Inchiesta

Paura alla media "Gioacchino" di San Giovanni in Fiore: cadono mattoni dal soffitto. Il sindaco Nicoletti dispone una verifica statica

Nel ’91, dopo una nevicata, un terribile crollo del tetto distrusse un plesso della stessa scuola. Non si aprì alcuna inchiesta
giovedì 30 giugno 2005.
 

Martedì 28, si staccano dei pezzi da una parete superiore del primo corpo della scuola media “Gioacchino”. Al mattino dopo, il preside Mario Giovanni Oliverio constata e denuncia l’accaduto coi docenti impegnati nell’esame delle ultime classi. I ragazzi agli orali vengono trasferiti al piano terra, il presidente della commissione verifica la sostenibilità della prova e il preside domanda accertamenti sulla staticità della struttura, la stessa in cui nel 1991 crollò spaventosamente il tetto in seguito a forte nevicata durante le vacanze di Natale. Nel 2004, si acuì uno strano smembramento di parti del pavimento, già denunciato molto tempo prima. Nel 1999, l’impianto di riscaldamento del plesso manifestava «continui disservizi», come si legge in una nota firmata dal responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Pasquale Tiano, e dall’istruttore tecnico della pratica, Battista Oliverio. Dopo l’ultimo fatto, una certa agitazione si coglie per i corridoi della scuola. Oliverio precisa che la sicurezza statica dell’edificio è garantita, per la parte più vecchia, del 1972, da un documento tecnico conseguente a collaudo. Il plesso più recente non ha lo stesso certificato. Oliverio riferisce d’averlo richiesto da parecchio, anche per ragioni di tranquillità, considerato il gravissimo cedimento del ’91, dopo il quale non s’aprì alcuna inchiesta. Ad oggi, nessuna risposta. L’edificio originario fu progettato da Landriscena, lo stesso ingegnere che s’occupò dei primi palazzi di San Giovanni in Fiore, il quale, con il collega Francesco Spadafora, seguì diverse costruzioni sviluppate in altezza, nella fase storica dell’espansione edilizia. Pasquale Tiano, docente d’arte alla “Gioacchino”, ci parla d’una perizia tecnica in comune per la quale, ai fini della sicurezza, non ci dovrebbero essere grossi movimenti di veicoli, nei pressi della scuola media. Mostra, poi, una nota al preside in cui chiede di abbandonare la commissione d’esame, dopo l’ultimo fatto. Il preside lo invita a non mollare e ci spiega che il problema della scuola non risiede nella sua sicurezza statica. «I lavori di partenza - dichiara - furono eseguiti male e adesso ne subiamo le conseguenze. Ho domandato insistentemente controlli. Qui, l’errore lo ha commesso la nostra sinistra, che ha lasciato ferme le cose». Dopo quanto successe nel ’91, s’organizzarono ristrutturazione e consolidamento delle aree interessate. I lavori furono assegnati all’impresa edile di Aldo Natale Torchia, di Lamezia Terme, con la progettazione di Antonio Barberio, anche assessore ai lavori pubblici, dei Ds. L’importo complessivo, con indebitamento pubblico presso la Cassa depositi e prestiti fu di 910 milioni di lire, 135.102.595 il compenso del tecnico. Curiosamente, a conclusione delle opere, tutta una serie di inconvenienti strutturali, puntualmente segnalati e denunciati dal personale scolastico, con note dei vari presidi al Comune e azioni per danni alla ditta da parte del municipio, rea, per i tecnici pubblici, di «vizi occulti» e risparmio di materiale dovuto. Una situazione assai analoga capitò alla Casa delle culture, con una cattiva esecuzione di un’altra impresa, secondo il Comune e lo studio dell’ingegnere Antonio Barberio, anche allora responsabile della progettazione. Il sindaco Nicoletti dispone da mercoledì mattina, dopo l’accaduto alla “Gioacchino”, una verifica tecnica complessiva a opera dell’ufficio tecnico comunale e sottolinea: «Ognuno, adesso, deve assumersi le sue responsabilità. È ora di cambiare sistema».

Emiliano Morrone


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