Politica

La politica per i giovani è una necessità che la giunta comunale deve considerare subito

Si cominci a guardare all’universo degli adolescenti, in modo attento e costruttivo
sabato 21 maggio 2005.
 

Primo consiglio consumato, presidente votato, vice pure, poche cure. Si prepara la stagione politica, con giovani che s’incontrano per la fecondazione assistita: nuove leve allevate a sinistra. C’è chi ringhia, chi s’accomoda, chi medita, in maggioranza: l’esecutivo non è andato liscio. L’opposizione appare unita, per quanto deve. La distanza dalla cosa pubblica è galattica, presso i ragazzi. Valentino, alla soglia della maggiore età, suona violino e piano, piano suona il violino e ascolta robusto rock del passato, di là dal mito. Lì, da Massimo, dal Collezionista, l’unica libreria della città, si parla di futuro sognando. Su e giù, a due passi, adolescenti imparano fusa postmoderne: con pance scoperte, le bambole, stivali sopra i jeans, sigaretta incerta, profili smilzi e sguardo malizioso, replicano modelli da show. E i corrispettivi, che potrebbero essere tanti Eminem clonati o calciatori svogliati e meccanici a dire, non mostrano più fierezza, come i colleghi d’un tempo, e si lasciano allo scontato. L’ovvio passa: che so, che stagnino le auto e li incensino di monossido non li tange: debbono sperimentare la ciclicità quotidiana, dell’esistenza. Ma, poi, se li trovi altrove, scopri che sanno cantare, suonare, ballare; sanno comunicare sentimenti positivi, emozioni, speranze. E pensi, t’interroghi: che sarebbe, se gli si dessero spazi alternativi? E giungi scientificamente, dopo le logiche booleane e i teoremi di Goedel, a concludere che sarebbe tanto meglio, che vivrebbero con più socialità e responsabilità e che, in fondo, per questo, non serve risolvere il paradosso di Moore. La politica per i giovani e più giovani va pensata e tradotta in pratica. Un cineforum, concerti, soprattutto jazz, in angoli di strada, dibattiti, mostre, teatro, eventi con luce laser a rimarcare profili di case e palazzi, incontri con scrittori e musicisti, un centro polifunzionale che sia tale. Perché ci si possa suonare, cantare, ballare, confrontare. Per ora, vorrei risparmiarmi la retorica sulle donne e l’innovazione metodologica che ho sentito nel primo consiglio comunale. Che ci sia un presidente del sesso gentile, Franca Migliarese Caputi, non basta, benché simbolico - Philosophie der Symbolischen Formen. Serve che la donna s’attivi e agisca, si faccia atto secondo la sua potenza (Aristotele, Severino) e autonomia, diversa dal ruolo attribuitole da una società locale istruita da Raimediaset. E si cominci a credere che non ci sono solo le ragioni della manodopera da difendere. S’intenda, una volta per tutte, che anche e soprattutto i giovani vanno seguiti. Lo realizzino i genitori, in particolare, e trovino il tempo per domandare agli amministratori pubblici. E i ragazzi propongano, chiedano, bussino a palazzo, pretendano. Sia il potere di manica e testa larga e capisca che è servizio necessario, tutto qui.

Emiliano Morrone

nichilismopuro@libero.it


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