17:34 Marra: "Incarico esplorativo a Marini"
"Verificare le possibilità di trovare un consenso sulla legge elettorale": è questo l’incarico che il presidente Napolitano ha dato al presidente del Senato Franco Marini. Lo ha detto il segretario generale della Presidenza della Repubblica Donato Marra
Governo, il responso di Napolitano verso l’incarico a Marini o Amato *
Attesa per oggi pomeriggio la convocazione al Quirinale del presidente del Senato o del ministro dell’Interno. Situazione molto intricata. Ieri il ripensamento di Casini. Il leader Udc da Gerusalemme ha dato via libera alle elezioni anticipate. Il capo dello Stato deve scegliere la scadenza e il tipo di mandato da affidare all’incaricato: per formare un governo che porti alle elezioni anticipate o per un esecutivo che metta in cantiere la riforme elettorale. Berlusconi insiste: elezioni anticipate gestite da Prodi
17:34 Marra: "Incarico esplorativo a Marini"
"Verificare le possibilità di trovare un consenso sulla legge elettorale": è questo l’incarico che il presidente Napolitano ha dato al presidente del Senato Franco Marini. Lo ha detto il segretario generale della Presidenza della Repubblica Donato Marra
17:25 Casini e Berlusconi a colloquio
E’ cominciato nella sede del gruppo parlamentare di Forza Italia l’incontro tra Silvio Berlusconi e Pier Ferdinando Casini. All’incontro partecipano anche il presidente e il segretario dell’Udc, Rocco Buttiglione e Lorenzo Cesa. Per Forza Italia presente il capogruppo del partito Elio Vito ed il portavoce di Silvio Berlusconi Paolo Bonaiuti.
16:57 Marini giunto al Colle
Il presidente del Senato Franco Marini è arrivato al Qurinale. Tra pochi minuti comincerà il colloquio con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano da cui riceverà un incarico per tentare di uscire dalla crisi.
[...]
15:16 Montezemolo: "Stimo Marini"
"Marini è una persona che stimo, una persona capace, che ha il senso del bene comune e del lavorare insieme. Altro non posso dire": è quanto ha dichiarato Luca Cordero di Montezemolo sull’ipotesi di un incarico al presidente del Senato da parte di Napolitano.
15:04 Napolitano convoca Marini alle 17
Il presidente della Repubblica ha convocato per le 17 al Quirinale il presidente del Senato Franco Marini
14:42 L’Udeur ribadisce "no" a governo istituzionale
L’Udeur darebbe il suo voto a un governo istituzionale? "No, il patto con gli elettori si è rotto, bisogna andare al voto. Non vogliamo governicchi, lo abbiamo già detto al Capo dello Stato. E poi un governo per tirare a campare a che serve? Qui il paese ha bisogno di un governo che risolva i problemi". Così il capogruppo dell’Udeur alla Camera, Mauro Fabris, in un’intervista al Tg3, ribadisce la linea del partito guidato da Clemente Mastella.
14:39 Pisanu: "Io al posto di Marini? Ipotesi prive di fondamento"
"Sono voci che non posso frenare, ma del tutto prive di fondamento". Il senatore di Forza Italia, Beppe Pisanu risponde così a chi gli chiede se siano plausibili le voci che si rincorrono in questi giorni su un suo futuro ruolo di presidente del Senato nel caso Franco Marini ricevesse (e accettasse) un incarico dal Quirinale a formare un nuovo governo.
13:56 Montezemolo: "Confermo mia stima per Franco Marini"
Luca Cordero di Montezemolo torna sulla possibilità di un incarico a Franco Marini. "Tutto quello che dovevamo dire lo abbiamo detto. Possiamo solo ripetere. Marini è una persona che stimo, una persona capace che ha il senso del bene comune e del lavorare insieme", ha detto il presidente di Confindustria ai cronisti a margine di un incontro a Bologna.
