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Hugo Chavez, il presidente del Venezuela, dipinto da Cosmo de La Fuente come un cafone insofferente verso gli omosessuali

venerdì 27 aprile 2007.
 

Dopo aver visto Glob su Rai tre ho fatto un sospiro di sollievo, finalmente ci si rende conto di chi sia veramente il presidente del Venezuela: Hugo Chavez. Hugo è figlio dell’ignoranza, del bullismo e della sozzeria. Se riusciste a cogliere espressioni e sottigliezze della lingua castellana venezuelana, vi rendereste conto a quale livello scenda la maleducazione e la cafoneria del presidente Chavez. Quando senti le sue parole, e sei costretto ad ascoltare perché parla anche dieci ore di seguito in Tv e alla radio, ti domandi da dove sia arrivato questo flagello di Dio. Informandoti un po’ scopri che arriva dal niente, nessuna cultura scolastica, nessuna appartenenza a qualsiasi partito o corrente che abbia potuto dargli un etica professionale o valori morali. Magari arrivasse da correnti politiche di sinistra, in realtà è soltanto una mente militare. Durante una riunione ufficiale in presenza di un rappresentante del Vaticano, quest’ultimo, che ha espresso un suo personale parere circa l’andamento sociale in Venezuela, è stato apostrofato dal jefe con la parola ‘marico’ traducibile con ‘finocchio’, ma molto più volgare. Divertito dalla reazione derisoria dei suoi scagnozzi, el ‘campeador’ ha continuato ad infierire sul prelato. Certamente un modo di fare non adatto a un presidente anche se, personalmente, non m’importa molto dei rappresentati della Chiesa ma anche in quell’occasione ha dato sfoggio della sua cafoneria e insofferenza per gli omosessuali. Torniamo alla struttura governativa venezuelana, scopriamo che i consiglieri del señor sono tutte fiere assetate di potere e di denaro. Capo consigliere il vecchio Fidel. La cosa peggiore è che un rozzo come lui non può fare a meno di questi consiglieri, da solo non saprebbe nemmeno da dove cominciare. Ama mettersi sul piedistallo nella convinzione di diventare la brutta copia di Castro per i prossimi trent’anni. Non è in grado d’ imbastire un discorso migliore di quello fatto da un ubriacone in osteria. Anche Lula, che inizialmente sembrava pappa e ciccia con lui, ha cominciato a prenderne le distanze. Il Brasile dà piccoli segni vitali e certo Lula non vuole essere la causa della regressione del proprio paese e, conscio della necessità di una manovra fiscale, l’ha concretizzata senza aver messo mano alla proprietà privata di milioni di persone . Al “loco”, come viene definito Hugo da molti, però, non piace quest’idea, lStesse distanze sono state prese anche dal Messico, che proprio di suicidarsi non ha voluto saperne. La Colombia si allontana da lui e teme una sua reazione. In compenso si affaccia all’orizzonte ‘el indio Morales’ neo eletto in Bolivia che pare sia un suo sostenitore. Come poteva essere diversamente? Uno che lucha per rendere libera la cocaina e odia l’America non poteva che essere suo amico. Ma che mondo vogliamo consegnare ai nostri figli e ai nostri nipoti? Non ne possiamo più di estremismo di ogni tipo, di demagogia, di povertà. Urge essere rappresentati da moderati, da gente aperta al lavoro e al libero scambio in modo da assicurare una buona qualità di vita. Non ero attratto dalla politica ma non ho dovuto prendere atto di quanto sta accadendo nel mondo, a cominciare dal Venezuela, dove sta crescendo la povertà e la delinquenza. A Caracas gli omicidi non si contano più. Bisogna estirpare questo male da subito, con la moderazione e la libertà. Urge un trattamento d’urto contro questo male che vuole espandersi in America latina, un male incurabile alimentato dall’ignoranza e dalla mancanza di libertà. Siamo ben lontani dall’ideologia condivisibile di Emiliano Zapata e da quella di sostenitori intelligenti come Frida Kahlo, siamo di fronte a un uomo che detta legge e mette mano alla Costituzione cambiandola a suo piacimento. Questa è la realtà di noi venezuelani e non capisco come si possa continuare ad ignorare la gravità di un atteggiamento così vessatorio nei confronti della gente che è dovuta figgire perché non d’accordo con la sua politica. Anche Chavez è una specie di Berlusconi sapete, ha il pieno potere della televisione, ha appena fatto chiudere Radio Caracas Televisiòn, la tv simbolo del Venezuela, quella con cui siamo cresciuti. Perché? Perché durante la campagna elettorale ha dato un piccolo spazio anche alla controparte. Bush è il diavolo, dice Chavez, su questo potremmo anche essere d’accordo, ma Chavez se non proprio il demonio in persona è sicuramente qualcosa di simile.

Un filmato del Coronel Milza su Chavez.

http://www.youtube.com/watch?v=980sw8PuXzc

Cosmo de La Fuente

www.coronelmilza.blogspot.com


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