(www.repubblica.it, 16.10.2005)
LOCRI (Reggio Calabria) - Il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, della Margherita, è stato ucciso a Locri in un seggio elettorale mentre votava alle primarie dell’Unione. A sparare è stato un killer fuggito su un’auto guidata da un complice. Fortugno è stato trasportato in ospedale, ma ormai non c’era più nulla da fare.
La dinamica dell’omicidio. L’omicidio è avvenuto nell’androne di palazzo Nieddu, su corso Vittorio Emanuele, nel centro di Locri, dove era allestito uno dei due seggi dell’Unione per le primarie. Secondo le prime notizie, Fortugno, poco dopo le 17.30, era a colloquio con alcune persone, quando un sicario si è avvicinato e gli ha esploso contro cinque colpi di pistola calibro 9. Da una prima ricostruzione dell’omicidio fatta dai carabinieri, Fortugno, che risiedeva a Brancaleone, ha raggiunto in auto il centro di Locri seguito da una vettura con a bordo due persone. Nel Palazzo dei seggi è entrato insieme al suo killer. L’assassino ha sparato a bruciapelo cinque colpi. Subito dopo l’assassino è uscito dal palazzo, ha raggiunto l’auto condotta da un complice e si è allontanato.
Non si esclude la pista mafiosa. Non si esclude il movente della vendetta mafiosa. Anche se al momento i carabinieri stanno seguendo varie piste, a quella mafiosa i carabinieri attribuiscono una consistente credibilità. Sul conto di Fortugno che viene dalla Democrazia Cristiana e, poi, dal Partito Popolare, non risultano indagini neppure pregresse né sospetti di rapporti con la malavita organizzata.
Il cordoglio di Rutelli e Alemanno. In una nota, la Margherita esprime il suo profondo dolore per l’omicidio di Francesco Fortugno. Francesco Rutelli ha parlato con la moglie di Fortugno esprimendole il sentimento di dolore e di vicinanza di tutti gli esponenti del partito. "I dirigenti della Margherita sono sconvolti per questo spaventoso fatto di sangue - ha detto Rutelli - che colpisce un amministratore stimato dai suoi colleghi e da tutta la Calabria". Il ministro del Ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno, An, definisce l’episodio "grave ed inquietante che appare riconducibile alla criminalità organizzata. Se la criminalità organizzata si rivolge ai più alti vertici istituzionali - ha osservato Alemanno - stiamo superando un livello di guardia che può essere molto pericoloso".
Biografia. 54 anni, sposato, padre di due figli, Fortugno è un medico specialista in chirurgia generale e medicina legale; primario in aspettativa al pronto soccorso dell’ospedale di Locri (lo stesso dove l’ambulanza dove lo ha accompagnato dopo il ferimento); professore a contratto presso la facoltà di Medicina dell’Università di Catanzaro.
Fortugno era alla seconda legislatura come consigliere regionale ed era stato eletto a Locri. Nella precedente legislatura era subentrato, sempre nelle fila della Margherita, a Luigi Meduri dopo l’elezione di quest’ultimo a deputato. Già consigliere comunale, Francesco Fortugno ha ricoperto l’incarico di segretario regionale nella Cisl medici di Reggio Calabria. Nei giorni scorsi, Fortugno aveva rappresentanto la Regione Calabria negli Stati Uniti al Columbus day.
(16 ottobre 2005)
Dopo le minacce Bruno Piccolo viveva in un appartamento protetto dalla Dda
Ricorre oggi il secondo anniversario della morte dell’ex vicepresidente della Calabria
Delitto Fortugno, pentito si uccide
a due anni dall’agguato di Locri
ROMA - Suicida uno dei due testi che hanno incastrato gli assassini di Francesco Fortugno. Bruno Piccolo si è impiccato ieri in un appartamento a Francavilla a Mare, vicino Chieti, dove era stato nascosto dalla Direzione distrettuale antimafia per proteggerlo dalle continue minacce che aveva ricevuto da quando aveva deciso di collaborare con la giustizia.
A fare la scoperta gli uomini delle forze dell’ordine invitati a far visita nell’appartamento dai parenti del pentito preoccupati perchè il loro caro non rispondeva da ore al telefono. La notizia del suicidio giunge proprio oggi in cui ricorre il secondo anniversario della morte dell’ex vicepresidente del consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri il giorno delle primarie dell’Unione per la scelta del premier.
