La storia vissuta da un piemontese ermafrodita
Scusi, sa dirmi dove abita Albertina Giraudo? -
Non so quante volte formulai questa domanda nell’arco di una mattinata. Qualcuno doveva pur conoscerla questa signora di cui si parlava tanto, la mia padrona di casa mi aveva garantito che nel suo paesino d’origine,arroccato sulla collina astigiana,viveva questa brava donna che aveva rivelato a tutti di essere bi-dotata. All’ennesimo ‘non so’ decisi di telefonare alla mia anziana padrona di casa per dirle che di questa Albertina Giraudo non vi era nemmeno l’ombra.
Ma non devi chiedere di Albertina, cretino! - Mi apostrofò gentilmente l’anziana e continuò: ‘ devi chiedere dove si trova il biebuk, che in piemontese è la definizione per chi nasce con due sessi, quasi nessuno la conosce come Albertina.
In periodo di interesse verso l’ermafroditismo pensare di poter parlare con un essere umano dotato di due sessi mi sembrava l’esperienza più interessante che potessi fare. Quando finalmente mi ritrovai di fronte Anna Giraudo fui sorpreso di vedere un uomo dal giovane aspetto, del tipo biker. Non mi stupii del fatto che sembrasse un uomo ma piuttosto che in quel paesino di poche anime vivesse un tipo così ‘alternativo’ nei suoi costumi. Moto, casco, pizzetto e modi di fare decisi.
Disse che mi stava aspettando perché, nel frattempo, la padrona di casa l’aveva avvertito. E brava donna Costanza, mi aveva parlato di questa Albertina senza nemmeno dirmi che mi sarei trovato un vero uomo dal fare massiccio che, bevendo dalla bottiglia una birra ghiacciata, mi raccontava apertamente com’era fatto in mezzo alle gambe. Mi spiegò che in lui/lei coesistevano sia testicoli che ovaie, o meglio, un testicolo e un’ovaia, quest’ultima celata nello scroto. Alla base del pene vi era l’orefizio vaginale , essendo più maschio che donna, la sua vagina era molto piccola, mentre il pene risultava di dimensioni normali. Alla nascita il pene era molto piccolo ovviamente, mentre la vagina, ritenuta normale, fu considerata predominante e quindi registrato all’anagrafe come donna.
Non ha mai avuto il ciclo mestruale mentre ha sempre prodotto il liquido seminale maschile. Mi spiegò anche che sua mamma, durante la gravidanza, si era curata con androgeni o cose del genere, quindi, il suo essere femmina era praticamente stato ostacolato da ormoni maschili che, a lungo andare, sono diventati preponderanti. Nel tentativo di definire un sesso si era poi curato, a sua volta, con ormoni maschili, riuscendo ad ottenere ottimi risultati per peli e barba, ma scarsi in fatto di seno che teneva stretto in bendaggi particolari.
Albertina, o meglio Alberto, fu un incontro veramente interessante, non potei, ovviamente, constatare la particolarità del suo sesso, ma mi mostrò una foto. Disse che molti erano stati quelli interessati al suo ermafroditismo e che ancora moltissima gente era convinta che fosse soltanto una lesbica perché non esistono persone con entrambi i sessi.
Alla mia domanda ‘hai mai fatto sesso con un uomo? - Mi rispose: ‘Certo, ho provato entrambe le possibilità prima di decidere se essere donna o uomo’. Sono stato anche in giro per l’Italia, ho fatto sesso con molte persone perché, all’inizio, mi sentito rifiutato e il fatto che molti volessero congiungersi con me mi faceva star meglio all’inizio. Ho letto le rivelazioni di Chantall, che tu hai intervistato, posso solo dirti che anch’io ho fatto sesso con alcuni vip e, uno di loro in particolare, oltre alla mia parte femminile amava anche quella maschile. - Chi è questo vip? - Chiesi - La sura risposta fu: ‘ uno del calcio che ha preso residenza a Torino ‘. “Questo è un lavoro per super Corona” pensai. Alberto era un uomo a tutti gli effetti, nato con una diversa formazione. Nessun problema di erezione, a suo dire, quindi ancora più gioviale dei tanti uomini affetti da impotenza. Una persona simpaticissima e normalissima.
