Esordio

PIERROT FUMISTA. La dichiarazione-poetica della "FUMISTERIA ERMENEUTICA" di Luca Salvatore

mercoledì 27 dicembre 2006.
 

PIERROT FUMISTA*

-  Per il compiersi della risolutezza suprema
-  serve una certa inclinazione all’ebbrezza
-  e soprattutto dei gran pasticci alla crema

-  L.S.

-  Notte di gala e gran chiasso al ballo degli Impiccati
-  fan piroette e balzi quei roridi monconi ritorti
-  - do, mi, sol - allegri festanti ubriachi e sfangati
-  girano in tondo, davvero non pare sian morti!

-  Vino e cervello guasto canto, del lor Fattore la morte,
-  l’ultimo ideale sospiro e singhiozzo nel gozzo,
-  gancio pendente dal culo e braccia contratte ritorte;
-  "Io son Pierrot fumista di foriere morte scagnozzo!"

-  Solo professo l’ordire da Nesso e fianco d’Impero,
-  fiera farsa d’addobbo e inguantata sozzura,
-  insensato torpore in gola vibrante e sonoro.
-  Il mio è sarcasmo d’ubriaco, squarcio che non sutura.

-  Ho il cuore impotente all’amore e la bocca sporca.
-  Fantoccio e prodromo d’imbroglio a spessi catenacci
-  imbriglio la rima e faccio alla mia maniera scartafacci,
-  oltraggi al regale banchetto. Son pendaglio da forca!

-  Gran baccano di giga! Piegati ad un riposo straziante
-  quegli esuli ingrati tra piroette e balzi danno fondo
-  ai boccali, schiumando la bocca alla luna calante.
-  Non paiono morti davvero e rigirano in tondo!


RADDOPPIO *

-  Perché io traggo dal niente qualche cosa e non da qualche cosa niente?
-  A. ARTAUD, Vie et mort de Satan le feu

-  - Chi è lo stronzo al tavolo con quel prete Pierrot?
-  - Ti ho schifosamente tradito. - Non ho capito.
-  Siete due gocce d’acqua. - E’ il mio doppio Poirot.
-  Il decalogo che scrivo è a un punto morto, finito!

-  I morti puzzano! Ed è un odore che non va via...
-  Mettere insieme qualche supplica, dei muti sospiri
-  per i tuoi peccati un padre nostro e un ave maria.
-  Gendarmi del rancore ragiono su Poteri e raggiri!

-  Ecco che spalancan le bocche alle ostie consacrate.
-  Sono i fedeli! Meritano un posto e tutti i permessi.
-  Agli Scorticati in Terra Santa addolorate sciancate

-  fate un florilegio che l’altro mondo li ha sfiancati.
-  Notarono quelli a stento giunti venire ammassati:
-  - Morirete uno ad uno, un pò alla volta e genuflessi!


INVITO ALLA PENOMBRA

-  E’ dolce lo scuro stanotte, nemica ormai la luna.
-  Vieni come sei, prepara gli aghi e le bende mio Signore.

-  L.S.

-  Noi così simiglianti ai nostri fieri antenati:
-  dissoluti, despoti travolti dalle congiure.
-  Demonio e Fattore ci prescrivono sciagure
-  veniam sì emendati dall’espiare i peccati!

-  Penetrati da un veleno bruciante e armati
-  fino ai denti, siam d’ogni vuota credenza
-  emblema risaputo e come pazzi forsennati,
-  danziam sui corpi, a revoca d’ogni essenza!

-  Siam noi stessi una curiosa bugia ben nota,
-  per tutto ciò che svanisce abbiam rancore,
-  e ci calza a pennello questo sbiadito colore.

-  Sradicati e maledetti, si sa al nulla votati!
-  Ah! Prodigi della Falsità! Dall’Arte braccati,
-  ci fa eco in un rintocco l’Agonia immota.


* Luca Salvatore, Fumisteria Ermeneutica, Edizioni Joker, Novi Ligure (Al) 2006, p. 24, p. 36, e p. 43. Luca Salvatore (Potenza, 1978) studia discipline filosofiche.


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