Ha lasciato uno scritto il suicida, una sorta di epitaffio in cui ha chiarito le ragioni del suo gesto. Sarà la Procura di Chieti a condurre le indagini di rito. Sono state acquisiti i tabulati telefonici per conoscere le persone con cui Piccolo ha parlato negli ultimi giorni ed in particolare i giudici vogliono chiarire il rapporto particolarmente burrascoso che il pentito intratteneva con una donna abruzzese.
Nel corso dell’inchiesta sull’omicidio Fortugno, Piccolo era stato anche sottoposto a perizia psichiatrica e i difensori degli imputati hanno sempre cercato di minarne la credibilità, evidenziando come il giovane fosse stato riformato dal servizio di leva per problemi psichici. Nonostante questo e al termine della perizia, per i magistrati della Dda di Reggio Calabria Piccolo è sempre stato una "persona attendibile".
Furono proprio le rivelazioni di Bruno Piccolo, 28 anni, già arrestato insieme ad altre persone per associazione a delinquere finalizzata al traffico d’armi, a portare agli arresti del mandante e dell’esecutore materiale dell’agguato. Dopo alcuni mesi di carcere, Piccolo decise di rivelare agli inquirenti i particolari dell’omicidio e svelò i retroscena dell’assassinio. Parlò degli incontri con i membri della cosca Cordì nel suo bar Arcabaleno a Locri e fece nomi e cognomi. Qualche giorno dopo, fu arrestato il presunto killer di Francesco Fortugno e fu individuato anche il presunto mandante, il caposala dell’ospedale di Locri Salvatore Marcianò.
In tutto, gli imputati per l’omicidio dell’ex vicepresidente della Regione Calabria sono otto, quattro di loro sono accusati di omicidio volontario. Si tratta dei due presunti mandanti, Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio; di Salvatore Ritorto, accusato di essere stato l’esecutore materiale dell’assassinio di Fortugno, e di Domenico Audino. Il processo contro i presunti assassini è iniziato nella primavera scorsa ma è stato rinviato per motivi procedurali. Secondo la Procura, il suicidio del pentito non causerà però altre sospensioni del procedimento perché la sua testimonianza era stata raccolta in sede dibattimentale e "non perde valore seppure il teste si è tolto la vita".
* la Repubblica, 16 ottobre 2007.
Avevagià tentato di uccidersi nel maggio scorso
Omicidio Fortugno, si è suicidato Bruno Piccolo
Uno dei due pentiti nell’ambito dell’inchiesta sull’assassinio dell’ex vice presidente della Regione Calabria si è tolto la vita impiccandosi nella località protetta dove si trovava. Indaga la Procura. Maria Grazia Laganà: ’’E’ un fatto gravissimo, voglio la verità’’
Lamezia Terme, 16 ott. (Adnkronos/Ign)- Bruno Piccolo (nella foto), uno dei due pentiti nell’ambito dell’omicidio di Francesco Fortugno, si è suicidato nella località protetta dove si trovava. Si è tolto la vita ieri pomeriggio impiccandosi.
La notizia, pubblicata questa mattina dal quotidiano ’Calabria Ora’, è stata confermata dal coordinatore della Dda di Reggio Calabria, Salvatore Boemi, che non ha fornito ulteriori dettagli. "Allo stato nessun elemento oggettivo sembra legittimare ipotesi diverse da quella di un suicidio, messo in atto per motivi sui quali si sta cercando di condurre ogni opportuno accertamento", scrive la procura della Repubblica di Reggio Calabria in un comunicato, a firma del Procuratore capo facente funzioni Francesco Scuderi, nel quale si sottolinea anche che la procura "è costantemente in contatto con l’autorità giudiziaria competente territorialmente in relazione alle indagini in corso per fare piena luce sulla morte del collaboratore di giustizia Bruno Piccolo".
Piccolo aveva già tentato lo scorso maggio di suicidarsi. Lo rivelano alcune fonti investigative, secondo le quali il pentito avrebbe anche lasciato un biglietto sul quale avrebbe scritto le motivazioni che lo avrebbero portato a compiere il gesto. Il biglietto sarebbe stato trovato sul comodino della sua abitazione, a Francavilla a Mare, in provincia di Chieti.