Perché decisi quel giorno di parlare con Alberto? Semplicemente per sfatare il mito del mostro che accompagna da sempre queste persone, per conoscere da vicino, dalle parole di chi vive in prima persona l’ermafroditismo e per portare agli altri la testimonianza. L’ignoranza che accompagna situazioni di questo tipo e pari, soltanto, a quella contro l’omosessualità che spesso, troppo spesso, viene confusa con la pedofilia, che idiozia, mentre l’ermafroditismo visto come espressione fisica del mostro. Sempre troppo tardi capiremo che, come il buco del sedere, ognuno ha il suo e non è detto che il mio, di buco, sia meglio o più normale del tuo.
Scusate il paragone. Chissà che un giorno, visto i cambiamenti, il genere umano non sarà tutto ‘biebuk’, finalmente non ci sarà una categoria più fortunata dell’altra. Non ci saranno presidenti della repubblica al 99% uomini, non ci saranno mogli e madri privilegiate rispetto ai mariti e ai padri; non ci saranno donne stuprate e maschi predatori, ma solo persone e basta, con il proprio modo di essere e la propria sessualità Se il genere umano diventasse tutto ermafrodita, la diversità diventerebbe la normalità e la democrazia sarebbe assicurata.
Il tema dell’ermafroditismo comunque è sicuramente difficile da trattare. Un film ne parla e ne descrive il dramma’ XXY’, la cui trama posso riassumere così: XXY non è altro che un’alterazione genetica, sappiamo che la coppia di geni XY è il maschio, mentre quella formata da XX è femmina. Alex, la protagonista del film, è un’adolescente argentina ermafrodita che insieme ai genitori vive segregata in casa sulle coste dell’Urguay. Tutti sanno che è una ragazza ma in realtà non lo è. Il dramma, come si può immaginare, conoscerà l’apice quando si innamorerà di un ragazzo.
Cosmo de La Fuente
www.familiafutura.blogspot.com
PER LA RIFLESSIONE. Note sul tema:
Perché ci colpisce il mito della divinità dai due sessi
Ermafrodito il simbolo dell’unione
Storia, mitologia, religione si sono occupate di questa figura
Seguendo Jung si potrebbe affermare che è l’emblema del nostro inconscio
di Umberto Galimberti (la Repubblica, 08.12.2011)
Nessuno di noi è relegato in un sesso. Maschile e femminile ci abitano, contrassegnando l’uno la nostra dimensione cosciente, l’altro la nostra dimensione inconscia. Questa ambivalenza sessuale è decisiva a livello psichico. E il rimuoverla, perché non c’è cultura e civiltà che non lo richiedano per un loro bisogno d’ordine, è un grave danno psichico. Per questo la figura dell’ermafrodita merita la nostra attenzione. E la scultura che torna a Roma dal Louvre è l’immagine di un simbolo potente che abita il nostro immaginario.
Ne parla la mitologia di tutti i popoli antichi, tra cui quella greca, la più vicina a noi, a proposito di Ermes (Mercurio) dalla "duplice natura", ne parla Platone nel Simposio col mito dell’androgino, da cui nacquero maschio e femmina dopo il taglio inferto al suo corpo per volere di Zeus, ne parla la Gnosi che così spiega la partenogenesi di Gesù generato dal femminile e maschile di Maria, ne parla Clemente Alessandrino, maestro di Origene, che allude all’androginia di Cristo, e più recentemente la mistica cattolica con Gerog Koepgen, la cui opera, La gnosi del cristianesimo (1939), ebbe prima l’imprimatur e poi fu messa all’indice, ne parla infine a più riprese l’alchimia con i simboli della coniunctio oppositorum, e da ultimo Jung che vede nell’ermafrodita un archetipo decisivo nella dinamica psichica di ciascuno di noi.
