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CALABRIA. 2005: UCCISO NEL SEGGIO IL VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE, FRANCESCO FORTUGNO. A due anni di distanza dall’agguato di Locri, ieri, il collaboratore di giustizia Bruno Piccolo "si è impiccato". Maria Grazia Laganà: ’’E’ un fatto gravissimo, voglio la verità’’ - a cura di pfls

martedì 16 ottobre 2007.
 


(www.repubblica.it, 16.10.2005)

LOCRI (Reggio Calabria) - Il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, della Margherita, è stato ucciso a Locri in un seggio elettorale mentre votava alle primarie dell’Unione. A sparare è stato un killer fuggito su un’auto guidata da un complice. Fortugno è stato trasportato in ospedale, ma ormai non c’era più nulla da fare.

La dinamica dell’omicidio. L’omicidio è avvenuto nell’androne di palazzo Nieddu, su corso Vittorio Emanuele, nel centro di Locri, dove era allestito uno dei due seggi dell’Unione per le primarie. Secondo le prime notizie, Fortugno, poco dopo le 17.30, era a colloquio con alcune persone, quando un sicario si è avvicinato e gli ha esploso contro cinque colpi di pistola calibro 9. Da una prima ricostruzione dell’omicidio fatta dai carabinieri, Fortugno, che risiedeva a Brancaleone, ha raggiunto in auto il centro di Locri seguito da una vettura con a bordo due persone. Nel Palazzo dei seggi è entrato insieme al suo killer. L’assassino ha sparato a bruciapelo cinque colpi. Subito dopo l’assassino è uscito dal palazzo, ha raggiunto l’auto condotta da un complice e si è allontanato.

Non si esclude la pista mafiosa. Non si esclude il movente della vendetta mafiosa. Anche se al momento i carabinieri stanno seguendo varie piste, a quella mafiosa i carabinieri attribuiscono una consistente credibilità. Sul conto di Fortugno che viene dalla Democrazia Cristiana e, poi, dal Partito Popolare, non risultano indagini neppure pregresse né sospetti di rapporti con la malavita organizzata.

Il cordoglio di Rutelli e Alemanno. In una nota, la Margherita esprime il suo profondo dolore per l’omicidio di Francesco Fortugno. Francesco Rutelli ha parlato con la moglie di Fortugno esprimendole il sentimento di dolore e di vicinanza di tutti gli esponenti del partito. "I dirigenti della Margherita sono sconvolti per questo spaventoso fatto di sangue - ha detto Rutelli - che colpisce un amministratore stimato dai suoi colleghi e da tutta la Calabria". Il ministro del Ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno, An, definisce l’episodio "grave ed inquietante che appare riconducibile alla criminalità organizzata. Se la criminalità organizzata si rivolge ai più alti vertici istituzionali - ha osservato Alemanno - stiamo superando un livello di guardia che può essere molto pericoloso".

Biografia. 54 anni, sposato, padre di due figli, Fortugno è un medico specialista in chirurgia generale e medicina legale; primario in aspettativa al pronto soccorso dell’ospedale di Locri (lo stesso dove l’ambulanza dove lo ha accompagnato dopo il ferimento); professore a contratto presso la facoltà di Medicina dell’Università di Catanzaro.

Fortugno era alla seconda legislatura come consigliere regionale ed era stato eletto a Locri. Nella precedente legislatura era subentrato, sempre nelle fila della Margherita, a Luigi Meduri dopo l’elezione di quest’ultimo a deputato. Già consigliere comunale, Francesco Fortugno ha ricoperto l’incarico di segretario regionale nella Cisl medici di Reggio Calabria. Nei giorni scorsi, Fortugno aveva rappresentanto la Regione Calabria negli Stati Uniti al Columbus day.