’’E’ un fatto gravissimo, per questo chiederò che si indaghi sulla morte di questo ragazzo’’, aveva detto Maria Grazia Laganà, vedova di Fortugno. ’’Bisogna cercare la verità fino in fondo - ha aggiunto - anche in un momento caldo e così intenso del processo’’. ’Accanto alla necessità di individuare il vero movente che ha portato all’omicidio Fortugno, oggi non potrà non aggiungersi l’analogo dovere morale della ricerca del movente che ha portato al suicidio di colui il quale, per primo, aveva indicato il presunto killer’’, ha detto dal canto suo Angela Napoli, componente della Commissione nazionale Antimafia.
Bruno Piccolo, 29 anni, è stato il collaboratore di giustizia che consentì, secondo gli inquirenti, di fare piena luce sull’omicidio Fortugno. Il giovane, proprietario dell’Arcobaleno, un bar nel centro di Locri e indicato dagli inquirenti come affiliato alla cosca dei Cordì di Locri (Reggio Calabria), venne arrestato il 15 novembre del 2005 insieme ad altre tre persone anch’esse considerate legate al clan mafioso Cordì. Ai quattro, che secondo gli investigatori della Polizia disponevano di alcuni bazooka e bombe ad alto potenziale di fabbricazione jugoslava, venne contestata l’associazione mafiosa finalizzata al traffico di armi anche da guerra ed altri reati. Tra le armi che furono ritrovate, in base a quanto emerse dalle prime indiscrezioni, anche una pistola calibro 9, arma identica a quella che venne utilizzata per uccidere Fortugno.
Piccolo era stato condannato a un anno e 4 mesi con rito abbreviato. Ma la pena era stata condonata visto che la condanna era arrivata non per l’omicidio di Francesco Fortugno ma per reati minori.
La notizia del suicidio del collaboratore di giustizia coincide con il giorno della manifestazione che si sta svolgendo a Locri in ricordo di Fortugno, ucciso esattamente due anni fa, il 16 ottobre 2005. Prima della marcia tra le vie del paese, è stato piantato un albero di ulivo accanto la stele che ricorda il vice presidente della Regione. In piazza, oltre alla Laganà, sono presenti il presidente della Commissione antimafia Francesco Forgione, insieme ai suoi vice Mario Tassone e Giuseppe Lumia. Le manifestazioni si concluderanno pomeriggio con la celebrazione di una messa.
"A due anni dalla morte del vicepresidente della Regione Calabria Francesco Fortugno non basta un semplice ricordo, ma serve una seria presa di coscienza: finché non saranno individuati i mandanti, la Calabria non avrà pace e la lotta alla criminalità organizzata non sarà stata efficace fino in fondo", afferma, in una nota, il vicepresidente della Commissione Antimafia Mario Tassone (Udc).
Fortugno: cortei a Locri. Si suicida un pentito
Centinaia di studenti di tutte le scuole medie e superiori della città di Locri, in Calabria, e di altri istituti provenienti da varie zone della Calabria, hanno partecipato alla manifestazione organizzata in occasione del secondo anniversario dell’omicidio di Francesco Fortugno, l’ex politico calabrese morto assassinato mentre ricopriva la carica di vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria. Al corteo hanno partecipato, oltre alla vedova Fortugno, Maria Grazia Laganà, ed ai figli, il prefetto di Reggio Calabria, Francesco Musolino, il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Francesco Forgione, i vicepresidenti dello stesso organismo, Giuseppe Lumia e Mario Tassone, e sindaci della zona.
Nel corpo del corteo sono presenti anche i gonfaloni della Regione, della Provincia di Reggio e dei Comuni di Polistena, Locri, Siderno, Caulonia, San Luca e Cinquefrondi. Dopo una breve sosta davanti a Palazzo Nieddu, dove Fortugno fu ucciso il 16 ottobre di due anni fa, la manifestazione si è portata all’Istituto magistrale di Locri dove si svolgerà una tavola rotonda.
