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Sequestrati 5 depuratori nel Cosentino - Il provvedimento è stato disposto dalla Procura della Repubblica di Paola. Il procuratore Giordano: “Sono pochi gli impianti funzionanti”

Il procuratore Giordano: “Sono pochi gli impianti funzionanti”
sabato 4 luglio 2009.
 

PAOLA - Il sequestro di cinque depuratori situati in altrettanti comuni della costa tirrenica cosentina è stato disposto dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Paola che ipotizza le ipotesi di reato di danneggiamento del territorio, disastro ambientale, omissione di atti d’ufficio in riferimento al mancato funzionamento degli impianti ed all’inquinamento del mare che ne deriva.

La Procura ha anche emesso alcuni avvisi di garanzia. Titolare dell’inchiesta è il sostituto procuratore Eugenio Facciolla. Gli impianti sequestrati sono quelli di Santa Maria del Cedro, Grisolia, Diamante e due impianti siti nel comune di Maierà: i sigilli saranno apposti dai Carabinieri.

Alcuni sono già stati sequestrati e dissequestrati in passato e comunque tutti continueranno a funzionare. Sotto stretta osservazione sono considerati invece gli impianti di Fiumefreddo, Paola, Fuscaldo e Guardia Piemontese.

L’inchiesta, che sarebbe scattata dopo le ennesime proteste dei turisti che in questi giorni affollano la costa, e che lamentano di trovare il mare sporco, vedrebbe indagate una ventina di persone, tra amministratori locali e gestori tecnici.

Gli inquirenti, grazie anche a degli appositi appostamenti, avrebbero rilevato come in diversi impianti non funzionino le apparecchiature automatiche per l’immissione del cloro nel ciclo di depurazione.

Questo sarebbe immesso manualmente, anche in quantità pericolose per l’ambiente. Nell’operazione di sequestro sono impegnati il nucleo di tutela ambientale della Procura di Paola, i Carabinieri e la Guardia Costiera.

“Una volta per tutte, vogliamo andare in profondità su questa vicenda degli impianti di depurazione che non funzionano o funzionano male”. A dirlo all’Agi è il Procuratore Capo di Paola, Bruno Giordano, che con il PM Eugenio Facciolla ha dato disposizione per il sequestro di 5 impianti di depurazione del litorale tirrenico cosentino.

“Pochissimi impianti - spiega - sono decentemente funzionanti: la maggior parte sono non funzionanti o solo parzialmente funzionanti. Per quelli per i quali si ravviserà l’assoluta impossibilità di funzionamento, potremmo prevedere anche la chiusura. Se è il caso, - aggiunge - entreranno in scena autobotti ed autospurgo, ma cercheremo di fare di tutto perchè la gente possa fare un bagno decente, su una costa che tra l’altro è splendida”.

”Non vengono rispettati gli accorgimenti tecnici di base”, ha detto ancora il procuratore Giordano a proposito dei depuratori che tra oggi e domani saranno sequestrati nel Cosentino. “Ad esempio, il disinfettante anziché essere sversato con una procedura automatica, come previsto, viene sversato ad occhio, periodicamente, in tali concentrazioni che il cloro diventa anche cancerogeno, nocivo per la gente e per l’ambiente”.

È utile fare un sequestro simile proprio d’estate? Per il procuratore la risposta è sì.

“Se non la facessimo adesso, che l’afflusso di gente determina la totale paralisi dei depuratori, quando la dovremmo fare? D’inverno il problema è meno avvertito, per la minore pressione demografica e perchè la gente non si lamenta, non dovendo fare bagni. Abbiamo deciso di affrontare questo problema adesso, malgrado la nostra cronica carenza di organico, per risolvere il problema in maniera definitiva. O gli impianti funzionano a regola d’arte o verranno chiusi”.

“Stiamo individuando delle responsabilità, perchè c’è una responsabilità quasi oggettiva che grava sui sindaci, sui responsabili degli uffici tecnici e sui gestori degli impianti”, ha detto ancora Bruno Giordano, procuratore di Paola, a proposito dei depuratori sequestrati. “Abbiamo anche interessato l’Arpacal per degli specifici accertamenti, ma gli esiti non li abbiamo ancora”.

Per il PM Eugenio Facciolla, che ipotizza i reati di disastro ambientale, danneggiamento aggravato del territorio e omissione di atti d’ufficio, “è tempo di avere maggiore coscienza e maggiore responsabilità, perchè il problema ambientale è un problema serio”.

“Bisogna recuperare un senso di responsabilità da parte delle istituzioni preposte”, ha aggiunto Facciolla. “Le responsabilità sono ben suddivise tra pubblici amministratori, che non controllano, e i gestori, che non rispettano i canoni contrattuali”.

Il Giornale di Calabria


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