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Chavez: quando i pazzi non si sentono Napoleone. E’ più pazzo chi governa o chi l’ha nominato presidente?

Cosmo de La Fuente attacca ancora Chavez. Dibattito aperto
sabato 2 giugno 2007.
 

Chavez non crede di essere Napoleone, come qualsiasi pazzo che si rispetti, ma crede di essere Simon Bolivar. Spesso, durante i suoi proclami, lascia una sedia vuota in modo che il Libertador possa occuparla, qualcosa che sicuramente è molto improbabile. Bolivar è morto 170 anni fa e non ci è dato sapere se le anime possano stancarsi, anche se si dimostrasse che i defunti si stancano, Bolivar, che era un uomo molto attento, sicuramente in presenza di Chavez vorrebbe stare in piedi e molto vicino alla porta d’uscita. In ogni caso, ancora più pazzi di Chavez sono quei pochi che l’hanno votato, sappiamo come sono andate le elezioni, qui a Caracas si sa che abbiano avuto diritto al voto anche i cubani e i musulmani invitati. Perché sono pazzi? Facile da dimostrare. Un pazzo, secondo la definizione più estesa, malgrado non sia scientifica, è colui che confonde la finzione con la realtà. Uno che agisce contro la ragione, il senso comune e la propria esperienza.

I venezuelani, per esempio, si sono sempre ritenuti vittime di governi arbitrari che impunemente hanno sperperato i soldi della collettività per mezzo di funzionari corrotti. Molto cauti si sono guardati intorno e hanno scelto un militare che ha usato i soldati per polverizzare l’ordine istituzionale. La più grande violazione della legge! Hanno consegnato il paese nelle mani di un golpista che nel 1994 è uscito di galera, dove era stato rinchiuso per tentato golpe, grazie ad un indulto. Lo hanno autorizzato a mettere le mani nelle ricchezze del paese.

Chavez continuerà a sperperare i soldi e a pretende maggior autonomia nella Costituzione. Ha già formalizzato un contratto petrolifero con l’altro pazzo dei Caraibi, Fidel Castro. Questo passo costerà ai venezuelani molti milioni di dollari. Perdere soldi a Cuba è una fatalità da cui nessuno è riuscito a scappare. Cuba non è la paradisiaca isola dei Caraibi ma è un pozzo che ingoia tutto ciò che si avvicina. Ai russi è costata più di 100 milioni di dollari, agli argentini 1.200, agli spagnoli 1.000, ai messicani più di 300. Ai venezuelani chissà quanto costerà. Castro è un rivoluzionario sull’orlo del fallimento e Chavez lo segue a ruota, ma ha il petrolio, e pagherà l’esoso conto in favore del suo amichetto cubano a danno di tutti i lavoratori venezuelani.

Questa ‘elemosina rivoluzionaria’, è un malaffare perché nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di usare il denaro pubblico per soddisfare altre nazioni impegnate nei propri errori. Per molto meno e cioè per aver aiutato Violeta Chamorro a sostenersi nel potere, Carlos Andrés Pérez fu buttato fuori a calci nel sedere. Perché Chavez, sentendo l’ irrefrenabile desiderio di aiutare i suoi amici stalinisti, non utilizza, le donazioni dei membri del suo stesso partito politico, o delle forze armate, che ormai sono il suo partito politico,e non i soldi della nazione? Facile fare gli sbruffoni con i soldi altrui.

Il disastro economico del paese deriva dal fatto che il 70% del PIL è arbitrariamente manipolato da funzionari eletti e designati che rispondono ai propri interessi e non a quelli di tutti. Qualcuno ha detto che i politici non sono diversi dagli altri esseri umani. Hanno ambizioni, vanità, progetti individuali e scendono a compromessi; hanno le proprie fobie e cerchie di amici da favorire e nemici di cui vendicarsi. A differenza, però, di quello che accade nella società civile, i politici sparano con armi altrui, sperperando le munizioni degli altri e non le proprie.

Chi deve rendere conto dei propri atti è il politico o il funzionario. Nello sfortunato continente sudamericano avviene il contrario: gli Stati vigilano i cittadini. I venezuelani, che erano stufi di questa perversione, hanno deciso di cambiarla. Come? Dando poteri assoluti ai propri governanti. Non è anche questo un sintomo di pazzia?

Ai fratelli venezuelani mi rivolgo: - è Chavez che comanda e ci toglie la libertà di pensare, di parlare e di sperare in un futuro migliore per noi, per i nostri figli, che non sapranno cos’è la libertà Sta chiudendo le televisioni, dopo RCTV sarà il turno di GLOBOVISION, dopo ci toglierà tutto. Siamo sicuri che vogliamo trasformare il nostro paese in una specie di Cuba? In realtà non posso crederlo. Ma la pazzia è incontrollabile. Chissà che improvvisamente non si impazzisca anche in Italia e si accetti, inermi, che si chiudano giornali e televisioni libere. In fondo è più facile governare un popolo ignorante, tenuto all’oscuro di tutto.

Avveniva in Romania, in Albania e in tutti quei paesi dove si è lottato, con le unghie e con i denti per liberarsi dall’incredibile ferocia della dittatura, che, secondo me, è orribile in tutte le sue tonalità, che sia rossa o che sia nera è soltanto ‘cacca’.

Anche noi, come Celia Cruz, scappando dal nostro paese diremo di essere immortali, perché, lasciando il cuore in Venezuela, non potremo mai morire in nessun’altra parte del mondo. Una speranza c’è, le ultime notizie raccontano che l’Europa ha condannato il gesto di Chavez, che Lula dal Brasile non condivide i suoi metodi stalinisti, allora possiamo sperare che il Venezuela diventi un paese libero. Le foto sono chiare e i messaggi anche, la gente e il popolo è per la strada a chiedere a gran voce la libertà e la democrazia che il dittatore sta cercando di eliminare. Io rispetto il credo politico di tutti, ma qui non si tratta di colori, stiamo parlando di assenza di democrazia.

COSMO DE LA FUENTE

GUARA LE FOTO QUI, IN ESCLUSIVA, BASTA... PER CAPIRE

www.familiafutura.blogspot.com


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