ILLUMINISMO. Perché l’Enciclopedia fu il bestseller del ’700...

L’"Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri": l’anima e il corpo dell’Illuminismo. Intervista a Robert Darnton di Benedetta Craveri - a c. di Federico La Sala

Ho provato a scrivere la storia di come l’Illuminismo sopravvisse, diventando una forza di liberazione, tolleranza ed integrità intellettuale nel mondo moderno
lunedì 11 giugno 2012.
 


Darnton, storico di Harvard, e il suo saggio sulla fortuna dell’opera di Diderot e d’Alembert presso i contemporanei

Illuminismo per tutti

Perché l’Enciclopedia fu il bestseller del ’700

di Benedetta Craveri (la Repubblica,14.04.2012)

Ritorna in libreria Il Grande Affare dei Lumi (Adelphi), la grande inchiesta sulla Storia editoriale dell’Encylopédie 1775-1800, apparsa nel 1979 presso la Harvard University Press, che ha dato fama internazionale a Robert Darnton insegnandoci a guardare la Francia del Settecento con occhi nuovi.

Lo storico americano vi realizza l’ambizione di una storia "totale", scegliendo come campo d’indagine l’opera simbolo del XVIII secolo, l’Encylopédie di Diderot e d’Alembert e studiandola come "oggetto fisico e veicolo delle idee", come "anima e corpo" dell’Illuminismo.

A fare del celebre Dictionnaire raisonné des sciences, des art set des métiers - i cui 17 volumi si susseguirono tra il 1751 e il 1766 - "una delle grandi vittorie dello spirito umano e della carta stampata" non furono solo i grandi intellettuali dei Lumi e l’editore Lebreton, ma una miriade di personaggi secondari e per lo più sconosciuti di cui Darnton ha saputo ricostruire psicologia e comportamenti con una straordinaria verve di ritrattista.

Nell’affrontare un campo di ricerca vasto e complesso come quello dell’Encylopédie, Darnton si è avvalso di due atout formidabili: una fonte settecentesca eccezionale - gli archivi di una società tipografica svizzera specializzata in edizioni pirata di libri francesi - e un autentico talento narrativo che conquista immediatamente il lettore.

Professor Darnton, studiando l’Encyclopédie come manufatto librario e come veicolo delle idee, lei prende le distanze dalla storiografia a dominante politica.

«L’Encyclopédie viene spesso definita come la "bibbia" dell’Illuminismo, tuttavia per me la sua storia è anche quella di un’autentica "comédie humaine". Nel raccontare come essa ha preso forma ed ha raggiunto lettori di tutta Europa, ho cercato di rendere giustizia alla sua dimensione balzacchiana: ai personaggi pittoreschi che hanno prodotto il libro, intrigato perché venisse autorizzato in Francia e che si sono accapigliati e dilaniati per ricavare il massimo dalle sue spettacolari vendite. E se da un lato la mia ricerca ha assunto il carattere di una detective story, dall’altro mi ha dato l’opportunità di affrontare gli interrogativi classici sul carattere dell’Illuminismo e sul suo rapporto con la Rivoluzione francese.

Spiegando quante erano le copie dell’Encyclopédie, dove venivano vendute e chi erano i suoi acquirenti, ritengo che sia possibile dimostrare come l’Illuminismo fosse penetrato in profondità nella società francese. Lungi dall’essere appannaggio di una élite sofisticata, raggiunse un vasto pubblico di lettori».

Chi erano questi lettori?

«Non appartenevano alla borghesia del commercio e dell’industria, erano funzionari statali, ufficiali dell’esercito, giudici, avvocatie persino preti- insomma lo stesso genere di "notabili" che parteciparono agli Stati Generali del 1789 e che, dopo la parentesi del Terrore, dominarono la società francese fino a tutta la prima metà dell’Ottocento.

Lo studio degli autori che avevano redatto le voci, sia dell’Encyclopédie di Diderot che di quella successiva, l’Encyclopédie méthodique, pubblicata dal 1782 al 1832, ha dato gli stessi risultati. Gli enciclopedisti hanno avuto poco a che vedere con le forze del capitalismo. Erano per lo più professionisti e la storia del loro lavoro - che attraversa tutta la Rivoluzione - non appare in alcun modo connessa al giacobinismo. Illustra il modo in cui, tra Sette e Ottocento, il professionismo si affermò come un modo di organizzare il mondo del sapere».

Lei sostiene che il carattere radicale del progetto dell’Encyclopédie stava nella sfida di Diderot e dei suoi collaboratori di spiegare il mondo a partire dalla sola ragione. Ma era davvero una novità?

«Convengo che le idee dell’Illuminismo si trovavano già in massima parte nelle opere dei filosofi del secolo precedente. Ma quello che a mio avviso contraddistingue l’Illuminismo è il suo carattere di movimento, di tentativo perseguito da tutto un gruppo di intellettuali di cambiare il modo di pensare e di modificare le istituzioni alla luce di valori laici, razionali e umani. Per questo considero la storia dei libri fondamentale per la sua comprensione.