I ragazzi marciando verso la scuola scandiscono slogan e mostrano striscioni e cartelli su due dei quali c’è scritto: «La forza, priva di saggezza, crolla sotto il suo stesso peso», e «La violenza è lo specchio di una società superficiale, senza capacità di esprimersi».
Lo striscione con la scritta «Qui per Fortugno e la legalità» retto dai ragazzi della scuola media Maresca di Locri ha aperto il corteo in occasione del secondo anniversario dell’omicidio di Francesco Fortugno al quale stanno partecipando centinaia di ragazzi di tutte le scuole medie e superiori di Locri e di altri istituti provenienti da varie zone della Calabria.
Prima dell’inizio del corteo, nella piazza cui è stato dato il nome del politico ucciso, è stato piantato «l’Ulivo della legalità», voluto dalla moglie e dai figli del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, a fianco della stele che ricorda Fortugno, «come simbolo dell’impegno di tutti contro tutte le criminalità».
Bruno Piccolo, lunedì, collaboratore di giustizia nelle indagini per il delitto di Francesco Fortugno, si è suicidato nella serata di lunedì, a Francavilla a Mare (Chieti), la località protetta dove lo stesso viveva in base al programma di protezione. L’omicidio del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria avvenne esattamente due anni fa, il 16 ottobre 2005.
Un «fatto molto grave» ha commentato la vedova di Francesco Fortugno, la deputata dell’Ulivo Maria Grazia Laganà, nel corso del corteo in ricordo del marito. «Ora - ha aggiunto - bisogna spingere per cercare la verità sino in fondo anche in un momento caldo e così intenso del processo». Chiede verità anche Francesco Forgione, presidente della commissione parlamentare Antimafia: «Questo suicidio - ha detto - rafforza il bisogno di avere una verità piena sul delitto di Francesco Fortugno, il che vuol dire ragionare sul contesto politico-mafioso in cui quel delitto è maturato». Comunque, aggiunge Forgione, Piccolo è un’altra vittima della ’ndrangheta».
Grazie alle dichiarazioni di Piccolo, i magistrati della Dda di Reggio Calabria, erano riusciti ad arrestare i componenti del comando di fuoco, tra cui il presunto killer Salvatore Ritorto, il capo della banda Domenico Novella (anche lui divenuto successivamente collaboratore di giustizia) e il presunto mandante, il caposala dell’ospedale di Locri Salvatore Marcianò. Dopo alcuni mesi di carcere, infatti Piccolo decise di collaborare e svelò i retroscena dell’assassinio. Parlò degli incontri dei membri della cosca nel suo bar "Arcobaleno" a Locri e fece nomi di tutti i coinvolti.
A confermare la notizia, pubblicata stamane dal quotidiano "Calabria Ora", il comandante del reparto territoriale di Locri, tenente colonnello Francesco Iacono. La famiglia del giovane ha annunciato una dichiarazione su quanto successo. L’obiettivo ora, è quello di capire quali possano essere stati i motivi che hanno spinto il collaboratore a togliersi la vita. Nel corso dell’inchiesta, Piccolo era stato anche sottoposto a perizia psichiatrica e i difensori degli imputati del delitto Fortugno avevano cercato di minarne la credibilità, evidenziando come il giovane fosse stato riformato dal servizio di leva per problemi psichici. Nonostante questo ed al termine della perizia, per i magistrati della Dda di Reggio Calabria Piccolo è sempre stato attendibile.
L’omicidio dell’esponente della Margherita avvenuto come detto, il 16 ottobre del 2005, dopo che Fortugno aveva votato alle primarie dell’Unione per la scelta del candidato premier. La notizia del suicidio del collaboratore è stata immediatamente comunicata ai magistrati che sostengono l’accusa nel processo in corso davanti ai giudici della Corte d’assise di Locri contro presunti mandanti ed esecutori del delitto Fortugno. Gli investigatori, al momento, non alcun dubbio sull’ipotesi che la morte di Piccolo possa non essere legata al suicidio: Piccolo ha lasciato uno scritto, una sorta di epitaffio, in cui ha chiarito le motivazioni del suo gesto. Sul caso, indaga ora in assoluto riserbo una Procura del centro Italia.
