Il filosofo Ermanno Bencivenga, nato in Calabria da mamma calabrese, ordinario nell’Università della California e conosciuto nel mondo per i suoi importanti contributi logici e la divulgazione filosofica, sarà in Sila per presentare in prima nazionale il suo ultimo libro "La logica dell’amore", edito da Nino Aragno.
Giorno 19 marzo incontrerà nel pomeriggio i bambini delle scuole di Serra Pedace, dove, per iniziativa dell’amministrazione comunale e Grandincontri onlus, il 29 e il 30 giugno si terrà la seconda edizione del Festival internazionale della Filosofia in Sila.
L’incontro di Bencivenga coi bambini di Serra Pedace aiuterà a realizzare un libro sulle domande dei piccoli. Per il sindaco Rizzuti, "si tratta di un anticipo di ciò che sarà l’evento culturale dell’anno in Calabria, il festival filosofico internazionale della Sila, dedicato stavolta all’amore in ogni sua forma".
Il 20 marzo, il filosofo Bencivenga incontrerà in mattinata gli studenti delle scuole superiori di San Giovanni in Fiore, presso l’auditorium dell’Istituto statale d’arte. Con la moderazione di Rocco Pisano, presenterà il suo "La logica dell’amore" e si sottoporrà alle domande di docenti e studenti. Questo appuntamento è stato finanziato dal Comune di San Giovanni in Fiore e dal Rotary club florense, che con proprie risorse, grazie al contributo organizzativo delll’associazione Grandincontri, specializzata negli eventi, ha reso possibile tutto il tour calabrese di Bencivenga. Per l’assessore comunale alla cultura di San Giovanni in Fiore, Giovanni Spadafora, che ha profuso grande impegno per questo appuntamento in loco, "si tratta di un momento imperdibile, sostenuto dal Comune, che s’è fatto carico di coinvolgere tutte le scuole superiori della città, in modo da estendere al massimo la straordinaria offerta culturale rappresentata dall’arrivo di Bencivenga". A San Giovanni in Fiore, la presentazione del libro del filosofo è stata inserita nell’ambito d’una serie di incontri con gli studenti promossi dal municipio.
Il 21 marzo, invece, alle 17 il filosofo di origine calabrese sarà a Cotronei, per iniziativa dell’associazione scacchistica del cantante Pietro Baffa e con il forte impegno organizzativo del Comune, che intende promuovere il turismo e il senso democratico con grandi appuntamenti culturali. La serata vedrà la presentazione dell’ultimo libro di Ermanno Bencivenga, "La logica dell’amore", e sarà un’occasione per riunire pensiero e musica, sentimento e melodia. Lo stesso Pietro Baffa si esibirà con il pianista jazz Alex Cimino, col quale ha formato un consolidato duo che presto ci riserverà interessanti sorprese su scala nazionale.
Baffa e Cimino suoneranno, tra gli altri brani, "Come le logiche". "Sarà un omaggio alla poesia e alla capacità di emozionare del prof. Bencivenga", ha precisato Pietro Baffa. Per Timpano, assessore alla cultura del Comune di Cotronei, "l’evento è di quelli a cui non si può mancare, sia per la portata del personaggio sia per la sua assoluta particolarità".
Tutti gli appuntamenti conterranno anticipazioni sul festival filosofico internazionale della Sila, dedicato all’amore, anche come omaggio al professore calabrese Ermanno Bencivenga.
Per "la logica dell’amore" - un omaggio a Bencivenga!!!
Una breve nota e un articolo:
A PARTIRE DAL PRESENTE .... UNA CHIAVE PER CAPIRE LA CONFUSIONE IDEOLOGICA E SPIRITUALE (OLTRE CHE LA DERIVA NAZISTOIDE) DELLA "FAMIGLIA" VATICANA. Avendo buttato a mare tutta la tradizione critica e cristiana, i "cattolici" confondono (livello "storico" e livello "logico") e - in piena notte "edipica" - pretendono in modo autoritario di riportare direttamente l’ intera famiglia umana ... non solo nella "caverna a luci rosse" di Platone, ma addirittura alla preistoria!!! (fls)
editoriale
Se la famiglia risale alla preistoria
di Fiorenzo Facchini (Avvenire/Agorà. 17.03.2007)
Nel dibattito in corso sulla famiglia si registrano proposte di legge relative a nuove forme di aggregato o surrogato familiare. C’è chi ha scritto che la famiglia sarebbe una invenzione del cristianesimo. C’è perfino chi ritiene superata la finalità procreativa della coppia prospettando la possibilità di separare procreazione e sessualità mediante le biotecnologie. Sono posizioni tipicamente ideologiche in cui si dimenticano le esigenze squisitamente antropologiche che fondano la famiglia e sono alla base dello sviluppo e del successo della specie umana.
Frugando nelle pieghe del passato si può cercare se e quale possa essere stato il ruolo della famiglia presso i nostri antenati, soprattutto quale famiglia potessero avere. Non mancano documenti su sepolture di madre e bambino, come attesta la più antica sepoltura, datata a 90.000 anni fa e trovata a Qafzè (Israele). Assai interessante la sepoltura (familiare?) di Sungir (Russia, 28.000 anni fa) con un anziano, una donna e due ragazzi. Il tema della sessualità e della coppia emerge con grande evidenza nelle incisioni rupestri della Val Camonica, e si ritrova anche nei petroglifi dell’Asia centrale.
Ma quale poteva essere il modello familiare nelle prime forme umane? Vari argomenti suggeriscono un’organizzazione basata su un nucleo familiare stabile, imperniato sulla coppia.
Lo richiedeva la stessa condizione umana. La prole, generata in uno stato di immaturità, comporta un periodo molto più lungo di crescita, documentato anche dagli studi sulla crescita dei denti in reperti preistorici, rispetto ai primati non umani e fonda duraturi rapporti parentali e di coppia. Il periodo di dipendenza dai genitori assume un significato educativo e consente l’apprendimento per quei comportamenti tipicamente bioculturali, come il bipedismo, il linguaggio e l’uso delle mani nella tecnologia. Viene ammessa una diversificazione di compiti per l’uomo e la donna, il primo impegnato per la caccia, la seconda per la cura della prole, ma anche nella raccolta di cibo nelle vicinanze della base familiare.
Tutto ciò porta a escludere la promiscuità o modelli simili a quelli dei Primati attuali. Isaac sostiene l’ipotesi di una sussistenza duale reciproca richiesta dalla strategie di caccia e raccolta. Lovejoy, che ha studiato il comportamento sociale degli Ominidi, pone l’accento su relazioni stabili tra individui dei due sessi. Secondo questo autore il comportamento riproduttivo legato a in gruppo bifocale, cioè a una coppia monogama, doveva costituire la forma nucleare primitiva di aggregato familiare che sostituì il modello matrifocale degli scimpanzè.
Anche secondo Quiatt e Kelso con l’ominizzazione si ha un passaggio a un’economia duale reciproca a carattere stabile, con legami intrafamiliari non soltanto per l’allevamento della prole, ma anche per possibili ruoli secondari all’interno della famiglia (nonni, zii) in ordine all’acquisizione e trasmissione di aspetti culturali.
L’aggregato familiare consente una intensa prolungata cooperazione parentale, specialmente nell’allevamento della prole. Reali esigenze di carattere biologico ed educativo fondano la famiglia, primo ambito della inculturazione, facendole assumere anche sul piano adattativo un ruolo fondamentale per il successo per la specie umana.