13:40 Prende quota l’ipotesi di un "preincarico"
"Preincarico": è questo il termine ’nuovo’, finora mai comparso nelle dichiarazioni e nei retroscena su questa crisi di governo, che da questa mattina affiora nei discorsi e nei ’capannelli’ in Transatlantico e nei corridoi parlamentari limitrofi. Una parola che viene rispolverata dopo dieci anni nei quali è stata tenuta accuratamente sotto naftalina e che si credeva oramai in disuso, affidata all’album dei ricordi politici. Invece, di "preincarico" si parla ora in più ambienti politici e parlamentari, come soluzione o almeno come primo tampone alla crisi di governo. [...]
* Fonte: la Repubblica, 30.01.2008 (parziale)
Il presidente del Senato inizia le consultazioni. "Impegno gravoso ma non impossibile"
La Lega minaccia l’Aventino. Veltroni: "Sono degli irresponsabili"
Marini: "Cerco un accordo vero"
Stop da An e Udeur: "Subito al voto"
ROMA - "Gravoso ma non impossibile", così Franco Marini dopo la prima giornata di consultazioni per cercare di formare un nuovo governo giudica il lavoro che il presidente della Repubblica gli ha affidato. "Un sentiero stretto" dice pure il presidente del Senato molto stretto visto che la Lega ha addirittura deciso di non partecipare alle consultazioni. E l’Udeur, il cui segretario Clemente Mastella è stato oggi a colloquio con Marini, ha detto a chiare lettere: "Prima si vota meglio è". Altrettanto secco Gianfranco Fini. "Al voto il 6 o il 13 aprile" ha detto il segretario di An.
Marini spera. "Il sentiero è stretto - ha detto il presidente del Senato - ma può darsi che con la buona volontà e la chiarezza dei discorsi che farò, si possa aprire qualche spiraglio nell’interesse del Paese". A cosa punta il presidente incaricato? Di sicuro non cercherà di raccogliere una maggioranza numerica, quale che sia. "Cerco - ha specificato - un consenso politico, non personale". Un accordo, in sostanza, che coinvolga anche l’opposizione. "Quindi - ha poi sottolineato - grandi svolazzi sul compito affidatomi non se ne possono fare, non li posso fare io, né li voglio fare". Insomma, o ci sta anche Berlusconi, o il nuovo governo non si fa. Ma nonostante tutto questo, ieri Marini s’è messo al lavoro di buona lena, secondo un vasto programma di consultazioni che si concluderà lunedì, quando incontrerà Forza Italia e il Pd, e che prevede anche incontri con associazioni imprenditoriali, sindacati e il comitato promotore del referendum elettorale.
Nelle sale di Palazzo Giustiniani, attrezzate come al Quirinale, ieri sono sfilati i rappresentanti dei gruppi più piccoli: la Destra di Storace, gli autonomisti della Svp, i liberaldemocratici di Dini, la Dc di Rotondi, la Sinistra democratica di Mussi, l’Udeur. "Gli spazi per un’intesa sono stretti", ha commentato il presidente della Camera Fausto Bertinotti.
I no al tentativo. A prima vista di spiragli non c’è dunque traccia. Da giorni il Cavaliere ripete che vuole solo andare al voto il prima possibile. E il suo alleato Fini oggi dice: "Marini sa perfettamente che il suo mandato è relativo alla verifica di una maggioranza a sostegno di un certo modello di legge elettorale e la maggioranza non può essere l’insieme raccogliticcio di qualche disperato, ma è la convergenza di gruppi politici. Al momento non c’è alcuna convergenza di gruppi politici maggioritaria su una proposta di legge elettorale. Si voterà il 6, o al più tardi il 13 aprile".
Sulla stessa strada Mastella che ha comunicato il suo no direttamente a Marini. "Prima si vota meglio è - dice l’ex ministro della Giustizia - vogliono fare una legge elettorale a favore di qualcuno". Poi ha aggiunto: "Visto che mi vogliono arrestare è bene farle le elezioni, se qualcuno mi vota ho qualche garanzia".
