Politica

ITALIA E "FORZA Italia": I CONTI PUBBLICI. L’ITALIA ha recuperato credibilità!!! Su questo Prodi non ha il minimo dubbio: "Berlusconi mente, ed è il primo a saperlo".

giovedì 4 gennaio 2007.
 

Il colloquio.

Il presidente del Consiglio reagisce alle accuse di Berlusconi.

"Questo è troppo, loro hanno lavorato solo per avvelenare i pozzi"

La sfida di Prodi: missione crescita. "Ora si può agganciare la ripresa"

di MASSIMO GIANNINI *

"BERLUSCONI mente, ed è il primo a saperlo. Oggi può dire quello che vuole, ma ci ha lasciato un deficit enorme, e lui ne è ben consapevole...". Romano Prodi non sa ancora se essere indignato, o piuttosto divertito. Ma di una cosa è sicuro: stavolta il Cavaliere non può passarla liscia. Ha la faccia tosta di presentarsi agli onori del mondo per un risanamento dei conti pubblici che non gli appartiene. "Ma come - sbuffa il premier - parla proprio lui, che dopo cinque anni ci ha consegnato un’eredità tremenda?". Tonificato dalla breve vacanza sulle nevi di Campolongo, il Professore risponde al telefonino mentre viaggia in autostrada a bordo della Multipla che lo sta riportando a Bologna. "Dobbiamo agganciare la ripresa economica - dice - e ora i dati sul fabbisogno dimostrano che l’Italia può farcela davvero".

L’altro ieri sera aveva accolto la notizia del sorprendente calo del deficit con soddisfazione, ma anche con una certa prudenza. "Aspettiamo e speriamo che questa tendenza si consolidi: quando avremo il consuntivo su tutto il settore pubblico tireremo le somme". Ma quando Silvio Sircana gli ha letto prima le dichiarazioni di Tremonti, e poi soprattutto quelle di Berlusconi, il premier è sbottato: "Questo è troppo, non gliela faccio passare". Le conversazioni telefoniche con i suoi ministri hanno fatto il resto.

Padoa-Schioppa, con il comunicato dell’altro ieri sera sui dati del fabbisogno, aveva provato a tenere una linea responsabilmente bipartisan, dando atto anche al governo precedente del contributo, sia pure parziale, al miglioramento dei saldi di bilancio. "Ma se questo è il risultato - è la linea di oggi, di fronte alla controffensiva impudente della Cdl - allora meglio cambiare strategia. Basta con il fair play...". Vincenzo Visco è ancora più esplicito: "Siamo impazziti? Sputiamo il sangue per rimettere in sesto una barca che affonda, ci prendiamo gli insulti degli italiani che non capiscono in che dramma stiamo vivendo, e poi lasciamo che questi sciacalli del Polo, responsabili del disastro, si intestano tutti i meriti?".

E così adesso, dal suo cellulare, Prodi rincara la dose: "Questa stupidaggine sui meriti del suo governo nel risanamento Berlusconi l’ha già detta mille volte. In realtà sa benissimo che non è vero, e che lui stesso aveva fatto previsioni completamente diverse. L’ultimo dato sul fabbisogno di dicembre, se è stato sorprendente per noi, lo è stato ancora di più per il centrodestra. Altrimenti non avrebbero fatto una Finanziaria scellerata come quella di Tremonti, che ha fatto tagli assurdi e ha tolto 3 miliardi alle Ferrovie e 3 miliardi all’Anas, costringendo noi che siamo arrivati dopo a fare una super-manovra per evitare il disastro...".

Il Professore ripete a se stesso, quasi incredulo, le parole del leader dell’opposizione, che adesso sostiene di aver lasciato "un’eredità coi fiocchi". E si fa una risata dolceamara: "Eredità coi fiocchi, dice? La vera eredità che ci ha lasciato è il debito pubblico più alto d’Europa, un doppio downgrading inflitto all’Italia da parte delle agenzie di rating e una minaccia di procedura di infrazione da parte della Ue!".

Quei 25 miliardi in meno di disavanzo, registrati a fine anno dal Tesoro, non sono il raccolto della sèmina berlusconiana. In mattinata il premier ha fatto e rifatto i calcoli, al telefono con Padoa-Schioppa, e adesso non ha dubbi: "Questi numeri non dimostrano certo che l’eredità che ci è stata trasmessa dal governo precedente è meno pesante di quella che noi avevamo denunciato fin dal primo giorno, e che si è confermata gravissima. La verità è che stanno aumentando le entrate, grazie soprattutto alle misure varate con la nostra Finanziaria...".