(16 ottobre 2005)


-  Dopo le minacce Bruno Piccolo viveva in un appartamento protetto dalla Dda
-  Ricorre oggi il secondo anniversario della morte dell’ex vicepresidente della Calabria

-  Delitto Fortugno, pentito si uccide
-  a due anni dall’agguato di Locri

ROMA - Suicida uno dei due testi che hanno incastrato gli assassini di Francesco Fortugno. Bruno Piccolo si è impiccato ieri in un appartamento a Francavilla a Mare, vicino Chieti, dove era stato nascosto dalla Direzione distrettuale antimafia per proteggerlo dalle continue minacce che aveva ricevuto da quando aveva deciso di collaborare con la giustizia.

A fare la scoperta gli uomini delle forze dell’ordine invitati a far visita nell’appartamento dai parenti del pentito preoccupati perchè il loro caro non rispondeva da ore al telefono. La notizia del suicidio giunge proprio oggi in cui ricorre il secondo anniversario della morte dell’ex vicepresidente del consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri il giorno delle primarie dell’Unione per la scelta del premier.

Ha lasciato uno scritto il suicida, una sorta di epitaffio in cui ha chiarito le ragioni del suo gesto. Sarà la Procura di Chieti a condurre le indagini di rito. Sono state acquisiti i tabulati telefonici per conoscere le persone con cui Piccolo ha parlato negli ultimi giorni ed in particolare i giudici vogliono chiarire il rapporto particolarmente burrascoso che il pentito intratteneva con una donna abruzzese.

Nel corso dell’inchiesta sull’omicidio Fortugno, Piccolo era stato anche sottoposto a perizia psichiatrica e i difensori degli imputati hanno sempre cercato di minarne la credibilità, evidenziando come il giovane fosse stato riformato dal servizio di leva per problemi psichici. Nonostante questo e al termine della perizia, per i magistrati della Dda di Reggio Calabria Piccolo è sempre stato una "persona attendibile".

Furono proprio le rivelazioni di Bruno Piccolo, 28 anni, già arrestato insieme ad altre persone per associazione a delinquere finalizzata al traffico d’armi, a portare agli arresti del mandante e dell’esecutore materiale dell’agguato. Dopo alcuni mesi di carcere, Piccolo decise di rivelare agli inquirenti i particolari dell’omicidio e svelò i retroscena dell’assassinio. Parlò degli incontri con i membri della cosca Cordì nel suo bar Arcabaleno a Locri e fece nomi e cognomi. Qualche giorno dopo, fu arrestato il presunto killer di Francesco Fortugno e fu individuato anche il presunto mandante, il caposala dell’ospedale di Locri Salvatore Marcianò.

In tutto, gli imputati per l’omicidio dell’ex vicepresidente della Regione Calabria sono otto, quattro di loro sono accusati di omicidio volontario. Si tratta dei due presunti mandanti, Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio; di Salvatore Ritorto, accusato di essere stato l’esecutore materiale dell’assassinio di Fortugno, e di Domenico Audino. Il processo contro i presunti assassini è iniziato nella primavera scorsa ma è stato rinviato per motivi procedurali. Secondo la Procura, il suicidio del pentito non causerà però altre sospensioni del procedimento perché la sua testimonianza era stata raccolta in sede dibattimentale e "non perde valore seppure il teste si è tolto la vita".

* la Repubblica, 16 ottobre 2007.


Avevagià tentato di uccidersi nel maggio scorso

Omicidio Fortugno, si è suicidato Bruno Piccolo

Uno dei due pentiti nell’ambito dell’inchiesta sull’assassinio dell’ex vice presidente della Regione Calabria si è tolto la vita impiccandosi nella località protetta dove si trovava. Indaga la Procura. Maria Grazia Laganà: ’’E’ un fatto gravissimo, voglio la verità’’

Lamezia Terme, 16 ott. (Adnkronos/Ign)- Bruno Piccolo (nella foto), uno dei due pentiti nell’ambito dell’omicidio di Francesco Fortugno, si è suicidato nella località protetta dove si trovava. Si è tolto la vita ieri pomeriggio impiccandosi.