Polemiche sulla Lega. Alle consultazioni non partecipa invece la Lega, che minaccia anzi, se Marini dovesse dar vita a un nuovo governo, di disertare il Parlamento. Dando vita ad un vero e proprio Aventino. Un atteggiamento "del tutto irresponsabile" per il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa. Stigmatizzato anche dal segretario del Pd Walter Veltroni. "Il paese è diviso, lacerato, la gente si odia e si è perduto il senso di responsabilità" ha detto il sindaco di Roma. "Quando leggo che una forza politica che è stata chiamata da un presidente del Consiglio incaricato dal presidente della Repubblica dice ’non vado alla consultazione’, penso che stiamo scendendo uno dei tanti gradini che già abbiamo sceso".
Referendum. Sembra chiusa anche la strada di convocare il referendum sulla legge elettorale prima dello scioglimento delle Camere, prospettata da D’Alema "E’ solo un modo per evitare le elezioni", chiosa Mastella. E Fini, referendario della prima ora, aggiunge: "Non è accettabile che chi diceva ’referendum mai’ oggi, pur di non sciogliere le Camere, dica che il referendum è meglio". Il ministro degli Esteri attacca il leader di An: "E’ semplicemente terrorizzato dall’idea che gli italiani votino".
* la Repubblica, 31 gennaio 2008.
Crisi, l’incarico va a Marini: «Governo a termine per riforme» Veltroni commenta: «Ce la deve fare»
Il presidente Giorgio Napolitano ha incaricato il presidente del Senato Franco Marini di costituire un governo che porti a termine la riforma della legge elettorale e altre indispensabili riforme costituzionali. «Ho chiesto al presidente del Senato di esplorare la fattibilità di un Governo» che porti a termine queste indispensabili riforme.
È questo l’esito dell’incontro tra il capo dello Stato Giorgio Napolitano e il presidente del Senato Franco Marini. «Ricordo che sciogliere anticipatamente le Camere è la decisione più grave e più impegnativa», puntualizza il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ricordando che in questo caso sarebbe stata una decisione «assunta a meno di due anni» dall’ultimo voto.
Un «impegno gravoso» che cercherà di affrontare nei tempi «più rapidi possibile» e con «determinazione». È questo l’impegno che si è assunto il presidente del Senato Franco Marini dopo che il capo dello Stato Giorgio Napolitano gli ha conferito l’incarico di cercare una maggioranza per formare un governo che riformi la legge elettorale.
«Ringrazio vivamente il presidente della Repubblica - ha detto - per la fiducia che con questa decisione ha voluto accordarmi. So bene che si tratta di un impegno non semplice, anzi gravoso perchè so che nelle attese dei nostri cittadini c’è una attenzione forte alla modifica della legge elettorale».
«Cercherò - ha aggiunto Marini - di stare in tempi i più brevi possibile perché capisco, come ci ha ricordato nella sua dichiarazione il presidente della Repubblica, che i tempi sono stretti».
«Naturalmente - ha concluso il presidente del Senato - essendo il lavoro come ho detto gravoso c’è bisogno di farlo seriamente, cercherò di trovare il punto di equilibrio tra queste due esigenze. Ci metterò in questo compito tutta la mia determinazione in questi giorni che ho di fronte». L’ipotesi di un incarico a Marini per un governo istituzionale in grado di modificare le regole di voto, del resto, era molto accreditata fin da martedì sera, dopo il faccia a faccia riservato tra lo stesso Marini e il vice premier dimissionario Massimo D’Alema, con il compito - evidentemente - di sgombrare il campo dalle ultime remore del presidente del Senato ad accettare la guida di un esecutivo a termine.
L’Ufficio stampa del Senato comunica che le consultazioni del Presidente del Senato Franco Marini avranno inizio giovedì 31 gennaio alle ore 16 a Palazzo Giustiniani.
«Io credo che ce la debba fare». Così Walter Veltroni, leader del Pd, intervistato dal Tg1 risponde quando gli viene chiesto se pensa che il presidente Marini ce la possa fare nell’incarico che gli è stato affidato dal Capo dello Stato.
«A Marini diremo che ci sono due possibilità - continua Veltroni - o si fa un governo fino ad aprile del prossimo anno- spiega- che faccia le riforme istituzionali, oppure ai va al voto a giugno di quest’anno, ma facendo prima tre cose». Si dovrebbe secondo Veltroni, entro giungo «fare la riforma della legge elettorale, aumentare i salari sostenendo la produttività e riformare i costi della politica. Così - conclude Veltroni- si potrà andare a votare a giugno e gli italiani saranno in grado di scegliere da chi essere governati».
