BOLOGNA - Una giornata dedicata al ricordo, a chi non c’é più annientato dall’innesco di una bomba e a chi é rimasto. Una giornata, quella del 2 agosto, all’insegna di musica, cortei e una messa celebrata nella cappella della stazione, per non dimenticare.
Si snoderà così il programma delle celebrazioni previste per il 27/o anniversario della strage di Bologna, presentato in Comune. Come tradizione le commemorazioni prenderanno il via alle 8.30 con l’arrivo al parco della Montagnola delle staffette podistiche ’Per non dimenticare’ provenienti da tutt’Italia. Contemporaneamente i familiari delle vittime incontreranno il sindaco di Bologna Sergio Cofferati e le altre autorità cittadine a Palazzo D’Accursio.
Alle 9.15 il corteo partirà da piazza del Nettuno per arrivare al piazzale della stazione dove alle 10.25 in punto (ora dello scoppio della bomba che costò la vita a 85 persone ferendone oltre 200) ci sarà un minuto di silenzio per le vittime. Parleranno dal palco il sindaco di Bologna, il ministro del Lavoro, Cesare Damiano ed il presidente dell’ Associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi. Subito dopo partirà il treno straordinario per San Benedetto Val di Sambro dove verranno ricordate le vittime degli attentati ai treni Italicus e 904 Napoli-Milano.
In serata la parola passerà alla musica con il concerto finale del concorso internazionale di composizione ’2 agosto’ dedicato quest’anno a partiture per violoncello, basso elettrico e orchestra che saranno eseguite in piazza Maggiore dalla filarmonica Arturo Toscanini e dall’orchestra del Teatro comunale di Bologna dirette dal maestro Vito Clemente. Iniziative per il 2 agosto che quest’anno, per l’associazione dei familiari delle vittime, acquistano un significato in più visto che la Cassazione ha condannato il terzo esecutore della strage, Luigi Ciavardini.
"Da allora però si è scatenata una bagarre assolutamente inconcepibile per nascondere la verità - ha fatto notare Bolognesi - anche per lo spazio riservato dai media ai terroristi più che ai familiari e alle vittime". In vista della commemorazione, spesso accompagnata dai fischi della platea nei confronti del ministro-ospite, Bolognesi ha invitato la piazza a evitare contestazioni perché "sarebbe inopportuno". "Invito a contestare dal 3 agosto in poi - ha detto - Altrimenti si creerebbe un certo sconforto per un problema sindacale che, seppur importante, rischierebbe di macchiare la manifestazione".
* ANSA » 2007-07-30 19:38
BOLOGNA - 2 AGOSTO 1980
LE VOCI DELLA STRAGE
VIDEO - ANTICIPAZIONE
di Gianluca Di Feo *
Stazione di Bologna. Due giovanissimi cameramen arrivano sul luogo dell’attentato e documentano l’inferno: polvere, sangue, disperazione, rabbia e stupore. Quaranta minuti choccanti che History Channel trasmetterà integralmente giovedì 2 agosto alle 10.25, nell’orario esatto dell’esplosione. L’espresso anticipa i minuti iniziali, con le prime registrazioni della sala operativa e il sonoro originale dei soccorritori
* Fonte: l’Espresso, 30.07.2007
VIDEO L’ESPRESSO - LE VOCI DELLA STRAGE
SCHEDA.
QUINDICI ANNI DI PROCESSI *
Dopo 15 anni dall’attentato più grave della storia italiana, e cinque gradi di giudizio, la sentenza della Cassazione del 23 novembre del 1995 condanna all’ergastolo Valerio Fioravanti e Francesca Mambro per la strage avvenuta alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980, che causò 85 morti e oltre 200 feriti. Sul banco degli imputati ci sono, fra gli altri, anche Licio Gelli e Francesco Pazienza, condannati a 10 anni per aver depistato le indagini. Alla lista degli esecutori si va ad aggiungere l’ex Nar Luigi Ciavardini, condannato a 30 anni dalla Cassazione l’11 aprile di quest’anno. Ciavardini, diciassettenne all’epoca dei fatti, è stato giudicato dal Tribunale dei minori di Bologna.
