Interventi

La "Notte bianca" di San GIovanni in Fiore, molto riuscita, analizzata nel quadro delle politiche culturali locali

mercoledì 5 settembre 2007.
 

Si è conclusa dopo l’alba di domenica (5 agosto, ndr) la Notte bianca di San Giovanni in Fiore. Organizzata dall’associazione di giovani La Testata, con giochi, letture poetiche e quattro concerti in successione, è stata seguita da un pubblico numerosissimo.

È costata intorno ai 20 mila euro, secondo Giovanni Spadafora, assessore comunale alla Cultura che ha minacciato le dimissioni. «Ora mancano fondi da destinare ad altre iniziative, non so come fare», ha detto il politico.

San Giovanni in Fiore è un caso patologico: si ciucciano alla Regione Calabria diversi milioni di euro. Servono ad alleviare la disoccupazione, «ma in modo improduttivo, per colpa di chi amministra», secondo Gian Antonio Stella. Per questo motivo, in genere a Catanzaro storcono il naso, quando arriva dalla città di Gioacchino da Fiore la richiesta di sostenere un progetto.

Al solito, il programma estivo del centro silano ha avuto il contributo determinante di onlus e privati, che di tasca propria hanno pagato serate di spettacolo e intrattenimento. Secondo Spadafora, l’assessore regionale Sandro Principe ha finanziato La Testata con 10 mila euro. Magari questi soldi sono andati al municipio, che li ha poi rigirati agli ideatori della Notte bianca, alcuni dei quali molto vicini al partito del sindaco Antonio Nicoletti. Il resto sarebbe arrivato dal Comune e dalla Comunità montana.

È sicuro che l’evento in questione, molto riuscito, grande onore ai giovani organizzatori, ha rotto la tradizionale monotonia nel luogo, proponendo perfino un concerto di Francesco Baccini, il cantante «dalla parte di Caino».

Nulla avviene per caso. Noi che siamo «abelidi», per usare il termine di un bel libro sul diavolo e la ragione, nonostante gli entusiasmi, il gaudio e l’evasione collettivi prodotti dalla Notte bianca, interveniamo sonoramente per due ordini di motivi.

Intanto, non si capisce bene in che modo sia arrivato il denaro della Regione.

Una volta, chiesi a Beniamino Donnici, allora assessore regionale allo Spettacolo, di patrocinare con 500 euro un concerto jazz per beneficenza. Mi disse che ne dava anche 1000, dato che c’era di mezzo Gianni Vattimo e una onlus che segue negli ospedali i bambini malati di cancro. Il vicesindaco di San Giovanni in Fiore, Aldo Orlando, si fece in quattro per evitare che ciò avvenisse. Me lo riferì il segretario di Donnici, Francesco Morrone.

Al solito, in Calabria prevalgono individualismi, invidie e contrapposizioni. Sono dell’idea che la vera rivoluzione nelle aree depresse debba essere quella culturale. Dunque, vanno promosse occasioni di confronto e socialità, come, ad esempio, La Notte bianca. Ma è fondamentale, specie coi tempi che corrono, che tutto sia trasparente e che la ripartizione delle risorse disponibili non impedisca agli altri operatori culturali di beneficiare dell’appoggio pubblico.

A San Giovanni in Fiore la banda musicale Paideia ha chiuso i battenti, dopo anni di apprezzata attività. Non aveva affatto aiuti dagli enti pubblici. C’entrano forse le tessere di partito? Per lo stesso motivo, la pro loco ha rischiato seriamente di cessare.

In secondo luogo, alcuni concerti della Notte bianca potevano tenersi in strutture fuori del centro abitato. Ci sono due campi sportivi, per esempio, e un teatro all’aperto abbandonato, nella zona alta, voluto fortemente dalla stessa compagine politica al governo locale.

Mia madre, che è una cardiotrapiantata, costretta ad assumere farmaci salvavita a orari precisi, non è riuscita a dormire per via dei rumori della notte. È tornata a casa di recente, dopo due anni di ospedale, terapie, anestesie, operazioni, privazioni e preoccupazioni.

Il buon senso doveva prevalere. Fino alle 2, si poteva ammettere il volume dei musicisti. Ma non sino al mattino.

Evidentemente, altre logiche ispirano le politiche culturali degli eletti. I numeri prevalgono sempre. E allora andranno ugualmente richiamati, per documentare l’arretratezza e il tribalismo di splendidi angoli di Mezzogiorno.

Roma, 5 agosto 2007

Emiliano Morrone


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