Glielo ha documentato lo stesso Visco, in un incontro riservato durante le feste di Natale: "I dati sull’Iva sono inequivocabili: l’impennata del gettito comincia a maggio-giugno, subito dopo l’insediamento del governo e con l’avvio della campagna contro l’evasione fiscale, e crescono progressivamente fino a dicembre. I contribuenti sanno che la stagione dei condoni è finita, e si regolano di conseguenza. Basta parlare con qualche commercialista, e farsi spiegare com’è cambiato l’atteggiamento dei suoi clienti...".

Il Professore ci tiene a smontare anche un’altra obiezione: bastava una manovra da 15 miliardi, e se il centrosinistra l’ha voluta più pesante è solo perché Prodi fa un uso clientelare dei soldi pubblici. Questo sostiene l’uomo di Arcore. "E’ un’altra sciocchezza", replica stizzito Prodi. "E’ vero che avremmo anche potuto fare una manovra più blanda, che tra l’altro, al contrario di quello che pensa Berlusconi, ci avrebbe creato meno problemi politici all’interno della maggioranza. Ma proprio qui sta il valore della nostra scommessa: abbiamo voluto fare una Finanziaria più forte, perché solo così siamo in grado di agganciare davvero la ripresa, e di generare la crescita economica che serve al Paese...".

Siamo al cuore della strategia del premier, che coglie questa occasione per rilanciare il punto qualificante della sua piattaforma programmatica: "A chi dice che nella nostra azione politica non c’è la missione, ripeto ancora una volta che la nostra missione c’è stata in campagna elettorale, c’è oggi e ci sarà nei prossimi anni. Quella missione si chiama crescita, crescita, crescita. E’ il nostro grande obiettivo: consentire al Paese di tornare a correre, di ricominciare a produrre ricchezza. Adesso, approvata la Finanziaria e incassati i primi dati positivi sul fabbisogno, so che questo obiettivo è finalmente alla nostra portata: se avessimo fatto una manovra più debole non ci saremmo mai riusciti. E’ questo che la destra fa finta di non capire. D’altra parte non mi stupisco. Loro negli ultimi mesi di governo hanno lavorato solo per avvelenare i pozzi. Guardate le scelte che hanno fatto sulle Fs, sull’Anas, su Sviluppo Italia. Ma io mi ricordo, e vorrei che lo ricordassero tutti gli italiani, che clima ho trovato quando sono tornato a Palazzo Chigi, e quando ho ricominciato a girare l’Europa come presidente del Consiglio. Sull’Italia aleggiava lo scetticismo di tutti: Commissione Ue, Bce, agenzie di rating, mercati finanziari. E di chi è la responsabilità, se non di quelli che hanno governato prima di noi? Sono loro che devono chiedere scusa agli italiani, non certo io...".

Oggi il clima è cambiato. L’Italia ha recuperato credibilità. Su questo Prodi non ha il minimo dubbio. Ma questo, se vale una bocciatura per il centrodestra, si rivela anche un monito per il centrosinistra. Dopo il risultato confortante sul fabbisogno, troppe campane suonano a festa dentro la maggioranza. Troppe sirene dall’estrema sinistra tentano l’Ulisse di Palazzo Chigi, chiedendogli di cambiare la rotta del rigore per imboccare ancora una volta quella del deficit spending. Il Professore non solo resiste, ma rilancia: "I fatti stanno dimostrando che anche sulla Finanziaria avevo ragione io, e che adesso la scommessa del risanamento e della crescita si può vincere davvero. Ma solo a una condizione: che non si allentino le briglie del rigore. Su questo Padoa-Schioppa ha ragione: i dati incoraggianti sul fabbisogno non ci autorizzano in nessun modo ad attenuare lo sforzo nel controllo dei nostri conti pubblici. Sarebbe un suicidio".

Nelle parole del Professore si coglie un segnale preciso, che corre su due binari distinti, ma paralleli. Il primo binario parte da Roma. Non si illudano i vari Giordano o Ferrero, Diliberto o Pecoraro Scanio, che già parlano di risorse aggiuntive da redistribuire, o di misure sulla previdenza da derubricare. La necessità di spendere meno e di spendere meglio i soldi pubblici "rimane invariata". La riforma delle pensioni non sarà urgente - come ripete il premier - ma "la necessità di intervenire sulla previdenza per garantire un futuro sereno ai giovani che oggi si affacciano sul mercato del lavoro è ineludibile".

Il secondo binario porta a Bruxelles. Alle parole di Almunia sull’Italia che non deve abbassare la guardia. "La Commissione europea e la Bce non devono temere - è la linea del Professore - perché l’Italia rispetterà gli impegni sottoscritti, sia sul rientro del deficit, sia sulla riduzione del debito". Il tempo delle false promesse in politica interna, o delle spallate alle istituzioni in campo internazionale, è ormai alle nostre spalle.