La notizia, pubblicata questa mattina dal quotidiano ’Calabria Ora’, è stata confermata dal coordinatore della Dda di Reggio Calabria, Salvatore Boemi, che non ha fornito ulteriori dettagli. "Allo stato nessun elemento oggettivo sembra legittimare ipotesi diverse da quella di un suicidio, messo in atto per motivi sui quali si sta cercando di condurre ogni opportuno accertamento", scrive la procura della Repubblica di Reggio Calabria in un comunicato, a firma del Procuratore capo facente funzioni Francesco Scuderi, nel quale si sottolinea anche che la procura "è costantemente in contatto con l’autorità giudiziaria competente territorialmente in relazione alle indagini in corso per fare piena luce sulla morte del collaboratore di giustizia Bruno Piccolo".

Piccolo aveva già tentato lo scorso maggio di suicidarsi. Lo rivelano alcune fonti investigative, secondo le quali il pentito avrebbe anche lasciato un biglietto sul quale avrebbe scritto le motivazioni che lo avrebbero portato a compiere il gesto. Il biglietto sarebbe stato trovato sul comodino della sua abitazione, a Francavilla a Mare, in provincia di Chieti.

’’E’ un fatto gravissimo, per questo chiederò che si indaghi sulla morte di questo ragazzo’’, aveva detto Maria Grazia Laganà, vedova di Fortugno. ’’Bisogna cercare la verità fino in fondo - ha aggiunto - anche in un momento caldo e così intenso del processo’’. ’Accanto alla necessità di individuare il vero movente che ha portato all’omicidio Fortugno, oggi non potrà non aggiungersi l’analogo dovere morale della ricerca del movente che ha portato al suicidio di colui il quale, per primo, aveva indicato il presunto killer’’, ha detto dal canto suo Angela Napoli, componente della Commissione nazionale Antimafia.

Bruno Piccolo, 29 anni, è stato il collaboratore di giustizia che consentì, secondo gli inquirenti, di fare piena luce sull’omicidio Fortugno. Il giovane, proprietario dell’Arcobaleno, un bar nel centro di Locri e indicato dagli inquirenti come affiliato alla cosca dei Cordì di Locri (Reggio Calabria), venne arrestato il 15 novembre del 2005 insieme ad altre tre persone anch’esse considerate legate al clan mafioso Cordì. Ai quattro, che secondo gli investigatori della Polizia disponevano di alcuni bazooka e bombe ad alto potenziale di fabbricazione jugoslava, venne contestata l’associazione mafiosa finalizzata al traffico di armi anche da guerra ed altri reati. Tra le armi che furono ritrovate, in base a quanto emerse dalle prime indiscrezioni, anche una pistola calibro 9, arma identica a quella che venne utilizzata per uccidere Fortugno.

Piccolo era stato condannato a un anno e 4 mesi con rito abbreviato. Ma la pena era stata condonata visto che la condanna era arrivata non per l’omicidio di Francesco Fortugno ma per reati minori.

La notizia del suicidio del collaboratore di giustizia coincide con il giorno della manifestazione che si sta svolgendo a Locri in ricordo di Fortugno, ucciso esattamente due anni fa, il 16 ottobre 2005. Prima della marcia tra le vie del paese, è stato piantato un albero di ulivo accanto la stele che ricorda il vice presidente della Regione. In piazza, oltre alla Laganà, sono presenti il presidente della Commissione antimafia Francesco Forgione, insieme ai suoi vice Mario Tassone e Giuseppe Lumia. Le manifestazioni si concluderanno pomeriggio con la celebrazione di una messa.

"A due anni dalla morte del vicepresidente della Regione Calabria Francesco Fortugno non basta un semplice ricordo, ma serve una seria presa di coscienza: finché non saranno individuati i mandanti, la Calabria non avrà pace e la lotta alla criminalità organizzata non sarà stata efficace fino in fondo", afferma, in una nota, il vicepresidente della Commissione Antimafia Mario Tassone (Udc).


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