Se tanta storia, mitologia, religione, arte, psicologia si sono intrattenute su questa figura, possiamo, sulla traccia di Jung, riflettere se l’ermafrodita non è il simbolo del nostro inconscio dove tutto è indifferenziato, e da cui l’umanità si è emancipata attraverso le differenze instaurate dalla ragione, che distingue il maschile dal femminile, il giorno dalla notte, la causa dall’effetto, e in generale una cosa dall’altra. Di questo indifferenziato abbiamo esperienza nei sogni dove l’assenza di coscienza "con-fonde" tutte le cose, per cui io sono ad un tempo, maschio e femmina, adulto e bambino, dove naufraga la successione temporale, la sequenza spaziale, dove non vige il principio di non contraddizione e tantomeno il principio di causalità. Di questa "con-fusione" dei codici, l’ermafrodita è il simbolo, nell’accezione greca di syn-ballein che significa "mettere assieme".
Tutto ciò che è inconscio si proietta, per cui la parte femminile dell’uomo si riflette nella donna che si sceglie perché lo rispecchia, così come la parte maschile della donna si riflette nell’uomo che la ritrae. Scissa dalle proprie radici inconsce, la coscienza si inaridisce, diventa unilaterale, diventa "diabolica", dal greco dia-ballein che significa divisione, separazione, massima distanza da sé. E questo perché la nostra totalità psichica ospita la coscienza come "un cerchio minore in un cerchio maggiore" dice Jung, e trascurare tutto ciò che coscienza non è non consente alcuna creazione artistica, poetica e neppure religiosa.
Fuoriuscendo dall’inconscio per costruire la nostra identità di genere, e all’inconscio ritornando per prender contatto con la nostra controparte sessuale, diventiamo uomini e donne "interi" come dice Platone, e come in qualche modo allude anche San Paolo quando dice che "erano due in una sola carne". Il pensiero antico era profondo. Viene da chiedersi se tanta infelicità dell’uomo d’oggi non dipenda da un eccesso di razionalità conscia che più non ha rapporti con il proprio inconscio, se tanta violenza maschile non dipenda dall’aver rimosso la propria dimensione femminile, e se tanta acquiescenza femminile non sia dovuta alla rimozione del proprio maschile. Se questo è vero, l’ermafrodita è un simbolo che chiede la nostra riflessione.
Italia terra di ermafroditi, il Piemonte in cima alla lista? Oltre ad annoverare tra i suoi cittadini la sopra citata Albertina, questa regione vanta un altra persona ermafrodita nella prima cintura di Torino.Perfetto connubio tra uomo e donna, l’ermafrodito Asja, a differenza di Albertina.switcha con nonchalance da una versione all’altra ( n.d.r ) ,palesando una femminilità estrema e un abbozzo di virilità.Tutti conoscono questa Asja dove abita,idolatrata dalle donne e vista con deferenza dagli uomini; alla domanda " Dove posso trovare Asja ?, la maggior parte delle donne risponde " E’ a Parigi , ma ogni tanto rientra e la vediamo girare per il centro ", mentre,rivolgendo la stessa domanda ad un uomo mi sono sentito rispondere " Dove sia non lo sò, è molto riservata e schiva,chiedete a Marina, sono molto amiche ".
Converso amabilmente con Daniela, avvenente signora sulla quarantina,tema della conversazione l’ermafrodito Asja,vengo a sapere che è stata l’amante di molti uomini potenti ed è tuttora l’amante di un famoso sportivo nonche’ di un potente uomo politico estero.Viene definita molto intelligente, con una cultura sopra la media e una personalità molto forte. ma rimane sempre quell’alone di mistero che circonda la vita dell’ermafrodito Asja.Il mito dell’ermafrodito . con i suoi misteri e leggende,si è incarnato quindi in questa persona ( Asja ndr ),tutti ne parlano,tutti la conoscono,pochi la frequentano e , da buona direttrice d’orchestra centellina la sua persona nel paese natio.
L’atleta Semenya sarebbe ermafrodita
Caster Semenya sarebbe tecnicamente un ermafrodito, dotato non di utero ed ovaie, ma di testicoli interni, responsabili del livello di testosterone tre volte superiore a quello normale in una donna. L’indiscrezione, riportata dal Daily Telegraph di Sydney, non è confermata (però nemmeno smentita) dalla Iaaf, che in una nota ufficiale ribadisce: la Federazione internazionale di atletica dirà un parere definitivo sulla vicenda solo in occasione del Consiglio esecutivo che si riunirà il 20 e 21 novembre, a Monaco.