Il tormentato iter del processo principale era iniziato alla Corte d’assise di Bologna nel gennaio del 1987. Un anno e mezzo dopo vengono condannati all’ergastolo Fioravanti e Mambro. La sentenza di appello, invece, il 18 luglio 1990 assolve tutti gli imputati dal delitto di strage, e Gelli e Pazienza dall’accusa di depistaggio.
La Cassazione però annulla il verdetto d’Appello e dispone un nuovo grado di giudizio. Il 16 maggio 1994, la Corte d’assise di Appello di Bologna conferma le condanne principali del processo di primo grado. Sentenza che un anno e mezzo dopo trova conferma in Cassazione. Valerio Fioravanti e Francesca Mambro si dichiarano tuttora innocenti. Fioravanti ha accumulato sei ergastoli per otto omicidi, oltre alla strage di Bologna. In più gli sono state inflitte pene per 134 anni e otto mesi di reclusione per vari reati. Dopo 18 anni di carcere, dal 1999 ha ottenuto il beneficio del lavoro esterno, dal 2001 la semilibertà e dal 2004 la libertà condizionale. Lavora all’associazione contro la pena di morte Nessuno tocchi Caino.
Francesca Mambro deve scontare sei ergastoli per dieci omicidi, oltre alla strage. Su di lei, oltre al carcere a vita, pesano condanne pari a 84 anni e otto mesi per molteplici capi di imputazione. In lavoro esterno dal 1998, dopo 16 anni di carcere, dal 2000 ha avuto la sospensione della pena per la maternità. Lavora con Fioravanti, dal 1985 suo marito. Insieme hanno avuto una figlia, che adesso ha sei anni.
A. Sa.
* Fonte: L’Espresso, 30.07.2007
Due agosto, Bologna non dimentica.
"Ci saranno risposte anche sui mandanti"
Il presidente dell’associazione dei parenti delle vittime, Paolo Bolognesi, parla dal palazzo comunale a 33 anni dalla strage alla stazione: "Abbiamo presentato un disegno di legge sul reato di depistaggio per porre fine al comportamento scorretto di funzionari dello Stato". Delrio: "Nel prossimo pacchetto sicurezza strumenti per accelerare i risarcimenti alle famiglie dei morti. La Repubblica abbraccia questa città". Il presidente Grasso: "Il Parlamento saprà fare luce sulle ombre del passato"
di SILVIA BIGNAMI *
Due agosto, Bologna non dimentica. "Ci saranno risposte anche sui mandanti". Verità sui mandanti e certezze sui risarcimenti ai famigliari delle vittime: queste continuano a essere le richieste dei parenti degli 85 morti della strage alla stazione di Bologna a trentatré anni da quel sabato mattina di distruzione e dolore. Richieste sulle quali prende un preciso impegno il delegato del governo, Graziano Delrio.
La commemorazione comincia come da programma attorno alle 8.20. Il primo momento che scandisce la mattinata di ricordo, emozione e denuncia, cui ogni anno migliaia di bolognesi non rinunciano, avviene nella residenza comunale: qui un momento privato dedicato dalle istituzioni ai parenti delle vittime, cui partecipano il sindaco Virginio Merola, il prefetto Angelo Tranfaglia, il governatore della Regione Vasco Errani e il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio. Il presidente della Camera Laura Boldrini parlerà invece da piazzale Medaglie d’Oro, antistante la stazione, attorno alle 10, poco prima del minuto di silenzio che ricorda il fragore e lo squarcio avvenuto trentatré anni fa alle 10.25.
