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Edito da Lindau, "Coca-Cola. L’inchiesta proibita" è un testo che merita grande attenzione e che suggeriamo di comprare in quanto arma culturale

Pubblicato lo scorso 21 febbraio, è riproposto in home page
venerdì 23 febbraio 2007.
 

William Reymond va giù dritto, nel suo Coca-Cola. L’inchiesta proibita, in Italia edito da Edizioni Lindau, editore coraggioso e molto amante del rischio. Ora, infatti, in letteratura viaggiano parecchio «le inchieste» che spesso riguardano dogmi o facce dell’umanità non collegabili direttamente a fonti di potere globale. Per questo, esse non comportano forme di ritorsione. Ben diverso è il discorso di Reymond sulla Coca-Cola, per il quale tanto onore va ad Edizioni Lindau. Nel testo, il viaggio di Reymond sugli affari, lato sensu, della Coca-Cola è affascinante e narrato con dovizia di particolari, attraversa precisi momenti storici, sorprende per le rivelazioni progressive e interessa, anzitutto, un colosso economico che arrivò a dissetare perfino i campi della gioventù hitleriana. Come Reymond dimostra in abbondanza, la Coca-Cola sopravvisse al secondo conflitto mondiale, riuscì a espandersi quando «il III Reich mordeva la polvere», pur dentro quello stesso contesto politico. La struttura del libro è perfettamente ordinata: l’inchiesta sulla Coca-Cola parte dagli archivi del marchio e si sviluppa incuriosendo il lettore a ogni pagina, scavando in profondità a proposito dei «rapporti di forza», direbbe Carlo Ginzburg, instaurati e consolidati dall’azienda. Tutta una serie di strategie atte alla promozione della bevanda vengono esplorate e sondate dall’autore con rigore e pregevole articolazione. C’è un iter storico, nel volume, che, per certi versi, aiuta a comprendere anche alcuni processi di stratificazione dell’Impero descritto da Antonio Negri. Le ragioni della merce scavalcano gli ordini, costituiti o spontanei, del contratto sociale e gli assetti politici internazionali. Perciò, Coca-Cola. L’inchiesta proibita, oltre a essere un lavoro giornalistico di rara serietà, si pone, secondo noi, quale strumento privilegiato per valutare quella linea analitica sul valore delle merci e sulla loro capacità di penetrazione sociale e culturale che va, ad esempio, dalle teorie sul feticismo di Alfonso Iacono alle letture negriane del contemporaneo, nel quadro del materialismo di Marx. Noi il libro di Reymond l’abbiamo letto e riletto. E, per quanto la formidabile inchiesta sui segreti della Coca-Cola lo caratterizzi e ne costituisca il maggiore pregio, almeno secondo l’editore, riteniamo che il testo vada assolutamente reperito proprio perché anzitutto agevola, forse come nessun analogo, la comprensione dei meccanismi transnazionali di dominio delle storie e delle culture. Oggi, soprattutto in Italia, i libri si comprano per regali che piacciono in quanto sponsorizzati, legati a quella (propagandata) forma di elevazione sociale che il semplice possesso riesce a provocare. È la stessa cosa averci una scheda telefonica Vodafone o l’ultima uscita di Bruno Vespa. In una tale desolazione culturale, i libri di Lindau sono da consigliare (e regalare, se si vuole) poiché felici eccezioni e, in primo luogo, perché costituiscono una risposta di politica culturale al vuoto di contenuti della scuola italiana. Noi riteniamo che Coca-Cola. L’inchiesta proibita sia un buon punto di partenza per un auspicabile progetto di approfondimento culturale delle amministrazioni dello Stato, indipendentemente dalla condivisione di valori politici o ideologici che hanno favorito l’esistenza del volume. Conoscere, infatti, gli espedienti, le strategie e le vicende d’un prodotto oggi universale come la Coca-cola non significa solo assumere una posizione individuale o collettiva in quanto consumatori. Di più, a nostro parere, vuol dire comprendere vivamente un’epoca, la nostra, anche ricorrendo a fatti, discipline e testi complementari. Ecco perché si suggerisce ai comuni italiani l’acquisto di questo libro e l’avvio di dibattiti specifici all’interno degli istituti scolastici. Il testo, nel complesso di 426 pagine, costa 23 euro e si legge con grande rapidità. Per Le Matin, esso è «un duro colpo per la leggenda della Coca-Cola». Per noi della Voce di Fiore, questo libro è un’arma culturale potente per cominciare a ragionare concretamente sulla possibilità d’un mondo più giusto e più realmente partecipato.

Emiliano Morrone


Coca-Cola. L’inchiesta proibita - L’immagine del bellissimo lavoro di William Reymond, edito da Lindau (www.lindau.it)
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