto dal presidente della Calabria, Agazio Loiero, che si offerto di ospitare i ’bambi’ nelle oasi faunistiche della sua regione. Si profila quindi un lieto fine per gli animali condannati a morte dal sovraffollamento e ritenuti dannosi per l’agricoltura e pericolosi per i veicoli in transito sulle strade. Dovrebbero conquistare la salvezza nel prossimi giorni, a prezzo di un viaggio lungo e faticoso attraverso l’Italia verso un habitat diverso da quello in cui sono nati e vissuti finora, nei boschi tra Acqui e Ovada. In quel caso, sarà sventato il piano di abbattimenti autorizzato dalla Regione Piemonte, che dovrebbe partire il 10 agosto. Loiero, la cui iniziativa è stata lodata da Vittorio Sgarbi, ha accolto l’appello di una cittadina di Cosenza e si è messo in contatto con il sindaco di Acqui Terme, il comune nel cui territorio i ’bambi’ sono in soprannumero. Un’iniziativa sottolineata con soddisfazione da Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura del Comune di Milano, una delle personalità che si è battuta per salvare i caprioli. “Plaudo alla decisione del presidente della Calabria - afferma Sgarbi - regione per moltissimi aspetti più sfortunata e in difficoltà del Piemonte. Meglio in ogni caso il trasporto dei caprioli a moltissimi chilometri di distanza dal loro habitat d’origine che non una orrenda mattanza di innocenti. Quando esistono soluzioni pacifiche che rispettano la natura e l’ambiente, perchè volere a tutti i costi perseguire i modi piu\’ barbari, rudi, sanguinari?”. Contro l’abbattimento dei caprioli si schiera anche Franco Frattini, vicepresidente della Commissione Europea: “Sono sorpreso e sconcertato che la Regione Piemonte, in cui i Verdi partecipano al Governo, dopo avere molte volte invocato regole di difesa della fauna selvatica, disponga l’abbattimento di 600 caprioli, incluse femmine e piccoli, senza alcuna evidente attività di ricerca di soluzioni alternative”. A difesa dei ’bambi’ alessandrini s’è levata anche la voce del deputato dei Verdi Roberto Poletti: “E’ un dovere della presidente della Regione Piemonte - sostiene - fermare la mattanza dei cuccioli che stanno per essere uccisi nei boschi di Acqui Terme. Se per il 10 agosto non sarà stato fatto nulla per fermare la strage - conclude Poletti - attuerò un clamoroso atto di protesta in Parlamento”. “Sono sicuro - ha concluso - che il Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che si è già mostrato interessato al problema, farà da mediatore per impedire la strage”.( Da Notiziedeiparchi).
Gianluca Congi
(Coordinatore c.Serv.Naz.Vigilanza Ambientale-Responsabile WWF Sila e Referente Lipu)
Sono 50 mila i caprioli da abbattere in Italia
I piani delle regioni. Il record a Bolzano: via 10 mila Bambi
MILANO - Ci fosse un interruttore a stabilire se la vita è accesa o spenta si potrebbe dire che nel loro caso la corrente è alternata. I 600 caprioli piemontesi che dovrebbero essere abbattuti perché in sovrannumero, sono passati da una sentenza di morte a una «quasi grazia». Quasi, appunto. Perché l’interruttore non è ancora sulla modalità «accesa»: la loro vita resterà in sospeso fino a quando non si studierà a fondo se e, soprattutto, come salvarla. Eppure i 600 «bambi» sono fortunati. Di loro almeno si parla. Ambientalisti, regione Piemonte, assessori, perfino il ministero dell’Ambiente: tutti a cercare una soluzione.
Potessero capirlo, chissà cosa ne direbbero gli altri 49.400 «condannati»: anche a loro tocca la sorte del «prelievo selettivo», termine sinistro che significa abbattimento per eccesso di numero. I conti umani sull’equilibrio faunistico del nostro Paese hanno stabilito che da un capo all’altro della Penisola ci sono 50 mila cerbiatti di troppo: le doppiette li abbatteranno tutti entro la fine dell’anno e anche se in alcune regioni l’operazione è già cominciata da mesi, nessuno ha speso una sola parola per salvarli. «Ecco, vogliamo parlarne?», si scalda la presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso. «Si crea una sorta di psicodramma collettivo per i nostri 600 e si evita di dire che ce ne sono 50 mila da uccidere per consentire agli altri di vivere bene...che cosa ipocrita. Dopodiché siamo disponibili, certo. Il ministro vuole salvare i nostri e trova il modo di farlo? Benissimo. Ci attrezzeremo».
Alfonso Pecoraro Scanio premette: «Sia chiaro: il Piemonte non viola alcuna legge. Ha il diritto di fare quello che fa. Ma anch’io come ministro ho il diritto e il dovere di raccogliere le richieste di intervento che mi sono arrivate, anche da centinaia di cittadini». E i 49 mila abbandonati al loro destino? «So bene che il problema non è solo dei 600, ma vorrei che questo caso riportasse tutto sul piano scientifico. Non cacciatori che censiscono caprioli e che poi li uccidono, per esempio. Ma la ricerca seria per trovare un’alternativa all’abbattimento: cercare una via diversa dal fucile, magari i dissuasori per limitare i danni agli agricoltori o una politica di ripopolamento predatori come il lupo o, dove si può, una sterilizzazione».
Per capire se tutto questo è possibile e per cercare un luogo e un modo che sia la salvezza dei 600 caprioli piemontesi, il ministero ha chiesto aiuto, ieri, all’Istituto nazionale per la fauna selvatica (Infs), punto di riferimento che fa da ente consultivo di regioni e province. «Non sarà uno studio semplice né veloce» annuncia il presidente Giuseppe Di Croce. Che conferma: «Sono 50 mila i prelievi di quest’anno in tutt’Italia. Noi proveremo a trovare una soluzione per i 600, aree del centro-nord». Certo non nella provincia di Bolzano dove, il «prelievo» selettivo previsto per quest’anno è di 10.619 capi (5.031 caprioli maschi e 5.588 fra femmine e cuccioli) ed è partito a maggio. Il direttore dell’Associazione cacciatori dell’Alto Adige, Heinrich Aikenthaler, dice che «da vent’anni la cifra degli abbattimenti da noi è più o meno sempre la stessa e nessuno si è mai sognato di contestarla anche perché tutto viene eseguito in modo scientifico, attraverso una commissione mista, equilibrata, non di soli cacciatori».
Le «doppiette», almeno quelle piemontesi, stavolta se la sono legata al dito: «Siamo stanchi di passare per crudeli», lamentano dalla Federcaccia regionale promettendo uno sciopero bianco: «Non spareremo a nessuna specie selvatica in esubero, dannosa per l’agricoltura e pericolosa per la viabilità. I danni che produrranno li pagherà lo Stato». Tutta salute per i bambi del Piemonte. Che lo facciano per protesta poco importa. Se anche i cacciatori sono dalla loro parte forse è fatta. L’interruttore della vita è sulla modalità «accesa».
Giusi Fasano, Corriere della Sera, 08 agosto 2006