Dalla sala del Consiglio comunale Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime, sottolinea come "con la memoria si può arrivare lontano. Arrivare ai mandanti è possibile. Abbiamo presentato un disegno di legge per il reato di depistaggio perché bisogna porre fine al comportamento indegno e scorretto di funzionari dello Stato che hanno ostacolato la verità sulle stragi" italiane.
Il ministro Graziano Delrio: "Il premier Enrico Letta avrebbe voluto essere presente oggi, ma vi era la concomitanza col Consiglio dei ministri. Il governo aderisce al disegno di legge sul reato di depistaggio, e tra poche settimane manderemo a compimento il decreto sul risarcimento per i famigliari delle vittime". Notizia che l’aula accoglie con un intenso applauso, cui plaude Bolognesi. . "La ragion di Stato è la verità che ci rende liberi", sottolinea il titolare degli Affari regionali, "Resta oscura la domanda sui mandanti, ma risponderemo anche a quella. La Repubblica abbraccia Bologna".
La condanna di Berlusconi occupa le dichiarazioni a margine della cerimonia. "Il governo andrà avanti dopo la sentenza della Cassazione? Spero di sì, non dipende da noi", precisa Graziano Delrio, mentre il segretario bolognese del Pd, Raffaele Donini, commenta: "Oggi sembra che la giustizia sia uguale per tutti".
Il messaggio del presidente Grasso. "Ricordare è indispensabile affinché si continui a lottare contro l’oblio e contro il terrorismo e affinché si prosegua nella ricerca instancabile della verità storica e processuale". E’ un passaggio del testo inviato dal presidente del Senato Pietro Grasso. "Molti errori sono stati compiuti, troppi depistaggi e ritardi nella ricostruzione dei fatti hanno rischiato di incrinare irreparabilmente il rapporto di fiducia tra i cittadini e le istituzioni. Ma in questi 33 anni la forza e la determinazione di voi familiari ha fatto sì che la memoria di questa data continui a trasmettere a tutti noi un messaggio forte: non esiste ragione che possa essere anteposta al diritto alla vita e alla giustizia dei cittadini, non si può e non si deve smettere di chiedere verità e giustizia". "Sono certo - prosegue il messaggio di Grasso - che anche il Parlamento saprà dare il suo contributo, utilizzando ogni strumento possibile per fare luce sulle ombre del nostro passato e continuando a lavorare sul piano legislativo per rendere più efficiente il nostro sistema giudiziario".
* la Repubblica, 02 agosto 2013
La bomba scoppiò alle 10.25 del 2 agosto 1980 nell’atrio della stazione
Il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime si scaglia contro "l’omicidio politico"
Strage Bologna, le accuse di Bolognesi
"In Parlamento gli amici dei terroristi"
Prodi: "Le vittime hanno bisogno di verità per perdonare, e anche la democrazia ne ha bisogno"
Napolitano: "Indispensabile mantenere viva la memoria di quella drammatica stagione" *
BOLOGNA - "In Italia l’omicidio politico è stato un mezzo per fare carriera e ottenere insperati accessi mediatici": l’accusa viene da Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna. In occasione della cerimonia di commemorazione del 27° anniversario della strage, in cui morirono 85 persone e oltre 200 rimasero ferite, Bolognesi dal palco si è scagliato contro "gli amici dei terroristi" che "siedono in Parlamento".
E ha lanciato una sfida: "Se qualcuno vuole barattare l’impunità per i neofascisti Francesca Mambro, Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini in cambio dell’impunità per i cosiddetti compagni che hanno sbagliato, ha fatto male i suoi conti. Se questa è, come appare, un’operazione di ’scambio di prigionieri’, un meschino compromesso per autolegittimarsi e fare dimenticare gli scheletri nell’armadio di destra e di sinistra, l’Associazione 2 agosto 1980 ne sarà una fiera oppositrice".