Intanto però contro l’eventualità che l’olimpionica degli 800 metri di Berlino venga esclusa dalle competizioni il Sudafrica si mobilita. Il ministro dello sport arriva addirittura a parlare di «terza guerra mondiale». «Penso che scoppierebbe la terza guerra mondiale. Siamo pronti a rivolgerci ai più alti livelli per contestare una decisione del genere (l’esclusione, ndr)», ha affermato Makhenkesi Stofile nel corso di una conferenza stampa, aggiungendo che una misura simile sarebbe «totalmente ingiusta». Sulla stessa linea del governo si schiera anche l’African National Congress (Anc), il maggiore partito del Paese, che in un comunicato ha definito l’articolo del Sydney Daily Telegraph «insultante e umiliante».
«Il governo sudafricano ha ragione - sottolinea l’Anc - di prevedere di ricorre con ogni mezzo in sede legale per proteggere Caster contro ogni violazione dei suoi diritti. Noi esortiamo il governo e la federazione sudafricana di atletica a mettere fine a questi abusi e a questi abusi e violazioni insensate dei diritti della persona umana di Caster». Ma, anche se venisse confermato l’eccesso di ormone maschile, secondo i più l’oro mondiale negli 800 metri della diciottenne sudafricana non sarebbe in pericolo. Perchè il suo non rientra tra i casi di doping. La Semenya «è naturalmente fatta così - ha commentato Nick Davies, portavoce della Iaaf - Sarà difficile imporre una sanzione retroattiva ad un’atleta che a Berlino è stata iscritta dalla sua Federazione ed accettata da quella internazionale».
Probabile, invece, che le sia impedito di gareggiare ancora in campo femminile. Secondo quanto scrive il giornale, i test ginecologici, sul sangue e sui cromosomi ordinati dalla Iaaf dopo l’exploit della Semenya a Berlino avrebbero rivelato la presenza di organi sessuali maschili interni. La Federazione ha effettivamente ricevuto i risultati dal laboratorio tedesco incaricato delle ricerche. Prima di renderli noti avrebbe voluto considerarne con calma tutte le implicazioni. Non solo dal punto di vista etico, ma anche politico. Nel suo paese la mezzofondista è considerata un’eroina. Le più alte cariche sudafricane hanno fin da subito protestato contro gli esami, bollandoli come sessisti. E le ultime indiscrezioni hanno scatenato le ire anche del presidente della Federazione Leonard Chuene. Inoltre la Iaaf vorrebbe prima vedere la Semenya a quattr’occhi, per decidere una linea da seguire, «ma non saremo in condizione di affrontare l’argomento con l’atleta ancora per alcune settimane» ha aggiunto Davies alla Bbc. Questo perchè si vuole sottoporre la questione ad un team di esperti, in grado di dare una risposta chiara alla domanda se dal suo stato la Semenya tragga un vantaggio o meno. In caso di risposta positiva, per non metterne a rischio la carriera agonistica, bisognerebbe valutare se tale condizione sia trattabile e come. Il tutto naturalmente con il suo consenso.
* l’Unità, 12 settembre 2009
Hanno organi riproduttivi maschili e femminili.
Nel nostro Paese ogni anno nascono sessanta bimbi "middlesex"
Il chirurgo interviene nei primi 18 mesi di vita. "In questa società è fortissima la pressione per la definizione"
I CINQUEMILA ERMAFRODITI D’ITALIA
"UOMINI O DONNE? NO, SPECIALI"
Storie di persone dall’identità sessuale indefinita
L’Ue studia nuovi test diagnostici
di SARA STRIPPOLI (la Repubblica, 12.09.2009)
A trent’anni Giulia ha scelto il suo terzo sesso. «Ho deciso di dare valore a ciò che sono e a quella parte speciale di me. Nel mondo non c’è solo il bianco e il nero ma centinaia di sfumature di grigio, e io sono di queste», ha scritto in una lettera al medico che l’aveva conosciuta bambina. Maschile, femminile. Se nella lingua italiana i generi fossero tre, forse sarebbe più semplice riconoscere che esiste una terza ipotesi. Il tedesco davanti a Kind mette l’articolo neutro, "das"; gli inglesi possono contare sull’indefinito "the child". In Italia anche la lingua ci impone di scegliere, subito.
