Politica

Il Comune di San Giovanni in Fiore è ridotto all’osso: mancano i soldi pure per l’ordinario. Intanto, a nessuno, in maggioranza, è venuto in testa di ridurre gli assessori

Indennità inutili per diversi collaboratori del sindaco, si continua con le spartizioni, gli affarucci, gli incarichi agli associati e i pesantissimi debiti pubblici
sabato 4 giugno 2005.
 
Siamo alle solite. Il Comune di San Giovanni in Fiore è a un passo dal fallimento, inutile negarlo. E si dice con cognizione di causa, non certo per lanciare strane e infondate preoccupazioni. Non ci stanno soldi. Questo perché la gestione del passato, priva di qualsiasi criterio di razionalità e buona amministrazione, ha dilapidato quel poco che s’aveva. Proseguendo cogli incarichi, i lavori inutili, i giochetti nascosti sulle opere pubbliche e le gravi irregolarità nell’assegnazione del reddito minimo, ha prosciugato ogni risorsa, aumentando esponenzialmente disagio, disoccupazione, deficit ed emigrazione. Distribuendo cosucce e malloppi ha solidificato la sua già estesa base elettorale, senza trascurare che la città conta sempre più anziani in pensione che giovani occupati. Ovvio che tutto questo dipenda, secondo il saggio giudizio del potere locale, da una serie di politiche regionali penalizzanti e cieche, da scarsa assistenza alla montagna silana e da situazioni sfavorevoli su scala mondiale, globale. Che cosa deve fare l’assessore al personale? Quali i compiti e le possibilità dell’assessore alla sanità? Urbanistica e lavori pubblici non potrebbero essere delegati, ad esempio, a un solo assessore, così come cultura e spettacolo? Il sistema prevede accordi specifici: quello va accomodato così, l’altro con qualcosa di meglio. Ma, per la retorica illogica dei reggitori, finisce che è necessario, diventa una faccenda istituzionale, una condizione indispensabile. Fino ad argomenti teologici. Mentre, per quanto si rubi a Nord, e fuori del mito produttivo del polo ricco, c’è, almeno, una certa oculatezza, una razionalizzazione, un’economia. Qui, specie a San Giovanni in Fiore, sperperiamo, abusiamo del danaro pubblico: a conti fatti il parco comunale, inutilizzato, è venuto otto miliardi di lire, con opere orrende e fuori contesto. Ed è vergognoso il modo in cui vengono utilizzati i destinatari di politiche di sostegno. Però è normale. Vorrei dire tanto a Lammirato e Orlando, ad esempio, analisti della cosa pubblica, di sfogliare le pagine di Bateson e Perelman, di riflettere sui contesti e la retorica e, molto più pragmaticamente, di mollare i loro assessorati, se sono veramente interessati alla crescita della nostra città.

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