La cerimonia sul palco nel piazzale della stazione, dove, nell’atrio, alle 10.25 del 2 agosto 1980 esplose la bomba, è stata preceduta da un corteo al quale, oltre il sindaco della città Sergio Cofferati e ai familiari delle vittime, hanno partecipato il presidente del Consiglio Romano Prodi, il ministro del Lavoro Cesare Damiano e diversi esponenti politici, tra i quali il segretario dei Ds Piero Fassino.
VIDEO L’ESPRESSO: LE VOCI DELLA STRAGE
Cofferati: "Chiarire senza incertezze". Stamane il sindaco Sergio Cofferati e le altre autorità civili hanno incontrato nella sala del Consiglio comunale i parenti delle vittime. Nel suo discorso, Cofferati ha chiesto fra l’altro che si operi perché non vi sia "nessun dubbio, nessuna zona di incertezza" su quanto accadde il 2 agosto 1980, "partendo però da ciò che è già stato chiarito da magistrati coraggiosi che si mossero spesso in condizioni non agevoli".
I parenti delle vittime. Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, ha chiesto nell’incontro con Cofferati, all’indomani dell’approvazione della nuova normativa sui servizi e il segreto di Stato, che tutti i documenti sulle stragi italiane in possesso dell’intellingence vengano resi pubblici su Internet. "E’ bene che tutto il mondo sappia chi c’è dietro le vicende delle stragi - ha detto Bolognesi - Forse può essere anche un modo per rinnovare la classe politica italiana".
Il messaggio di Napolitano. Nel messaggio inviato a Bolognesi anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fa riferimento alla legge appena approvata, sostenendo che l’impegno con il quale il Paese ha saputo reagire alle stragi e agli attentati "va rinnovato ogni giorno ed a tal fine è indispensabile mantenere viva la memoria di quella drammatica stagione della storia del nostro Paese, assicurando la necessaria attenzione al dolore non meno che ai diritti dei familiari delle vittime, anche attraverso le iniziative commemorative che con la giornata ora istituita per legge assumeranno nuovo rilievo".
Prodi: "C’è bisogno della verità". Nel rivolgersi alla folla sul piazzale, Prodi ha posto l’accento, come poco prima aveva fatto Cofferati, sulla necessità di arrivare alla verità sulla strage: "Le vittime hanno bisogno di verità per perdonare e la democrazia ha bisogno di verità. Dobbiamo difendere la democrazia e la verità". "Le vittime - ha aggiunto il premier, applaudito dai presenti - domandano riconciliazione, non vendetta, richiedono verità e non dobbiamo averne paura".
Bertinotti: "Strage coperta da velo di opacità". Ma la verità sulla strage è ancora lontana, ricorda il presidente della Camera Fausto Bertinotti nel messaggio inviato a Bolognesi: "Ancora oggi, tuttavia, la storia di questa terribile strage è coperta da un velo di opacità che alimenta una memoria colma di sofferenza". "Un Paese che non riesce a guardare con serenità al suo passato, non può progettare il futuro di una convivenza realmente democratica", conclude Bertinotti.
Fischiato il ministro Damiano. Qualche fischio, contrastato anche da un applauso, si è alzato all’indirizzo del ministro Damiano, quando ha iniziato il suo intervento. Contro il titolare del Lavoro sono stati esposti anche due striscioni: il primo firmato RDB con la scritta ’’Mandate in pensione almeno il segreto di Stato’’ e l’altro firmato Giovani comunisti con ’’Basta precarietà, Damiano dimettiti’’.
Distribuiti volantini anarchici. Mentre parlava Bolognesi, un ragazzo in maglietta e bermuda ha distribuito nella piazza dei volantini con su scritto "terrorista è lo stato" e poi, più sotto, "12 dicembre 1969 piazza Fontana. Bomba alla Banca nazionale dell’agricoltura: 17 morti e 88 feriti". Anche ieri sera, alla vigilia dell’anniversario, in stazione erano stati visti manifesti anarchici: la foto però era quella della stazione di Bologna sventrata.
