Partito-crazia

La politica coltiva "tranquilla l’orribile varietà delle proprie superbie"

sabato 4 marzo 2006.
 

“I politici sono gli stessi in tutto il mondo: promettono di costruire un ponte anche se non c’è alcun fiume”. Sono parole di Nikita Kruscev. Il politico non solo lo promette, ma anche lo costruisce, per fare bella figura. Per fare in modo che il popolo avverta il suo operato come propositivo ed esecutivo. Per renderlo facilmente percepibile come tale, se si concretizza in beni materiali che si vedono, appaiono, sono grandiosi. Il politico promette per i voti: cosa normale, se non fosse che il gioco della domanda e dell’offerta è falsato o fortemente condizionato dall’incertezza e da stimolazioni psicologiche che non insistono sul reale. Sui manifesti di Prodi è scritto “la serietà al governo” perché la gente avverta dall’altra parte meno serietà, su quelli di Fini “l’Italia onesta” perché la gente valuti le vicende dei Ds come sintomo di poca onestà, o “L’Italia sicura” a motivo che la gente soffre l’insicurezza che alcune politiche determinano. Messaggi scritti per stimolare queste sensazioni, rafforzarle, renderle determinanti nella formazione della volontà popolare, quando non c’è null’altro che convince. Se a livello locale la volontà è determinata anche da clientelismo, favoritismo e promesse, a livello nazionale si aggiunge la psicologia, perlopiù irrazionale. È forte oggi più di ieri. I partiti hanno appositi uffici che studiano la psicologia di massa e il modo per colpirla. Sono pochi gli elettori, faziosi a parte, che hanno le idee chiare. I programmi non sono univoci e fissi, ma ambigui e modificabili a seconda degli equilibri raggiunti. I cittadini sono disorientati: i più che votarono per la novità rappresentata da Berlusconi forse non se la sentono di ripetere, per la sua mancanza di serietà politica e comportamentale, coloro che credono in un ideale di sinistra sono costretti, salvo astensione, a prendersi un carrozzone unito per fare numero e vincere, un carrozzone al cui interno convivono gli esatti opposti e chi ha più coerenza politica è schiacciato dalla maggioranza e dalle esigenze di compromesso. Giovani e non, sono lontani dalla partecipazione, guardano con delusione a trasformismi e accomodamenti di ogni sorta, subendo una cattiva concezione del fare politica che è autoreferenziale, assolutista, manichea. Una politica che, dimenticando la persona e la sua dignità, studia giochi tattici, accordi occasionali e improbabili candidati, pur di garantirsi. Mentre nessuno dice cosa sia meglio per l’uomo. Lui è l’assoluto, l’unico: non la politica, l’economia, la morale, solo strumenti. Un ruolo dominante in tutto ciò è svolto dai partiti e dalla loro “crazia”. Nessuno di essi parlerà mai di partitocrazia come probabile malcostume dell’Italia o vizio della politica, perché sono i partiti in ultimo a governare, al posto degli esecutivi. Presenti ogni dove, sul territorio e nelle istituzioni, condizionano cittadini e uomini politici che rischiano di diventare cani al guinzaglio, teste non pensanti, serbatoi di voti. In questi termini vedo la situazione politica italiana, carente di novità e di proposte profonde e diverse. Certo un governo di centro-sinistra sarà diverso da uno di centro-destra, ma alcune cose nessun governo o parlamento cambierà, a causa del vizio partitocratico. Quale parlamento deciderà di diminuire gli eccessivi stipendi dei parlamentari e affidare la determinazione del loro ammontare ad un organo diverso da se stesso, risolvendo un evidente conflitto di interesse? Quale governo penserà di alleggerire l’apparato amministrativo, soppriemendo uffici-fantasma, cariche inutili, funzioni ridondanti, se questi servono per accontentare i partiti quando è il momento di dividere la torta? Quale parlamento farà una legge statale che fissi un massimo di consiglieri regionali minore e minori retribuzioni, se i partiti operano anche a livello regionale? Quale governo risponderà con fermezza ad un’ economia spietata e votata al consumo? Quale maggioranza darà voce e ascolto alla minoranza, senza denigrarla? Quale parlamentare agirà davvero per il bene della nazione senza vincolo di fatto e pressione partitica? Rebus sic stantibus, penso nessuno.

Vincenzo Tiano


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