* l’Unità, Pubblicato il: 16.10.07, Modificato il: 16.10.07 alle ore 16.07
Ansa» 2007-10-16 12:41
FORTUGNO, PENTITO SI UCCIDE A DUE ANNI DA OMICIDIO
LOCRI (REGGIO CALABRIA) - Uno dei due collaboratori degli inquirenti nell’inchiesta sull’omicidio di Francesco Fortugno, Bruno Piccolo, si e’ tolto la vita tramite impiccagione nella localita’ protetta dove si trovava. La notizia, pubblicata stamani dal quotidiano ’Calabria Ora’, e’ stata confermata dalle forze dell’ordine.
Il cadavere di Piccolo e’ stato trovato ieri pomeriggio dal personale delle forze dell’ordine che periodicamente controllava il giovane nella localita’ protetta dove si trovava. Nel luogo del ritrovamento e’ intervenuto anche il medico legale. Dagli accertamenti fatti dagli investigatori, emergerebbe che non ci sono dubbi circa il suicidio. Della morte di Piccolo sono stati informati i due sostituti procuratore della Dda di Reggio Calabria, Marco Colamonici e Mario Andrigo, che coordinano le indagini sull’omicidio di Francesco Fortugno, ucciso il 16 ottobre del 2005 a Locri.
HA LASCIATO SCRITTO CON MOTIVI - Il suicidio di Bruno Piccolo è avvenuto in un’abitazione di Francavilla a Mare (Chieti), all’interno della quale il collaboratore ha lasciato uno scritto, una sorta di epitaffio, in cui ha chiarito le motivazioni del suo gesto. Gli inquirenti, nell’immediatezza dell’episodio, hanno acquisito i tabulati telefonici per conoscere i contatti che Bruno Piccolo aveva avuto negli ultimissimi giorni ed in particolare relativamente ad un rapporto sentimentale definito burrascoso che lo stesso intratteneva con una donna abruzzese. Sotto il profilo del processo per l’omicidio di Franco Fortugno, in corso a Locri, l’apporto di Piccolo, secondo quanto hanno detto gli inquirenti, era ormai esaurito. Piccolo, alcuni giorni fa, era stato interrogato negli uffici della Direzione nazionale antimafia di Roma. Sui contenuti dell’interrogatorio però nulla si è appreso.
IL RUOLO DECISIVO DI PICCOLO NELLE INDAGINI - Bruno Piccolo, primo pentito dell’inchiesta sull’omicidio Fortugno, era considerato dagli investigatori un collaboratore a prova di bomba, avendo dato un contributo eccezionale alle indagini sull’omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale calabrese.
Titolare del bar "Arcobaleno", nei pressi dello stadio di Locri, luogo di ritrovo dei ’picciotti’ della cosca Cordì , Piccolo aveva per lungo tempo ascoltato riflessioni e strategie degli adepti alla cosca. Arrestato alcuni mesi dopo l’assassinio Fortugno con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, nell’ambito di un’ indagine della polizia su un traffico di armi, Piccolo - sottoposto al regime carcerario duro - iniziò a collaborare svelando tutti i segreti della cosca tra cui l’omicidio Fortugno, nel quale Piccolo non ha giocato alcun ruolo. Verità riguardanti soprattutto le fasi organizzative dell’omicidio dell’uomo politico e che ha poi ribadito sia nell’incidente probatorio che nel giudizio con il rito abbreviato che si è concluso il 7 giugno scorso con la condanna ad un anno e quattro mesi di Piccolo.
L’altro pentito dell’inchiesta sul delitto Fortugno è Domenico Novella, nipote di Antonio Cordì indicato come il capo cosca di Locri. Novella ha indicato i due presunti mandanti dell’omicidio Fortugno e nel processo col rito abbreviato è stato condannato a 13 anni e quattro mesi.
NAPOLITANO SI INFORMA SULLE INDAGINI FORTUGNO
ROMA - In vista del primo anniversario dell’assassinio del vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, Francesco Fortugno, che cade lunedì prossimo, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha chiesto di essere informato, tramite la Prefettura, sulla situazione relativa alle indagini per assicurare alla giustizia i mandanti e gli esecutori. Fortugno fu ucciso a Locri il 16 ottobre 2005 a un seggio delle primarie dell’Ulivo.