Come libro più importante del movimento, l’Encyclopédie riconfigurò il paesaggio mentale dei lettori. Fornì il compendio dell’intero sapere organizzato in accordo a principi epistemologici che prescindevano dalla religione rivelata. Nel servire un’informazione che copriva lo scibile umano dalla A alla Z, essa infuse nelle sue 71818 voci una visione profondamente laica del mondo.

Naturalmente aveva bisogno di nascondere questa tendenza per evitare le persecuzioni da parte delle autorità - e in effetti fu perseguitata, ma solo quanto bastò a farne un successo di scandalo, senza metterne a repentaglio l’aspetto commerciale. Ragion per cui bisognava leggerla fra le righe e rendeva i lettori complici del suo messaggio desacralizzante con tutta una serie di espedienti retorici».

Voltaire - a cui non si può disconoscere il genio della propaganda - era però dell’idea che "se i Vangeli non fossero stato un piccolo libro da due soldi, il cristianesimo non si sarebbe mai diffuso". Il successo dell’ Encyclopédie non dimostra allora il contrario?

«Voltaire poteva avere ragione quando diceva che le pubblicazioni coincise e brillanti erano più efficaci dei trattati in molti volumi, ma la sua ultima grande opera, Questions sur l’Encyclopédie, è un’enciclopedia in otto volumi. Nella sua strategia di conquista dei lettori l’Illuminismo fece ricorso a generi diversi, dal pamphlet volterriano al trattato enciclopedico».

In che modo veniva letta l’ Encyclopédie?

«Devo confessare che non sono riuscito a farmi un’idea sufficientemente chiara di come l’ Encyclopédie venisse letta. Era un’opera così vasta che poteva esserlo in molti modi, non solo fra le righe per un brivido scandaloso, ma anche per condividerne l’informazione, trattandola come un testo di referenza. Alcuni librai riferivano che i loro clienti la mettevano in bella mostra sugli scaffali senza mai aprirla. Così ci doveva anche essere un fattore di snobismo intellettuale. I notabili di provincia volevano dimostrare di essere al corrente delle novità à la page.

Una cosa però è chiara: la richiesta del libro. Librai d’ogni dove scrivevano di non avere mai visto una ressa simile per comprare un’opera, malgrado il costo relativamente elevato».

Lei spiega chiaramente le ragioni per cui, a partire da Luigi XVI, lo Stato, pur ammantandosi di rigore, ebbe interesse a lasciare prosperare "il grande affare". Ma perché la Chiesa non riuscì ad armare una contro-propaganda?

«In realtà la Chiesa fece un tentativo possente di distruggere l’Encyclopédie. L’opera venne condannata da papa, clero francese, giansenisti, gesuiti, corte di giustizia di Parigi, consiglio del re. Nel 1752 un editto reale ne bollò i primi due volumi con termini feroci e il movimento anti-enciclopedista degli anni 1750 si avvalse di una propaganda altamente offensiva affidata a polemisti estremamente abili. L’Encyclopédie fu associata a De l’Esprit, il trattato radicalmente materialista di Helvétius che nel 1758 scatenò uno scandalo ancora più grande. Fu allora che un editto reale soppresse il "privilegio" (l’autorizzazione della censura, ndr) dell’ Encyclopédie, proibendone la continuazione.

Intanto l’opera era stata messa all’indice e papa Clemente XII aveva ordinato a tutti i cattolici che ne detenevano una copia di darla alle fiamme, pena la scomunica. Ragion per cui l’Encyclopédie entrò in clandestinità. Si salvò grazie alla protezione di Malesherbes, responsabile della censura libraria, che simpatizzava con i philosophes, ma i suoi ultimi 10 volumi apparvero solo nel 1765, passata la bufera. Una bufera violentissima che aveva quasi distrutto l’impresa e che avrebbe potuto danneggiare gravemente il movimento stesso dei Lumi.

Dalle nostre relative condizioni di sicurezza in regimi relativamente liberali, abbiamo la tendenza a dimenticare il pericolo reale a cui i philosophes dovettero far fronte. Ho provato a scrivere la storia di come l’Illuminismo sopravvisse, diventando una forza di liberazione, tolleranza ed integrità intellettuale nel mondo moderno».


Sul tema, nel sito, si cfr.:

-  RIPENSARE L’EUROPA. PER IL "RISCHIARAMENTO" ("AUFKLARUNG") NECESSARIO. ANCORA NON SAPPIAMO DISTINGUERE L’UNO DI PLATONE DALL’UNO DI KANT, E L’IMPERATIVO CATEGORICO DI KANT DALL’IMPERATIVO DI HEIDEGGER E DI EICHMANN !!!
-  FREUD, KANT, E L’IDEOLOGIA DEL SUPERUOMO. ALLA RADICE DEI SOGNI DELLA TEOLOGIA POLITICA EUROPEA ATEA E DEVOTA.

-  PER BOCCACCIO, NEL 2013, UNA GRANDE FESTA IN TUTTA L’ITALIA E L’EUROPA!!! Dopo 700 anni (dalla nascita), tutta viva la sua sacrosanta indignazione e tutto libero il suo spirito critico. Materiali sul tema


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