Appello

Annozero: stasera diretta da Catanzaro, tutti a seguire la voce dei giovani contro il trasferimento di De Magistris

giovedì 4 ottobre 2007.
 

Stasera ne vedremo delle belle. Anzi, rideremo come non mai. Ci sbellicheremo. Occorrerà munirci di vasetto a mano. E non mangiare cipolla di Tropea, diuretica. Forse piangeremo tanto, invece.

Sappiamo già. Come sanno al ministero di Mastella, in Commissione di vigilanza Rai e nei dove di baldanza prode. Non v’è pericolo di fraudolenza. Il problema è che non ci tratterremo. E il fatto è che conosciamo tutto anzitempo.

Non ci sarà Benigni, né Ferrara con le uova per i polli. Non si presenterà Cucullo, l’ex sindaco di Chieti. Vedere, per credere, su Youtube.

Non guarderemo l’intelligenza delle miss, il sorriso dopaminico di Mike, la compiacenza di Vespa, l’imbarazzo di Baudo, il ticchettìo della Hunziker, l’italico moralismo alla Beautiful né le ammiccanti statuine di Mammuccari.

All’Auditorium di Catanzaro, vanno in scena quelli di Santoro, diretta tv su Rai Due, Annozero. Ore 21 e dispari, salva l’annunciata censura preventiva. Assieme ai ragazzi di Locri, quelli veri. Non quelli ammaestrati e alimentati da San Bova, il presidentissimo del Consiglio regionale calabro. Inquisito sino ai denti: indagati d’ogni faccia, colore e candore. Lui, Bova, solo condannato dal Tar calabro per pennette e borsette natalizie, una barca di soldi bruciati.

Ma non è il "giuoco delle parti"; ché Pirandello avrebbe inventato altro, non immaginando la potenza della "casta" calabrese, coperta a modino da Roma.

Parlano i ragazzi di Internet, stasera. Quelli che non sopportano le manovre silenziose, più anomale della finanziaria. Dirà la voce della giustizia, che parte sì da "eroici furori" e non va derisa o spenta a ordini e ricatti.

Stasera tutti davanti allo schermo, a supportare anche con lo spirito Aldo Pecora e gli altri. Noi della Voce ci uniamo. Il caso è quello, stranoto, di De Magistris, il giudice che ha scoperchiato la mondezza calabra. Da cui esce il fetore d’un malaffare storico e cronico: politica-’ndrangheta-massoneria, la trinità che cucca gli ultimi grossi finanziamenti europei alla Calabria, ancora per poco Obiettivo 1.

Con Saverio Alessio lo abbiamo scritto in "La società sparente": urge coesione, la connessione delle forze, dei saperi e del coraggio. Se spostano De Magistris, perdiamo per sempre la possibilità che qualcuno possa seguirlo e che si confini lo Stato della ’ndrangheta.

Oggi, isolare i cattivi è un dovere di chi crede in una regione diversa. Ma se siamo solo emigrati a volerlo, non faremo che rumore nell’etere.

La rabbia dei residenti in Calabria deve uscire allo scoperto. Perché non è solo la minaccia della lupara a bloccare questa terra. C’entra soprattutto l’assistenzialismo smisurato e trasversale voluto da Roma.

Ci han detto che Ruotolo imiterà il canto di Mastella, appagato come Re Mida. Il potere logora chi lo detiene.

Roma, 4 ottobre 2007

Emiliano Morrone


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