Dell’interessamento del presidente Napolitano alle indagini sull’omicidio di Francesco Fortugno ha scritto oggi il quotidiano Calabria Ora. L’inchiesta sull’assassinio di Fortugno, condotta dalla Procura antimafia di Reggio Calabria, ha portato all’arresto dei presunti esecutori materiali e di un caposala dell’ospedale di Locri, Alessandro Marcianò, accusato di essere stato il mandante dell’omicidio.
Maria Grazia Laganà, nelle settimane scorse, ha chiesto che l’inchiesta sull’assassinio del marito venga avocata dalla Procura nazionale antimafia al fine di esplorare il capitolo dei mandanti politici dell’assassinio di Fortugno. "Bisogna indagare - ha detto la vedova di Fortugno - in maniera più approfondita. Io ritengo che un omicidio di questo livello non possa interessare solo una parte della mafia. Credo che ci sia stato, comunque, l’accordo di quelli che contano in questa organizzazione, certamente con un input politico".
VESCOVO LOCRI,VERITA’ CONTRASTATA DA POTERI DEVIATI
"In spirito di libertà e verità, pur tanto fortemente contrastate dalla diffusa violenza e dal prevalere degli oscuri voleri dei poteri deviati, che rendono ogni gesto quotidiano di rettitudine e ogni scelta equa un atto di coraggiosa sfida, a rischio personale di martirio noi, uomini liberi e testimoni di speranza, è necessario fare memoria delle tante vite spezzate dalla violenza omicida della criminalità organizzata". E’ quanto sostiene il vescovo di Locri, Giancarlo Bregantini, in un messaggio per il primo anniversario dell’omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno.
Nel messaggio, sottoscritto anche dalla Commissione diocesana Giustizia e pace e dalla Pastorale sociale e del lavoro, si sostiene che quella che ricorre lunedì prossimo, 16 ottobre, anniversario dell’uccisione di Fortugno, "é una data simbolo" e si condannano "i tanti, troppi, delitti impuniti e l’arroganza di chi disprezza la sacralità della vita ed il rispetto dell’altro", sottolineando la necessità di prendere in considerazione "le lacrime di chi si è visto sottratto il proprio congiunto ed il grido di aiuto di chi chiede giustizia e verità".
"La Chiesa di Locri-Gerace - si afferma ancora nel messaggio - coglie questo momento di rinnovato dolore per un’ulteriore approfondita occasione di riflessione e raccoglie il dolore di una famiglia per tutte le famiglie delle vittime della violenza. Invitiamo i credenti, i parenti di tutte le vittime della violenza mafiosa, le istituzioni, gli uomini e le donne di buona volontà ad un momento di preghiera, domenica 15 ottobre a Locri, alle 21, nella chiesa di Santa Caterina, per una riflessione comunitaria per quanti sono stati sottratti vilmente alla vita dalla mano di Caino".
DOMANI LA MARGHERITA RENDE OMAGGIO ALLA TOMBA
L’Assemblea regionale della Margherita calabrese è stata convocata dal Coordinatore del partito, sen. Franco Bruno, per domani mattina nel cimitero di Locri per visitare la tomba di Franco Fortugno. L’iniziativa, è detto in un comunicato, servirà per un momento di raccoglimento ad un anno dall’uccisione del Vice Presidente del Consiglio regionale della Calabria. Sarà presente la vedova di Fortugno, on. Maria Grazia Laganà, con tutti i deputati calabresi della Margherita in Parlamento.
www.ansa.it, 14.10.2006
Omicidio Fortugno. Napolitano: "Voglio essere informato" *
ROMA - Omicidio Fortugno: il presidente della Repubblica vuole essere informato "sulle indagini per assicurare alla giustizia i mandanti e gli esecutori" dell’assassinio del vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria. A pochi giorni dal primo anniverario dell’omicidio che cade lunedì prossimo, Giorgio Napolitano chiede alla Prefettura una relazione sull’esito delle indagini. E lo fa pochi giorni dopo la visita a Locri del primo ministro Romano Prodi.
La vedova, Maria Grazia Laganà, eletta deputato nelle liste dell’Ulivo, aveva sollecitato più volte lo sviluppo delle indagini per l’accertamento dei mandanti politici. E per ottenerlo si era rivolta anche al Capo dello Stato.(14-10-2006)
www.repubblica.it, 14.10.2006