* la Repubblica, 2 agosto 2007 - ripresa parziale
A BOLOGNA LA COMMEMORAZIONE DELLA STRAGE *
BOLOGNA - Ha preso avvio a Bologna la cerimonia per ricordare il 27/o anniversario della strage alla stazione (85 morti e 200 feriti). Il corteo, aperto dai gonfaloni delle città e dallo striscione dietro al quale sono assiepati i familiari delle vittime, si snoda da piazza Nettuno al piazzale della stazione. Prima dell’avvio del corteo, il sindaco Sergio Cofferati e le altre autorità civili hanno incontrato nella sala del Consiglio comunale i parenti delle vittime.
Nel suo discorso, Cofferati ha chiesto fra l’altro che si operi perché non vi sia "nessun dubbio, nessuna zona di incertezza" su quanto accadde il 2 agosto 1980, "partendo però da ciò che è già stato chiarito da magistrati coraggiosi che si mossero spesso in condizioni non agevoli". Da parte sua Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime, ha chiesto, all’indomani dell’approvazione della nuova normativa sul segreto di Stato, che tutti i documenti in possesso dei servizi segreti sulle stragi italiane vengano resi pubblici su Internet. A rappresentare il Governo nella cerimonia di oggi sarà il ministro del Lavoro Cesare Damiano, mentre è presente anche il leader dei Ds Piero Fassino.
Le prime immagini di quell’orrore, gli interventi dei tanti soccorritori e volontari, rivivranno domattina anche in tv, su ’History Channel’, grazie ad un filmato girato allora da un giovane operatore di Punto Radio Tv. Era un caldo sabato di esodo, la stazione ferroviaria era gremita di passeggeri in partenza per le vacanze. All’improvviso il botto, tremendo, e poi polvere, macerie, sangue e corpi straziati di uomini, donne e bambini.
L’esplosione investì anche il treno Adria Express 13534, fermo sul primo binario. La macchina dei soccorsi si mise subito in moto, una mobilitazione spontanea che coinvolse l’intera città. Alla fine la conta dei morti, una scansione quasi interminabile, raggiunse quota 85. La vittima più piccola fu Angela Fresu, appena tre anni, la più anziana Antonio Montanari, di 86. L’ipotesi dello scoppio di una caldaia o delle tubature del gas, la prima avanzata in quei momenti ma quasi fin da subito ritenuta poco attendibile, lasciò presto il posto alla certezza dell’esplosivo: a provocare la strage era stata una bomba ad alto potenziale.
Dopo 15 anni, e cinque gradi di giudizio, la sentenza della Cassazione del 23 novembre ’95 condanno’ all’ergastolo per l’ esecuzione della strage i terroristi dei Nar Valerio ’Giusva’ Fioravanti, ex attore-bambino della tv, e sua moglie Francesca Mambro. Ma ci furono condanne anche per depistaggio: colpirono Licio Gelli, Francesco Pazienza e due ex alti ufficiali del Sismi, Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte. Alla lista degli esecutori si è aggiunto nell’aprile scorso un altro ex Nar (Nuclei armati rivoluzionari), Luigi Ciavardini; aveva 17 anni all’epoca, fu giudicato dal Tribunale dei minori e condannato a 30 anni - sentenza confermata dalla Suprema Corte, che rigettò il suo ricorso - perché aiutò Fioravanti e Mambro nell’ esecuzione della strage e vi partecipò "materialmente".
Fioravanti nel 2004 ha ottenuto la libertà condizionale e lavora all’associazione contro la pena di morte ’Nessuno tocchi Caino’; Mambro dal 2000 ha avuto la sospensione della pena per maternità (la coppia ha una bimba, che ora ha 6 anni) e lavora con il marito. "Vogliamo la verità sui mandanti - continuano a chiedere i familiari - I ’segreti’ sono cose umane, e si possono risolvere solo con la volontà umana".
* ANSA» 2007-08-02 09:29