Il Presidente del Consiglio dimissionario Romano Prodi ha formulato, nell’incontro di Palazzo Chigi, i suoi auguri al Presidente incaricato Franco Marini garantendogli «il massimo sostegno».
Berlusconi chiude subito la porta. «Non c’è nessun margine per dialogare sulla legge elettorale». Così Silvio Berlusconi, al termine dell’incontro con il leader dell’Udsc, Pier Ferdinando Casini, risponde ai giornalisti che gli domandano se esistano o meno spazi di dialogo per fare la legge elettorale. Per Berlusconi: «Non si può perdere tempo, bisogna andare al voto».
Al termine di un incontro con Casini, Fi e Udc si sono detti concordi nel dar vita ad una legislatura costituente per realizzare le riforme. Il presidente di Fi Silvio Berlusconi e il leader dei centristi, Pier Ferdinando Casini, si legge in un comunicato, «sono d’accordo sul fatto che la prossima dovrà essere una legislatura costituente: si dovrà quindi, non solo migliorare la legge elettorale, ma anche il federalismo riequilibrare i rapporti tra governo e Parlamento, fra potere giudiziario e legislativo».
Lo stesso Casini in seguito ha commentato: «Certamente la missione di Marini è molto difficile anche se di impossibile in assoluto non c’è nulla: i margini si sono assottigliati». «Credo che Napolitano abbia fatto il suo dovere - ha proseguito Casini - nessun capo dello Stato può sciogliere le Camere dopo solo un anno e mezzo. È stato doveroso da parte sua dare un incarico».
Casini tuttavia ha ribadito di essere «disponibile al tedesco ma «se pensate che il signor Casini voti con Diliberto, Pecoraro e il Prc vi sbagliate: non posso impazzire all’improvviso e passare come il peggiore dei trasformisti». Infine l’ex presidente della Camera ha ricordato che un’intesa sulla riforma elettorale non può prescindere da Forza Italia: «È stato Veltroni ad insegnarmi che la legge elettorale non si fa senza Berlusconi», ha detto sventolando l’articolo di un giornale di qualche settimana fa.
Il disegno di Napolitano piace alle forze sociali, a cominciare dal presidente della Confindustria Montezemolo per finire con il segretario della Cisl Bonanni. È gradito alla Conferenza Episcopale.
Il Pdci non voterà alcun governo istituzionale perchè fuori dal governo Prodi e dalla maggioranza di centrosinistra rimane soltanto il voto: parola di Manuela Palermi, capogruppo del Pdci al Senato. Capitolo a parte è quello dell’Udc. Pierferdinando Casini tra grandi slalom alla fine si è espresso contro qualsiasi «governicchio», riallineandosi agli altri leader della vecchia Casa delle Libertà in previsione di un possibile voto anticipato con relativa necessità di alleanza elettorale per ottenere il decisivo premio di maggioranza. Ma ha anche lasciato a Mario Baccini la responsabilità di lasciare una porta aperta alle forze cattoliche impegnate nel tentativo di coagulare la cosiddetta "Cosa bianca".
Savino Pezzotta con il suo Forum Famiglie ne è il portabandiera e ha naturalmente raccolto l’invito della Conferenza Episcopale - che non ha perso occasione di dare indicazioni politiche anche sulla crisi di governo - di fare prima la nuova legge elettorale.
