Roma, 9 apr. (Ign) - E’ stato ucciso Adjmal Nashkbandi, l’interprete del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo, rapito in Afghanistan insieme al reporter italiano ed al suo autista lo scorso 5 marzo. L’assassinio è avvenuto 24 ore prima della scadenza dell’ultimatum fissato dai rapitori.
Ieri è giunto prima l’annuncio di un portavoce del mullah Dadullah, il capo militare dei Talebani, quindi, dopo ore di attesa, la conferma dei servizi segreti afghani. In serata, anche il premier Romano Prodi ha parlato di ’’conferme’’, deprecando ’’con ogni forza questo delitto assurdo’’.
Il presidente del Consiglio ha anche replicato agli attacchi arrivati dall’opposizione sulla gestione della vicenda da parte del governo. Prodi ha definito ’’esecrabile che si faccia della speculazione su un fatto di questo genere’’.
Il giovane afghano, 23 anni, sarebbe stato decapitato - stando a quanto riferito dal portavoce talebano - in seguito al rifiuto delle autorità afghane di liberare alcuni detenuti. Il giornalista di Repubblica era stato liberato dopo due settimane grazie al rilascio di cinque Talebani detenuti mentre l’autista era stato sgozzato.
Non solo. Ieri il portavoce dei servizi segreti afghani Said Ansari ha accusato Rahmatullah Hanefi, il responsabile dell’ospedale di Emergency a Lashkargah nelle mani dell’intelligence locale, di essere coinvolto nel rapimento di Mastrogiacomo e dei suoi due collaboratori. Accuse respinte dal fondatore di Emergency Gino Strada che ha parlato di ’’calunnie’’. Rahmatullah Hanefi aveva fatto da mediatore durante il sequestro del reporter italiano.