Ballo

Merengue, baile tropical, baila conmigo, lezione del prof. Cosmo de La Fuente

lunedì 23 aprile 2007.
 

Lasciamo la Cina e parliamo di Santo Domingo, patria del Merengue.

Prima di parlare del ritmo merengue vorrei soltanto chiarire che non potrei essere razzista dal momento che i miei collaboratori, fra cui molti cari amici, sono tutti stranieri ed extracomunitari, mia moglie è straniera e persino io sono metà e metà. Mi spiace per la lettrice che certamente avrà buoni motivi economico-tessili e legami cinesi, ma non si tratta assolutamente di razzismo, com’è facile e banale accusare di razzismo chi esprime e fa le proprie considerazioni. Se non si riesce ad accettare il parere di chi la pensa diversamente non solo si dimostra di essere poco democratici ma si rischia di cadere nei luoghi comuni specialmente quando si rigira la colpa agli organi di vigilanza, ai finanzieri e compagnia bella. Le regole vanno rispettate. Sarà perché, da figlio di emigrante, ho avuto modo di constatare come gli italiani si siano dovuti adeguare alle leggi, agli usi e ai costumi dei paesi ospitanti. L’esterofilia di certi, forse troppi, è talmente alta che si è pronti a gettare fango in casa piuttosto che constatare qualcosa che non funziona altrove. Se qualcuno osa farlo viene tacciato di fascismo e idiozie del genere da parte di chi sta effettivamente vessando la libertà di pensiero e di parola che troppo spesso vengono confusi con il credo politico. Felice di non appartenere a nessun colore e tanto meno ad alcun estremismo politico, lascio pure i cinesi ai loro affari e mi sposto con il pensiero a Santo Domingo, la patria dov’è nato uno dei ritmi più scatenati, il merengue. Bistrattato e dimenticato in Italia, il merengue è la danza delle feste caraibiche, senza questo ritmo di origine africana la fiesta non è mai fiesta. Il merengue è originario di Santo Domingo e, neanche a dirlo, anch’esso deriva dalle danze degli schiavi neri che provenivano dall’Africa, gli stessi che hanno anche dato un apporto considerevole alle varie ricette di cucina caraibica. Non dimentichiamo che la deliziosa ‘Feijoada’ basiliana era preparata con i fagioli neri e i le rimanenze delle varie carni dei loro padroni, così i movimenti, sacrificati dalle catene, potevano soltanto essere quelli scanditi dai due tempi della marcia. Un..dos, un... dos ed ecco fatto il ritmo del merengue che, su due tempi, fa muovere spalle e bacino dei ballerini. Anche questa danza era considerata poco seria per le signore, ma, come sempre accade, era ballatissimo proprio perché trasgressivo. Il passo base è quello che si chiama ‘pado de la empalizada’. All’inizio fu snobbato dai ricchi perché di provenienza africana, ecco il vero razzismo. Soltanto nel 1930 grazie, pensate un po’, ad una campagna elettorale che scandiva slogan a suon di merengue, questo ritmo divenne nazionale e accettato a pieno titolo. Contrariamente a quanto si crede il merengue è importante per chi inizia perché abitua ad alternare i pesi e a sbloccare il bacino, essenziale nei balli dei Caraibi. Peccato che in Italia si sia persa questa danza che i turisti ritrovano preponderante nei loro viaggi in America latina. Anche in questo caso, boicottato dai maestri di ballo è andato via via scemando nel nostro paese.

Movimiento sensual amigos... movimiento de la vida.

Ay compay Josè..baila mi merengue, la muchacha y el caballero, que lo gozen juntos.

Cosmo de La Fuente

www.familiafutura.blogspot.com


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