Iraq a Onu: ’’Usa restino un altro anno’’

Bomba a Sadr City: 32 morti, un centinaio i feriti. L’ordigno, collocato lungo il ciglio di una strada, è esploso in una piazza affollata da decine di operai in cerca di lavoro

martedì 31 ottobre 2006.
 

Baghdad, - (Adnkronos/Ign) - L’Iraq intende chiedere al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite l’estensione di un anno del mandato , in scadenza a fine dicembre, che autorizza la presenza delle forze militari a comando americano. Lo ha preannunciato il ministro degli esteri, Hoshiyar Zebari sottolineando come la presenza delle truppe straniere sia ’’vitale per la sicurezza del paese’’.

Intanto, il numero delle vittime tra i soldati statunitensi continua a crescere. Un marine americano è morto ieri in seguito alle gravi ferite riportate in combattimento nella provincia occidentale di Al Anbar. Lo ha reso noto il comando militare delle forze statunitensi.

E nel solo mese di ottobre ha raggiunto la cifra tonda di 100, il numero dei soldati americani uccisi nel Paese. A riferirlo il comando militare delle forze statunitensi in Iraq secondo cui si tratta del più pesante bilancio mensile delle perdite americane dall’inizio dell’anno, ed uno dei più gravi dall’inizio dell’invasione militare dell’Iraq nel marzo 2003. In totale ammonta a 2.810 il numero dei caduti statunitensi nel conflitto iracheno.

Oggi, intanto, un altro attentato ha scosso la capitale del paese. Una bomba è esplosa nel distretto sciita di Sadr City provocando 32 morti e circa un centinaio di feriti. L’ordigno è esploso in una piazza affollata da decine di operai in cerca di lavoro.

Il tragico attentato nella capitale arriva nel giorno della ripresa del processo a Saddam Hussein e a sei compiutati, alla sbarra con l’accusa di genocidio per il massacro di circa 180mila curdi compiuto tra il 1987 e il 1988 nelle campagne militari di Anfal. L’ex rais iracheno è presente in aula, insieme agli altri imputati e ad alcuni avvocati del collegio della difesa.

Ma Khalil al-Dulaimi, capo del team della difesa di Saddam, ha lasciato dopo poco l’avvio dell’udienza l’aula protestando contro il rifiuto della corte di riammettere a partecipare al procedimento i legali stranieri espulsi lo scorso 21 agosto. Al-Dulaimi ha avuto un acceso battibecco con il presidente del tribunale, il giudice Mohammed Al-Oreib. L’avvocato ha presentato una lista di 12 condizioni per porre fine al boicottaggio del processo da parte del team della difesa.

L’ultima udienza si era tenuta lo scorso 19 ottobre. Il processo, in quella sede, era stato sospeso e aggiornato per i festeggiamenti del Ramadan. Il prossimo 5 novembre è invece atteso il verdetto dell’altro processo a carico del deposto presidente iracheno, accusato di crimini contro l’umanità per la strage di 148 sciiti compiuta nel 1982 nel villaggio iracheno di Dujail.

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