Questo è il messaggio che il premier vuole mandare, in queste ore di polemica invelenita che ha già dissolto gli appelli al dialogo formulati dal presidente della Repubblica. "Bel senso di responsabilità dall’opposizione: è così che si raccoglie l’invito di Napolitano?", si chiede sconsolato.

Ma Prodi non molla. La sua Multipla è ormai alle porte di Bologna: "Siamo arrivati - conclude - è davvero ora di rimettersi al lavoro...". Non sarà la fase due. Ma comunque si chiami, il ciclo di governo che inizia da questo mese di gennaio può valere l’intera legislatura. E può decidere le sorti non solo del Professore, ma del Paese.

* la Repubblica, 4 gennaio 2007.



Il Cavaliere contro il premier: "Fa un uso clientelare dei soldi pubblici".

"Abbiamo consegnato all’Italia eredità con i fiocchi. La sinistra la sta sprecando"

Berlusconi, "Conti pubblici migliori? Solo merito mio, Prodi è ideologico" *

ROMA - Il miglioramento dei conti pubblici? Merito del suo governo. Che ha lasciato "un’eredità con i fiocchi al Paese". Quanto a Prodi, agisce su basi idelogiche e fa un "uso clientelare dei soldi pubblici". Così il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, commenta i dati sul calo del fabbisogno nazionale.

Secondo Berlusconi - che parla attraverso una nota - "il mio governo lavorava per l’Italia, mentre Prodi ed i suoi continuano, in base a pregiudizi ideologici ormai superati dalla storia, a voler utilizzare i soldi pubblici per accrescere il predominio dello Stato e la distribuzione clientelare delle risorse".

Il leader azzurro spiega anche che il suo governo "ha lasciato un’eredità coi fiocchi all’Italia e agli italiani: l’economia è in ripresa dal 2005 e i conti pubblici sono in ordine, come dimostra il dimezzamento del fabbisogno statale registrato dal Tesoro sul 2006".

Poi Berlusconi entra nel dettaglio partendo dal miglioramento delle entrate tributarie segnato nei primi nove mesi del 2006 e dovuto "tra l’altro, alla percezione che noi avevamo provocato di un rapporto nuovo e non punitivo tra fisco e cittadini. Un circolo virtuoso che ieri la stessa nota del Tesoro e il ministro Padoa-Schioppa hanno doverosamente, anche se solo parzialmente, riconosciuto". Quanto al "rigoroso controllo della spesa pubblica" è tutto merito di Tremonti.

Il leader di Forza Italia esprime "il grande rammarico di non aver potuto dare continuità a una così efficace azione di risanamento che ha saputo coniugare rigore e sviluppo, mentre ora le leve della politica economica sono finite in mano al partito delle ’più tasse-più spese".

Ma per Berlusconi non è tutto: chi ha sparato a zero, dai banchi dell’opposizione, nei cinque anni del suo governo, dovrebbe per lo meno scusarsi, dice il Cavaliere: "Tutti coloro che hanno cercato di lucrare su un disastro che non c’era, ora dovrebbero fare ammenda e chiedere scusa agli italiani per averli ingannati".

Quindi l’affondo contro Prodi: "Ma i cittadini dovrebbero soprattutto domandarsi perchè il governo prodi abbia varato una finanziaria di guerra che supera i 40 miliardi di euro e che tarperà le ali alla ripresa dell’economia quando invece per centrare i parametri europei sarebbe stata sufficiente una manovra da 15 miliardi".

E la risposta secondo cui Prodi e l’attuale maggioranza usano "i soldi pubblici per accrescere il predominio dello Stato e la distribuzione clientelare delle risorse". Come si vede, insiste Berlusconi, dalla diminuzione delle entrate fiscali di oltre due miliardi registrata nel mese di dicembre "a causa dell’effetto-choc provocato sui contribuenti dalla Finanziaria". Insomma, "la sinistra sta così sprecando la grande occasione della ripresa, mentre noi, in anni congiunturalmente difficili, abbiamo posto le premesse per un miglioramento strutturale del sistema".

Infine il riferimento al discorso di fine anno di Giorgio Napolitano: "La coesione nazionale, che giustamente il Presidente della Repubblica ha posto al centro del suo messaggio di fine anno" ha bisogno "di verità e, soprattutto, richiede un impegno unitario su basi completamente diverse rispetto a quelle adottate finora dall’attuale governo".

*la Repubblica, 3 gennaio 2007


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