Finanziaria

La fantastica storia del bollo pazzo

Come verranno colpiti gli italiani
lunedì 30 ottobre 2006.
 

Venghino, signori venghino!. Mai frase più semplice può rappresentare al meglio la situazione politica italiana. Una situazione a dir poco circense. Il ministro Mastella prima libera i carcerati con l’indulto e poi, quando questi “riprendono l’attività” criminale, vuole mandare l’esercito. Si fa la finanziaria stravolgendo la teoria del “chi più inquina, più paga”, ma non si considera che ognuno vuole acquistare l’auto che più lo soddisfa.

Infatti, invece di abolire il bollo, ed adeguarsi così sulla linea di molti altri Paesi dell’UE, si creano esenzioni e sovrattasse sempre più complesse. Guardando l’attuale manovra finanziaria per quanto riguarda la situazione automobilistica, in via di approvazione entro dicembre 2006, c’è infatti da uscirne pazzi.

Partendo dal presupposto che ognuno è libero di acquistare l’auto che più gli piace, è sicuramente giusto tassare i modelli che più inquinano, ma la tassazione va fatta secondo parametri che siano il più possibile oggettivi. Non c’è cosa più sbagliata far pagare il superbollo su autovetture che superano i 26 quintali di peso: il ministro Padoa Schioppa e il Premier non si sono degnati di considerare che, in tale categoria di peso, rientrano veicoli che non solo appannaggio di persone di classe ricca, ma anche di comuni mortali che possono permettersi, al massimo, una Kia Carnival (che costa solo 21.000 euro) o una Renault Espace.

Queste sono solo due delle tante automobili che rientrano nel giro “superbollo”, eppure sono macchine che di certo non si possono considerare beni di lusso. Non si può sbandierare l’ideologia marinaia di “salvaguardia dell’ambiente” colpendo una larga fetta di automobilisti. Per lo meno colpendo anche quelle persone che, con una spesa non esosa, riescono a permettersi un’auto che, di certo, per ricchi non è.

Stando così le cose, con l’attuale finanziaria ci guadagna chi rottama una vecchia automobile, permutando però una Euro 1 oppure una non catalitica, a patto che questa non superi la fatidica soglia dei 140 g di anidride carbonica d’emissioni e che non abbia un peso superiore ai 2600 kg. Tuttavia c’è da considerare che lo “sconto” che si ha non pagando il bollo per tre anni si aggira complessivamente intorno ai 600 euro, cioè neanche il 3% del prezzo di listino di una automobile. Ciò vale per le auto oltre 1.3 litri di cilindrata. Per le auto inferiori a tale valore, lo sconto complessivo non supera il 4%. Pochino, no?

Ci guadagna anche ci compra un’auto a metano, o chi la trasforma a metano o gpl, anche se con eccezioni che fanno rabbrividire.

Ci perde, invece, chi non ha un’auto Euro 4. Infatti gli importi base del bollo per le vetture, a partire da gennaio 2007, non sono più fissi, ma vanno ponderati in base alla quantità di emissioni del mezzo: attualmente, l’importo base attuale è di 2,58 euro/kW (ma si ricorda che in alcune regioni, come la Calabria, si arriva a toccare i 2,84 euro/kW), che verrà mantenuto solo per le auto Euro 4. Chi possiede una Euro 3 si vedrà addebitato un importo maggiorato di circa il 5% (2,70 euro), che sale a circa 8% per chi possiede una Euro 2 (2,80 euro), transitando per un aumento del 12,3% per i possessori di Euro 1, ovvero 2,90 euro, fino a raggiungere la soglia record di 3 euro(16% circa in più) per chi possiede un auto non catalitica. E nel meridione sono in molti. Cari amici calabresi, se i vostri nonni usano una vecchia auto per recarsi in campagna, sarà bene informarli dell’aumento, in modo da poter ridimensionare le piantagioni.

Come detto precedentemente, ci perde chi possiede una “SUV”, ovvero quelle auto con massa superiore ai 2600 kg che pagheranno una sovrattassa di 2 euro per ogni kW oltre il “normale” bollo, ma ci perde anche chi ha un “vecchio diesel” non catalizzato. Torna infatti prepotentemente il superbollo abolito nel 2005: si pagheranno 6,63 euro per ogni kW di potenza, ai quali vanno aggiunti i famosi 2 euro in più per ogni kW se superano il peso fatidico di 2600 kg, arrivando a toccare la cifra esorbitante di 11,63 euro (non considerando gli importi maggiorati regionalmente, come in Calabria) per ogni kW di potenza.

Insomma, chi ha fatto questa finanziaria, si è basato sul principio di dare una bastonata a molti ed una carota a pochi. Nel grande circo della politica, nel festival di chi le spara più grosse, nel girone dantesco dei bagni parlamentari, sono entrati tutti gli italiani: non bisogna spingere troppo, c’è spazio per tutti. Stavolta, purtroppo, i posti non sono limitati.

Mauro Diana.


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