Così, quando un figlio (una figlia?) nasce con un’anomalia che si chiama dsd, disordini della differenziazione sessuale, né uomo né donna, middlesex per citare il bestseller di Jeffrey Eugenides, per tutti comincia un doloroso percorso verso l’accettazione. Un bimbo su cinquemila nasce neutro, ermafroditi per usare un termine che la scienza non ama più, sessanta neonati all’anno, 5mila persone in vita. E il dibattito scoppiato nel mondo dell’atletica sulla sudafricana Caster Semenya, oro a Berlino negli 800, ha riacceso l’attenzione su identità sessuali non definite, non definibili. Donna, uomo, chissà. «Ha organi sessuali maschili e femminili», è l’anticipazione sui risultati del test.
Lontano dai riflettori, molte storie di vita quotidiana. Martina, ad esempio. Lei allo sport agonistico ha rinunciato, racconta Roberto Lala, endocrinologo-pediatra all’ospedale per l’infanzia Regina Margherita di Torino, dove un’équipe di medici di diverse discipline si è specializzata in dsd. Martina, ora trentenne, con la pallavolo puntava in alto, ma le analisi le avrebbero creato un imbarazzo che non si sentiva di affrontare. Ha gettato la spugna e dirottato altrove i suoi sogni di gloria. Da poco è arrivato al centro di Torino un piccolo middlesex dall’est europeo. La prima ecografia aveva detto "bimba", la seconda "bimbo".
Alla nascita la scoperta di una perfetta metà: un ovaio, un testicolo. In termini scientifici si chiama chimera, una delle tante varianti di dsd, una fusione di due persone, o meglio la presenza di una persona dentro l’altra, tutti i tessuti hanno un patrimonio genetico misto. Con l’operazione è stato tolto il testicolo, è rimasto l’ovaio. Il bimbo arrivato maschio è ripartito femmina.
Ma quali sono le cause? Lo spiega un manuale per genitori americano di recente tradotto anche in italiano e distribuito nei centri dsd. A volte il bambino ha una combinazione di cromosomi diversa da xx o xy, femminile, maschile. Alcuni sono xxy, altri presentano combinazioni diverse in differenti cellule del loro corpo (a "mosaico"). In altri casi ancora il bambino non possiede un certo gene. A volte, semplicemente, la spiegazione non c’è.
Silvano Bertelloni, pediatra al centro di Pisa, mette in guardia da semplificazioni e sensazionalismi. «Anni fa - dice -si sapeva pochissimo di questa patologia e si facevano errori di diagnosi. Ma sono molte le persone affette da disturbi della differenziazione sessuale che hanno conseguenze minime, che hanno una vita normale». La ricerca intanto va avanti. Un progetto dell’Unione europea, che coinvolge anche il centro di Pisa, vuole migliorare la conoscenza epidemiologica e l’accuratezza diagnostica con nuove tecniche che si stanno mettendo a punto.
Negli ultimi anni si interviene chirurgicamente nei primi mesi di vita, entro diciotto mesi dalla nascita. Prima possibile, perché soprattutto nel nostro Paese, spiega Lala «la pressione sociale, l’urgenza di definire, è ancora molto forte». Il primo intervento è spesso seguito da un secondo, terminata l’adolescenza. Ma c’è chi, come Giulia, ha deciso di non cambiare. Ora vive all’estero, è donna, ma con un patrimonio genetico che resta maschile, ha una compagna e con lei vive un rapporto sereno. Nella lettera al suo medico scrive: «Ho cominciato a dare ascolto al mio cuore e anche se le sensazioni che avevo erano "socialmente scomode" è a quelle che ho dato retta».
Sul tema, nel sito, si cfr.:
Cara Pasionaria
... in tuo omaggio alcuni appunti (di approfondimento), sul tema, in:
M. grazie per il Suo intervento e m. saluti
Per la Redazione
Federico La Sala