* l’Unitò, Pubblicato il: 30.01.08, Modificato il: 30.01.08 alle ore 21.01
Schifani: «Il presidente del Senato è saggio e non tenterà fughe in avanti »
Crisi, Napolitano convoca Marini alle 17
Berlusconi: «Alle elezioni con Prodi che le gestisce». Casini: «Pazzo se accettassi un governo con Prc e Verdi» *
ROMA - Napolitano ha convocato il presidente del Senato Franco Marini alle ore 17. Dopo aver concluso il giro di consultazioni con i leader politici e i presidenti emeriti della Repubblica (martedì sono saliti al Quirinale Veltroni e Berlusconi, oltre a Cossiga, Scalfaro e Ciampi), il Capo dello Stato ha annunciato nel primo pomeriggio la sua decisione per risolvere la crisi innescata dalla caduta del governo Prodi. Le posizioni dei partiti sono note: la Cdl compatta vuole andare subito al voto. Berlusconi ha ribadito la richiesta di «elezioni, lasciandole gestire a Prodi» mentre Casini, che inizialmente era propenso a sostenere un governo istituzionale, si è allineato alle posizioni degli altri alleati (da Parigi lo stesso Fini è tornato a chiedere al presidente della Repubblica di «sciogliere le Camere»). Il centrosinistra - pur tra sfumature diverse e qualche eccezione - propende invece per un governo che faccia almeno la riforma elettorale, come ha spiegato al Capo dello Stato lo stesso Veltroni.
BERLUSCONI - Berlusconi è di parere opposto. «Riteniamo che al governo Prodi non possa succedere un altro esecutivo - spiega il leader di Forza Italia -. Se la maggioranza che ha ricevuto il premio viene meno e il premier votato dagli elettori come leader della coalizione viene sfiduciato, non può esserci alternativa al ricorso alle urne e meno che mai la costituzione di una maggioranza priva di legittimazione elettorale. Nel nostro ordinamento - prosegue il Cavaliere - non esiste la figura del governo che nasce esclusivamente per gestire le elezioni. Il periodo di campagna elettorale, per questo, non può che essere gestito dal governo Prodi che, sebbene sfiduciato, aveva ricevuto la legittimità della sovranità popolare».
CASINI - L’opzione Marini non piace al centrodestra. Lo stesso Casini, in collegamento telefonico su Canale 5 con la trasmissione di Maurizio Belpietro, spiega che «se Marini mi offrisse il sistema tedesco io lo ringrazierei ma ciò non comporta appoggiare un governo con Prc e Verdi. Anzi, rifiuterei l’offerta che troverei insultante. Nessun italiano serio può pensare che io possa sostenere un governo con Rifondazione comunista, con Bertinotti e Pecoraro Scanio. Dovrei essere impazzito e internato per impazzimento...». Pur ritenendo «doveroso» che Napolitano dia un incarico a «Marini o a un altro», Casini ribadisce la sua indisponibilità a sostenere un esecutivo con Fausto Bertinotti e Alfonso Pecoraro Scanio.
FORZA ITALIA - Anche in Forza Italia la carta Marini non trova consensi. «Il presidente del Senato è saggio e non tenterà fughe in avanti con un governo che sopravvive per 1-2 voti» dice il presidente dei senatori azzurri Renato Schifani, il quale ribadisce «l’indisponibilità» di Forza Italia a sostenere governi di transizione. E davanti all’ipotesi di un tentativo di Marini, in caso di incarico, di convincere l’opposizione a modificare la legge elettorale, l’esponente azzurro taglia corto: «La riforma elettorale è una trattativa già arenata, non ci sono più né margini né i tempi».
GLI ALTRI - Anche l’Italia dei Valori chiede a questo punto di andare alle elezioni. Il portavoce nazionale, Leoluca Orlando, afferma che «piuttosto che logorare ancora credibilità e tenuta democratica è meglio andare subito al voto». E mentre l’Udeur chiarisce che «non è stata fatta alcuna scelta in merito alla nostra collocazione futura», il leader dei radicali Marco Pannella non usa mezzi termini sulla proposta del centrodestra di andare a elezioni anticipate: «Urlando "al voto al voto" si minchiona l’Italia».
MONTEZEMOLO - Un attestato di stima al presidente del Senato arriva dal numero uno di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, che definisce Marini «una persona capace, con senso del bene comune e del lavorare insieme». «Mai come in questo momento riteniamo, come cittadini, di mettere il bene comune al centro, di cercare responsabilità comuni, obiettivi comuni - ha aggiunto Montezemolo - perché il Paese ha bisogno di scelte che non sono né di destra né di sinistra, ma sono scelte fondamentali per il futuro».
* Corriere della Sera, 30.01.2008